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SCENARI DI RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

SCENARI DI RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO

Messaggioda borghinolivorno il 06/09/2008, 8:02

Tanto per conoscere quello che bolle in pentola metto in rete questa elaborazione di ichino sul mercato del lavoro.......come si vede si puo' predisporre una linea di resistenza al Centro Destra (in particolare a cose dette e pensate da Sacconi nel suo libro verde su Lavoro, Welfare e Sanità) proponendo riforme a dir poco rivoluzionarie, come quelle di mettere mano alla relazione tra garantiti e precari riunificando il mercato dei lavori e graduando tutele e diritti (cosa che ovviamente la Destra si guarda bene dal proporre).
Il punto debole di ogni ragionamento è pero' dato dalla difficile convergenza dello Stato Sociale, del Welfare e degli Ammortizzatori Sociali (e aggiungerei anche della Concertazione e Contrattazione sociale) su una rotta di azioni per l'inclusione sociale, superando l'assistenzialismo e il corporativismo tutt'ora dominanti a favore dei pochi fortunati che godono dell'azione pubblica.
E' anche questa una criticità da dover affrontare....ma la logica di redistribuzione delle risorse previdenziali e assistenziali ( oneri e onori) si ferma sul baratro di uno Stato Sociale Italiano che riduce la lotta alla povertà ad un po' di carità, e la lotta contro l'esclusione sociale alla recitazione dei sacri testi comunitari, a qualche emendamento a favore di quello o di quell'altro senza nemmeno sfiorare il tema del 20% di popolazione sotto la soglia di povertà e della disoccupazione strutturale al Sud.
Qui occorre che la fiscalità......e che fiscalità (come in tutta Europa), e un nuovo rapporto tra tutela e comportamenti richiesti agli assistiti/tutelati.....diano vita ad un nuovo stato sociale inclusivo
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Re: SCENARI DI RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO

Messaggioda mario il 06/09/2008, 11:23

L’importante che coloro che perdono il posto di lavoro siano assistite da un sistema assicurativo capace di non far mancare loro il reddito e di trovargli una nuova occupazione.
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Re: SCENARI DI RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO

Messaggioda franz il 06/09/2008, 12:20

mario ha scritto:L’importante che coloro che perdono il posto di lavoro siano assistite da un sistema assicurativo capace di non far mancare loro il reddito e di trovargli una nuova occupazione.

Perfettamente d'accordo.
Il nodo cruciale tuttavia è il finanziamento di questo sistema.
Come sai quando si tratta di diritti tutti si presentano alla cassa ma quando si tratta di pagare tutti fanno un passo indietro.
Azende e lavoratori non vorrebbero pagare perché danno già troppo (ma nel mondo occidentale avanzato questo importo è SOLO a loro carico) e lo Stato men che meno.

Ciao,
Franz
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Re: SCENARI DI RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO

Messaggioda ranvit il 06/09/2008, 12:53

Ichino dice bene!
Questo è un altro degli argomenti su cui il Pd dovrebbe impegnarsi!

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: SCENARI DI RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO

Messaggioda borghinolivorno il 06/09/2008, 15:00

mario ha scritto:L’importante che coloro che perdono il posto di lavoro siano assistite da un sistema assicurativo capace di non far mancare loro il reddito e di trovargli una nuova occupazione.


Detto cosi' non basta...il punto è che sia protetto chi entra e esce dai lavori , e sia protetto chi lavoro non ce l'ha, ma con modalità inclusive e di tutela della cittadinanza (hai diritto se ti impegni...perchè l'assistenza tocca solo a chi non puo' assolutamente lavorare o vivere normalmente).
Da questo punto di vista ci vuole un sistema che sia proporzionale alla quota di rischio di esclusione...non all'anzianità di lavoro o al rapporto giuridico contrattuale. Ora i più protetti sono i tempi indeterminati e pieni delle aziende sopra 60 dipendenti....forse il 15% dell'intera poolazione che lavora..i precari si attaccano escluso qualcosina di sussidio di disoccupazione speciale per i soli lavoratori a contratto subordinato....di welfare di inclusione nemmeno l'ombra (si procede per diritti acquisiti o non acquisiti)...di rapporto tra sussidi , poverta' e rischio di inclusione nemmeno l'ombra (nel Welfare ordinario)..molta enfasi nei programmi e progetti finanziati dalla U.E. ma con impatti risibili sul piano della modifica delle situazioni e di coinvolgimento delle aree di disagio sociale


