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La riforma del lavoro

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: La riforma del lavoro

Messaggioda franz il 29/02/2012, 19:16

chango ha scritto:Hanno riformato dei sistemi di welfare decisamente abbondanti, modernizzandoli.
prova a ridimensionare il sistema di welfare italiano e poi vediamo se ottieni la stessa cosa.
perchè l'Italia, se vuole un sitema di welfare decente, di risorse ne deve aggiungere non togliere.

No, bisogna togliere nel settore previdenziale (ma alla fine sull'orlo del baratro è stato fatto) ed poi si liberano risorse per tutto quello che mancava (assistenza, ammortizzatori, casa, famiglia).

Per quanto riguarda la cogestione, i due modelli diametralmente opposti sono USA e Germania.
In USA nessuna cogestione, in Germania leggo che i lavoratori e le rappresentanze sindacali hanno invece un potere significativo nella gestione dell'azienda.
Bisognerebbe esaminare di due modelli sul piano dei risultati.
La produttività per addetto mi pare nettamente superiore in USA. Il dato piu' recente comune ai due paesi è il 2009.

USA: (dato in euro, calcolo di eurostat)
Dimensione 2009
0-9 68'770
10-99 66'948
100-299 69'482
SMEs 67'994
300+ 76'065
Total 72'336

Germania (idem)
Dimensione 2009
0-9 45'562
10-49 41'777
50-249 51'521
SMEs 46'146
250+ 59'390
Total 51'371

Da notare che per diverse scelte statistiche locali, la grandi usa sono quelle con piu' di 300 dip e le medie stanno da 100 a 300.

La produttività tedesca appare essere del 29% inferiore a quella americana, o se vogliamo rovesciare la frittata, quella americana è del 40% superiore alla tedesca.
In compenso la percentuale di produttività che si trasforma in stipendi è superiore in germania (60%) contro il valore medio statunitense (44%) con la eccezione delle micro imprese americane (88% diventa stipendio contro il 40% tedesco).

Da questo primo esame mi pare che se si ritiene che la cogestione abbia un influsso positivo sulla produttività io non trovo riscontri. Invece c'è un influsso positivo sui livelli salariali, nelle grandi aziende tedesche, che hanno un tasso di conversione del 20% superiore. Nelle PMI di entrambi i paesi invece c'è un tasso di conversione da VA a salario superiore in USA del 20%.
La media generale indica una differenza del 3% a favore della germania sui salari e del 40% a favore delgi USA come produttività.
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda flaviomob il 29/02/2012, 19:19

Chango
perchè l'Italia, se vuole un sitema di welfare decente, di risorse ne deve aggiungere non togliere.


E' un concetto sacrosanto. Ma per qualcuno rimane ancora troppo difficile da comprendere... ;)


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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda chango il 01/03/2012, 12:36

franz ha scritto:
chango ha scritto:Hanno riformato dei sistemi di welfare decisamente abbondanti, modernizzandoli.
prova a ridimensionare il sistema di welfare italiano e poi vediamo se ottieni la stessa cosa.
perchè l'Italia, se vuole un sitema di welfare decente, di risorse ne deve aggiungere non togliere.

No, bisogna togliere nel settore previdenziale (ma alla fine sull'orlo del baratro è stato fatto) ed poi si liberano risorse per tutto quello che mancava (assistenza, ammortizzatori, casa, famiglia).


In Italia si spende una quota minore di PIL in welfare (includendo anche le pensioni) di quanto si faccia in Germania, Francia o Svezia. Poi certamernte nella nostra spesa sociale è molto più rilevante le quota che va in pensioni e un riequilibrio è sicuramente auspicabile. però pensare a una riforma del welfare a parità di costi (o di quota del PIL) mi pare arduo.


franz ha scritto:Per quanto riguarda la cogestione, i due modelli diametralmente opposti sono USA e Germania.
In USA nessuna cogestione, in Germania leggo che i lavoratori e le rappresentanze sindacali hanno invece un potere significativo nella gestione dell'azienda.
Bisognerebbe esaminare di due modelli sul piano dei risultati.
La produttività per addetto mi pare nettamente superiore in USA. Il dato piu' recente comune ai due paesi è il 2009.

USA: (dato in euro, calcolo di eurostat)
Dimensione 2009
0-9 68'770
10-99 66'948
100-299 69'482
SMEs 67'994
300+ 76'065
Total 72'336

Germania (idem)
Dimensione 2009
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10-49 41'777
50-249 51'521
SMEs 46'146
250+ 59'390
Total 51'371

Da notare che per diverse scelte statistiche locali, la grandi usa sono quelle con piu' di 300 dip e le medie stanno da 100 a 300.

