Franz, mi riferivo a ciò che avevo scritto io, che - come tu stesso sottolinei correttamente - avevo scelto di soffermarmi su un significato preciso del concetto, proprio perché trovavo poco utile dilatare la discussione nei termini troppo generali, nei quali si crede che tutti stiano parlando della stessa cosa quando in realtà ognuno si riferisce ad un proprio assunto interpretativo, con il risultato che non ci s'incontra mai e si propongono tesi non confrontabili.
Il modo in cui si è eviluppata la discussione, del resto, conferma pienamente quello che ho appena detto: un peccato, perché il tema sarebbe stato interessante, e devo dire a questo proposito che sarebbe bene partire dal presupposto che certe affermazioni "provocatorie" fossero intese senza giudicarle subito delle "idiozie", anche quando i termini usati consentirebbero di pensarlo - forse anche grazie ad un'interpretazione pedantesca dei termini stessi, laddove, come nel nostro caso, era evidente che fosse implicito nel termine "proprietà" anche l'attributo di "privata", o più genericamente ed estensivamente quello di "esclusiva" (nell'accezione letterale della parola, cioè tesa ad escudere altre potestà, e dunque comprensiva di una proprietà "statalista", se e quando ciò implica una degenerazione del concetto di "proprietà pubblica").
Mi rendo conto che sto dando una piega intepretativa soggettiva all'intero discorso, ma appunto questo è il senso di ciò che intendo dire: partendo da quella frase si può sviluppare un discorso che non credo peregrino o "idiota", se appena non ci si vuole limitare a fare una polemica fin troppo facile.