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Spending review

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Spending review

Messaggioda franz il 02/05/2012, 18:34

Robyn ha scritto:La disciplina del lavoro si applica ai dipendenti della PA come possibile armonizzazione futura con quella già prevista.La legge recita che quelli a cui è affidata l'applicazione della disciplina di riforma del mercato del lavoro per la PA "dirigenti?" devono prima aver messo la testa a posto.Significa che non esiste che mando via il lavoratore meno giovane e assumo quello più giovane che produce di più e che costa meno.Il reddito deve essere legato alla produttività.Se il reddito è più basso della produttività c'è un'eccesso di beni e servizi che non possono essere assorbiti dalla domanda.Se invece il reddito è più alto rispetto alla produttività c'è un calo di investimenti.Per i lavoratori meno giovani a parità di reddito deve esserci un costo del lavoro più basso proprio per compensare la perdita di competitività.Il costo del lavoro più basso a parità di reddito rispetto al lavoratore giovane deve esserci per i lavoratori meno giovani ciao robyn

Questo è un argomento molto interessante ma non c'entra poco o nulla con la spending review.
Sicuramente oggi nella PA quasi nulla è legato al merito e gli aumenti sono legati all'anzianità. Sbagliato.
Puo' esserci un giovane molto produttivo ed un anziano ancora di piu' e viceversa.
L'età non conta. Conta il budino e chi lo sa fare bene.
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Re: Spending review

Messaggioda soloo42001 il 02/05/2012, 19:03

franz ha scritto:
Robyn ha scritto:La disciplina del lavoro si applica ai dipendenti della PA come possibile armonizzazione futura con quella già prevista.La legge recita che quelli a cui è affidata l'applicazione della disciplina di riforma del mercato del lavoro per la PA "dirigenti?" devono prima aver messo la testa a posto.Significa che non esiste che mando via il lavoratore meno giovane e assumo quello più giovane che produce di più e che costa meno.Il reddito deve essere legato alla produttività.Se il reddito è più basso della produttività c'è un'eccesso di beni e servizi che non possono essere assorbiti dalla domanda.Se invece il reddito è più alto rispetto alla produttività c'è un calo di investimenti.Per i lavoratori meno giovani a parità di reddito deve esserci un costo del lavoro più basso proprio per compensare la perdita di competitività.Il costo del lavoro più basso a parità di reddito rispetto al lavoratore giovane deve esserci per i lavoratori meno giovani ciao robyn

Questo è un argomento molto interessante ma non c'entra poco o nulla con la spending review.
Sicuramente oggi nella PA quasi nulla è legato al merito e gli aumenti sono legati all'anzianità. Sbagliato.
Puo' esserci un giovane molto produttivo ed un anziano ancora di piu' e viceversa.
L'età non conta. Conta il budino e chi lo sa fare bene.


Vecchio cavallo di battaglia il merito.
Ma in 20 anni ci ha portato alle olgettine.
Quelle dei festini, e quelle della politica e del giornalismo e della malagestione di aziende ed enti pubblici.

Io direi di dare "empowerment" ai dirigenti come si fa nelle aziende.
Con regole chiare di "rating", budget per gli aumenti e criteri formali di distribuzione degli aumenti.
Ovviamente SVINCOLANDO gli aumenti di merito da quanto invece viene discusso in sede di rinnovo (recupero dell'inflazione).

Ci arriveranno i liberisti de noantri?
O persisteranno con la balla del merito per far crescere chi gli fa aria e recuperare marginalita` col mancato recupero dell'inflazione a ogni rinnovo contrattuale?

Ciao.

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Re: Spending review

Messaggioda Robyn il 02/05/2012, 21:26

La riforma delle pensioni è stata fatta anche per ridurre il costo del lavoro.L'età conta soprattutto nell'industria.Quindi oltre una certà età deve esserci a parità di reddito un costo del lavoro più basso proprio per evitare conflitti generazionali,per evitare che il lavoratore più giovane sostituisca quello meno giovane.Invece è prioritario creare lavoro affinche tutti possano accedervi indipendentemente dall'età,e quindi naturalmente i più giovani ciao robyn
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Re: Spending review

Messaggioda franz il 02/05/2012, 22:04

Robyn ha scritto:La riforma delle pensioni è stata fatta anche per ridurre il costo del lavoro.

