flaviomob ha scritto:Si potrebbe porre altrettanto legittimamente la domanda opposta.
Come mai dove si è lasciato totale spazio al mercato, senza curarsi né dei paletti che il liberalismo autentico ha sempre opposto contro i rischi di monopoli o di oligopoli, di "posizioni dominanti", di assenza o insufficienza di regole, né delle conseguenze sociali di comportamenti che sottraevano oggettivamente risorse alla collettività (tra cui comportamenti scorretti e non trasparenti come nel caso dei mutui subprime, dei derivati tossici, et similia), sono stati erosi posti di lavoro e redditi, sono fallite migliaia di aziende, si sono contagiate decine di economie sane in altri paesi e si è permesso che la crisi si trasformasse, sempre per favorire gli speculatori, in una crisi del debito che attanaglia molti paesi? Ovvero: riduzione dei diritti sociali, del benessere dei cittadini, allargamento delle aree di emarginazione e sofferenza anche a quello che una volta era il "ceto medio", blocco di ogni "ascensore sociale", occultamento di capitali nei paradisi fiscali (o nelle "zone grigie") con evasione / elusione fiscale connessa come se piovesse?
La risposta è abbastanza semplice. Perché l'economia di mercato, basata sulla proprietà privata dei mezzi di produzione (ed ancor di più, oggi, delle risorse finanziarie), non basta a garantire uno sviluppo equilibrato e giusto.
E con questo? Anzi, proprio per questo è lecito interrogarsi su possibili alternative, che però non siano peggiori di ciò che si intende soppiantare. Di qui la necessità di rispondere alle suddette domande da parte di chi dichiara di voler costruire una società ed un modello di sviluppo migliori.