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L'isola di Pasqua

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: L'isola di Pasqua

Messaggioda franz il 10/01/2009, 13:05

gabriele ha scritto:
franz ha scritto:Basta un computer e diventa base di lavoro per centinaia di programmi, permettendo una moltiplicazione del fatturato e della ricchezza di milioni di addetti senza impiegare e sprecare ulteriori risorse fisiche.


Francesco, non ti seguo. Dove sta il non impiego (spreco)?
Ci si deve sempre pur muovere con la macchina per andare in ufficio a lavorare. Ci si deve vestire, mangiare, svagare...il lavoro stressa...e allora si va in gita in montagna o al mare, si va in piscina, in palestra, al centro benessere...etc etc...

Le risorse si impegnano comunque. E' insito nella nostra natura. Nella natura in generale. Si passa da uno stato a maggiore energia ad uno inferiore. Aumentiamo l'entropia del ambiente in cui viviamo al fine di diminuirla nel nostro mini sistema aperto che chiamiamo corpo, anche se stiamo fermi a guardare il cielo.

Le risorse si impegnano ma ne usiamo sempre meno. Basta vedere quanto petrolio per produrre una unità di PIL da noi rispetto a paesi in via di sviluppo o emergenti. Da noi è la metà.
Si puo' lavorare anche da casa, come fanno sempre piu' persone, nel settore terziario.
Settore che ormai rappresenta il 70% della ricchezza prodotta.
Puoi ordinare merce via Internet. Non ci sono 100 persone che vanno e vengono per andare in libreria ma un trasporto ottimizzato dal magazzino alle singole destinazioni.
È un concetto economico chiaro: la ottimizzazione delle risorse.
A questo, presente da tempo, si aggiunge la dimensione della virtualizzazione.
Una fetta crescente del fatturato (e quindi del reddito prodotto) nei paesi occidentali è legato alla vendita di software, giochi, sistemi operativi, utilità per il commercio elettronico, realizzazione di siti internet (tutti lavori che possiamo fare da casa).

Ciao,
Franz
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Re: L'isola di Pasqua

Messaggioda gabriele il 10/01/2009, 14:30

Sì, ma nel tempo che ti avanza fai dell'altro che potrebbe "rovinare" quanto risparmiato.

L'uso dello stesso PC ad esempio è un utilizzo di risorse che vent'anni fa era meno contemplato.

Da quanto intendo, sembra che tu voglia fare dei paragoni. Esistono studi sull'argomento?

franz ha scritto:
gabriele ha scritto:
franz ha scritto:Basta un computer e diventa base di lavoro per centinaia di programmi, permettendo una moltiplicazione del fatturato e della ricchezza di milioni di addetti senza impiegare e sprecare ulteriori risorse fisiche.


Francesco, non ti seguo. Dove sta il non impiego (spreco)?
Ci si deve sempre pur muovere con la macchina per andare in ufficio a lavorare. Ci si deve vestire, mangiare, svagare...il lavoro stressa...e allora si va in gita in montagna o al mare, si va in piscina, in palestra, al centro benessere...etc etc...

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Le risorse si impegnano ma ne usiamo sempre meno. Basta vedere quanto petrolio per produrre una unità di PIL da noi rispetto a paesi in via di sviluppo o emergenti. Da noi è la metà.
Si puo' lavorare anche da casa, come fanno sempre piu' persone, nel settore terziario.
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È un concetto economico chiaro: la ottimizzazione delle risorse.
A questo, presente da tempo, si aggiunge la dimensione della virtualizzazione.
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Re: L'isola di Pasqua

Messaggioda franz il 10/01/2009, 16:26

gabriele ha scritto:Sì, ma nel tempo che ti avanza fai dell'altro che potrebbe "rovinare" quanto risparmiato.

L'uso dello stesso PC ad esempio è un utilizzo di risorse che vent'anni fa era meno contemplato.

Da quanto intendo, sembra che tu voglia fare dei paragoni. Esistono studi sull'argomento?

Sarebbe interessante avere una visione generale.
Per ora conosco (per averli letti anni fa) solo sporadici studi particolari, per esempio relativi al numero di ore necessarie per costuire una vettura (di un certo tipo nei vari anni) oppure un televisore.
Il numenro delle ore scende, come scende il materiale impiegato (pensa l volume di ferro nelle macchine degli anni 30 o 50) e l'energia impiegata.
Chiaro che con quei risparmi noi possiamo fare altro.....

Ciao,
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Re: L'isola di Pasqua

Messaggioda gabriele il 10/01/2009, 17:11

Provo a mettere il cappello bianco.

Non credo si OT, anzi.

Ho trovato molto interessante questa puntata di Report soprattutto quando interviene il professor Enzo Tiezzi (pag 13) dell'Università di Siena.
Nelle ricerche che conduce assieme ai suoi collaboratori, nel definire il prezzo di un bene, tiene conto non solo del costo economico ma anche del costo in termini di energia, flussi energetici e risorse.

