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“Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda ranvit il 05/02/2017, 10:45

Pianogrande, io sono indignato almeno quanto te della scadente classe politica italiana (del resto pura espressione della maggioranza di questo popolo). Ma sono altrettanto indignato della tua posizione (del resto che affonda le radici in almeno un millennio di Storia italiana...), di invocazione dell'intervento degli stranieri per risolvere i ns problemi....

Ma tu davvero credi che, ammesso sia possibile, facendoci governare dai tedeschi, si risolverebbero tutti gli italici problemi?
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda mariok il 05/02/2017, 12:41

La storia di Giorgio e del Vescovo era ovviamente una provocazione.

Sta di fatto che questa sortita della Merkel, se serve a rimettere in moto una situazione ormai stagnante, va vista positivamente.

Forse sarà la volta buona per parlare dell'Europa in termini di progetto, smettendola di continuare nelle sterili recriminazioni e nelle teorie talvolta fantasiose su chi ci avrebbe guadagnato e chi ci avrebbe perso.

Ciò sperabilmente dovrebbe far uscire allo scoperto governi e forze politiche, costringendoli ad entrare nel merito di ciò che intendono fare e di quale futuro pensano di portare avanti per l'Europa ed in che modo.

Finalmente, forse si comincerà a parlare di fatti concreti come l'ipotesi di un ministro delle Finanze europeo, un bilancio autonomo dell’eurozona per finanziare politiche comuni e una politica di tassazione uniformata, di “Ministero degli Interni” europeo, di Difesa europea, di valori liberal-democratici che sono alla base della costruzione europea.

Con la speranza che le varie forze politiche tirino fuori le loro idee e proposte su questi temi, dismettendo questa sterile ed inutile propaganda che ci stanno propinando negli ultimi anni.

Poi ognuno di noi sarà messo in grado di scegliere, sapendo un po' più chiaramente di cosa si sta parlando.

