franz ha scritto:Per farlo pero' occorre essere fuori dal sistema, cambiare livello. Appunto per non essere parte del probema.
La cosa mi ricorda molto Change, di Watzlawick. Appunto, un analista da' la soluzione, non è parte del problema, non deve essere coinvolto. Cosa molto difficile in politica. In diplomazia si ricorre ad un mediatore esterno.
Franz
A volte può servire una mediazione esterna in altri situazioni non è necessaria. Watzlawick non l’ho mai letto, non saprei dire.
Un caso tipico dove serve la mediazione esterna è quello dei “cessate il fuoco”.
In questi casi la fiducia delle parti è pressoché nulla è serve un terzo che gestisca la trattativa e si faccia garante degli accordi.
In altri casi può complicare la situazione, pur essendo una scelta quasi obbligata. Il negoziato con l’Iran è una situazione dove c’è un eccesso di mediatori. E’ una situazione molto complessa, con molte parti coinvolte. Viaggia su due binari paralleli uno del tipo win win l’altro del tipo “io vinco tu perdi”. In questo momento è sul binario win win, ma ci vuole poco perché torni sull’altro. Obama ha capito bene il problema ma i condizionamenti esterni sono tantissimi e fatica a fare passi avanti determinanti. I mediatori qua, hanno fatto solo confusione. Hanno offerto agli iraniani contropartite economiche, mentre quelli chiedevano contropartite politiche “il riconoscimento come interlocutore politico nella regione”.
Il problema principale che vedo nelle applicazioni alla politica, non è negli interessi inconciliabili, ma nel fatto che i grandi negoziatori ascoltano molto e parlano poco. Con i politici è una partita persa, parlano molto e non ascoltano mai.