Corretto. Ci vorrà tempo ma se fosse stata fatta nel 1997 (una data a caso ...) oggi il costo del lavoro sarebbe, secondo me, ridotto di 1/3.
Robyn ha scritto:L'età conta soprattutto nell'industria.Quindi oltre una certà età deve esserci a parità di reddito un costo del lavoro più basso proprio per evitare conflitti generazionali,per evitare che il lavoratore più giovane sostituisca quello meno giovane.Invece è prioritario creare lavoro affinche tutti possano accedervi indipendentemente dall'età,e quindi naturalmente i più giovani ciao robyn

Questo non è chiaro ma forse capisco dove vuoi arrivare. Se il lavoratore piu' anziano- a parità di reddito - ha un cuneo fiscale inferiore (e non so come vorresti arrivarci) è difficile che il giovane sostituisca l'anziano. A parità di reddito netto l'azienda spenderebbe meno (in lordo) per un anziano e lo preferirebbe (se a pari reddito corrisponde pari produttività). Siamo ancora alla logica del modello super fisso, dove la coperta è corta e c'è chi la tira da una parte e chi la tira dall'altra, sul piano intergenerazionale ... ma è comprensibile. Tuttavia se si crea lavoro (uscendo dalla logica angusta del "superfisso") la coperta diventa piu' grande e basta per molte piu' persone, giovani per primi che sono i piu' "scoperti".

Rimane il problema sul "come creare lavoro" perché lo stato per definzione puo' dare lavoro a qualcuno ma non "creare lavoro" (sono due cose molto diverse e per molti punti di vista sono pure antitetiche). Unico modo secondo me con cui o Stato puo' "creare" lavoro è togliere tutti quegli ostacoli messi (in buona o mala fede) sia come burocrazia sia come oneri economici non giustificabili sul piano produttivo. E torniamo quindi alla spending review. Quasi il 40% delle spese dello stato è previdenza ed integrazione reddito. e qui secondo me si è fatto qualche cosa per abbattere spese clientelari (anzianità) ma occorre anche costruire quella spesa di integrazione reddito seria che in Italia non c'è mai stata.

Ora quindi tocca al 60% della spesa pubblica, quella non previdenziale, dove anche qui occorre da un lato tagliare col macete (personale, militari e non solo) e dall'altro anche dare di piu' a scuola, università, ricerca, sicurezza del cittadino, investimenti in opere strutturali (ferrovie, viabilità, carceri, ospedali, scuole). Una cosa che si puo' fare spendendo il 40% del PIL invece del 50%.
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Re: Spending review

Messaggioda soloo42001 il 03/05/2012, 9:21

Corretto. Ci vorrà tempo ma se fosse stata fatta nel 1997 (una data a caso ...) oggi il costo del lavoro sarebbe, secondo me, ridotto di 1/3.


Vedi la serieta` della cosiddetta "politica liberale".
Avendo appena fatto una riforma pesantissima nel 1995, ipotizzi la necessita` di farne una appena due anni dopo.

Avessi scritto che nel 1997 andava sradicata l'evasione e il malaffare nella PA.
Invece no.
La soluzione "liberale" e` un'ulteriore taglio alle pensioni.
Appena due anni dopo il precedente.
Di due anni in due anni saremmo oggi alla completa cancellazione dei servizi sociali.
Ma pian piano ci stanno facendo arrivare, i liberisti de' noantri.

Ma continua a scrivere, franz.
In questo modo il lettore capisce perche` nel CSX certi discorsi sono indigesti.
Il comunismo e l'ideologia non c'entrano una cippa.
E` un mero discorso di prospettiva politica.
Il disegno LIBERISTA in Italia e` quello del Gabon.
Punto.
Purtroppo.

Ciao.

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Re: Spending review

Messaggioda franz il 03/05/2012, 9:55

Nessuno proponeva di "tagliare" le pensioni (quelle in essere) ma di modificare il meccanismo da retributivo a contributivo.
Cosa fatta nel 1995 solo per alcuni lavoratori (sulla base dell'età anagrafica, mi pare) con la riforma dini e competata per tutti i lavoeatori in dicembre 2011 con la riforma di Monti.
Se questo fosse stato già nel 1995 oggi il cuneo fiscale sarebbe molto piu' basso di oggi e questo avrebbe comportato una diminuzione molto probabile dell'evasione contributiva, portando ad un forte ampliamento della base imponibile, anche fiscale. Quindi le due cose sono collegate. Rimettere ordine nelle pensioni ed abbattere l'evasione sono due aspetti della stessa cosa (anche perché tanti "freschi" pensionati di anzianità a 57 anni poi andavano avanti a lavorare, ovviamente in nero). Uno stato che non è in grado di fare questo non è in grado nemmeno di sradicare il malaffare e la criminalità organizzata, naturalmente. Come non è in grado di fare cose che ottimizzino la spesa pubblica, mettendo per esempio insieme in un'unica arma i carabinieri, la polizia, la guardia di finanza, le altre sei o sette piccole forze di polizia, riducendo gli effettivi dell'esercito, eliminando burocrazia inutile nei ministeri e destinando a lavori piu' produttivi i burocrati.
Tutto quello che si poteva fare 20 anni fa (e molte proposte sul welfare erano patrimonio del governo prodi e della commissione onofri) siamo costretti a farlo oggi. Ed il PD, erede di gran parte dell'Ulivo di allora ha deciso di appoggiare, pur criticamente, Monti e le sue riforme.

