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Quelli che danno consigli all'opposizione (su come perdere)

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Re: Quelli che danno consigli all'opposizione (su come perdere)

Messaggioda lucameni il 17/12/2008, 20:33

"Loro dovrebbero fornirci le informazioni necessarie e le chiavi di lettura per sapere di cosa stiamo discutendo e per capire meglio cosa possiamo sperare o temere".

La cosa grave è che non solo non ce le danno, ma oltretutto se scrivono qualcosa a riguardo ci danno informazioni pure sbagliate e interpretate a capocchia (mi auguro che con i loro studenti si mostrino nell vesti di veri professori e non di editorialisti a cottimo).
Ripeto: una dimostrazione palese è proprio il recente indulto, dove nessuno di loro ha azzardato parlare delle fattispecie di reato ricomprese nel provvedimento e coloro che ne avrebbero beneficiato.
Hanno avuto parole solo per redarguire i "giustizialisti", parlando per massimi sistemi.
Poi abbiamo visto com'è andata a finire.
Tanto per dire.
E siccome non credo siano degli stupidi allora è legittimo pensare che nel loro mestiere non si mostrino poi così professionalmente inattaccabili.
Per non dire di peggio.
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Cosa dice Napolitano

Messaggioda ranvit il 17/12/2008, 20:41

Ecco quello che pensa Napolitano....ma anche io e la stragrande maggioranza degli italiani.
Altro che Di Pietro (che approfitta degli ingenui per fregarsi i voti del Pd, senza toglierne neanche uno, non dico al Cd ma neanche agli elettori "centrali" che sono quelli che determinano la vittoria alle elezioni) !

Vittorio
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Dal Corriere.it :

lo scambio di auguri con le più alte cariche dello Stato
Napolitano: «Basta tensioni,
servono riforme bipartisan»
Il presidente della Repubblica: «La politica sia più pacata, soluzioni condivise sulla giustizia»

Giorgio Napolitano
ROMA - La riforma della giustizia, il federalismo, la crisi economica, le tensioni politiche tra maggioranza e opposizione, il ruolo della magistratura. L'intervento di Giorgio Napolitano nel corso della cerimonia per lo scambio di auguri con le più alte cariche dello Stato è a 360 gradi. Il presidente della Repubblica dedica un lungo passaggio alla giustizia, invitando alla «discussione in Parlamento e «attraverso ogni altro canale di consultazione» per cercare «soluzioni condivise senza partire da opposte pregiudiziali e posizioni rigidamente precostituite». «Unanime - ricorda - è il riconoscimento dell'esigenza di intervenire decisamente sull'abnorme, intollerabile durata dei processi». I tempi della giustizia, prosegue Napolitano, «appaiono incompatibili con una economia avanzata che viene in Italia ormai frenata nel suo dinamismo, più che mai prezioso in una fase critica come l'attuale». «La lotta contro la criminalità, e soprattutto il crimine organizzato, contro la corruzione e ogni sorta di illegalità - prosegue Napolitano - richiede un impegno incessante, come quello di cui va dato atto alle forze dell'ordine e alla magistratura, meglio definendone però i rispettivi ruoli e le necessarie sinergie». Il capo dello Stato ricorda anche il recente scontro tra le procure di Salerno e Catanzaro sul caso De Magistris, definendolo «un vero e proprio cortocircuito istituzionale e giudiziario, a cui ho sentito il dovere di reagire nella mia qualità di capo dello Stato senza alcuna propensione a improprie invadenze».

CLIMA POLITICO - Poi Napolitano lancia il suo appello alle forze politiche: «È diffusa e comune - afferma - l'aspirazione ad una maggiore serenità in luogo di un clima dominato da troppe tensioni. Per vincere le sfide - ammonisce - la politica deve essere più pacata». Poi l'invito rivolto direttamente alla maggioranza: «I lavori parlamentari appaiono spesso condizionati da un sovraccarico legislativo, in un clima di concitazione e talvolta di vera e propria congestione. L'urgenza - ammonisce Napolitano - si deve combinare con un realistico ordine di priorità dei provvedimenti da condurre al voto finale, a garanzia della necessaria ponderazione e del normale diritto di emendare le proposte del governo. Va così rispettato effettivamente il ruolo dell'opposizione, essenziale in ogni sistema democratico, ma più in generale il ruolo del Parlamento nel suo insieme».

