La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

L'Isis colpisce la Libia

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

L'Isis colpisce la Libia

Messaggioda mariok il 04/02/2015, 13:39

L’Isis colpisce la Libia, rapito un francese
Dopo la barbara uccisione del pilota giordano, i jihadisti di Ansar al Sharia, formazione alleata di Isis, attaccano un giacimento petrolifero gestito da Total, facendo vittime tra gli operai. L’escalation della violenza nasconde un’accelerata politica?
http://www.lastampa.it/2015/02/04/ester ... agina.html




L'art. 87 della costituzione stabilisce tra l'altro:

(il presidente della repubblica) "Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere."

Nel suo messaggio di insediamento, il nuovo presidente ha affermato (giustamente):
1) Garantire la costituzione..."significa ripudiare la guerra e promuovere la pace".
2) Con riferimento al terrorismo internazionale: "Per minacce globali servono risposte globali."

Intanto la minaccia si va concretizzando sull'altra sponda del Mediterraneo a poche miglia da noi.
Il progetto dell'Isis è chiaro ed esplicito: assumere il controllo della Libia per sferrare un attacco alle nostre coste, avamposto europeo.

Che si appresta a fare l'Italia di fronte a tale minaccia ormai abbastanza concreta ed attuale?

Attendere la solita risoluzione tardiva ed ambigua dell'Onu?

Ed è questo presidente il più adatto comandante delle Forze armate di fronte ad una tale prospettiva?
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
mariok
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 2943
Iscritto il: 10/06/2008, 16:19

Re: L'Isis colpisce la Libia

Messaggioda flaviomob il 04/02/2015, 18:01

La logica di guerra occidentale ha generato prima Bin Laden e poi l'ISIS stesso.

