Robyn ha scritto:Franz Ma non si può diminuire le uscite mantenendo inalterate le entrate e la differenza buttarla sul debito pubblico.I risparmi di spesa vanno riallocati nella diminuzione delle tasse in modo da poter provocare crescita e gettito.Solo una parte del gettito dovuto alla crescita và gradatamente a ridurre il debito.Inoltre il taglio selettivo della spesa permette una più facile lotta all'evasione perche se diminuisce la spesa diminuiscono le tasse.Quello che è importante è avere una direzione chiara.La crescita inoltre crea più lavoro e quindi ci sono più contributi all'Inps che alla fin fine servono ad asili nido,assegni familiari,edilizia etc ciao robyn
Non si puo' ma la Svezia fa proprio cosi'.
In primo luogo l'abbattimento del debito pubblico ci viene imposto dal fiscal compat. ogni anno 1/20 della differenza tra l'attuale 120% e l'obiettivo del 60% del PIL. Significa che quel 60% di troppo, va diminuito di un ventesimo per volta, quindi 3% all'anno. Crediamo veramente di cavarcela scommettendo per 20 anni su una crescita ininterrota del PIL del 3% annuo? Noi possiamo anche crederci ma Bruxelles ed i mercati no. In secondo luogo se abbattiamo il debito, scende anche l'onere degli interessi ()oggi circa 80 miliardi) e quindi diminuire il debito è un modo per dimunire le spese e quindi le tasse.
Prodi fece sostanzialmene cosi' tra il 1996 ed il 1998 (usando i fondi delle privatizzazioni). Comunque sono d'accordo che una parte delle maggiori entrate debba poter andare anche a riduzione delle aliquote (quindi una parte per abbattere debito ed interessi ed una parte per diminuire le imposte) ma il succo è che un paese torna a crescere se si libera di due pesi immensi: 1) un debito enorme, 2) una spesa pubblica troppo elevata (superiore a quella tedesca e tra un po' forse anche a quella svedese) e di tipo non produttivo (clientelismo e corruzione).