franz ha scritto:
Una strategia è la descrizione di un piano d'azione di lungo termine usato per impostare e successivamente coordinare le azioni tese a raggiungere uno scopo predeterminato. (da wiki).
Dimmi in che senso il fatto che ENi e Finmeccanica siano spa con una golden share del tesoro debba essere inteso come strategico, se contemporaneamente a scuola si porta la carta igenica da casa e le volanti della polizia ogni tanto sono senza benzina. Gli usa, che sono una potenza militare ben maggiore della nostra, hanno un'industria di stato come finmeccanica? Hanno imprese energetiche nazionalizzate?
Appunto. Gli Stati Uniti hanno una loro strategia di lungo termine quella che chiamano dottrina. Ogni Predente la rende pubblica, e a parte differenze tattiche nel tempo e negli strumenti tra repubblicani e democratici, ha una costante, si può riassumere nel mantenere la superiorità militare e tecnologica nel pianeta. E' questa continuità di visione e di obiettivi che li rende un grande paese. Il Governo e le grandi multinazionali poi agiscono sulla base di questi obiettivi come un unico sistema integrato. Quindi c'è un grande intreccio di rapporti tra imprese e governo.
Le acquisizioni estere di imprese che hanno un ruolo nel disegno strategico sono fortemente limitate in base ad un concetto semplice e soggettivo "sicurezza nazionale". Recentemente hanno sbattuto fuori i cinesi da una impresa statunitense perchè lo stabilimento era troppo vicino ad installazioni militari.
Poi non è vero che lo Stato non ha quote in imprese "strategiche". Al nasdaq ci sono oltre 100 aziende quotate dove è presente la partecipazione pubblica. La differenza è che non fanno capo alla Cassa Depositi e Prestiti come in Italia ma l'azionista di riferimento è direttamente la cia (si proprio quella). Sono dati che vengono pubblicati. Hanno molti difetti ma l'informazione finanziaria negli USA è una cosa seria.
Veniamo all' ENI. Il valore di una compagnia petrolifera è dato dai profitti che produce e dalle riserve petrolifere che controlla. Nel momento in cui vendi l'ENI, non vendi semplicemente delle azioni, vendi il controllo e l'accesso alle riserve energetiche del paese che si trovano al'estero. Per gli USA la situazione è differente. Hanno grosse riserve interne che non estraggono, hanno grandi riserve di shale gas che estraggono, All'estero, hanno il controllo militare delle riserve, degli oleodotti, e delle vie marittime di trasporto. Nei pressi di ogni grande installazione di produzione e trasporto c'è una base militare terrestre o navale.
In tutto questo quadro si era inserita l' italietta di Berlusconi. Il quale, bisogna dargliene atto, aveva una sua visione strategica.Il problema serio è stata la megalomania. Si è mosso fuori da ogni quadro di alleanze e gerarchie internazionali . Ha stretto rapporti ad est direttamente con Putin,pestando i piedi ai tedeschi e preoccupando gli americani, ha stretto rapporti a sud direttamente con Gheddafi pestando piedi ai francesi. Finchè una serie di eventi prevedibili ed imprevedibili, nonchè gravi errori, ha portato alla reazione internazionale e al crollo della baracca. Allora è arrivato Monti a rassicurare gli alleati sul rientro dell'Italia nei binari europei.
Ovviamente è una sintesi spicciola, l'argomento sarebbe lunghissimo.