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G8, il Pm: "Alla Diaz fu un massacro"

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Re: G8, il Pm: "Alla Diaz fu un massacro"

Messaggioda pierodm il 18/02/2009, 13:42

Franz
Insomma, stiamo stabilendo che gli esseri umani sono intelligenti: studiano, analizzano, diventano elettricisti e scienziati.

Io veramente non riesco a capire che cosa si agita dietro, o dentro, o sopra, sotto i tuoi sforzi di cercare in tutto una fantomatica "oggettività" in una forma così spasmodica e disperata. Va be'.

Prendiamo per esempio la questione del razzismo.
Il razzismo come teoria è ovviamente frutto di un tentativo di razionalizzare le differenze esteriori tra gli uomini di diversa etnia.
Come tale è stato sottoposto al vaglio di successive analisi razionali e di ricerche, e superato.
Ciò che in questo discorso rientra invece sotto la giurisdizione del "giusto/ingiusto" è la conseguenza della teoria razzista, ossia di presunte o di accertate differenze.
Si può pensare che l'umanità sia divisa in razze diverse - teoria sbagliata - senza però che questo comporti necessariamente la sottomissione di una sull'altra, o il disprezzo o la persecuzione verso gl'individui che fanno parte di una o l'altra. Questo in base al senso di giustizia, che possiamo chiamare anche senso di rispetto umano o in altri modi.
Viceversa, si può esercitare sopraffazione e disprezzo verso individui o classi sociali appartenenti alla nostra stessa comunità, assolutamente uguali a noi fisicamente e antropologicamente, in assenza di un adeguato senso di giustizia o di umanità - o per ragioni esclusivamente e razionalmente utilitaristiche.

Il tuo mitizzare la "ragione", per altro, è patentemente mal riposto e contraddetto da tutta l'esprienza storica - sempre che Popper ce lo permetta, naturalmente.
Una gran parte delle peggiori disgrazie umane è avvenuta da parte di teorie, persone, movimenti, convinzioni, sistemi perfettamente razionali. Potentemente razionali, efficienti ed efficaci. Per ultimo lo stesso nazismo.
La razionalità pura, non accompagnata, anzi non sottoposta al governo del "senso del giusto", non garantisce assolutamente niente in termini di civiltà.

Che poi, nel progredire su questo cammino di civiltà - chiamiamolo progresso - il senso del giusto utilizzi varie fonti è ovvio: più facile essere giusti quando si è liberi dal bisogno, per esempio, o quando nel giudizio subentra una maggiore cultura, o quando non si è sotto l'influsso condizionante di superstizioni, pressioni sociali, religioni, dogmi.
Ma nessuna di queste fonti garantisce niente: liberi dal bisogno possiamo diventare anche più arroganti o più spietati, così come quando siamo più colti degli altri, o quando usiamo la nostra ragione per affinare gli strumenti della sopraffazione.
Io direi, insomma, che la più grande conquista della razionalità consiste nel capire quanto sia essenziale "il senso del giusto", che è la parte più complessa ed evoluta dell'intelligenza umana.
pierodm
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Re: G8, il Pm: "Alla Diaz fu un massacro"

Messaggioda franz il 18/02/2009, 14:24

pierodm ha scritto:Io veramente non riesco a capire che cosa si agita dietro, o dentro, o sopra, sotto i tuoi sforzi di cercare in tutto una fantomatica "oggettività" in una forma così spasmodica e disperata. Va be'.

Ci tenti spesso ma non ho bisogno di uno psichiatra che cerci di capire cosa mi si agita dentro.
Non almeno via internet. Limitiamoci a discutere.
Come diceva Bob Dylan, "non cercate di entrare nei miei sogni, io non entrero' nei vostri".
pierodm ha scritto:Prendiamo per esempio la questione del razzismo.
Il razzismo come teoria è ovviamente frutto di un tentativo di razionalizzare le differenze esteriori tra gli uomini di diversa etnia.
Come tale è stato sottoposto al vaglio di successive analisi razionali e di ricerche, e superato.
Ciò che in questo discorso rientra invece sotto la giurisdizione del "giusto/ingiusto" è la conseguenza della teoria razzista, ossia di presunte o di accertate differenze.