franz ha scritto:Perfettamente d'accordo.
Il nodo cruciale tuttavia è il finanziamento di questo sistema.
Come sai quando si tratta di diritti tutti si presentano alla cassa ma quando si tratta di pagare tutti fanno un passo indietro.
Azende e lavoratori non vorrebbero pagare perché danno già troppo (ma nel mondo occidentale avanzato questo importo è SOLO a loro carico) e lo Stato men che meno. .




all'estero i pilastri sono sempre tre grosso modo. Quello a base fiscale si occupa di protezione minima sociale per non occupati e pensionati, quello a base assicurativa obbligatoria si occupa di prestazioni previdenziali e assistenziali, quello a base volontaria, spesso organizzato bilateralmente, di prestazioni integrative previdenziali e assistenziali.
A noi manca il primo pilastro (escluse un po' di pensioncine di categoria e la pensione sociale, e la carità-beneficienza di Sindaci e Regioni che per altro non ha i necessari vincoli di quei livelli elementari di prestazioni oggi costituzionalizzati. Il secondo è basato su presupposti di manodopera industriale tradizionale (frega o esclude tutte le precarietà). Il terzo lo stiamo attendendo da anni, ma non è decollato (escluso metalmeccanici chimici e edili e qualcun'altra categoria sindacalizzata).
E' intuibile che da un piladtro si dotrebbe, a particolari condizioni, passare ad un altro pilastro. Da noi finiti i susside dell'INPS o si viene pensionati per qualche motivo o si deve attendere di mettersi in fila agli uffici "dei poveri" dei Comuni per altro senza avere chiari diritti. Trascuro la confusione e la mancata sinergia tra politiche dell'istruzione-formazione, politiche del lavoro, politiche di protezione sociale e beneficienza (che insieme possono provare a costituire una barricata contro la crescente esclusione sociale e dai livelli di cottadinanza minimi.


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Re: SCENARI DI RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO

Messaggioda franz il 06/09/2008, 18:09

borghinolivorno ha scritto:all'estero i pilastri sono sempre tre grosso modo. Quello a base fiscale si occupa di protezione minima sociale per non occupati e pensionati, quello a base assicurativa obbligatoria si occupa di prestazioni previdenziali e assistenziali, quello a base volontaria, spesso organizzato bilateralmente, di prestazioni integrative previdenziali e assistenziali.

Per rimanere nel solo ambito della tutela di chi il lavoro lo perde, solitamente nel mondo abbiamo una assicurazione obbligatoria pagata in parti uguali tra datore di lavoro e lavoratori, con lo Stato che eventualmente puo' intervenire per appianare temporanei deficit di bilancio dovuti a momenti congiunturali difficli.
Il premio è una % fissa dello stipendio lordo e le prestazioni solitamente sono legate ad un periodo determinato (due anni .... un po' di piu' per gli over 50) e comprendono anche il finanziamento della parte formativa necessaria per la reintroduzione del lavoratore nel mercato del lavoro o per mettersi in proprio.
Questo riguarda tutti i lavoratori dipendenti, indipendentemente dal settore, da numero di dipendenti e dal reddito percepito. Gli indipendenti possono stipulare polize per perdita di guadagno, facoltative.
Mi pare che in Europa gli unici paesi a non avere questa tutela siano Italia, Grecia Portogallo.

Ciao,
Franz
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Re: SCENARI DI RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO

Messaggioda borghinolivorno il 10/09/2008, 0:10

franz ha scritto:Per rimanere nel solo ambito della tutela di chi il lavoro lo perde, solitamente nel mondo abbiamo una assicurazione obbligatoria pagata in parti uguali tra datore di lavoro e lavoratori, con lo Stato che eventualmente puo' intervenire per

Mi pare che in Europa gli unici paesi a non avere questa tutela siano Italia, Grecia Portogallo.