Chi è contro Monti per me è contro il PD e l'Ulivo.
Liberissimo di esserlo ma non si spacci per riformista o ulivista.
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Re: Spending review

Messaggioda soloo42001 il 03/05/2012, 10:06

franz ha scritto:Nessuno proponeva di "tagliare" le pensioni (quelle in essere) ma di modificare il meccanismo da retributivo a contributivo.
Cosa fatta nel 1995 solo per alcuni lavoratori (sulla base dell'età anagrafica, mi pare) con la riforma dini e competata per tutti i lavoeatori in dicembre 2011 con la riforma di Monti.
Se questo fosse stato già nel 1995 oggi il cuneo fiscale sarebbe molto piu' basso di oggi e questo avrebbe comportato una diminuzione molto probabile dell'evasione contributiva, portando ad un forte ampliamento della base imponibile, anche fiscale. Quindi le due cose sono collegate. Rimettere ordine nelle pensioni ed abbattere l'evasione sono due aspetti della stessa cosa (anche perché tanti "freschi" pensionati di anzianità a 57 anni poi andavano avanti a lavorare, ovviamente in nero). Uno stato che non è in grado di fare questo non è in grado nemmeno di sradicare il malaffare e la criminalità organizzata, naturalmente. Come non è in grado di fare cose che ottimizzino la spesa pubblica, mettendo per esempio insieme in un'unica arma i carabinieri, la polizia, la guardia di finanza, le altre sei o sette piccole forze di polizia, riducendo gli effettivi dell'esercito, eliminando burocrazia inutile nei ministeri e destinando a lavori piu' produttivi i burocrati.
Tutto quello che si poteva fare 20 anni fa (e molte proposte sul welfare erano patrimonio del governo prodi e della commissione onofri) siamo costretti a farlo oggi. Ed il PD, erede di gran parte dell'Ulivo di allora ha deciso di appoggiare, pur criticamente, Monti e le sue riforme.

Chi è contro Monti per me è contro il PD e l'Ulivo.
Liberissimo di esserlo ma non si spacci per riformista o ulivista.



Si era capito.

Ma nel 1997 sarebbe stato un ulteriore taglio a riforma del 1995 ancora calda.
Quindi rinnovo la critica.
Dimostri che l'unica politica liberale consiste nel tagliare tutto.
Costruire e ristrutturare lo Stato non e` nel DNA liberale.

Riguardo poi la tua personale linea di demarcazione.
Chi e` contro Monti, chi non lo e`.

Preferisco vederla in un altro modo.

Chi e` contro le politiche socialdemocratiche e a favore del liberismo e` contro l'Ulivo e il PD.
Di fatto ha gia` un contenitore politico ad hoc a destra, si chiama PdL.
Monti non c'entra una cippa: e` solo un ottimo professionista con una visione politica liberale miope.
Come molti in questi decenni, non e` solo colpa sua.
Del resto la "storia del pensiero occidentale", che si studia nei licei, ma non alla Bocconi, mostra come il consenso a certe idee e orientamenti abbiano andamento periodico simil-sinusoidale, una sorta di onda.
Nella filosofia, nella religione, in politica, e anche in economia.
I grandi uomini sono quelli che non galleggiano sull'onda del pensiero dominante, ma quelli che quando serve orientano la nave a tagliano l'onda nella direzione che ritengono ottimale.

Pertanto da ulivista della primissima ora, da quando Martinazzoli cedette ai "mai coi comunisti" regalando la vittoria al primo berlusconi, mi tengo ben stretta la mia liberta` di criticare Monti POLITICAMENTE.

Ciao.