La produttività tedesca appare essere del 29% inferiore a quella americana, o se vogliamo rovesciare la frittata, quella americana è del 40% superiore alla tedesca.
In compenso la percentuale di produttività che si trasforma in stipendi è superiore in germania (60%) contro il valore medio statunitense (44%) con la eccezione delle micro imprese americane (88% diventa stipendio contro il 40% tedesco).

Da questo primo esame mi pare che se si ritiene che la cogestione abbia un influsso positivo sulla produttività io non trovo riscontri. Invece c'è un influsso positivo sui livelli salariali, nelle grandi aziende tedesche, che hanno un tasso di conversione del 20% superiore. Nelle PMI di entrambi i paesi invece c'è un tasso di conversione da VA a salario superiore in USA del 20%.
La media generale indica una differenza del 3% a favore della germania sui salari e del 40% a favore delgi USA come produttività.


la cogestione si applica solo alle grandi imprese, un confronto come fai tu sulla produttività tra USA e Germania per classe dimensionale non ha quindi molto senso. anche perchè, a parte le micro, confronti classi di dimensionali diversi.
nel modello USA è vero che non c'è la cogestione, però è un modello che si caratterizza, come pochi, per gi alti investimenti in innovazione e "progresso" tecnologico (con la conseguenza di ampliare la domanda di lavoro qualificato, per es.).
Ora, pretendere le relazioni industriali di tipo americano senza il contrappeso adeguato degli investimenti, non mi pare molto sensato.
anche perchè, oggi, la classe imprenditoriale che vuole il mercato del lavoro statuinitense è la stessa che negli anni dell'euro e dei bassi tassi di interesse invece che investire in innovazione e tecnologia ha utlizzato la facilità di credito per comprarsi case e SUV.
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda franz il 01/03/2012, 13:15

Caro chango, da quei dati emerge che forse i lavoratori americani prendono decisamente meno dei colleghi tedeschi (a parte, non so perché, quelli delle microimprese) ma la produttivita americana piu' alta è proprio quella che permette poi gli invenstimenti privati nella ricerca e nell'innovazione. E che quindi fa stare in piedi il sistema.

Sono sistemi diversi ma non mi sembra che la cogestione tedesca comporti incrementi di produttività. Quelli salariali si'.
Comunque anche il sistema tedesco sta in piedi (è la locomotiva europea, tornata ad esserla dopo le riforme di agenda 2010) per cui mi sta benissimo anche la cogestione. Ma con tuttto il resto del sistema tedesco, sanità inclusa.

Per quanto riguarda la spesa di welfare comparata, ricordo che a livello macro nel 1996 la commissione Onofri indicava che il nostro welfare era in linea, come spesa complessiva, alla media OCSE. Chiaramente ci sono paesi che spendono di piu' ed altri di meno ma occhio che a partire dal 2000 quei dati Onofri non sono piu' validi perché molti stati, svezia e germania in testa, hanno profondamente riformato il loro welfare (la svezia ha ridotto la spesa pubblica del 18% e la Germania non cosi' tanto ma anche lei ha impostato profonde riforme) e quindi avendo dati freschi potremmo avere sorprese.
Li sto cercando e se li trovo, li condvidero' qui.
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda chango il 01/03/2012, 14:40

franz ha scritto:Caro chango, da quei dati emerge che forse i lavoratori americani prendono decisamente meno dei colleghi tedeschi (a parte, non so perché, quelli delle microimprese) ma la produttivita americana piu' alta è proprio quella che permette poi gli invenstimenti privati nella ricerca e nell'innovazione. E che quindi fa stare in piedi il sistema.


il migliormaneto della produttività è un conseguenza dell'innovazione e del progresso tecnologico. in altre parole è la conseguenze degli investiementi. poi, ovviamente, si può entrare in un circolo virtuso per cui tramite l'aumento di produttività si possono ottnere le risorse per investimenti che migliorino ulteriormente la prouttività e così via.
però, in una data situazione, senza investimento specifico la produttività non aumenta.
Se un lavoratore produce, utilizzando in modo efficiente un macchinario 10 pezzi all'ora, per poter produrre 12 pezzi all'ora dovrò fare degli investimenti perchè ciò avvenga (es. comprare un macchinari che produca 12 pezzi all'ora e formare il personale al suo utilizzo).