___

Da AMNESTY INTERNATIONAL

I AMNESTY - TRIMESTRALE SUI DIRITTI UMANI
Gennaio 2015

IL NEMICO DI TURNO

Di STEFANO CITATI



Nell’umidità costante dell’estuario del Tigri e
dell’Eufrate ha bollito lentamente per anni la
pentola a pressione dalla quale è scaturito lo
Stato islamico. La ricetta è stata fornita dagli americani,
la materia prima dalla guerra in Iraq. Il risultato è
il compimento, per ora parziale, del sogno ripreso
direttamente dai successori di Maometto: un califfato che
riunisca, anche fisicamente, la “umma” sunnita.
Tra le baracche col tetto di lamiera del campo di prigionia
fatto sorgere dagli americani alla periferia di Umm Qasr,
si è diffusa l’ideologia che ha portato alla fondazione
dello Stato islamico, esteso tra Siria e Iraq. Un’idea nata
circa 10 anni fa, nel ribollire della guerra civile irachena,
nella battaglia contro l’invasore infedele americano e
occidentale (il sud del regime di Saddam era stato affidato
a britannici e italiani, acquartierati i primi a Bassora,
i secondi a Nassiriya). Nella prigione, simile a una
Guantánamo mediorientale, venne condotto nel 2004 Abu
Du’a, secondo alcune cronache poco più che un ladruncolo,
un maneggione dal corpo tatuato che faceva affari più o
meno illegali nelle zone di confine. Ne sarebbe uscito pochi
anni dopo (o forse solo dopo una decina di mesi), come Abu
Bakr al Baghdadi, il prossimo e futuro leader di un gruppo
prima affiliato ad al-Qaeda, poi liberatosi dal marchio del
franchising del terrore islamico, per giocare in proprio nel
momento decisivo delle primavere arabe.
Nella costruzione del mito, anche personale, dell’uomo
da 10 milioni di dollari – la taglia posta dagli Usa,
seconda solo a quella del dottor Zawahiri, succeduto a
Bin Laden – e califfo di uno stato ad ora vasto come
il Texas, si ricorda la sua laurea in studi islamici a
Baghdad e le sue qualità carismatiche.
Su queste ultime, anche i guardiani di Camp Bucca pare
fossero d’accordo; secondo i racconti di alcuni compagni
di detenzione era considerato un “fixer”, un paciere nelle
continue diatribe che scoppiavano nell’affollato carcere.
Per i suoi futuri compagni di avventura, almeno quelli
che hanno finito per abbandonarlo, era un personaggio
carismatico, che teneva chiuso in sé un fondo oscuro,
come se non volesse rivelare del tutto le sue intenzioni
più profonde.
Entrare a Camp Bucca fu, come testimoniano diversi
ex detenuti, una manna. Si era liberi d’incontrarsi,
scambiarsi idee, con un sacco di tempo libero e pochi
controlli. “Se non ci fosse stata la prigione americana,
non ci sarebbe lo Stato islamico adesso. Bucca era una
fabbrica. E noi ne siamo il prodotto. Ha forgiato la nostra
ideologia”, secondo il racconto pubblicato dal Guardian
di Abu Ahmed, che due anni fa ha abbandonato il gruppo
con il quale Abu Bakr stava creando lo Stato islamico.
Il 90 per cento dei circa 100.000 detenuti passati per il
campo (ceduto in gestione agli iracheni nel 2009) sono
andati (o tornati) a combattere con gli “insurgents”,
secondo il lessico del Pentagono. Un documento
riservato della Croce Rossa sostiene che il 90 per cento
dei detenuti del carcere americano sia stato arrestato
per errore. Secondo fonti irachene 17 dei 25 leader
dello Stato islamico si sono “diplomati” a Camp Bucca,
crogiolo di odii e vendette, nello stesso periodo in cui il
ladrone di Samarra, dove Abu Bakr è nato nel 1971, si
trasformava da crisalide a farfalla della jihad sunnita,
facendo di Abu Musab Al Zarqawi il suo modello.
Il giordano venuto a combattere in Iraq per la Guerra santa
contro i crociati occidentali è stato il primo a discostarsi,
attorno al 2003, dal modello dominante della jihad di
al-Qaeda, sposando la causa sunnita e spostando la
frontiera della crudeltà sempre più in là, con i primi
video delle decapitazioni, come quella dell’ostaggio
americano Nick Berg nel 2004. Era convinto, forse non
a torto, che gli invasori stessero consegnando il paese
alla maggioranza sciita, strappandola al controllo che i
sunniti esercitavano sotto Saddam. Due anni dopo venne
colpito in un attacco mirato degli americani a Baquba,
a nord di Baghdad, di recente divenuta “frontiera”
meridionale del califfato. Alcune fonti arabe fanno
notare la coincidenza dell’ascesa di al Baghdadi con
l’eliminazione di al Zarqawi, per porre l’accento sul fatto
che il califfo sia in buona parte un prodotto americano
(come Osama bin Laden, logista dei rifornimenti bellici
americani durante la Guerra santa dei mujahiddin
contro i sovietici in Afghanistan).
Quella di al Zarqawi era una guerra senza quartiere e
senza stato. Dieci anni dopo, prima attraverso le battaglie
contro il raìs siriano Assad ad Aleppo e poi attraverso
conquiste mirate di campi petroliferi, di crocevia di
traffico tra Iraq e Siria, di tasse e ruberie, di sequestri
e vessazioni e con la potente lente d’ingrandimento dei
social network a moltiplicare in Occidente gli effetti
mediatici delle teste mozzate, al Baghdadi ha fatto della
sua internazionale del terrore (alcuni suoi luogotenenti
vengono dal Maghreb e soprattutto dalla Cecenia), una
nazione che rispetta il credo islamico assoluto, almeno
secondo la visione del gruppo.
Ed ecco allora i racconti di conversioni forzate, le regole
ferree per le donne, l’armamentario dell’islamismo
radicale che spaventa e affascina spesso noi occidentali
e insieme le lapidazioni e le defenestrazioni dei colpevoli
di “reati” come l’omosessualità. Un inventario di crimini
che si aggiungono alla ferocia dei combattenti sui campi
di battaglia, segnati dalle fosse comuni dei soldati e dei
miliziani sciiti o dei curdi sconfitti.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: L'Isis colpisce la Libia

Messaggioda mariok il 04/02/2015, 18:47

Sono curioso di vedere cosa ci dirà Amnesty International quando arriveranno i primi missili su Lampedusa. Che è colpa nostra?
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
mariok
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 2943
Iscritto il: 10/06/2008, 16:19

Re: L'Isis colpisce la Libia

Messaggioda annalu il 04/02/2015, 19:26

mariok ha scritto:
L’Isis colpisce la Libia, rapito un francese

[...]
Che si appresta a fare l'Italia di fronte a tale minaccia ormai abbastanza concreta ed attuale?

Attendere la solita risoluzione tardiva ed ambigua dell'Onu?

Ed è questo presidente il più adatto comandante delle Forze armate di fronte ad una tale prospettiva?