No. La teorizzazione (giusta o sbagliata che sia) viene dopo che si prende atto di una realtà o di quello che appare essere la realtà.
Poi ci sono teorizzazioni che tendono a confermare, giustificare, altre che tendono a sovvertire, mostrare la falsità di quanto creduto (dalla terra piatta, alle razze, al sole che gira intorno a noi).
pierodm ha scritto:Il tuo mitizzare la "ragione", per altro, è patentemente mal riposto e contraddetto da tutta l'esprienza storica - sempre che Popper ce lo permetta, naturalmente.
Una gran parte delle peggiori disgrazie umane è avvenuta da parte di teorie, persone, movimenti, convinzioni, sistemi perfettamente razionali. Potentemente razionali, efficienti ed efficaci. Per ultimo lo stesso nazismo.
La razionalità pura, non accompagnata, anzi non sottoposta al governo del "senso del giusto", non garantisce assolutamente niente in termini di civiltà.

Vero, e non lo nego. Anzi è quello che ho detto nei miei interventi qui sopra, in puro e semplice italiano. Solo che nell'ansia di psicanalizzarmi per cercare di capire cosa mi passa nella mente ti perdi anche il semplice significato delle cose che dico in chiara forma di soggetto, verbo, complemento oggetto. Mi riferisco a quando parlo di armonia tra ragione e morale e della necessità che nessuno dei due prevalichi l'altro.

Sotto il segno della morale (religiosa) e della ragione (pensiamo al "materialismo scientifico") sono state compiute stragi di interi popoli o classi ed il tutto ovviamente a "fin di bene" o per una "nobile causa".
Tuttavia se facciamo le somme, storiche, mi pare che se suddividiamo il mondo in due:
a) etica pre-kaniana (morale fissa, senza se e senza ma, del tipo "fai sempre cosi', non fare mai cosi')
b) etica post-kantiana (etica ragionata, del tipo, "comportiamoci considerando cosa succederebbe se ....")
mi pare che, anche per una ovvia diversità di spessore temporale, i peggiori massacri sono stati compiuti in nome della prima fase mentre nella seconda, se questi non sono cessati del tutto, è sicuramente aumentato il rapporto tra benefici (per esempio l'umanità è quadruplicata in 100 anni) e massacri, compiuti sempre pero' in nome di ideologie totalizzanti ed integraliste, di cui tutto si puo' dire ma non che considerino una visione armonica tra ragione e morale, tra scienza e fede ecc ecc.

Il senso del giusto come dici utilizza tante fonti ma in questo è sempre un portato storico, il risultato del consolidamento stratificato nel tempo. E' una sovrastruttura, per dirla in temini marxisti, è un super-io per dirla in termini freudani.
Quando abbiamo a che fare con problemi nuovi dobbiamo usare la ragione (senza spegnere tutto il resto) e poi, nella prossima generazione, il "senso del giusto", se abbiamo ragione, contemplerà anche quello di nuovo che abbiamo scoperto per via razionale.

Una domanda, tanto per capirci.
Con la morale ed il senso del giusto possiamo capire cose nuove? Possiamo fare "scoperte"?
E come possiamo rinnovare la morale, l'etica, il senso del giusto (di ieri) se non facendoci contaminare positivamente da cio' che la ragione scopre oggi e passerà alle generazioni di domani, dopo accurato vaglio?

Vero che nemmeno la ragione e la logica puo' essere autosufficente (vedere teorema di Gödel) ma tanto meno la morale puo' reggersi su se stessa come il famoso barone quando cercava di sollevarsi afferrandosi per il coppino.

Ciao,
Franz
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Re: G8, il Pm: "Alla Diaz fu un massacro"

Messaggioda pierodm il 19/02/2009, 2:52

Non so più di che cosa stiamo parlando - purtroppo mi succede ormai sempre più spesso: brutto segno?
Vediamo di fare il punto.

Il problema è che tu spendi un tesoro di energie per dimostrare qualcosa che nessuno mette in discussione: la razionalità umana e il contributo essenziale che dà all'evoluzione della cultura e del sapere, al superamento delle superstizioni, dell'ignoranza, etc etc.
Nel fare questo senti l'esigenza di contrapporre la razionalità al concetto di "giusto" - salvo poi evocare l'armonia tra i due valori, cosa che appunto si ricerca laddove c'è un conflitto - e lasciandoti andare a diverse forme di sottovalutazione o semplicemente di svalutazione, se non di disprezzo, verso il senso del giusto stesso, che tendi ad equiparare ad una specie di forma "nobile" di superstizione o di arbitrio irrazionalistico, strumentale, velleitario.
In altri termini, tu cataloghi la razionalità nell'ambito delle attività della mente, e il "senso del giusto" in quelle dell'animo, se non dell'anima.