FEDERALISMO E COSTITUZIONE - Il presidente della Repubblica interviene anche sul federalismo fiscale, auspicando che «questa innovazione» sia «un fattore durevole di accresciuta efficienza dello Stato e di rinnovata unità nazionale». Non manca qualche passaggio dedicato, più in generale, alla riforma della Costituzione: «La revisione di specifiche norme della Costituzione appare ancora più opportuna dinanzi ad alterazioni di fatto dell'assetto rimasto vigente, in particolare per quel che riguarda la forma di governo».

PREOCCUPA LA RECESSIONE - Napolitano affronta poi il tema della crisi economica. «Preoccupano i fenomeni di recessione, dei rischi di arretramento cui è esposta anche da noi l'attività produttiva e insieme con essa l'occupazione, specie tra i giovani e nelle sue componenti più precarie» dice Napolitano. Il presidente ricorda come l'evento che si è imposto su ogni altro nel 2008 «è stato l'esplodere di una crisi finanziaria globale di eccezionale portata e gravità. Dominante è divenuto, anche per l'Italia, il tema del come porvi immediato riparo ed il come prepararsi a fronteggiare le inevitabili ricadute economiche e sociali, puntando su una nuova, coraggiosa visione dei problemi del nostro sviluppo e di un comune futuro mondiale». In ogni caso, «la consapevolezza delle criticità che presenta la situazione italiana dinanzi ai possibili svolgimenti ed effetti di una crisi finanziaria mondiale che sta attraversando i continenti e investendo in particolare economie come quella americana e quella europea, non giustifica reazioni di paura, di scoramento e di rassegnazione».

17 dicembre 2008
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Re: Quelli che danno consigli all'opposizione (su come perdere)

Messaggioda lucameni il 17/12/2008, 20:52

Ha ragione Napolitano parlando di bipartisan, ma appunto andiamolo a dire innanzitutto al governo, dove il mestiere di opposizione viene spacciato per stalinismo.
Poi mi spiegherete l'assimilazione riforme bipartisan-accettazione incondizionata di quello che propone il governo, anche se fasullo e imbastito, non per il bene del paese, ma per il bene degli amici di Arcore.
Come se fare riforme bipartisan volesse dire dare il via libera ad una riforma della giustizia indecente, a pasticci come quello Alitalia.
Che bipartisan sarebbe?
Non vedo bipartisan, ma solo il pretesto di combinare "riforme" (virgolette d'obbligo) alla stregua di quanto abbiamo visto tra il 2001 al 2006 pretendendo l'accondiscendenza di un'opposizione che non si oppone.
Se una "riforma" la si ritiene inaccettabile - e motivi per ritenerla tale ce ne possono essere benissimo se andiamo ad analizzarle ad una ad una - non è che per spirito "bipartisan" si deve per forza piegare la testa e raccontarci che va comunque bene così.
L'opposizione propositiva è un'altra cosa: propone e critica duramente quando è il caso.
Ovviamente quando è il caso.
Ma certamente non ha l'obbligo di fare un'opposizione fasulla, dando il via libera comunque al governo.
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Re: Quelli che danno consigli all'opposizione (su come perdere)

Messaggioda ranvit il 17/12/2008, 21:36

E' anche vero il contrario : si pensa che trattare significa imporre le proprie soluzioni alla maggioranza?

