pinopic1 ha scritto:Il bello dei dialetti è che nascono, si modificano, si differenziano e si estinguono in modo naturale, con l'uso da parte del popolo, senza l'intervento di leggi e di codifiche delle regole sintattiche e grammaticali.
Ovvio. Un bambino sa parlare a tre anni, senza essere andato a scuola e senza che qualcuno gli abbia spiegato del soggetto, del verbo, delle declinazioni o delle coniugazioni, del complementi oggetti, di termine, dativi e compagnia cantante.
Tutto dipende da come si parla bene in famiglia. O un ottimo italiano o un ottimo dialetto.
Entrambi hanno regole che i bambini imparano immediatamente ad usare, anche se non codificate in forma esplicita.
Le regole poi servono solo a prendere atto, a formalizzare, quello che già i parlanti fanno.
Secondo Pinker i bambini fanno meno errori degli adulti, prima di andare a scuola.
Ma sarebbe un lungo discorso .... non serve consapevolezza della grammatica per comunicare in modo orale.
Essa serve soprattutto per la forma scritta della comunicazione e per espressioni di pensiero complesse.
Per una poesia d'amore il dialetto va benissimo, per la relatività di Einstein o l'evoluzione darwiniana, occorre una lingua.
Franz