Quello che, in tutta questa vicenda, ti sfugge è che, nel tuo stesso racconto esemplificativo della storia, i frutti della ragione - come tu la interpreti - hanno una varietà, una dislocazione geo-culturale, un'evoluzione, e di volta in volta una "faccia" che è assolutamente simile a qualunque altra "convinzione" umana: talvolta dogmatici, talvolta falsi ma creduti da una maggioranza di persone, spesso arbitrari e infondati, etc.
Questo dipende dal fatto che identifichi la razionalità con un delimitato e specifico settore dell'attività mentale: quello della ricerca con metodo scientifico, inteso per di più in forma molto schematica e deterministica.

La seconda cosa che ti sfugge - o meglio, che ti rifiuti di considerare - è che la razionalità può esprimersi in forme diverse dal metodo scientifico, senza che la diversità della forma implichi una diversità della sostanza, o implichi una negazione della validità delle acquisizioni ottenute tramite la scienza.
Il "senso del giusto" appartiene a queste forme diverse di razionalità, ossia fa parte piena e assoluta delle attività mentali, non di quelle animistiche.
Fa parte di quella sfera mentale che ha l'incarico di mettere in relazione tra loro una quantità di elementi diversi, e spesso impossibili da ridurre ad un denominatore comune, ad un "giudizio oggettivo".
Fa parte cioè di quella capacità-necessità della mente di lavorare con flessibilità su materie complesse, non allo scopo di elaborare teorie, ma di creare valori che agiscono da connessione tra sfere individuali diverse, situazioni variabili e fini non sempre definibili e determinati.
Il limite di questo genere di razionalità non sta in una scarsa "oggettività", ma semmai in un'insufficiente flessibilità e velocità nelle variazioni, nell'adattamento.
Anche se lo scopo non è quello di elaborare teorie, la solidificazione di una "cultura" porta ad un minimo di teorizzazione, che in questo caso si definisce "morale" o "etica": una teorizzazione e codificazione come un'altra, come sempre cioè sono le codificazioni, troppo rigide per valere sempre, troppo generiche perché devono valere per tutti, e nel caso specifico mai totalmente coincidenti con la sensibilità e la razionalità di ognuno.
Prprio per questo, si sta parlando, qui, non di etica come codificazione, ma di "senso del giusto", ossia dell'attività mentale individuale e collettiva nella sua forma originaria e concreta, ossia di reazione razionale e specifica di fronte a fatti specifici visti in un preciso contesto.

Quindi, io credo che proprio la tua intenzione di valorizzare l'elemento razionale sarebbe assai più fruttuoso, se ci ricomprendessi anche - e con un ruolo determinante - le attività mentali che presiedono al "senso del giusto".
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Re: G8, il Pm: "Alla Diaz fu un massacro"

Messaggioda Gab il 01/07/2009, 12:47

Secondo l'accusa, chiese al questore di mentire sui fatti della Diaz nel 2001
Sul banco degli imputati anche l'ex capo della Digos. Sentenza a settembre
G8 Genova, il pm: condannate De Gennaro
Per l'ex capo della Polizia chiesti 2 anni


da repubblica.it
Gianni de Gennaro, ex Capo della Polizia, oggi direttore del Dipartimento della Informazioni per la Sicurezza
Multimedia

GENOVA - Il pm ha chiesto due anni di reclusione per l'ex capo della Polizia Gianni de Gennaro. Sul banco degli imputati, insieme all'attuale direttore del Dipartimento della Informazioni per la Sicurezza Dis, l'ex capo della Digos di Genova Spartaco Mortola - oggi questore vicario di Torino - per il quale l'accusa ha chiesto 1 anno e 4 mesi.

Avrebbero indotto l'ex questore Francesco Colucci a rendere falsa testimonianza per i fatti della Diaz durante il G8 del 2001. Il pm ha letto in aula le intercettazioni che dimostrerebbero la colpevolezza di De Gennaro e Mortola. La parola passa ora alle parti civili: il 15 luglio sarà la volta delle difese, mentre la sentenza è prevista per settembre.