Vittorio
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Re: Quelli che danno consigli all'opposizione (su come perdere)

Messaggioda pinopic1 il 17/12/2008, 21:48

Facciamo un esempio. Io temo un pubblico ministero sotto il controllo del governo. Anche Veltroni credo. Trattare si può se anche il CD riconosce che è almeno ragionevole evitare questa eventualità. Allora si tratta per trovare la soluzione che garantisca ciò che il CD sicuramente vuole, la separazione delle carriere, evitando il rischio suddetto. E' chiaro che le linee generali le stabilisce la maggioranza ma se se non c'è niente in comune tra la visione della maggioranza e quella della minoranza si può solo fare opposizione. Ed è inutile che gli "editorialisti" si preoccupino. Fare opposizione è un aspetto importante della democrazia; fino a che c'è chi fa opposizione vuol dire che c'è ancora la democrazia. Governare, comandare e decidere si può fare anche in una dittatura.
Gli editorialisti piuttosto mi spieghino la riforma della giustizia che vuol fare il CD e mi facciano vedere come cambia la figura del PM. Questo mi aspetto da loro, non consigli, che quando lo avrò saputo sarò capace di decidere da solo se mi piace o no.
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Re: Quelli che danno consigli all'opposizione (su come perdere)

Messaggioda pinopic1 il 17/12/2008, 21:52

ranvit ha scritto:E' anche vero il contrario : si pensa che trattare significa imporre le proprie soluzioni alla maggioranza?

Vittorio


Mi spieghi come potrebbe la minoranza imporre le proprie soluzioni alla maggioranza?

Se la maggioranza ha già deciso tutto e non intende cambiare nulla non c'è niente da trattare.
Ma di che trattativa e di che dialogo si parla?
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Re: Quelli che danno consigli all'opposizione (su come perdere)

Messaggioda Paolo65 il 18/12/2008, 10:05

Napolitano richiama sia la DX che il CS ai doveri della politica, che deve essere svolta al servizio del cittadino e non come solo strumento di lotta per il potere.

Dal suo intervento pare chiaro l'invito alla DX ed al PD a trovare un'intesa sulle riforme e su ciò che serve al paese in questo momento difficile.

A mio parere Napolitano indica quali ostacoli allo sviluppo di una normale dialettica politica, la criminalizzazione dell'altro,riferita direttamente a Berlusconi ed a Di Pietro, ed indirettamente a tutta quella opinione pubblica del CS e del PD che ogni qualvolta vedono il PD avvicinarsi al confronto con la DX,si mette di traverso urlando all'inciucio ed al tradimento col nemico.

Veltroni non si è dimostrato leader proprio per non aver insisitito nel voler portare avanti un diaologo con la DX,ma onestamente debbo dire che di fronte a tutto quel fuoco di sbarramento creatogli al suo interno,e dall'azione politica di Di Pietro,non era facile portarlo avanti.

Di fatto c'è una parte dei poteri,vedi PDR, stampa,Confindustria ecc, che spingono perchè ci si metta intorno al tavolo per fare almeno qualcosa di utile al paese, ed una parte,vedi IDV e parte dell'opinione pubblica del CS che vorrebbe solo uno scontro all'arma bianca.

Il PD e Veltroni stanno in mezzo a questo fuoco e paiono i vasi di coccio in mezzo a quelli di ferro.

Paolo
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Re: Quelli che danno consigli all'opposizione (su come perdere)

Messaggioda lucameni il 18/12/2008, 17:26

intesa su cosa se la pretesa del governo è "si fa come si dice noi e se non dialogate non siete riformisti"?
Ma che "dialogo" è?
Non capisco come si possa dialogare a fronte di un prendere o lasciare.
Una contraddizione in termini.


O meglio: ma di cosa stiamo parlando?
Ultima modifica di lucameni il 18/12/2008, 22:40, modificato 1 volta in totale.
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Re: Quelli che danno consigli all'opposizione (su come perdere)

Messaggioda ranvit il 18/12/2008, 17:36

pinopic1 ha scritto:
ranvit ha scritto:E' anche vero il contrario : si pensa che trattare significa imporre le proprie soluzioni alla maggioranza?

Vittorio


Mi spieghi come potrebbe la minoranza imporre le proprie soluzioni alla maggioranza?

