annalu ha scritto:Anch'io desidero innovazione e riforme, ne abbiamo un grande bisogno, ma che siano in una direzione positiva: insomma, io prima di ritenere positivi i cambiamenti, vorrei poterli verificare, leggere con attenzione, discutere il più possibile pubblicamente ... si sa che la democrazia è più lenta nelle sue decisioni rispetto ad una dittatura, però sembra ancora la forma migliore di governo ...
Vero. Tutti vorremmo farlo.Tutti vorremo deciderlo. Tutti vorremo contribuire a questo passo.
Eppure un pensatore svedese a metà del 1700 (
Chydenius) diceva, in sintesi, che le leggi (le nostre decisioni collettive) distorcono la naturale tendenza degli individui a creare ricchezza mediante specializzazione e scambio. Per quattro ragioni:
1. La regolamentazione economica è molteplice e ogni pezzo di legislazione persegue obiettivi diversi e indipedenti. Questa frammentazione crea necessariamente un sistema scriteriato e quindi, molto probabilmente, dannoso.
2. Nessuno statista e nessun regolatore possiede sufficiente conoscenza per organizzare l'attività economica in modo da massimizzare la 'ricchezza della nazione'. Questo è un punto fondamentale che anticipa le osservazioni di Hayek e la genesi di mechanism design.
3. Anche se lo statista e il regolatore (individui) possedessero tutta la conoscenza necessaria, i loro incentivi non sono necessariamente allineati a quelli della collettività. Questo, invece, è il bread&butter di chi studia political economy.
4. Infine, anche se gli incentivi fossero invece allineati, resta il fatto che anche la più perfetta regolamentazione cambierà sempre meno rapidamente delle circostanze economiche. Citando letteralmente: Fra le migliaia di possibilità, la legge - sebbene sia la migliore possibile - è pertanto utile solo in un'unica circostanza, vale a dire quella per cui è stata concepita, ma dannosa in tutte le altre.
L'inevitabile risultato è la creazione di rendite di ogni tipo (da quella del monopolista a quella del politico), che Chydenius ritiene particolarmente dannose perché ingolfano il motore della prosperità, ossia l'aumento della produttività:
In una società, più opportunità ci sono per alcuni di vivere sulla fatica degli altri, meno questi stessi altri possono godere dei frutti del loro lavoro e più si affossa la laboriosità. I primi diventano arroganti, mentre i secondi diventano disperati ed entrambi negligenti.
Cosa suggerisce di fare, in conclusione, Chydenius? Naturalmente ridurre il numero di leggi e regolamenti che vincolano la libertà economica:
Un'unica legge, vale a dire quella di ridurre il numero delle nostre leggi, è da allora diventata una materia di lavoro piacevole per me, la quale voglio altamente raccomandare come principale e più importante, prima che ne siano inventate di altre nuove.
Non so se ci sia riuscito. Probabilmente no. Anzi, sicuramente no. Questa raccomandazione è altamente impopolare tra chi trae legittimazione dalla produzione di leggi, nonostante il fumo (letterale) della propaganda. Ma di certo aveva ottime ragioni, che sono ottime ancora oggi, per provarci.
Morale: a tutti noi piacerebbe decidere le sorti del mondo, in ogni dove, in ogni tempo, ma la cosa principale da capire è che esitono limiti alle cose da decidere, con la democrazia. Alcune esulano dal metodo democratico. Io mi sono sposato senza che fosse una decisione democratica (collettiva). Idem per il numero di figli che ho avuto (in Cina non sarebbe stato cosi'). Questo significa che nelle società molte cose avvengono a causa di libere decisioni individuali. Non soggette a votazione democratica o dittatoriale. Molte cose prendono una direzione che noi sigolarmente non vogliamo. Noi vorremmo decidere ma non possiamo. La ricerca scientifica, le decisioni tecniche, miliardi di scelte personali. La democrazia (le decioni a maggioranza popolare) sono una parte del nostro vivere. La stragrande maggiornaza è data da decisioni inidividuali scoordinate. Anche una votazione in fondo nasce dalla somma di decisioni inidividuali scoordinate.
Interessante considerare che Berlusconi si lamenta di non avere abbastanza "potere" (decisionale) mentre l'ABC della politica moderna non si concentra sul potere ma sui compiti. Berlusconi vorrebbe avere tutto il potere, per avere in conseguenza tutti i compiti che gli sono propizi o utili.
Il nostro compito invece, discutendo di sistemi istituzionali, è come
dividere il potere, come evitare la concentrazione.
Ma non solo pensando al "despota supremo" (Berlusconi) ma piu' che altro pensando alla nostra ansia di "predominio della politica", che è nella stessa salsa berlusconiana.
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)