(1 luglio 2009)
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Re: G8, il Pm: "Alla Diaz fu un massacro"

Messaggioda Gab il 05/03/2010, 23:41

G8 Genova, tutti condannati in appello

da laStampa.it

Reati sono quasi tutti prescritti, ma gli imputati dovranno risarcire le vittime
GENOVA
La prescrizione non ha cancellato la responsabilità dei 44 imputati nel processo di secondo grado per le violenze nella caserma della Polizia di Bolzaneto durante il G8 del 2001 di Genova. E anche se i reati sono stati dichiarati prescritti, i poliziotti, gli agenti della polizia penitenziaria ed anche i medici sono stati dichiarati responsabili civilmente. I reati furono commessi, è in sostanza quello che hanno detto i giudici della seconda sezione penale della Corte di appello di Genova, e i responsabili dovranno pagare. Non con anni di galera, ma con il denaro. La sentenza è arrivata dopo undici ore di camera di consiglio e ha ribaltato la decisione di primo grado. Il 14 luglio 2008 furono condannati 15 imputati, per un totale di 23 anni e nove mesi di reclusione, mentre 30 furono assolti. Stasera i condannati penalmente sono stati solo sette: la pena più severa (3 anni e due mesi) è stata inflitta all’assistente capo della Polizia di stato Massimo Luigi Pigozzi, che divaricò le dita di una mano, strappandone i legamenti, a uno dei fermati di Bolzaneto. Ad un anno sono stati condannati gli agenti di polizia penitenziaria Marcello Mulas e Michele Colucci Sabia. Due anni e due mesi sono stati inflitti al medico Sonia Sciandra.

Infine ad un anno ciascuno sono stati condannati gli ispettori della Polizia di Stato Mario Turco, Paolo Ubaldi e Matilde Arecco, che avevano rinunciato alla prescrizione convinti di essere innocenti e quindi assolti. Tra i nomi di spicco che sono stati dichiarati responsabili anche Oronzo Doria, all’epoca dei fatti colonnello della polizia penitenziaria, che era stato assolto in primo grado. I pubblici ministeri Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati si sono dichiarati soddisfatti alla lettura della sentenza. «È stato accolto l’impianto accusatorio. È stato riconosciuto l’abuso per tutti - hanno detto - e anche i falsi dei medici nelle cartelle cliniche e negli atti delle matricole. Sono state anche aumentate le pene e anche le provvisionali». Soddisfazione anche dell’avvocato di parte civile Stefano Bigliazzi: «La sentenza - ha detto - ha corrisposto integralmente a tutti gli appelli delle parti civili e dei pm. Le prescrizioni, purtroppo, sono un dato di fatto ma non spostano di una virgola il risarcimento del danno».

Ha annunciato che presenterà ricorso in Cassazione l’avv. Piergiovani Iunca, difensore dell’ispettore Paolo Ubaldi. «È una sentenza - ha detto - che mi lascia allibito perchè agli effetti civili ha dichiarato tutti responsabili. Il mio cliente, tra l’altro, aveva rinunciato alla prescrizione credendo fermamente nella possibilità di una assoluzione». In aula era presente anche il procuratore generale Luciano Di Noto, ma anche altri pm della procura come Francesco Cardona Albini, Sabrina Monteverde e Gabriella Marino. «Un atto di sostegno - hanno detto - per i nostri colleghi, per tutto il loro lavoro di questi anni». Alla lettura della sentenza avrebbe dovuto essere presente anche l’avvocato Enzo Fragalà, il legale ucciso a colpi di bastone la settimana scorsa all’uscita del suo studio di Palermo. Il legale difendeva due imputati nel processo, due agenti dell’ufficio matricola. Al suo posto è stato nominato un difensore d’ufficio. Molti soddisfatti anche Giuliano e Heidi Giuliani, i genitori di Carlo, il dimostrante ucciso il 20 luglio 2001 in piazza Alimonda. «Riteniamo che si debba esprimere soddisfazione. Sono stati condannati tutti, anche quelli che - hanno detto - erano stati assolti in primo grado e quindi si è affermata la responsabilità. Erano reati che prevedevano un certo numero di condanne. Finalmente si può dire che una sentenza positiva è arrivata sui fatti di Genova. Attendiamo le altre».

