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le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda pianogrande il 14/04/2009, 18:57

carlo gualtieri ha scritto:.......................
Per agire su un territorio bisogna individuare i fattori che sono in sintonia con l'antropologia culturale di un popolo, e non dedicarsi a un moralismo astratto, e tanto meno alla cultura della diversità.


Mi puzza tanto di invito a "convivere".
Salvo graditissime smentite, naturalmente.
Il fatto che il "moralismo" sia "astratto" rende concreta solo l'immoralità?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda carlo gualtieri il 14/04/2009, 20:05

[quote="franz
Interessante. Puoi specificare meglio, eventualmente in un nuovo ed apposito thread?
[/quote]

beh, il discorso é lungo e complesso, devo prendermi il tempo per scrivere qualcosa che sia chiaro e non troppo prolisso. Dammi qualche giorno, Franz, Grazie
Basta guardare qualcuno in faccia un po' di più, per avere la sensazione alla fine di guardarti in uno specchio. (Paul Auster)
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda franz il 14/04/2009, 23:42

le 15 16 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Lezione N 16, non ancora capita: la prevenzione.
Si fa tanto di lodare l'intervento, a cose fatte, della Protezione Civile.
vero, ma è mancata parecchio la prevenzione, pur in presenza di mesi di scosse all'interno di un costante "sciame sismico".
A cui si è risposto dicendo, tutto sommato: "nessun problema, monitoriamo, la situazione è sotto controllo, niente allarmismi".
Oggi a mio avviso si usa la grande capacità dei volontari e degli addetti ai soccorsi come "foglia di fico" per coprire la vergogna di uno Stato che è stato latitante nei due mesi precedenti e non ha fatto nulla per cercare di mettere in sicurezza la popolazione.
Si potevano approntare i soccorsi in loco, tende per ospitare gli abitanti delle case piu' a rischio.
C'erano i segnali da mesi di un intensificarsi, anche senza dar retta agli avvisi di Giuliani.
Si doveva fare di piu'.

Interessante leggere cosa dice questo medico.
http://www.repubblica.it/2009/04/sezion ... ttera.html
IL DIARIO/ Una settimana dopo, da un ospedale di Roma
una domanda: perché 200 scosse non hanno provocato reazioni?

"Io, medico ferito e sfollato dico:
l'allarme alla città andava dato"


....
E' già tempo di leccarsi le ferite e proporre rapide soluzioni. E' vero. E' anche vero che se il dolore non deve alimentare né rendere faziosa la rabbia, non deve neanche occultare le legittime domande del caso. Non ho velleità polemiche, e la gratitudine a tutti coloro che si sono adoperati per la mia città è infinita. Non posso, nel nome di quei morti, tacere, però, in merito alla disorganizzazione preventiva e all'informazione fuorviante.

Da quasi 4 mesi erano state registrate quasi 200 scosse con epicentro a L'Aquila e dintorni. Non poteva essere un evento che rientra nei limiti del normale, come si è sentito dire. Nelle ultime settimane erano incrementate di numero ed intensità. Eppure le voci ufficiali erano rassicuranti. "Non creiamo allarmismi".

Ma perché essere preoccupati di dare un allarme consapevole? Noi medici siamo obbligati da anni al consenso informato. Quando io intervengo su un aneurisma cerebrale sono COSTRETTO giustamente a dire e quantificare il rischio percentuale di mortalità. E i Pazienti lo accettano. Non fanno gesti inconsulti.
Questo è il mio principale rammarico. Nessuno ha offerto istruzioni calme, rassicuranti, civili, informate. La mia piccola storia assieme alle centinaia di storie di amici, mi ha insegnato che se avessi avuto una torcia elettrica sul comodino non mi sarei fratturato la colonna vertebrale, se avessi avuto un cellulare a portata di mano avrei chiesto aiuto per me e per il palazzo accanto, se molti avessero parcheggiato almeno un'auto fuori dal garage ora l'avrebbero a disposizione, se in quell'auto avessero (e io avessi) messo una borsa con una tuta, uno spazzolino da denti e una bottiglia d'acqua, si sarebbero tollerati meglio i disagi. Se si fosse tenuta una bottiglia d'acqua sul comodino, se si fosse evitato di chiudere a chiave i portoni di casa, se si fosse detto di studiare una strategia di fuga.... Pensate a chi è rimasto incarcerato per ore senza poter comunicare con l'esterno perché aveva il cellulare in un'altra stanza, o perché non trovava al buio le chiavi di casa, come le ragazze di un palazzo a fianco a me già semi sventrato: 6 ore sotto un letto, con la terra che continuava a tremare, perché la porta era chiusa a chiave, senza una torcia elettrica e senza cellulare per chiedere aiuto!

