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Quattro cose che non vi hanno detto sulle privatizzazioni

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Re: Quattro cose che non vi hanno detto sulle privatizzazion

Messaggioda Giovigbe il 03/11/2012, 23:10

Sopratutto mai aggrapparsi alle "mode" (tipo il "privato" è meglio del "pubblico")

Esempi di "pubblico" ben diretto e con ottimi risultati ne abbiamo a iosa e in tutti i campi (insieme - purtroppo - a scellerate ruberie); esempi di "privato" che non alimenti i soliti furbetti io non ne conosco (Fiat da ultimi ma ancor prima - purtroppo per le cose in cui credo - il san raffaele di don Verzè)
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Re: Quattro cose che non vi hanno detto sulle privatizzazion

Messaggioda franz il 04/11/2012, 9:04

flaviomob ha scritto:Ovvero, le tipiche liberalizzazioni ad minchiam all'italiana...

Quindi rimaniamo pure un paese statalista e fascio-corporativo, pieno di debiti e con una pressione fiscale del 50%.
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Re: Quattro cose che non vi hanno detto sulle privatizzazion

Messaggioda franz il 04/11/2012, 10:55

Giovigbe ha scritto:Sopratutto mai aggrapparsi alle "mode" (tipo il "privato" è meglio del "pubblico")

Esempi di "pubblico" ben diretto e con ottimi risultati ne abbiamo a iosa e in tutti i campi (insieme - purtroppo - a scellerate ruberie); esempi di "privato" che non alimenti i soliti furbetti io non ne conosco (Fiat da ultimi ma ancor prima - purtroppo per le cose in cui credo - il san raffaele di don Verzè)

In effetti non esiste alcun motivo logico per cui in teoria uno debba essere migliore dell'altro. Anche perché tutto dipende dagli uomini e se questi sono scarsamente preparati, inclini all'intrallazzo ed alla furberia, entrambi i settori, pubblico e privato, ne soffriranno. Ci sono sistemi esteri in cui le aziende pubbliche sono ben gestte, almeno come quelle private ma non mi pare il caso dell'Italia (esempi ne abbiamo a iosa, dici, quindi non avrai problemi a elencarmene almeno tre).
E qui viene il punto: tra teoria e pratica c'è una bella differenza ed in Italia è data dal merito. Concetto totalmente assente dal settore pubblico (statale e parastatale) ed anche carente nel privato, soprattutto nelle grandi aziende immanicate con il potere politico. Tuttavia anche se generalmente il merito latita in tutto il paese, è diversamente distribuito. Nelle micro, piccole e medie aziende (che sono milioni) prevale la competenza ed il merito. Il nosgtro tessuto produttivo è sostanzalmente sano, sul piano etico. malato sul piano finanziario perché strozzato dalle imposte ma questo è un altro grave problema. Via via pero' che sale la taglia dell'azienda ed essa, soprattutto, vive di commesse statali (due esempi, il settore sanitario e le costrizioni di opere civili) il merito è meno importante perché conta l'intrallazzamento ... con il settore pubblico. Vista questa asimmetria, penso che in Italia sia molto meglio il privato e le ruberie che citi sono connesse proprio a quel privato che vive di pubblico.
Quindi meno pubblico, meno ruberie anhce nel provato. E serve piu' merito nella PA.
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Re: Un falso problema

Messaggioda pianogrande il 04/11/2012, 11:36

Franz ci dimostra che la correttezza è più probabile trovarla nel privato di piccole dimensioni.
Potrei suffragare dicendo che, in effetti, non ha molto senso rubare a sé stessi.

Aggiungo, però, che nel privato di piccole dimensioni la probabilità che le "ruberie" vengano perpetrate rubando alla collettività e cioè evadendo il fisco aumenta col diminuire della dimensione dell'impresa.
Anche quella è una ruberia ed è inutile cercare di darle altri nomi o, peggio, delle giustificazioni.
Se no, rimaniamo sul fatto che ognuno ha le sue ruberie da difendere e si continua così in eterno.

Bisogna anche aggiungere che un sistema economico non può vivere di piccole e piccolissime imprese che non hanno la capacità di farlo evolvere il sistema.

Allora, abbiamo bisogno delle imprese di dimensioni medio grandi dove la commistione di pubblico e privato diventa inevitabile con le inevitabili ruberie.

Colpa del pubblico o del privato?

Come se non fossero la stessa cosa.
Come se ogni atto compiuto dalla parte del pubblico a da quella del privato non avessero un nome, cognome e indirizzo.

Secondo me, quindi, un falso problema e Franz stesso dice che non ci dovrebbe essere nessun motivo logico per cui uno sia meglio dell'altro.
E' l'occasione che fa l'uomo ladro e allora il tutto diventa un discorso politico.
Ma anche la politica la fanno gli uomini.
Ci sarà un modo di venirne fuori?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Un falso problema

Messaggioda franz il 04/11/2012, 12:15

pianogrande ha scritto:Franz ci dimostra che la correttezza è più probabile trovarla nel privato di piccole dimensioni.
Potrei suffragare dicendo che, in effetti, non ha molto senso rubare a sé stessi.