L’importanza della sentenza, che riconosce che a Bolzaneto vi furono «gravi violazioni dei diritti umani» è stata sottolineata anche da Amnesty International. «La mancanza nel codice penale italiano del reato di tortura, che l’Italia è obbligata a introdurre dal 1988 - ha commentato il portavoce Riccardo Nouby - ha fatto sì che alla gravità delle azioni commesse non abbiano corrisposto sanzioni altrettanto dure. La previsione del reato di tortura avrebbe impedito la prescrizione. È importante che anche attraverso questa sentenza non vi siano più altre Bolzaneto in Italia».
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Re: G8, il Pm: "Alla Diaz fu un massacro"

Messaggioda Gab il 19/05/2010, 9:37

da l'Unità.it

Diaz, condannati tutti vertici della polizia. La Corte d'appello ribalta la sentenza di primo grado

I giudici della Terza sezione della Corte d'Appello di Genova hanno ribaltato la sentenza di primo grado per i disordini e l'irruzione alla scuola 'Diaz' del luglio 2001 a Genova. Tutti i vertici della Polizia che erano stati assolti hanno subito condanne comprese tra 3 anni e 8 mesi e 4 anni unitamente all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Nel complesso le pene superano gli 85 anni. In totale sono stati condannati 25 imputati sui 27.

Il capo dell'anticrimine Francesco Gratteri è stato condannato a quattro anni, l'ex comandante del primo reparto mobile di Roma Vincenzo Canterini a cinque anni, l'ex vicedirettore dell'Ucigos Giovanni Luperi (oggi all'Agenzia per le informazioni e la sicurezza interna) a quattro anni, l'ex dirigente della Digos di Genova Spartaco Mortola (ora vicequestore vicario a Torino) a tre anni e otto mesi, l'ex vicecapo dello Sco Gilberto Caldarozzi a tre anni e otto mesi.

Altri due dirigenti della Polizia, Pietro Troiani e Michele Burgio, accusati di aver portato le molotov nella scuola, sono stati condannati a tre anni e nove mesi. Non sono stati dichiarati prescritti i falsi ideologici e alcuni episodi di lesioni gravi. Sono invece stati dichiarati prescritti i reati di lesioni lievi, calunnie e arresti illegali. Per i 13 poliziotti condannati in primo grado le pene sono state inasprite.

18 maggio 2010

------------------

da corriere.it
G8 di Genova, condanne più dure per i poliziotti della scuola Diaz
Tutti i vertici che erano stati assolti hanno subito condanne comprese tra 3 anni e 8 mesi e 4 anni

GENOVA - Ribaltate le sentenze di primo grado per i poliziotti responsabili dell'irruzione alla scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001. I giudici della Terza sezione della Corte d'Appello hanno condannato tutti i vertici della polizia, assolti in primo grado, a pene tra 3 anni e 8 mesi e i 4 anni, unitamente all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Nel complesso le pene superano gli 85 anni. In totale sono stati condannati 25 imputati sui 27. Tra i giudicati colpevoli anche Francesco Gratteri e Giovanni Luperi: 4 anni di reclusione e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. .

LA REQUISITORIA - Nella requisitoria finale il procuratore generale Pio Machiavello aveva chiesto per i ventisette imputati oltre centodieci anni di carcere. Il magistrato aveva usato parole molto dure: «Non si possono dimenticare - aveva detto - le terribili ferite inferte a persone inermi, la premeditazione, i volti coperti, la falsificazione del verbale di arresto dei 93 no-global, le bugie sulla loro presunta resistenza. Nè si può dimenticare la sistematica e indiscriminata aggressione e l'attribuzione a tutti gli arrestati delle due molotov portate nella Diaz dagli stessi poliziotti». Il procuratore generale nel chiedere la condanna per lesioni gravi e falso ideologico aveva anche escluso la concessione delle attenuanti generiche. In sostanza la Procura generale aveva riproposto la ricostruzione dell'irruzione nella scuola Diaz fatta dai pm del processo di primo grado, Zucca e Cardona Albini, rilevando anche con maggior forza le responsabilità degli alti gradi presenti quella notte. In primo grado di giudizio tutti i vertici, Francesco Gratteri, Giovanni Luperi e Gilberto Caldarozzi, erano stati assolti, così come il capo della Digos di Genova Spartaco Mortola, mentre il capo del settimo reparto della Mobile Vincenzo Canterini era stato condannato a quattro anni di reclusione, il suo vice Michelangeelo Fournier (che usò l'espressione «macelleria messicana» per descrivere la violenza dell'irruzione) a due anni, gli otto uomini del reparto erano stati condannati a pene diverse.