franz ha scritto:Per quanto riguarda la spesa di welfare comparata, ricordo che a livello macro nel 1996 la commissione Onofri indicava che il nostro welfare era in linea, come spesa complessiva, alla media OCSE. Chiaramente ci sono paesi che spendono di piu' ed altri di meno ma occhio che a partire dal 2000 quei dati Onofri non sono piu' validi perché molti stati, svezia e germania in testa, hanno profondamente riformato il loro welfare (la svezia ha ridotto la spesa pubblica del 18% e la Germania non cosi' tanto ma anche lei ha impostato profonde riforme) e quindi avendo dati freschi potremmo avere sorprese.
Li sto cercando e se li trovo, li condvidero' qui.


in base ai dati Eurostat del 2009, la spesa per protezione sociale (in % del PIL ) è in Italia del 29,8%, di poco superiroe alla media UE-27 (28,5%) e più bassa di quella registrata in Germania (31,4%), Paesi Bassi (31,6%) Svezia (32,1%), Francia (33,1%) e Danimarca (33,4%).
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda franz il 01/03/2012, 15:56

chango ha scritto:Se un lavoratore produce, utilizzando in modo efficiente un macchinario 10 pezzi all'ora, per poter produrre 12 pezzi all'ora dovrò fare degli investimenti perchè ciò avvenga (es. comprare un macchinari che produca 12 pezzi all'ora e formare il personale al suo utilizzo).

Beh, non è sempre cosi'. Un manager che conosce nuove teorie (jit, toc) e le sa applicare (e introdurre in azienda, che è la parte piu' difficile) puo' arrivare ad utilizzare in modo piu' efficente la parte del sistema che risulta essere il collo di bottiglia, arrivando a 12 senza comprare macchiari e senza aumentare i ritmi di lavoro (anzi, rendendoli per ammissione piu' accettabili, come ho fatto io). Ma appunto ci arriva perché è un manager, che sa utilizzare strumenti matematici complessi. Mi chiedo (tra me e me) un sindacalista cosa ne sappia di tutto questo. Se è bravo come un manager, lo assumo come manager. Se non è bravo come un manager, quale puo' essere il suo contributo alla produttività? Serve solo a tenere buoni gli operai con un contentino di stipendio in piu'? Non credo. Se fosse per quello posso anche dare lo stesso contentino. Risparmiando sullo stipendio del sindacalista. Quindi mi chiedo, dove sta il valore aggiunto del sindacalista che fa la cogestione stile germania? Non è una domanda retorica. È che non conosco la risposta. Magari apri un thread apposito, con esempi e casi di studio concreti.

in base ai dati Eurostat del 2009, la spesa per protezione sociale (in % del PIL ) è in Italia del 29,8%, di poco superiroe alla media UE-27 (28,5%) e più bassa di quella registrata in Germania (31,4%), Paesi Bassi (31,6%) Svezia (32,1%), Francia (33,1%) e Danimarca (33,4%).

Molte delle riforme sono recenti e se le pubblicazioni 2009 si riferiscono, come immagino, agli anni precedenti, rischiamo di non essere aggiornati. Su eurostat la pubblicazione piu' recente che ho trovato ( 2 giugno 2009 come pubblicazione) si riferisce a dati del 2006, quindi di ben sei anni fa.

Intanto se osserviamo la spesa pubblica in generale http://www.google.com/publicdata/explor ... l=en&dl=en si puo' osservare che la Svezia passa dal 71% degli anni 90 al 52% attuale. La danimarca dal 62 al 53. La Germania dal 54 al 43. Come sappiamo l'espolsione post 2008 in alcuni paesi è dovuta unicamente al salvataggio (francia, germania, olanda) di alcune banche, non ad una spesa sociale fuori controllo. E questo grazie alle riforme fatte. Per la germania, visto che agenda 2010 ( http://en.wikipedia.org/wiki/Agenda_2010 ... ma come mai non c'è in italiano? Forse esiste http://en.wikipedia.org/wiki/Hartz_IV ? No! memmeno quello) si sviluppa nel decennio e ha termine proprio nel 2010, dovremo aspettare dati recenti per poter vedere come si situa la spesa di welfare tedesco dopo il cut impostato da Shreoeder rispetto alla spesa italiana. Una sola considerazione, da noi la comm Onofri (per l'analisi della compatibilità macroeconomica della spesa sociale) è finita come è finita (con un NIET) mentre in germania la "Kommission für moderne Dienstleistungen am Arbeitsmarkt" ha avuto successo. Segno tra le varie cose che IG.metal non è la FIOM, per la fortuna dei tedeschi e la sfortuna nostra. Forse c'entra anche il titolo, perché gli itaiani si chiedevano come fosse compatibile una spesa sociale mentre i tedeschi pragmaticamente cercavano servizi moderni per il mercato del lavoro. E li hanno trovati. Noi invece ancora qui a fare l'inventario dei tabù :(
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda chango il 01/03/2012, 16:29

franz ha scritto:
chango ha scritto:Se un lavoratore produce, utilizzando in modo efficiente un macchinario 10 pezzi all'ora, per poter produrre 12 pezzi all'ora dovrò fare degli investimenti perchè ciò avvenga (es. comprare un macchinari che produca 12 pezzi all'ora e formare il personale al suo utilizzo).