Se la maggioranza ha già deciso tutto e non intende cambiare nulla non c'è niente da trattare.
Ma di che trattativa e di che dialogo si parla?


Si va a trattare. Poi, se la maggioranza vuole imporre un suo progetto, non condiviso, si spiega alla gente il perchè no lo si sottscrive!

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Re: Quelli che danno consigli all'opposizione (su come perdere)

Messaggioda lucameni il 19/12/2008, 12:14

Per completezza diamo atto al Corriere che non è solo Panebianco, Ostellino e interessati suggeritori su come appecoronarsi e farsi del male.
Questo lo Stella di oggi:

"La soluzione sbagliata

di GIAN ANTONIO STELLA

«No San Vitur? Ahi ahi ahi ahi!» Pare passato un secolo da quando Cuore faceva il verso a uno spot televisivo sbeffeggiando chi non era ancora finito a San Vittore e pubblicava il «bollettino dei latitanti » e sparava titoli come «Scatta l’ora legale / Panico tra i socialisti». Da quando Massimo D’Alema liquidava le parole di Bettino Craxi su Mario Chiesa dicendo che dare del «mariuolo » a qualcuno era «un modo troppo semplice di cavarsela». Da quando la notizia di un avviso di garanzia all’ex premier Giovanni Goria fu accolta dall’assemblea diessina con un applauso.

Mal comune mezzo gaudio? Non hanno senso, a destra, certi commenti del tipo «chi di tangenti ferisce, di tangenti perisce». Sono forse comprensibili, da parte di coloro che per anni sono stati additati come i monopolisti della mala- politica. Ma non hanno senso. Così come appare insensato quel sollievo a sinistra nel sottolineare che nelle retate e negli scandali di questi giorni, tra tanti esponenti del Pd, è rimasto invischiato anche qualche protagonista della destra, quale ad esempio Italo Bocchino.

Il guaio è che il nodo della corruzione in Italia, al di là delle sorti giudiziarie degli indagati, cui auguriamo di dimostrare un’innocenza cristallina, è rimasto irrisolto dai tempi in cui Silvio Berlusconi racconta che «a Milano non si poteva costruire niente se non ti presentavi con l’assegno in bocca». Lo dicono decine di processi in tutto il Paese. Lo confermano gli studi di Grazia Mannozzi e Piercamillo Davigo che esaminando 20 anni di casellari giudiziari hanno accertato che la bustarella non è tramontata mai anche perché le condanne per corruzione (poi ci sono le assoluzioni, le prescrizioni...) sono nel 98% dei casi inferiori ai due anni. Lo denuncia la Banca Mondiale, secondo cui se ne vanno in tangenti, in Italia, 50 miliardi di euro l’anno, tutti soldi che poi, a causa dei rincari delle commesse, pesano sulle tasche dei cittadini. Così come pesano ancora sulle pubbliche casse le mazzette di una volta, che secondo il centro Einaudi di Torino incisero, soltanto negli anni Ottanta, «dal 10 a quasi il 15% del deficit complessivo».

Lo testimoniano infine le classifiche sulla percezione della corruttela elaborate da Transparency: nel 1993, in piena Tangentopoli, eravamo al 30˚posto tra i Paesi virtuosi. Nel 2007 stavamo al 41˚e quest’anno siamo precipitati al 55˚.Dietro (a parte la Grecia che di questo passo sorpasseremo a ritroso) abbiamo solo Paesi come la Turchia, la Tunisia, la Georgia, la Colombia... Davanti abbiamo il Portorico, il Botswana, Cipro... Qualcuno obietterà che si tratta di graduatorie da prendere con le pinze. Giusto. Ma certo la nostra reputazione, in questo settore, è pessima.

La tentazione che pare serpeggiare qua e là, a destra e a sinistra, è quella di uscirne dando una regolata alla magistratura: meno inchieste, meno arresti, meno scandali, meno indignazione popolare, meno astensione alle urne. Ma ammesso che qualche giudice abbia esagerato: sarebbe questa la soluzione?

19 dicembre 2008 "
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