PRIMO GRADO - In tutto, in primo grado, il Tribunale aveva emesso tredici condanne e sedici assoluzioni per non aver commesso il fatto. In particolare era stato assolto Massimo Nucera protagonista di uno degli episodi più discussi durante il processo, ovvero il colpo di coltello al torace che Nucera sostenne di aver ricevuto da un non identificato no-global. L'agente era accusato di falso e di calunnia, i pm ritenevano infatti che il taglio sul giubbotto del poliziotto fosse stato fatto ad arte in un secondo momento. Erano stati invece condannati il vicecommissario Troiani e l'agente Michele Burgio che avevano portato materialmente dentro la scuola dove dormivano i no-global le due bottiglie molotov servite poi per incriminare i manifestanti. La sentenza che assolveva i vertici e condannava i medi e bassi gradi della polizia era stata accolta dal grido di «vergogna», molti dei ragazzi picchiati a sangue quella notte erano presenti in aula. «Non c'erano le prove del coinvolgimento degli alti gradi" aveva commentato il presidente Gabrio Baroni "e la giustizia richiede prove».

18 maggio 2010
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Re: G8, il Pm: "Alla Diaz fu un massacro"

Messaggioda franz il 17/06/2010, 14:02

G8 di Genova, De Gennaro condannato
...
De Gennaro condannato
a un anno e quattro mesi

E' colpevole di istigazione alla falsa testimonianza. Ha convinto l'ex questore del capoluogo ligure ad "aggiustare" la sua testimonianza sul blitz nella scuola Diaz
di MASSIMO CALANDRI

GENOVA - Il prefetto Gianni De Gennaro è stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione dalla corte d'appello del tribunale di Genova, che lo ritiene colpevole di istigazione alla falsa testimonianza. Secondo il tribunale De Gennaro convinse il vecchio questore del capoluogo ligure, Francesco Colucci, ad "aggiustare" la sua testimonianza durante il processo per il sanguinario blitz nella scuola Diaz, ultimo capitolo del G8 del 2001.

De Gennaro, che nove anni fa era il capo della polizia ed oggi è al vertice del Dipartimento per le Informazioni e la Sicurezza, era stato assolto in primo grado perché le prove di colpevolezza nei suoi confronti non erano state ritenute sufficienti. Alle 14, dopo quattro ore di camera di consiglio, la corte presieduta da Maria Rosaria D'Angelo (giudici a latere Paolo Gallizia e Raffaele Di Gennaro) ha ribaltato la decisione. Il prefetto è colpevole e con lui anche Spartaco Mortola, attuale questore vicario di Torino e durante il G8 numero uno della Digos genovese. Mortola è stato condannato ad un anno e due mesi di reclusione per lo stesso motivo: pure lui avrebbe "suggerito" a Colucci la versione da fornire in aula, raccontando in una maniera diversa quello che era stato il coinvolgimento di De Gennaro nella discussa operazione. Per l'assalto ai 93 no-global della scuola, massacrati di botte ed arrestati illegalmente, Mortola è già stato condannato in appello a 3 anni e 6 mesi di reclusione. In questo secondo processo invece De Gennaro non è mai stato nemmeno indagato. "Siamo sconcertati, esterrefatti. Andremo in Cassazione", è stato il primo commento di Piergiovanni Lunca, avvocato di uno degli imputati. "Finalmente è stato possibile dimostrare che siamo tutti uguali davanti alla legge", gli ha risposto la collega Laura Tartarini, parte civile in questo procedimento.

Vale la pena di ricordare che le sentenze di secondo grado per i maxi-processi del G8 si sono tutte chiuse con pesanti condanne nei confronti della polizia. Tutti colpevoli i 44 imputati (funzionari, agenti, ufficiali dell'Arma, generali e guardie carcerarie, militari, medici) per i soprusi e le torture nella caserma di Bolzaneto, dove transitarono almeno 252 no-global fermati durante gli scontri di piazza. Colpevoli anche i picchiatori e i mandanti del massacro nella scuola, a partire dai vertici del Ministero dell'Interno come Giovanni Luperi, attuale responsabile dell'Aisi, l'ex Sisde, condannato a quattro anni di reclusione e Francesco Gratteri, oggi capo dell'Antiterrorismo (stessa pena). Tre anni e otto mesi sono stati inflitti a Gilberto Caldarozzi, che catturò Bernardo Provenzano e ora dirige il Servizio centrale operativo, cinque anni a Vincenzo Canterini, allora numero uno di quella "Celere" romana.