Beh, non è sempre cosi'. Un manager che conosce nuove teorie (jit, toc) e le sa applicare (e introdurre in azienda, che è la parte piu' difficile) puo' arrivare ad utilizzare in modo piu' efficente la parte del sistema che risulta essere il collo di bottiglia, arrivando a 12 senza comprare macchiari e senza aumentare i ritmi di lavoro (anzi, rendendoli per ammissione piu' accettabili, come ho fatto io). Ma appunto ci arriva perché è un manager, che sa utilizzare strumenti matematici complessi. Mi chiedo (tra me e me) un sindacalista cosa ne sappia di tutto questo. Se è bravo come un manager, lo assumo come manager. Se non è bravo come un manager, quale puo' essere il suo contributo alla produttività? Serve solo a tenere buoni gli operai con un contentino di stipendio in piu'? Non credo. Se fosse per quello posso anche dare lo stesso contentino. Risparmiando sullo stipendio del sindacalista. Quindi mi chiedo, dove sta il valore aggiunto del sindacalista che fa la cogestione stile germania? Non è una domanda retorica. È che non conosco la risposta. Magari apri un thread apposito, con esempi e casi di studio concreti.


il mio era semplicmetne un esempio per dimostrarti che la produttività è conseguenza di un investimento.
ma anche la tua esperienza va bene per dimostrare la stessa cosa.
il conoscere nuove teorie, il saperle applicare e soprattutto riuscire ad introdurle in azienda sono un investimento in innovazione che, solo come conseguenza, porta ad un auemento della produttività.

per quanto riguarda il ruolo del sindaclista, delle buone relazioni industriali all'interno dell'azienda (soprattutto se di grnadi dimensioni) aiutano a gestire le fasi di cambiamento come per esempio l'introduzione di una nuova organizzazione del sistema produttivo.



franz ha scritto:
in base ai dati Eurostat del 2009, la spesa per protezione sociale (in % del PIL ) è in Italia del 29,8%, di poco superiroe alla media UE-27 (28,5%) e più bassa di quella registrata in Germania (31,4%), Paesi Bassi (31,6%) Svezia (32,1%), Francia (33,1%) e Danimarca (33,4%).

Molte delle riforme sono recenti e se le pubblicazioni 2009 si riferiscono, come immagino, agli anni precedenti, rischiamo di non essere aggiornati. Su eurostat la pubblicazione piu' recente che ho trovato ( 2 giugno 2009 come pubblicazione) si riferisce a dati del 2006, quindi di ben sei anni fa.


Su Eurostat esistono anche le statistiche on line.
i dati da me citati fanno riferimento all'anno 2009 (per quanto, in alcuni casi, definti provvisori).


franz ha scritto:Intanto se osserviamo la spesa pubblica in generale http://www.google.com/publicdata/explor ... l=en&dl=en si puo' osservare che la Svezia passa dal 71% degli anni 90 al 52% attuale. La danimarca dal 62 al 53. La Germania dal 54 al 43. Come sappiamo l'espolsione post 2008 in alcuni paesi è dovuta unicamente al salvataggio (francia, germania, olanda) di alcune banche, non ad una spesa sociale fuori controllo. E questo grazie alle riforme fatte. Per la germania, visto che agenda 2010 ( http://en.wikipedia.org/wiki/Agenda_2010 ... ma come mai non c'è in italiano? Forse esiste http://en.wikipedia.org/wiki/Hartz_IV ? No! memmeno quello) si sviluppa nel decennio e ha termine proprio nel 2010, dovremo aspettare dati recenti per poter vedere come si situa la spesa di welfare tedesco dopo il cut impostato da Shreoeder rispetto alla spesa italiana. Una sola considerazione, da noi la comm Onofri (per l'analisi della compatibilità macroeconomica della spesa sociale) è finita come è finita (con un NIET) mentre in germania la "Kommission für moderne Dienstleistungen am Arbeitsmarkt" ha avuto successo. Segno tra le varie cose che IG.metal non è la FIOM, per la fortuna dei tedeschi e la sfortuna nostra. Forse c'entra anche il titolo, perché gli itaiani si chiedevano come fosse compatibile una spesa sociale mentre i tedeschi pragmaticamente cercavano servizi moderni per il mercato del lavoro. E li hanno trovati. Noi invece ancora qui a fare l'inventario dei tabù :(


mi sono limitato alla spesa per il welfare e al fatto che 1) in Italia si spende meno che in altri paesi; 2) che l'Italia deve spendere di più e non di meno; 3) quindi dissento da chi ritiene, come Marchionne, che il sistema di welfare in Italia vada ridimensionato.
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda franz il 01/03/2012, 17:14

