franz ha scritto:quello che ci vuole è la competizione
Non ho capito: la competizione c'è tra i porti italiani e quelli del nord Europa, ed è a vantaggio di questi ultimi perciò le navi vanno là. Forse il senso è che i nostri non sono 'competitivi' in quanto non convenienti per come sono organizzati e per i costi. Appunto: vanno gestiti meglio e da persone competenti.
Senza andare indietro ai faraoni, che costruivano a costo zero, c'è da dire che oggi, in un mercato globalizzato, o ci si rende subito competitivi o si perde. La spesa per rendere competitivi i porti, però, è eccessiva perché possa gravare sulla comunità sola cittadina. Del resto un grande porto serve non solo alla città portuale ma all'intera regione, e, nel caso di grandi dimensioni, all'economia dell'intera nazione. E allora, secondo me, è giusto che ci sia una programmazione a livello nazionale e, quindi, una spesa sostenuta dalle casse dello Stato.
Non credo che questo dei porti possa essere un caso di federalismo.
Non è questione di statalismo, è che non tutto può essere liberalizzato per principio o per ideologia. E' meglio un concreto pragmatismo.
Bah, sono arrivato alle etichette che cerco sempre di evitare.