E inoltre, se invece di una decina di vigili del fuoco in servizio ci fosse stata una maggiore disponibilità di forze con mezzi già sul posto, piuttosto che aspettarli da altrove, quegli eroi del quotidiano che sono i nostri vigili del fuoco e i volontari della Protezione Civile avrebbero potuto lavorare in condizioni migliori.
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda cardif il 15/04/2009, 22:42

Trovo le lezioni 1, 2 e 4 transitorie;
la 3 dovrebbe insegnarci che basta qualche presenza in più può far dimenticare 25 anni si storia del soggetto;
le 5 e 6 mi sembrano non coerenti con l'evento sismico;
la 7 è macabra: per essere guardati da chi sta in alto dobbiamo subire un sisma?;
la 8: appunto: si forgia la "immagine" non la leadership;
anche la 9 mi pare macabra: la politica del "fare" dopo e non prima di tanti morti;
la 10: non lo "stato", casomai i politici;
la 11: "virtuosità" o "necessità" ?
la 12: azioni di solidarietà di massa non si verificano nel mondo anche dove la religione non è quella cristiana?;
la 13: e che vor dì?
la 14: ho capito bene? gli italiani scelgono i loro rappresentanti, che per crescere hanno bisogno di un sisma?;
la 15: quali lezioni, se anche dopo questo sisma i politici parlano per quel che pensano, senza attingere ad esperienze passate?
Ma forse sono io che non ho capito niente.
Ultima modifica di cardif il 15/04/2009, 23:11, modificato 1 volta in totale.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda pinopic1 il 15/04/2009, 23:06

carlo gualtieri ha scritto:Per agire su un territorio bisogna individuare i fattori che sono in sintonia con l'antropologia culturale di un popolo, e non dedicarsi a un moralismo astratto, e tanto meno alla cultura della diversità.


Molto gramsciano e anche salveminiano. Però "non dedicarsi a un moralismo astratto" è una affermazione che potrebbe essere fraintesa al giorno d'oggi. Oggi che si è perso il confine tra moralità e moralismo. Inoltre qualcuno potrebbe riprovarci ad associare all'antropologia culturale di un popolo certi fenomeni criminali...... o no?
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda pagheca il 15/04/2009, 23:21

franz ha scritto:Ma perché essere preoccupati di dare un allarme consapevole? Noi medici siamo obbligati da anni al consenso informato. Quando io intervengo su un aneurisma cerebrale sono COSTRETTO giustamente a dire e quantificare il rischio percentuale di mortalità. E i Pazienti lo accettano. Non fanno gesti inconsulti.


Non vorrei dire, ma forse ad esprimere un parere tecnico dovrebbero essere i sismologi non i medici, voi che ne dite?
Ho parlato oggi con dei colleghi de L'Aquila che fanno i geofisici (ufficio e casa danneggiati dal sisma). La loro opinione e' che fenomeni del genere di quelli avvenuti a L'Aquila sono avvenuti anche altrove: dove si sono verificati terremoti, e dove NON si sono verificati. Tenere in allarme la popolazione per settimane e mesi e' un rischio affrontabile se vale la pena. Ma poi non ci si lamenti se qualche centinaio di migliaia di persone per volta sia costretto a vivere in tenda da qualche parte. Comunque, il discorso e' complesso e non ci si puo' affidare al semplice giudizio (per quanto comprensibile) di una vittima.

Diverso e' il discorso di preparare la popolazione ad un sisma, per esempio con esercitazione, diffusione di consigli (senza contare l'applicazione di leggi adeguate alla protezione dei fabbricati). Spegnere il gas alla prima scossa puo' salvare molte vite, sapere dove andarsi a cacciare se si abita in un fabbricato molte altre. E cosi' anche l'invito a non prendere l'ascensore etc. (non so, NON sono un esperto).

saluti
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda franz il 16/04/2009, 7:53

pagheca ha scritto:Non vorrei dire, ma forse ad esprimere un parere tecnico dovrebbero essere i sismologi non i medici, voi che ne dite?
Ho parlato oggi con dei colleghi de L'Aquila che fanno i geofisici (ufficio e casa danneggiati dal sisma). La loro opinione e' che fenomeni del genere di quelli avvenuti a L'Aquila sono avvenuti anche altrove: dove si sono verificati terremoti, e dove NON si sono verificati. Tenere in allarme la popolazione per settimane e mesi e' un rischio affrontabile se vale la pena.