"per produrre una bottiglia di vino consumo 7 metri quadrati di pianeta con agricoltura biologica, il doppio, 14 metri quadrati con agricoltura convenzionale."

Non è quindi sempre vero quanto affermi. Occorre trovare un sistema di misura che sia utile ad effettuare un paragone fra i vari tipi di lavorazioni, società, economie...

Sembra che l'equipe di professor Tezzi abbia quanto meno il merito di averlo improntato: il metro quadro di consumo del pianeta.

Per abitante, e per tipo di abitante (a seconda della nazionalità) il consumo del pianeta è superiore o inferiore a quello di 10, 20, 30, 100...anni fa?

Gabriele


franz ha scritto:
gabriele ha scritto:Sì, ma nel tempo che ti avanza fai dell'altro che potrebbe "rovinare" quanto risparmiato.

L'uso dello stesso PC ad esempio è un utilizzo di risorse che vent'anni fa era meno contemplato.

Da quanto intendo, sembra che tu voglia fare dei paragoni. Esistono studi sull'argomento?

Sarebbe interessante avere una visione generale.
Per ora conosco (per averli letti anni fa) solo sporadici studi particolari, per esempio relativi al numero di ore necessarie per costuire una vettura (di un certo tipo nei vari anni) oppure un televisore.
Il numenro delle ore scende, come scende il materiale impiegato (pensa l volume di ferro nelle macchine degli anni 30 o 50) e l'energia impiegata.
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Re: L'isola di Pasqua

Messaggioda franz il 10/01/2009, 18:27

gabriele ha scritto:Sembra che l'equipe di professor Tezzi abbia quanto meno il merito di averlo improntato: il metro quadro di consumo del pianeta.

Per abitante, e per tipo di abitante (a seconda della nazionalità) il consumo del pianeta è superiore o inferiore a quello di 10, 20, 30, 100...anni fa?

Non lo so.
Su scale temporali piu' lunghe è nota la stima di quanto territorio possa sostenere una popolazione a seconda della tipologia di economia.
Per le popolazioni di cacciatori raccoglitori, 35~50 persone avevano bisogno di 30~50 Km2.
La pastorizia non stanziale permette gruppi piu' grandi, ma perennemente in movimento e quindi incapaci di strutture stabili e di attrezzi complessi (difficili da trasportare.
L'agricoltura rende possibile una intensità notevole (alta produttività) e con il miglioramento della selezione delle specie si passa da città di decine di migliaia fino a mezzo milione ed anche di piu' già tra 3000 e 2000 anni fa (le polis grece, cartagine e roma).
Lo' sviluppo dell'industria, con l'industrializzazione dell'agricoltura stessa, ci porta alle imponenti cifre attuali, con sei miliardi e mezzo di persone. Negli ultimi 100 anni la densità umana è quadruplicata. Il trend è evidente.

Quamto al fatto del vino biologico (7 metri) o nomale (14 metri) non so come vengano fatti i calcoli ma mi chiedo allora come mai i prodotti bio costino cosi' tanto. Normalmente la produzione bio è estensiva e quindi necessita di maggior terreno. Dovrei approfondire questo concetto di impronta ecologica.

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Re: L'isola di Pasqua

Messaggioda pinopic1 il 10/01/2009, 18:39

Forse non si riferisce alla superficie necessaria per la coltivazione, ma al consumo del terreno, al degrado della sua capacità produttiva. Entropia(?)
Anche se probabilmente non c'entra con la frase sul vino suggerisco di affrontare l'argomento.
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Re: L'isola di Pasqua

Messaggioda franz il 10/01/2009, 18:56

pinopic1 ha scritto:Forse non si riferisce alla superficie necessaria per la coltivazione, ma al consumo del terreno, al degrado della sua capacità produttiva. Entropia(?)
Anche se probabilmente non c'entra con la frase sul vino suggerisco di affrontare l'argomento.

Credo si parli del diverso impiego di risorse a seconda dei vari tipi di produzione e distribuzione.
Un vino ecologoco che faccio io e bevo io ha un impatto diverso da uno in cui sono stati usati molti fertilizzanti, pesticidi, erbicidi e che ho comprato dal Sud Africa o dalla California.
Questo non ha pero' impatto diretto su costi e prezzi, perché questi dipendono non solo dal profilo interno dei costi (materiale e manodopera) ma anche dal mercato (domanda ed offerta).
Nella nostra ipotetica isola di pasqua se fosse possibile produrre 1000 bottiglie di vino a bassa impronta ecologica ma i potenziali consumatori, desiderosi di bere quel vino, fossero 20'000, il costo del vino sarebbe molto elevato, anche se costasse una cicca e mezza farlo.
Il fatto di poter importare da fuori abbastanza bottiglie da soddisfare la domanda, fa si che malgrado il costo del trasporto il costo del vino scenda a livelli accettabili e tutti possano berlo.