Così l’Europa cambia faccia
Tasse, migranti, difesa le sfide per la svolta
ANDREA BONANNI
BRUXELLES.
L’Europa a due velocità esiste già. Dalla moneta unica a Schengen alla tassa sulle transazioni finanziarie, sono molti i campi in cui i Ventotto (presto Ventisette con l’uscita del Regno Unito) marciano in ordine sparso sulla base delle cosidette “cooperazioni rafforzate”. A che cosa pensa dunque la cancelliera Merkel quando propone di formalizzare questa distinzione per gli sviluppi futuri della Ue?
Sicuramente a prendere tempo, in attesa che si chiuda l’anno elettorale, definendo innanzitutto un metodo che sarà poi riempito di contenuti dai nuovi governi che si formeranno a Parigi, a Berlino e forse a Roma. Ma anche a formalizzare la constatazione che l’attuale Unione Ventotto è troppo eterogenea, politicamente, culturalmente ed economicamente, per consentire di prendere le decisioni necessarie ad affrontare le nuove sfide che l’Europa si trova davanti. Ecco i tavoli su cui si dovrà giocare questa partita.
SÌ AL MINISTRO COMUNE
Il nucleo di partenza è, ovviamente, quello dell’Unione monetaria a cui partecipano diciannove Paesi: Italia, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Grecia, Austria, Slovacchia, Slovenia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Cipro e Irlanda. Le regole dell’Unione monetaria impongono una armonizzazione delle politiche di bilancio per contenere debito e deficit. Ma non vincolano le politiche economiche dei vari governi. Questo ha determinato una crescente divergenza delle economie all’interno della zona euro, con una maggioranza di Paesi che ha notevolmente migliorato l’efficienza e la competitività. Ed altri, in particolare Italia, Grecia e Portogallo, che si sono fatti sempre più distanziare. Questa divergenza rischia di rendere insostenibile la tenuta della moneta unica. Le possibili soluzioni sono due.
Prima: varare una vera governance economica della zona euro, che obblighi chi non lo ha fatto ad adottare le riforme necessarie per tornare a convergere con gli altri salvando la moneta unica. Questa governance andrebbe accompagnata con la nascita di un ministro delle Finanze europeo, un bilancio autonomo dell’eurozona per finanziare politiche comuni e una politica di tassazione uniformata.
Seconda: escludere dalla moneta unica quei Paesi che non riescono a reggere il ritmo degli altri in termini di efficienza e competitività (e qui l’Italia è evidentemente a rischio). Oppure creare due monete: una per i Paesi più efficienti e l’altra, svalutata, per quelli che non sono riusciti ad adeguarsi alla sfida dell’euro.
REGOLE SUI MIGRANTI
Già oggi esiste lo spazio Schengen, che ha abolito le frontiere interne, ma che è sospeso da molti mesi per effetto dello tsunami migratorio. Ad esso partecipano tutti i Paesi della Ue con l’eccezione di Irlanda, Gran Bretagna, Romania, Bulgaria e Croazia. Inoltre sono parte dello spazio unico europeo Svizzera, Norvegia e Islanda che non fanno parte della Ue.
Anche per l’area di libera circolazione, come per la moneta unica, l’esperienza ha evidenziato le inadeguatezze. Non ci può essere uno spazio di sicurezza comune senza una politica migratoria unica, che ridistribuisca gli oneri e che faccia rispettare ovunque le medesime regole. L’emergenza terrorismo ha poi evidenziato la necessità di un miglior coordinamento di polizia, servizi e magistratura. La creazione di un vero spazio unico di sicurezza implica però la creazione di una sorta di “Ministero degli Interni” europeo, che si faccia carico di tutti questi compiti. E’ possibile anche una estensione del mandato della costituenda Procura europea, con la definizione di competenze di indagine che sarebbero attribuite a livello comunitario. Anche su questi punti è evidente che Paesi come quelli dell’Est europeo, che rivendicano piena sovranità sulle proprie frontiere, sarebbero esclusi automaticamente.
MILITARI E VOLONTARI
Su questo tavolo non esistono ancora cooperazioni rafforzate in modo sistematico, anche se ci sono collaborazioni già collaudate di alcuni Paesi, soprattutto in campo industriale. L’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Federica Mogherini, ha presentato una serie di proposte per creare un embrione di Difesa europea. Non siamo ancora alla nascita di un esercito comune. Ma già le resistenze degli americani dei britannici e dei Paesi dell’Est hanno per esempio bloccato l’idea di creare un Quartier Generale europeo, che gestisca in modo centralizzato le oltre sedici missioni militari e civili che la Ue compie fuori dai propri confini.
La creazione di una Difesa europea, che verosimilmente dovrebbe disporre anche di un proprio Fondo per finanziare investimenti e operazioni militari, avverrà dunque sulla base di partecipazioni volontarie da parte di chi è disposto a mettere in comune forze, risorse e progetti di lungo termine. La nuova politica di Trump verso la Nato e l’Europa dovrebbe accelerare il progetto. Che però evidentemente implica anche un rafforzamento della politica estera comune in forme che restano tutte da determinare.
MAGGIORE IDENTITÀ
In teoria tutti gli stati membri della Ue hanno sottoscritto la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. In pratica, Polonia e Ungheria sono da tempo in rotta di collisione con Bruxelles proprio per il mancato rispetto di questi diritti. Inoltre la montata dei partiti populisti all’interno, e la sfida politico-culturale che l’amministrazione Trump porta alla Ue dall’esterno, rafforzano la necessità di riaffermare i valori liberal-democratici che sono alla base della costruzione europea e di cui l’Europa rischia di diventare il solitario portabandiera nel mondo. Sono gli stessi valori richiamati da Angela Merkel proprio in occasione dell’elezione di Trump. La creazione di un “nucleo forte” della Ue difficilmente potrà prescindere da una riaffermazione identitaria che ne delimiti il perimetro.
NUOVO PARLAMENTO
La formalizzazione di una Europa a più velocità implica la necessità di rivedere il funzionamento del Parlamento europeo. Gli eurodeputati dei Paesi che faranno parte del gruppo più ristretto dovranno infatti poter decidere sulle materie che saranno di loro competenza.
Resta inoltre da definire, ed è un dettaglio cruciale, se il futuro “nucleo duro” dell’Europa sarà composto da Paesi che condividono tutte queste politiche, o se sarà invece possibile partecipare ad una cooperazione rafforzata e non ad un’altra.
http://quotidiano.repubblica.it/edizion ... laypages=2
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda ranvit il 05/02/2017, 12:55

Illusione....
Mi meraviglierei tantissimo se mi sbagliassi....
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda pianogrande il 05/02/2017, 13:42

"..Il governo di Paolo Gentiloni, che già prende fin troppo sul serio i diktat della Commissione Ue a trazione tedesca ... deve rendersi conto che senza una correzione di rotta nei rapporti tra Berlino e Roma, quest'ultima si troverà fuori dai giochi europei e gli resteranno solo le manifestazioni retoriche ed inutili del prossimo 25 marzo...".

E la "correzione di rotta" sarebbe (of course) di prendere "i diktat" ancora meno "sul serio".

Il debito senza scrupoli e senza cervello messo assieme dai greci andava pagato e zitti e non disturbare.

Noi dobbiamo essere liberi di fare ancora debito (sotto la protezione del Draghi dei bassi interessi) in eterno e guai pensare di trattarci come la Grecia.

E vogliamo stare nella "serie A"?

Ma dietro la lavagna e con le orecchie d'asino sulla testa, dobbiamo stare.