Mi pare che quel medico non abbia espresso un parere tecnico ma sul metodo, che per analogia con quello della sua professione obbliga il tecnico (medico, geologo, ...) a comunicare al cittadino i rischi e le probabilità coinvolte.
Un medico non puo' dire che va tutto bene e non succederà niente. Deve invece dire che per quel tipo di intervento la percentuale statistica di insuccesso è del, diciamo, 15%. Oppure del 50%. Poi di fronte alla scelta tra la vita e la morte decide il singolo cittadino, la famiglia se e cosa "ne vale la pena" Ma deve essere informata bene. Questo non è stato fatto.

Sappiamo benissimo, per averlo letto sui giornali, che in caso di sciame sismico non è detto che arrivi un grande terremoto. Ma c'è una bella differenza tra dire alla popolazione che, per esempio, nel 30% dei casi si registra un forte terremoto nel giro di 2 mesi oppure che "va tutto bene, la situazione è costantemente monitorata, non ci si deve preoccupare, gli allarmismi non sono giustificati".

Non solo ma se si dice che il terremoto non arriva perché lo sciame scarica l'energia di volta in volta, come qualcuno ha detto sui giornali qualche settimana prima del sisma, si fanno due errori micidiali: 1) si fa una previsione dopo aver detto che i terremoti non possono essere previsti e 2) si dà una falsa sicurezza alla popolazione, che è a mio avviso assolutamente criminale.

Oltre alla mancata preparazione della popolazione poi (che per questo ci vogliono anni) per me è mancata una organizzazione preventiva, che poteva far si' che le tende fossero in loco prima (il primo giorno ne arrivarono solo 200, come scritto su alcuni giornali, mancava l'acqua, mancavano i bagni, le coperte). Invece il materiale poteva essere fatto affluire prima a messo fuori città, in campo aperto, insieme ai macchinari di scavo, un numero maggiore di addetti pronti nella provincia. Ma forse questo avrebbe allertato la popolazione,avrebbe seminato panico. E per non fare panico ora contiamo i morti.

Ciao,
Franz
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda cardif il 16/04/2009, 11:38

Su quanto ho letto voglio dire che:
Il medico ha fatto riferimento al suo obbligo di informare il paziente, ritenendo che anche la protezione civile debba informare allo stesso modo. Poi, non da dottore ma da cittadino, ed anche da vittima, ha esemplificato le informazioni che sarebbe stato utile ricevere. Non ha dato pareri tecnici, né peraltro si può pensare che ad essere informato ed a prepararsi ad affrontare un sisma debba essere solo un sismologo.
E' chiaramente sbagliato pretendere l'evaquazione preventiva di centomila persone, che però viene usata strumentalmente come motivazione del non aver fatto nulla prima.
Ma è altrettanto chiaramente giusto pretendere che la protezione civile si predisponga prima ad intervenire, con mezzi, scelta delle aree ...
Soprattutto è giusto non nel caso generale ma nei casi specifici di dissesti già prodotti in un fabbricato dal solo sciame sismico di bassa intensità se ne avvertano gli occupanti, o si evaqui. Il fabbricato della prefettura è stato evaquato a mezzanotte prima del sisma: là c'è stata la prevenzione! Perché non per la casa dello studente?
saluti, cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda Paolo65 il 17/04/2009, 14:25

Per me di lezione c'è ne 1 sola: in un paese sismico come il nostro tutte le costruzioni devono essere fatte seguendo alla lettera i criteri antisismici e mettere in sicurezza i manufatti passati, mentre la politica deve favorire controlli severi con sanzioni pesanti.

Ad esempio, chi ha costruito con sabbia di mare in zona sismica è accusabile di omicidio intenzionale, in quanto sapeva benissimo che poteva accadere quello che poi è accaduto.

Le altre lezioni a me paiono di secondo ordine.

Paolo
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda Stefano'62 il 17/04/2009, 15:06

Conciso e chiaro,sono d'accordissimo con Paolo.
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