flaviomob ha scritto:Ma stiamo dando i numeri? Certo che le aziende in difficoltà economica possono intervenire riducendo la manodopera, ma il licenziamento è un'altra cosa. Ci sono strumenti come la cassa integrazione che preserva il posto di lavoro e garantisce un sussidio ai lavoratori: l'ingiustizia è che non sia estesa a tutti i lavoratori...
Ok, quindi c'è o non c'è, lo strumento?
Ovvio che ora non c'è per tutti (perché la CIG e la CGS sono a disposizione solo di alcune tipologie aziendali e taglio occupazionale) ma anche ovvio che la CIG non è lo strumento adatto per tutte le situazioni. Puo' esserlo solo se esiste una crisi temporanea o una necessità di ristrutturare e vuoi (e puoi) mantenere il posto di quei lavoratori. Questo copre al massimo il 10-15% delle possibilità. Il 85-90% è dato dalla dinamica classica per cui uno viene licenziato e dopo un tot di tempo con un sussidio (vero) di disoccupazione ed eventuale riqualificazione professionale, viene assunto da un'altra azienda. Anzi il sussidio di disoccupazione, se universale, può coprendere al suo interno la funzione di CIG, volendo.
Ma non esiste solo la difficoltà economica temporanea. Prendiamo la Kodak. Finita l'era delle pellicole, la sua crisi ormai è definitiva, se non si ricicla per tempo in altre attività (per cui servirà ben altro personale e skill).
Poi che ci siano anche altre cause alla crisi italiana è noto ma il mercato del lavoro va riformato, tutto. Questo è noto, così come è noto chi si oppone da decenni. Ma molti mali italiani (per esempio il precariato ed il sommerso) nascono proprio dalle distorsioni del nostro mercato del lavoro.