Ciao,
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Re: L'isola di Pasqua

Messaggioda mauri il 10/01/2009, 19:35

su 7 m2 ci sono 6 piante che producono 20 kg dando 12 l. di vino
il discorso è sull'ipatto ambientale, nel bio si fanno molte operazioni meccanizzate, diesel e particolato, mentre gli altri irrorano la chimica, diserbi e irrigazione, nel bio magari qualche problema lo può dare il rame come residuo nel terreno, è un problema che stanno cercando di risolvere ma come al solito bisogna fare ricerca e i soldi mancano, ma i non bio usano parecchia chimica per i trattamenti e anche per fare il vino, quindi il Cu diventa un problemino

ma tornando al discorso che dobbiamo cambiare le ns abitudini per migliorare l'ambiente e non solamente a misura ns ma anche per gli altri esseri viventi, questo è possibilissssimo, oramai lo sappiamo tutti cosa fare per ridurre i consumi di acqua, luce, gas, carburanti, spegnere il ruter... ma ce ne sbattiamo
ci voleva una crisi mondiale per farci diminuire i consumi, essere più attenti e meno spreconi
significativa la diminuzione di consumo di carburanti, meno 7 x 100
leggevo sul rapporto eni 2008 che usiamo il 10 x 100 di carbone, sul totale delle ns esigenze energetiche, uno scandalo
tanto vale bruciare i rifiuti che sono a costo 0
buona serata, mauri
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Re: L'isola di Pasqua

Messaggioda pierodm il 11/01/2009, 11:51

Partendo dall'articolo di Zagrebelski si possono aprire molte finestre di discorso, comprese quelle che stanno prevalendo nel forum, impostate su calcoli di sfruttamento del suolo e delle risorse naturali in generale.

Quando ho letto l'articolo, io ho pensato che il punto focale fosse l'insensatezza, o meglio, il rischio dell'insensatezza, ossia l'abbandonarsi ad un meccanismo apparentemente razionale che in realtà porta alla catastrofe.
E' un tema che cominciai a percepire molti anni fa, aiutato da qualche casuale lettura, e che ho visto prendere corpo nel tempo, con l'emersione dell'ambientalismo.
Ho tentato anche di riproporlo qui, con un argomento intestato agli "stili di vita", senza molto successo.
Negli anni passati questo tema era stato dibattuto sotto la voce "sviluppo", messo a confronto con il concetto di "progresso".
Si tratta insomma di un problema che ritorna, e sbuca fuori dai pertugi più impensati, non solo nei momenti canonici in cui si tratta di ambiente e di equilibri ecologici, ma anche nei discorsi sull'economia, sull'innovazione tecnologica, sulla sostenibilità di certi stili di vita e scelte consumistiche, etc.

L'esempio dell'Isola di Pasqua è un caso estremo, perché si concretizza in una catastofe totale, nihilistica.
Non c'è bisogno di arrivare a tanto per cogliere l'eventuale insensatezza di uno sviluppo fuori controllo, o meglio di uno sviluppo fine a se stesso, più che obbediente allo scopo originario di essere al servizio dei bisogni reali della società che lo produce.
Per questo, mi mettono un po' paura questi calcoli che vedo fare in alcuni messaggi.
Se si tratta di calcoli fatti per capire i termini del problema, vanno benissimo.
Mi spaventa invece il caso che siano fatti, in fondo, per capire fino a che punto possiamo tirare la corda, ovvero quale sia il limite massimo dello sfruttamento possibile.
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Re: L'isola di Pasqua

Messaggioda gabriele il 11/01/2009, 11:55

L'equipe del professore Tezzi trasforma tutti i contributi energetici e i flussi di energia derivanti dalle risorse e dal cosnumo di risorse in un'unica unità di misura: il metro quadro di pianeta consumato.

Nel servizio di Report mi ricordo di aver visto che un collaboratore del Professore mostrava una tabella nella quale era rappresentata la conversione in m2 di tutti i materiali utilizzati per la produzione delle bottiglie di vino, compresi i processi produttivi.

Non so in base a cosa un materiale richieda più metri quadri di un altro, o un processo produttivo consumi più metri quadri di un altro. L'approcio è scientifico e penso meriti attenzione.

Secondo me un'economia basata non solo sulle metriche economiche attuali ma anche sulla sostenibilità ambientale sarebbe un'evoluzione del genere umano. Si potrebbe iniziare indicando sulle etichette dei prodotti di consumo, oltre alle informazioni basilari introdotte dalle varie legislazione comunitarie, anche un'indicazione del consumo in metri quadri di pianeta al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla questione.

Gabrive


pinopic1 ha scritto:Forse non si riferisce alla superficie necessaria per la coltivazione, ma al consumo del terreno, al degrado della sua capacità produttiva. Entropia(?)
Anche se probabilmente non c'entra con la frase sul vino suggerisco di affrontare l'argomento.
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