Preoccuparsi di come l'Italia, l'Europa e l'ONU reagiranno alla minaccia dell'Isis è importante, ma perché mai Mattarella dovrebbe essere meno adatto di altri di fronte ad una tale prospettiva?
La Costutizione ripudia la guerra come strumento di soluzione delle contese internazionali, ma certo non impedisce l'autodifesa, nelle forme che dovessero rendersi necessarie.
Un Presidente della Repubblica che come suo primo atto si reca alle Fosse Ardeatine e che poi nel suo discorso di insediamento cita come esempio di vittima del terrorismo il bimbo Stefano Taché, mi ispira fiducia.

E poi:
mariok ha scritto:Sono curioso di vedere cosa ci dirà Amnesty International quando arriveranno i primi missili su Lampedusa. Che è colpa nostra?

Che significa?
Cercare di capire la sequenza di eventi che ha portato a questa situazione di rischio internazionale non significa che ora non si debba reagire. Come insegnano gli psicanalisti e gli psicologi, capire non significa perdonare (né tanto meno porgere l'altra guancia). Capire significa cercare di evitare di ripetere gli errori del passato, mentre si cerca di reagire nel modo più efficace ai pericoli del presente.
Non credo proprio che Amnesty chiederà al mondo di accettare un califfato che dacapita e brucia gli ostaggi. Credo però che chiederà ai paesi "civili" di restare "civili" anche nella doverosa reazione di autodifesa.

Annalu
annalu
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1387
Iscritto il: 17/05/2008, 11:01

Re: L'Isis colpisce la Libia

Messaggioda mariok il 04/02/2015, 20:10

annalu ha scritto:
mariok ha scritto:
L’Isis colpisce la Libia, rapito un francese

[...]
Che si appresta a fare l'Italia di fronte a tale minaccia ormai abbastanza concreta ed attuale?

Attendere la solita risoluzione tardiva ed ambigua dell'Onu?

Ed è questo presidente il più adatto comandante delle Forze armate di fronte ad una tale prospettiva?

Preoccuparsi di come l'Italia, l'Europa e l'ONU reagiranno alla minaccia dell'Isis è importante, ma perché mai Mattarella dovrebbe essere meno adatto di altri di fronte ad una tale prospettiva?
La Costutizione ripudia la guerra come strumento di soluzione delle contese internazionali, ma certo non impedisce l'autodifesa, nelle forme che dovessero rendersi necessarie.
Un Presidente della Repubblica che come suo primo atto si reca alle Fosse Ardeatine e che poi nel suo discorso di insediamento cita come esempio di vittima del terrorismo il bimbo Stefano Taché, mi ispira fiducia.

E poi:
mariok ha scritto:Sono curioso di vedere cosa ci dirà Amnesty International quando arriveranno i primi missili su Lampedusa. Che è colpa nostra?

Che significa?
Cercare di capire la sequenza di eventi che ha portato a questa situazione di rischio internazionale non significa che ora non si debba reagire. Come insegnano gli psicanalisti e gli psicologi, capire non significa perdonare (né tanto meno porgere l'altra guancia). Capire significa cercare di evitare di ripetere gli errori del passato, mentre si cerca di reagire nel modo più efficace ai pericoli del presente.
Non credo proprio che Amnesty chiederà al mondo di accettare un califfato che dacapita e brucia gli ostaggi. Credo però che chiederà ai paesi "civili" di restare "civili" anche nella doverosa reazione di autodifesa.

Annalu


Quella sull'adeguatezza del presidente (capo delle forze armate) in una possibile situazione di guerra, era solo una domanda, non un'affermazione.

Sta di fatto che sarebbe la prima volta, nella storia repubblicana, in cui ci troviamo in una situazione di reale minaccia. Qualche dubbio sulla nostra capacità di reazione e sulla necessaria determinazione è legittimo.

Quanto ad Amnesty, giuste le analisi per meglio comprendere un fenomeno. Ma affermazioni del tipo: "Alcune fonti arabe fanno notare la coincidenza dell’ascesa di al Baghdadi con l’eliminazione di al Zarqawi, per porre l’accento sul fatto che il califfo sia in buona parte un prodotto americano ... " mi sembrano un po' affrettate ed unilaterali.

Ma ciò che più preoccupa non sono le analisi, ma l'utilizzo che ne fanno certe forze pacifiste "a prescindere" presenti anche nel nostro parlamento.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
mariok
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 2943
Iscritto il: 10/06/2008, 16:19

Re: L'Isis colpisce la Libia

Messaggioda ranvit il 04/02/2015, 20:33

Su questa cosa sono d'accordo con Amnesty e con Flavio!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: L'Isis colpisce la Libia

Messaggioda trilogy il 04/02/2015, 21:28

mariok ha scritto:Sono curioso di vedere cosa ci dirà Amnesty International quando arriveranno i primi missili su Lampedusa. Che è colpa nostra?