Ma a chi scrive crede che siamo tutti rincojoniti?
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda Robyn il 05/02/2017, 14:02

Il fraintendimento di fondo è pensare che queste riforme le voglia la Germania per l'Italia ma la realtà è diversa siamo noi che le vogliamo probabilmente la Merkel ha esagerato nel dire tù tallià fare riforme strutturali ya?probabilmente ha detto così perche la Germania ha un debole per l'Italia.La prima cosa da fare è non andare più a Bruxelles a chiedere la flessibilità che poi si è visto servivano solo a gestire il consenso.L'Italia deve fare le riforme strutturali perche è lei,l'Italia che lo dice
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda trilogy il 05/02/2017, 14:02

Di tutta quella roba descritta sopra, l'unica cosa che andrà avanti sarà la politica degli armamenti. L'UE ormai è a trazione militare il resto è retorica inconcludente. L'unica cosa certa è che dal 2021 avremo il programma di armamento comune, l'azione preparatoria per testare regole e procedure è già partita. Armiamoci e partite :mrgreen:
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda Robyn il 05/02/2017, 14:25

All'Italia non verrà più concessa la la flessibilità.Se si và a Bruxelles a chiederla Bruxelles ci dirà tù tallia niente flessibilità fare riforme strutturali ya
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda pianogrande il 05/02/2017, 17:09

ranvit ha scritto:Pianogrande, io sono indignato almeno quanto te della scadente classe politica italiana (del resto pura espressione della maggioranza di questo popolo). Ma sono altrettanto indignato della tua posizione (del resto che affonda le radici in almeno un millennio di Storia italiana...), di invocazione dell'intervento degli stranieri per risolvere i ns problemi....

Ma tu davvero credi che, ammesso sia possibile, facendoci governare dai tedeschi, si risolverebbero tutti gli italici problemi?


Non so dove "affondi le radici" questa storia che io voglio essere "governato dai tedeschi".

La sottile differenza sta nel fatto che una legge comunale o provinciale o regionale o nazionale o un accordo internazionale non hanno lo stesso effetto sulla mano libera che possono avere i potentati locali (mafia e politici compresi).

Quindi, nella sfiducia (perfino nel disprezzo) che provo per la nostra classe politica e imprenditoriale assolutamente straccione, mi sento più garantito dagli accordi (e controlli) internazionali.

Non credo di dover dire di più.

Tra l'altro siamo sempre stati (non abbiamo sempre avuto solo dei magna tu che magno anch'io al governo) storicamente protagonisti della stesura di questi accordi e "i tedeschi" (da Adenauer a Kohl) hanno creduto in noi e ci hanno dato una mano fino a barare/garantire per noi.

Vogliamo buttare via tutto per ridare mano libera ai creativi?

Ma per favore.
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda pianogrande il 05/02/2017, 17:35


Comunicazione di servizio.


Un intervento di Mariok, che secondo me doveva stare qui, è finito nelle foibe di Basovizza.

Piccola risposta ad una considerazione nell'intervento.

Niente di male se certe persone fanno considerazioni giuste quando non hanno responsabilità di governo.
La loro funzione, in quel momento, è quella dell'intellettuale.
Nel nostro paese qualche volta facciamo fatica a distinguere l'intellettuale dal politico.

E' successo con Veltroni ma non solo.

I politici hanno un gran bisogno di intellettuali ma loro per primi debbono essere in grado di distinguerli dagli altri politici.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda ranvit il 05/02/2017, 18:57

pianogrande ha scritto:Non so dove "affondi le radici" questa storia che io voglio essere "governato dai tedeschi".

La sottile differenza sta nel fatto che una legge comunale o provinciale o regionale o nazionale o un accordo internazionale non hanno lo stesso effetto sulla mano libera che possono avere i potentati locali (mafia e politici compresi).

Quindi, nella sfiducia (perfino nel disprezzo) che provo per la nostra classe politica e imprenditoriale assolutamente straccione, mi sento più garantito dagli accordi (e controlli) internazionali.

Non credo di dover dire di più.

Tra l'altro siamo sempre stati (non abbiamo sempre avuto solo dei magna tu che magno anch'io al governo) storicamente protagonisti della stesura di questi accordi e "i tedeschi" (da Adenauer a Kohl) hanno creduto in noi e ci hanno dato una mano fino a barare/garantire per noi.

Vogliamo buttare via tutto per ridare mano libera ai creativi?

Ma per favore.




....in piu' post nel recente passato hai detto che i tedeschi sono migliori di noi, anche auspicando di affidarci a loro per essere governati bene...e lo confermi in questa tua risposta.
Io dico che ti sbagli....nel senso che i tedeschi stanno ingrassando "azzuppando" il pane nella ns scarsa ciotola.

Le eccezioni tipo Adenauer dicono che l'eccezione non fa la regola: la maggioranza dei tedeschi, come ho già detto altre volte, sono, loro malgrado, nazisti nell'anima: si ritengono superiori a tutti, in particolare schifano noi italiani (i popoli latini in generale).

Resto profondamente indignato di avere dei "compatrioti" come te! Molto piu' di quanto non lo sia della ns classe politica!
8-)
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