Aggiungo, però, che nel privato di piccole dimensioni la probabilità che le "ruberie" vengano perpetrate rubando alla collettività e cioè evadendo il fisco aumenta col diminuire della dimensione dell'impresa.
Anche quella è una ruberia ed è inutile cercare di darle altri nomi o, peggio, delle giustificazioni.
Se no, rimaniamo sul fatto che ognuno ha le sue ruberie da difendere e si continua così in eterno.

Bisogna anche aggiungere che un sistema economico non può vivere di piccole e piccolissime imprese che non hanno la capacità di farlo evolvere il sistema.

Se le imprese rimangono piccole e non crescono la responsabilità è universamente addebitabile al settore pubblico, quando con eccessiva burocrazia, norme che cambiano continuamente ed eccessiva pressione fiscale e contributiva impediscono la crescita. Vedere qui lo small business act europeo (documento ufficliale della commissione europea) che indica le cause ed i rimedi http://ec.europa.eu/enterprise/policies ... iness-act/ (da qualche parte c'è anche in italiano).

Naturalmente anche l'elevata pressione fiscale e l'eccessiva burocrazia sono universalmente associate alla maggior probabilità e necessità di evasione per il business di piccola entità ma non è detto che tutto vogliano o riescano ad evadere. Il grosso dell'evasione è costituito da circa 7-11 milioni di lavoratori assai piu' che da un milione di padroncini.
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Re: Quattro cose che non vi hanno detto sulle privatizzazion

Messaggioda Giovigbe il 04/11/2012, 12:31

franz ha scritto:
flaviomob ha scritto:Ovvero, le tipiche liberalizzazioni ad minchiam all'italiana...

Quindi rimaniamo pure un paese statalista e fascio-corporativo, pieno di debiti e con una pressione fiscale del 50%.


No qui non si tratta di rimanere un paese statalista e fascio corporativo (termini che oggi dicono tutto e anche il suo contrario e perciò spesso usati a sroposito e solo a fini polemici) si tratta di allinearsi agli altri paesi dove chi ruba o non paga le tasse non è salvato da leggi "ad personam" (es falso in bilancio) ma messo in galera come un omicida e con la chiave buttata.

Allinearsi nell'accettare le sentenze (vedi vendola) e non nelle evitarle (con la forza di leggi "ad personam" e di buoni avvocati che cercano cavilli) e neppure nel licenziare per rappresaglia tanti lavoratori quanti se ne devono riprendere (mi ricorda tanto la rappresaglia tedesca delle Fosse Ardeatine.

Il nostro "mercato" ha dimostrato tutta l'arroganza e il falso liberalismo del "privato". Al nostro "mercato" non piace assolutamente la concorrenza e tanto meno i sindacati. Al nostro "privato" piace scaricare i debiti sulla stato ma tenere per se i profitti .
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Re: Quattro cose che non vi hanno detto sulle privatizzazion

Messaggioda trilogy il 04/11/2012, 13:09

franz ha scritto:
Una strategia è la descrizione di un piano d'azione di lungo termine usato per impostare e successivamente coordinare le azioni tese a raggiungere uno scopo predeterminato. (da wiki).

Dimmi in che senso il fatto che ENi e Finmeccanica siano spa con una golden share del tesoro debba essere inteso come strategico, se contemporaneamente a scuola si porta la carta igenica da casa e le volanti della polizia ogni tanto sono senza benzina. Gli usa, che sono una potenza militare ben maggiore della nostra, hanno un'industria di stato come finmeccanica? Hanno imprese energetiche nazionalizzate?


Appunto. Gli Stati Uniti hanno una loro strategia di lungo termine quella che chiamano dottrina. Ogni Predente la rende pubblica, e a parte differenze tattiche nel tempo e negli strumenti tra repubblicani e democratici, ha una costante, si può riassumere nel mantenere la superiorità militare e tecnologica nel pianeta. E' questa continuità di visione e di obiettivi che li rende un grande paese. Il Governo e le grandi multinazionali poi agiscono sulla base di questi obiettivi come un unico sistema integrato. Quindi c'è un grande intreccio di rapporti tra imprese e governo.
Le acquisizioni estere di imprese che hanno un ruolo nel disegno strategico sono fortemente limitate in base ad un concetto semplice e soggettivo "sicurezza nazionale". Recentemente hanno sbattuto fuori i cinesi da una impresa statunitense perchè lo stabilimento era troppo vicino ad installazioni militari.

Poi non è vero che lo Stato non ha quote in imprese "strategiche". Al nasdaq ci sono oltre 100 aziende quotate dove è presente la partecipazione pubblica. La differenza è che non fanno capo alla Cassa Depositi e Prestiti come in Italia ma l'azionista di riferimento è direttamente la cia (si proprio quella). Sono dati che vengono pubblicati. Hanno molti difetti ma l'informazione finanziaria negli USA è una cosa seria.