In questo caso non è colpa nostra. Il disastro in Libia l'ha creato Sarkozy che per ragioni di politica interna ed energetica ha imposto il rovesciamento di Gheddafi. L'Italia per ragioni di schieramento si è dovuta accodare anche se era contraria. Ora il paese è nel caos e noi siamo quelli che subiscono le maggiori conseguenze sia in termini economici, sia in termini di flussi d'immigrazione incontrollata.
Avatar utente
trilogy
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 4746
Iscritto il: 23/05/2008, 22:58

Re: L'Isis colpisce la Libia

Messaggioda mariok il 07/02/2015, 13:38

Sono giordano (ma da lontano)

07/02/2015
MASSIMO GRAMELLINI

Sono rimasto colpito dalla fierezza con cui il popolo giordano ha reagito all’esecuzione del pilota arso vivo dai boia del Califfato. Le immagini delle manifestazioni di piazza catturano gesti composti e sguardi asciutti, rivolti verso un punto lontano. Nel comportamento dei familiari, dei soldati e dei civili non si respira isteria, ma una rabbia fredda che si appoggia a una terribile volontà. Talvolta il desiderio di vendetta sa sprigionare una forza ammaliante. Persino il piccolo re, finora conosciuto soprattutto per essere il marito della regina, appare trasfigurato e pronto alla pugna come un antico cavaliere.

Guardando quei volti e quegli occhi ci si accorge di quanto l’Europa sia ormai lontana dal frequentare certe pulsioni. Settant’anni di pace ininterrotta l’hanno trasformata, per fortuna e per sempre, in qualcosa di diverso. Di più molle, forse, ma di più evoluto. Non è disposta a morire e a dare la morte, nemmeno per opporsi a una banda di fanatici che intende sterminarla. La ragione viene in soccorso, rammentando quanti vasi di Pandora gli americani hanno scoperchiato negli ultimi anni in Medio Oriente con la loro smania di menare le mani. Alla furia giordana gli europei sentono di potere offrire un supporto morale, logistico e (con moderazione) economico. Qualche aereo, ma neanche un uomo. Assistono alla guerra dichiarata dall’Isis al resto del mondo come gli spettatori di un film. Consapevoli - è successo a Parigi giusto un mese fa - che in ogni momento il cattivo può uscire dallo schermo e puntare l’arma contro la platea.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
mariok
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 2943
Iscritto il: 10/06/2008, 16:19

Re: L'Isis colpisce la Libia

Messaggioda trilogy il 07/02/2015, 16:33

mariok ha scritto:Sono giordano (ma da lontano)

07/02/2015
MASSIMO GRAMELLINI

Sono rimasto colpito dalla fierezza con cui il popolo giordano ha reagito all’esecuzione del pilota arso vivo dai boia del Califfato. Le immagini delle manifestazioni di piazza catturano gesti composti e sguardi asciutti, rivolti verso un punto lontano. Nel comportamento dei familiari, dei soldati e dei civili non si respira isteria, ma una rabbia fredda che si appoggia a una terribile volontà. Talvolta il desiderio di vendetta sa sprigionare una forza ammaliante. Persino il piccolo re, finora conosciuto soprattutto per essere il marito della regina, appare trasfigurato e pronto alla pugna come un antico cavaliere.
...


Non è una cosa sorprendente. La società giordana è sostanzialmente una struttura tribale. La monarchia si appoggia sulle tribù beduine, che compongono gran parte delle forze militari, e vale la legge del taglione. Negli anni 70 i palestinesi di Arafat cercarono di rovesciare la monarchia e fare della Giordania il loro Stato. Il Re scatenò contro di loro le forze beduine. In pochi giorni ci furono migliaia di morti.
Avatar utente
trilogy
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 4746
Iscritto il: 23/05/2008, 22:58

Re: L'Isis colpisce la Libia

Messaggioda franz il 07/02/2015, 16:43

mi pare che là sia tutto una struttura tribale.
Alcune tribu piu' forti di altre, da sole o con alleanze, esprimono un capo, che si chiama Gheddafi o Saddam.
Conosci eccezioni in quel mondo?
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Prossimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 16 ospiti

cron