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Re: Spending review

Messaggioda Robyn il 03/05/2012, 11:02

A parità di reddito può significare una produttività anche non corrispondente.Al datore di lavoro non deve interessare il reddito netto ma il lordo.Bisogna avere un pò di tolleranza,non si può avere tutto,non si può avere la perfezione
ciao robyn
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Re: Spending review

Messaggioda lucameni il 03/05/2012, 11:12

Bè secondo me Martinazzoli fece benissimo a tenere ferma la posizione del PPI lontano dai due "poli".
Ragionare nel 2012 come se fossimo nel 1994 non ha senso. Oltretutto con diverso sistema elettorale che poteva anche portare a risultati sorprendenti.
Accodandosi senza testimoniare l'esistenza di un elettorato non di sinistra diverso da quello che ha foraggiato il berlusconismo Martinazzoli avrebbe regalato ancor più praterie di elettori a Berlusconi e una piena legittimazione ad un personaggio che non poteva nemmeno essere eletto.
Ragionare delegittimando chi voleva altro rispetto il polo berlusconiano e i progressisti è tipico di coloro che poi hanno descritto B. come personaggio che ha positivamente dato impulso al nostro "bipolarismo".
Insomma in questo modo, nel difendere un sistema che delegittimava i "martinazzoliani", B. è stato funzionale anche a sinistra.
A volte lodato appunto in quanto uno dei cardini di un sistema che stava bene anche alla sinistra, a volte attaccato in quanto "destra" (senza distinguo tra destra e destra).
Giochetto ipocrita che non aveva niente a che fare con la volontà di difendere un "bipolarismo virtuoso", che poi auspicava un bipartitismo imbastito delegittimando chi non si atteneva al nuovo dogma.
Comunque nel 1994, prima che il berlusconismo, anche grazie a questa sinistra, diventasse qualcosa di stabile, c'erano e ci sono elettori che legittimamente non sono di sinistra e che con quella sinistra avevano poco a che spartire. Era poi giusto offrire ad elettori naturalmente di centrodestra una sponda che non fosse il berlusconismo (anche se spesso qui si fa l'equazione destra-Berlusconi senza alcun distinguo).
E' l'idea assurda di un bipolarismo granitico che non lascia spazio e legittimazione ad altre forze, come fosse un dogma la competizione tra una sinistra sinistra e una destra destra. Delegittimando terze forze che aspirano ad essere competitive e a scalzare uno dei contendenti per la vittoria alle urne.
Ovvero una visione che non ha nulla di democratico e che è in contraddizione con quel bipolarismo europeo del quale tanti si riempiono la bocca (si veda la GB dove negli anni '80 l'alleanza liberali-socialdemocratici quasi stava per sostituire i laburisti come principali antagonisti dei conservatori, senza per questo ricevere alcuna delegittimazione, anzi mostrando che il bipartitismo non vuol dire impedire ad altri partiti di accedere alla competizione elettorale).
Pensare di costringere elettori liberali o moderati a votare necessariamente o Berlusconi o un'alleanza con Bertinotti è ridicolo. Ridicolo delegittimare la possibilità che si voglia o si possa votare qualcosa più vicino alle proprie idee.

Sono le urne a decidere chi può governare o meno, non tesi (uliviste o non uliviste che siano o la voglia - ideologica - di due grandi ammucchiate senza confini) che delegittimano a priori chi può o non può presentarsi alle elezioni.
Democrazia vuol dire che possibilità che si presentino più di due "poli".
Sono le urne che decideranno quali saranno i due poli che concretamente potranno contendersi il governo del paese; non altri.


Quanto poi alla "miopia", fermo restando le mie forti critiche a Monti e compagnia (e non faccio questione di destra o sinistra ma di contenuti concreti dei provvedimenti adottati e degli intendimenti del governo) a questo punto mi aspetto che nel mazzo dei destri miopi (abbinamento di diritto a quanto pare) sia messo pure De Gasperi.
Ognuno è a destra di qualcosa. Figuriamoci poi quando dall'altra parte c'è una sinistra senza confini.
Ultima modifica di lucameni il 03/05/2012, 12:27, modificato 1 volta in totale.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Spending review

Messaggioda franz il 03/05/2012, 12:25

Robyn ha scritto:Al datore di lavoro non deve interessare il reddito netto ma il lordo.

Sicuramente interessa il lordo, perché dovendo competere con altri paesi sulle esportazioni ogni elemento di costo (materie prime, energia, finanziamento bancario, imposte, costo del lavoro, burocrazia imposta dallo stato) è importante. Ma interessa anche il netto perché questo poi si trasforma in consumi interni e quindi fatturato. Netti troppo bassi, pensioni troppo basse, inesistenza di ammortizzatori sociali e assistenza, sono tutte cose che deprimono il consumo interno, che per l'Italia è mi pare l'80% del PIL. Diciamo quindi che "il datore" magari pensa al lordo ma il sistema deve guardare anche al netto.
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