Veniamo all' ENI. Il valore di una compagnia petrolifera è dato dai profitti che produce e dalle riserve petrolifere che controlla. Nel momento in cui vendi l'ENI, non vendi semplicemente delle azioni, vendi il controllo e l'accesso alle riserve energetiche del paese che si trovano al'estero. Per gli USA la situazione è differente. Hanno grosse riserve interne che non estraggono, hanno grandi riserve di shale gas che estraggono, All'estero, hanno il controllo militare delle riserve, degli oleodotti, e delle vie marittime di trasporto. Nei pressi di ogni grande installazione di produzione e trasporto c'è una base militare terrestre o navale.

In tutto questo quadro si era inserita l' italietta di Berlusconi. Il quale, bisogna dargliene atto, aveva una sua visione strategica.Il problema serio è stata la megalomania. Si è mosso fuori da ogni quadro di alleanze e gerarchie internazionali . Ha stretto rapporti ad est direttamente con Putin,pestando i piedi ai tedeschi e preoccupando gli americani, ha stretto rapporti a sud direttamente con Gheddafi pestando piedi ai francesi. Finchè una serie di eventi prevedibili ed imprevedibili, nonchè gravi errori, ha portato alla reazione internazionale e al crollo della baracca. Allora è arrivato Monti a rassicurare gli alleati sul rientro dell'Italia nei binari europei.

Ovviamente è una sintesi spicciola, l'argomento sarebbe lunghissimo.
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Re: Quattro cose che non vi hanno detto sulle privatizzazion

Messaggioda ranvit il 04/11/2012, 13:29

Ovviamente è una sintesi spicciola, l'argomento sarebbe lunghissimo.

Concordo!
Anche sulla strategia e megalomania di Berlusconi!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Quattro cose che non vi hanno detto sulle privatizzazion

Messaggioda franz il 04/11/2012, 13:47

trilogy ha scritto:Poi non è vero che lo Stato non ha quote in imprese "strategiche". Al nasdaq ci sono oltre 100 aziende quotate dove è presente la partecipazione pubblica. La differenza è che non fanno capo alla Cassa Depositi e Prestiti come in Italia ma l'azionista di riferimento è direttamente la cia (si proprio quella). Sono dati che vengono pubblicati. Hanno molti difetti ma l'informazione finanziaria negli USA è una cosa seria.

Altra differenza, che pero' mi pare tu abbia dimenticato, è la golden share. Non mi risulta che in USA una quota minoritaria abbia un peso maggiore tramite questo strumento. Si utilizza in UK, Germania, molto in Italia.
http://it.wikipedia.org/wiki/Golden_share
Per quanto riguarda l'ENI, non pensi il fatto di controllare di fatto le riserve energetiche estere (colonialismo?) sia poco affine alla mentalità di certi compagnucci della parrocchietta che evidentemente chiudono un occhio o anche due per "esigenze strategiche"?
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Re: Quattro cose che non vi hanno detto sulle privatizzazion

Messaggioda trilogy il 04/11/2012, 14:23

franz ha scritto:
Altra differenza, che pero' mi pare tu abbia dimenticato, è la golden share. Non mi risulta che in USA una quota minoritaria abbia un peso maggiore tramite questo strumento. Si utilizza in UK, Germania, molto in Italia.
http://it.wikipedia.org/wiki/Golden_share


Le norme sulla golden share sono state modificate a marzo dal Governo Monti su richiesta della commissione europea. La parola golden è bandita. In pratica c'è solo un obbligo di comunicazione al Governo nel caso di delibere societarie che possono rappresentare un problema per la sicurezza nazionale o il corretto funzionamento delle reti, nei settori dell'energia, trasporti, militari. Solo in questi casi il governo può in qualche modo intervenire.

franz ha scritto:Per quanto riguarda l'ENI, non pensi il fatto di controllare di fatto le riserve energetiche estere (colonialismo?) sia poco affine alla mentalità di certi compagnucci della parrocchietta che evidentemente chiudono un occhio o anche due per "esigenze strategiche"?


Il quadro è molto complicato. Mattei a suo tempo rivoluzionò le relazioni tra paesi produttori e consumatori con contratti più equilibrati, fuori dalle prassi vigenti, e gli fecero la pelle. I paesi produttori hanno bisogno di competenze, tecnologie, sicurezza per estrarre e consegnare il petrolio o il gas. Lo scambio può essere vantaggioso per entrambi o meno. Con l'espansione cinese su scala globale, e i problemi ancora esistenti nella sostituzione del petrolio con altre fonti, l'occidente ha optato su una strategia che porta da un lato all'esportazione del modello economico e politico occidentale nei paesi produttori, dall'altro alla presenza militare diretta in loco. Le guerre in Iraq e in Libia, e le continue frizioni nel Caucaso meridionale sono questo.
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