cardif ha scritto:Certo che se i dissidenti del Pdl, pardon Forza Italia, anzi no: Pdl, fanno effettivamente un gruppo pure al Senato, e se questo gruppo si rende autonomo dal Padrone, Letta ha una maggioranza: di strette intese, ma sempre meglio di niente. E Berlusconi conta poco comunque: sarà un sostegno esterno, il suo. Così ha salvato almeno i ministri dimessi/non dimessi.
I dissidenti poi si presenteranno alle elezioni, che saranno di là da venire, come nuovo partito o insieme a Scelta Civica. Insomma sempre più proporzionale, come è il popolo italiano, del resto. Altro che maggioritario forzato.
Non sono casi scilipotici, questi; sono vere e proprie scelte consapevoli. Giuste o sbagliate che siano, quei parlamentari che le hanno fatte hanno dimostrato di non essere quaquaraquà nelle meni del Grande Leader (riducendo pure il potere del Leader).
I parlamentari "diversamente berlusconiani" vogliono solo sopravvivere al loro ex padrone, continuando a percepire emolumenti che le nuove elezioni avrebbero messo in discussione: non tira, infatti, una buona aria per il PdL.
Per questi "diversamente berlusconiani", "opportunisti patentati" (non scordiamoci chi sono stati per decenni), il "governo delle larghe intese" (come per molti loro "colleghi" del Cs) aveva avuto significato solo a livello economico: la vincita di un tredici al totocalcio per ogni mese di rappresentanza parlamentare.
La fermezza di pochi buoni del Cs (Civati, Puppato, Stefàno, Epifani ... e dello stesso Enrico Letta) e dei 5S (soprattutto i loro "dissidenti") ha fatto rompere i fili sottili che reggevano il PdL ("partito di plastica"), ha fatto vedere il "cavaliere nudo e crudo", i suoi limiti, la sua inconsistenza politica, la sua tracotanza, le sue "giravolte" ... le sue continue sceneggiate.
Lo "sconquasso" nel PdL (se ci sarà) comporterà solo la caduta del "napoleoncino de noantri" (io lo definirei più un arrogante "Icaro brianzolo"), gli altri della casta politica continueranno ad esistere e a spassarsela sulle spalle degli italiani e dei futuri morti di fame ... in aumento.