Dunque l'assicurazione in Italia c'è (9 mesi per chi è sotto 50 anni, 12 per chi è sopra partendo dal 60% della paga media precedente per arrivare al 40% (riforma 2007 centro sinistra) + contributi previdenziali interi del vecchio lavoro.
Per godere di questo sussidio: 1 contributo settimanale più vecchio di due anni, 52 contributi settimanali negli ultimi 2 anni, fare parte del lavoro subordinato (che è soggetto a questa assicurazione sociale, materialmente copartecipata tra datori di lavoro e lavoratori).....già, questo fa fuori parasubodinati. I precari subordinati che non ci rientrano possono accontentarsi della disoccupazione speciale annuale, ben più bassa di questa). E' una assicurazione pubblica e obbligatoria che garantisce i più garantiti, e trascura i lavoratori precarizzati.........

Ma il punto che segnalavo era la mancanza di una assistenza di ultima istanza (per chi non ha coperture assicurative) e il mancato decollo dei fondi integrativi.....sono ambedue risorse necessarie per riformulare uno schema di welfare...Sacconi parla parla parla nel suo bel libro verde, ma (vado per le spicce) dell'assistenza di ultima istanza parla , sembra, appoggiandola all'assicurazione generale, della riforma del Welfare parla pochissimo (perchè è costosissima) e lancia l'idea che ognuno si puo' arrangiare con i fondi integrativi.
Basterebbe rileggere il Manifesto-Programma del PD per capire il dar farsi, ma sento un grande silenzio e una scarsa sensibilità su queste tematiche e un continuare a rivendicare cose del tempo che fu e che oggi toccano quasi sempre l'area dei (già) garantiti.
A presto paolo borghi Livorno
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Re: SCENARI DI RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO

Messaggioda borghinolivorno il 14/09/2008, 9:24

da http://www.pietroichino.it
"Un disimpegno strisciante nei confronti del sistema normativo della protezione sociale oggi vigente, in direzione di un sistema centrato sulla “autoresponsabilità“. Leggi, nella sezione “Saggi”, il commento puntuale e non fazioso del prof. Maurizio Cinelli."(in allegato)


Commento del prof. Maurizio Cinelli (studio@mauriziocinelli.it), destinato alla rivista Diritto della Sicurezza Sociale

Sintesi delle conclusioni - Il testo ministeriale propone un modello di integrazione socio-sanitaria, definito “dinamico”, nel senso che esso è diretto a favorire “la promozione e lo sviluppo di capacità individuali e di reti familiari”: calibrato, in altri termini, anche in tal caso, sui principi di autoresponsabilità e di sussidarietà.

Principi, questi ultimi, in sé, apprezzabili, ma che, se non ben calibrati in sede di applicazione, possono determinare un rilevante aggravio degli oneri per le famiglie: aggravio ben difficilmente sostenibile nelle condizioni socio-economiche generali attuali, in un contesto di netta prevalenza delle famiglie di tipo nucleare.

Molto minore attenzione, in ogni caso, risulta dedicata alla tutela della salute nei luoghi di lavoro. Anzi, sembra quasi che il Libro verde voglia prospettare uno spostamento dell’asse delle tutele nella direzione di un tipo di “prevenzione” che sia fondata essenzialmente su regole e criteri di autoresponsabilità, e, per converso, uno strisciante disimpegno rispetto al complesso normativo di protezione sociale oggi vigente. Se così fosse, la mancanza di qualsiasi cenno nel testo ministeriale alla questione delle malattie professionali sarebbe sintomo di una inaccettabile sottovalutazione del problema.



un bell'intervento su il Libro Verde su Welfare, Lavoro, Sanità di Sacconi.
IL FUTURO DEL WELFARE NEL “LIBRO VERDE” DEL MINISTRO SACCONI.

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il-futuro-del-welfare-nel-libro-verde.pdf
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Re: SCENARI DI RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO

Messaggioda borghinolivorno il 07/10/2008, 23:00

In questo quadro lo sviluppo della rapprtesentanza sindacale ha i suoi aspetti politico-strategici ben oltre le bizze dei sindacati (e dei sindacalisti). Vedi proposte di ichino in allegato.

a presto paolo borghi
Allegati
LA RAPPRESENTANZA DIMENTICATA.doc
ICHINO-RAPPRESENTANZA SINDACALE
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