da ranvit il 17/12/2008, 20:41
Ecco quello che pensa Napolitano....ma anche io e la stragrande maggioranza degli italiani.
Altro che Di Pietro (che approfitta degli ingenui per fregarsi i voti del Pd, senza toglierne neanche uno, non dico al Cd ma neanche agli elettori "centrali" che sono quelli che determinano la vittoria alle elezioni) !
Vittorio
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Dal Corriere.it :
lo scambio di auguri con le più alte cariche dello Stato
Napolitano: «Basta tensioni,
servono riforme bipartisan»
Il presidente della Repubblica: «La politica sia più pacata, soluzioni condivise sulla giustizia»
Giorgio Napolitano
ROMA - La riforma della giustizia, il federalismo, la crisi economica, le tensioni politiche tra maggioranza e opposizione, il ruolo della magistratura. L'intervento di Giorgio Napolitano nel corso della cerimonia per lo scambio di auguri con le più alte cariche dello Stato è a 360 gradi. Il presidente della Repubblica dedica un lungo passaggio alla giustizia, invitando alla «discussione in Parlamento e «attraverso ogni altro canale di consultazione» per cercare «soluzioni condivise senza partire da opposte pregiudiziali e posizioni rigidamente precostituite». «Unanime - ricorda - è il riconoscimento dell'esigenza di intervenire decisamente sull'abnorme, intollerabile durata dei processi». I tempi della giustizia, prosegue Napolitano, «appaiono incompatibili con una economia avanzata che viene in Italia ormai frenata nel suo dinamismo, più che mai prezioso in una fase critica come l'attuale». «La lotta contro la criminalità, e soprattutto il crimine organizzato, contro la corruzione e ogni sorta di illegalità - prosegue Napolitano - richiede un impegno incessante, come quello di cui va dato atto alle forze dell'ordine e alla magistratura, meglio definendone però i rispettivi ruoli e le necessarie sinergie». Il capo dello Stato ricorda anche il recente scontro tra le procure di Salerno e Catanzaro sul caso De Magistris, definendolo «un vero e proprio cortocircuito istituzionale e giudiziario, a cui ho sentito il dovere di reagire nella mia qualità di capo dello Stato senza alcuna propensione a improprie invadenze».
CLIMA POLITICO - Poi Napolitano lancia il suo appello alle forze politiche: «È diffusa e comune - afferma - l'aspirazione ad una maggiore serenità in luogo di un clima dominato da troppe tensioni. Per vincere le sfide - ammonisce - la politica deve essere più pacata». Poi l'invito rivolto direttamente alla maggioranza: «I lavori parlamentari appaiono spesso condizionati da un sovraccarico legislativo, in un clima di concitazione e talvolta di vera e propria congestione. L'urgenza - ammonisce Napolitano - si deve combinare con un realistico ordine di priorità dei provvedimenti da condurre al voto finale, a garanzia della necessaria ponderazione e del normale diritto di emendare le proposte del governo. Va così rispettato effettivamente il ruolo dell'opposizione, essenziale in ogni sistema democratico, ma più in generale il ruolo del Parlamento nel suo insieme».
FEDERALISMO E COSTITUZIONE - Il presidente della Repubblica interviene anche sul federalismo fiscale, auspicando che «questa innovazione» sia «un fattore durevole di accresciuta efficienza dello Stato e di rinnovata unità nazionale». Non manca qualche passaggio dedicato, più in generale, alla riforma della Costituzione: «La revisione di specifiche norme della Costituzione appare ancora più opportuna dinanzi ad alterazioni di fatto dell'assetto rimasto vigente, in particolare per quel che riguarda la forma di governo».
PREOCCUPA LA RECESSIONE - Napolitano affronta poi il tema della crisi economica. «Preoccupano i fenomeni di recessione, dei rischi di arretramento cui è esposta anche da noi l'attività produttiva e insieme con essa l'occupazione, specie tra i giovani e nelle sue componenti più precarie» dice Napolitano. Il presidente ricorda come l'evento che si è imposto su ogni altro nel 2008 «è stato l'esplodere di una crisi finanziaria globale di eccezionale portata e gravità. Dominante è divenuto, anche per l'Italia, il tema del come porvi immediato riparo ed il come prepararsi a fronteggiare le inevitabili ricadute economiche e sociali, puntando su una nuova, coraggiosa visione dei problemi del nostro sviluppo e di un comune futuro mondiale». In ogni caso, «la consapevolezza delle criticità che presenta la situazione italiana dinanzi ai possibili svolgimenti ed effetti di una crisi finanziaria mondiale che sta attraversando i continenti e investendo in particolare economie come quella americana e quella europea, non giustifica reazioni di paura, di scoramento e di rassegnazione».
17 dicembre 2008
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.