(17 giugno 2010) www.repubblica.it
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Re: G8, il Pm: "Alla Diaz fu un massacro"

Messaggioda Gab il 20/01/2011, 20:36

Per il G8 paghiamo tutti
da famigliacristiana.it

Un'aggiunta ben camuffata in una leggina del 2010 rimette a carico dello Stato i risarcimenti che i poliziotti condannati avrebbero dovuto pagare alle vittime delle violenze.
20/01/2011

Sono state introdotte all’ultimo momento, alla chetichella. Piccole varianti al testo, nella migliore delle tradizioni italiane delle leggine camuffate e inserite all’ultimo istante per farle passare inosservate. Le aggiunte sono state inserite giusto alla vigilia del voto in aula, all’interno del Decreto legge 187 del 12 novembre 2010, dal titolo “Misure urgenti in materia di sicurezza”, al Capo 1: “Misure per gli impianti sportivi”.

Ben camuffata, l’aggiuntina. Occorre andare all’articolo “2 bis”, dall’innocuo titolo “Fondo di solidarietà civile”. Che dice: «A favore delle vittime di reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive ovvero di manifestazioni di diversa natura, è istituito, presso il Ministero dell’interno, il Fondo di solidarietà civile». L’aggiuntina è nelle parole: «ovvero di manifestazioni di diversa natura».

Non sportive, quindi? E allora di quale natura? Il testo non lo dice. Né lo specifica in seguito. Il Decreto legge, dopo aver chiarito che tale Fondo di solidarietà serve a risarcire – nella misura del 30 per cento – «a) le vittime di reati commessi con l’uso della violenza su persone o cose in occasione o a causa di manifestazioni sportive e dei soggetti danneggiati dagli stessi reati», inserisce la seconda magistrale chiosa: «Il Fondo, nell’ambito delle risorse annualmente disponibili, provvede nella misura del 70 per cento, a interventi di solidarietà civile nei confronti delle vittime di azioni delittuose avvenute in occasione o a causa di manifestazioni diverse da quelle di cui alla lettera a), per le quali la vigente normativa non prevede altre provvidenze, comunque denominate, a carico del bilancio dello Stato» e «finalizzato anche alla definizione transattiva di liti concernenti il risarcimento dei danni alla persona e l’eventuale pagamento delle somme disposte dal giudice». Infine, terza e ultima variazione del testo, il Decreto specifica che «All’elargizione delle somme e agli interventi di cui al comma 2 (cioè i risarcimenti per le manifestazioni non sportive, ndr), nonché all’individuazione delle modalità relative all’esercizio del diritto di rivalsa o all’eventuale rinuncia ad esso, provvede il Ministero dell’interno».

Ecco fatto. Risolto il problema. Con queste poche frasi è stato ritagliato un abito su misura. Per cosa? Per i risarcimenti legati alle violenze di Genova 2001, in occasione del Forum sociale mondiale. I processi per i fatti avvenuti all’interno della caserma Bolzaneto e per l’irruzione notturna alla scuola Diaz hanno portato alla condanna, nel corso del 2009 e 2010, di oltre settanta agenti e dirigenti della Polizia di Stato, nonché alla condanna per falsa testimonianza dell’ex responsabile della Digos ligure Spartaco Mortola e dell’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro (oggi al vertice dei Servizi segreti).

Sentenze che sono giunte al secondo grado di giudizio (si attende l’esame della Cassazione) e che complessivamente comportano risarcimenti alle vittime delle violenze e spese processuali per diversi milioni di euro. Lo Stato aveva già provveduto a ricollocarli tutti (diversi dei quali all’interno dei Servizi di sicurezza). Con la manciata di righe dedicate alle “misure per gli impianti sportivi” ha risolto anche il problema rimasto aperto: il denaro che avrebbero dovuto risarcire, le spese legali, gli oneri collegati alle condanne.

Somme che avrebbero dovuto pagare i colpevoli. E che invece pagheranno in gran parte tutti i cittadini italiani. Insomma, sembra tutto sistemato. Giusto in vista del decennale che fra pochi mesi ricorderà i drammatici giorni di Genova. E – non dimentichiamolo – la morte di un giovane: Carlo Giuliani.

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