Insomma se aumentiamo la produttività e ritorniamo a crescere, possiamo destinare risorse crescenti (dal punto di vista volumetrico, non %) al welfare.

Nota: nelle tabelle "Social benefits by function" si vede benissimo dove spendiamo vergognosamente poco e dove altrettanto vergognosamente spendiamo troppo.

Mi cito per ripartire da qui.
1) occorre aumentare la produttività
2) occorre rimodulare la spesa, perché spendiamo (2009) troppo in certi comparti e troppo poco in altri.

Esempio (da http://epp.eurostat.ec.europa.eu/tgm/re ... anguage=en )
fatta 100 la spesa di ogni paese, indico la % italiana, poi tra () quella tedesca e tra [] quella UE 27.

Malattia e Salute 25.71% (32.8%) [29.58%]
Nota: lo sappiamo. il sistema tedesco (Bismark) è piu' caro ma in ogni caso spendiamo meno della media UE

Disabilità 6.11% (8.06%) [7.96%]
Nota: scandalosamente basso ma c'è di peggio (irlanda 5.1, cypro 3.6). In compenso i paesi nordici superano il 10%.

Vecchiaia 50.91% (33.11%) [38.97%]
Nota: lo sappiamo, siamo una popolazione con una elevata speranza di vita ma 2 anni piu' dei tedeschi giustificano quella differenza?

Supertiti 9.28% (7.17%) [6.01%]
Anche qui spendiamo troppo, relativamente agli altri, per vedove e figli superstiti.

Parametro combinato Vecchiaia+Superstiti 60.09% (40.27%) [44.98%]
Perché spendiamo il 20% in piu' della Germania e il 15% in + della UE? Risposta: pensioni di anzianità.

Famiglia e infanzia 4.93% (10.54%) [7.99%]
Nota. Come vedete la germania spende piu' del doppio. la nostra spesa è scandalosamente bassa.

Disoccupazione 2.81% (6.30%) [6.05%]
Nota: anche qui la germania e la UE in media spendono il doppio. Risultato di chi preferisce difendere il posto con l'art 18 e la CIG ordinaria e straordinaria invece che gestire la perdita di lavoro in modo europeo.

Casa 0.09% (2.15%) [2.01%]
Nota: qualcuno si chiedrà: <<casa?>>. Certo, anche se da noi praticamente non si spende nulla, altrove le politiche della casa (sussidi per affitti e per l'accesso alla prima casa) sono importati tasselli per fa ruscire dalla povertà. Scandaloso.

Esclusione sociale 0.26% (2.15%) [1.43%]
Nota: è la spesa per assistenza ai poveri. Ne abbiamo piu' della germania ma spendiamo un decimo. Scandaloso.

I dati sono tutti eurostat 2009 (in parte provvisori).

Per chi vuole vedere tuttti i dati e verificare i calcoli, ecco in omaggio il foglio excel

Nota: mi sa che per scrivere questo testo ho per sbaglio cancellato o ricoperto il mio precedente. Scusate.
Facevo notare che il rapporto tra spesa sociale italiane e tedesca e relativa produttività nazionale è costante.
Spendiamo il 17% in meno per spesa sociale procapite (sui tedeschi) ma siamo anche del 17% meno produttivi. Differenza netta solo dello 0.12%
Se vogliamo dare piu' fondi al welfare, dobbiamo tornare a crescere.
Allegati
Comparativo funzioni.xls
Spesa sociale comparata 2009
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda chango il 02/03/2012, 14:06

franz ha scritto:
Insomma se aumentiamo la produttività e ritorniamo a crescere, possiamo destinare risorse crescenti (dal punto di vista volumetrico, non %) al welfare.

Nota: nelle tabelle "Social benefits by function" si vede benissimo dove spendiamo vergognosamente poco e dove altrettanto vergognosamente spendiamo troppo.

Mi cito per ripartire da qui.
1) occorre aumentare la produttività
2) occorre rimodulare la spesa, perché spendiamo (2009) troppo in certi comparti e troppo poco in altri.

Esempio (da http://epp.eurostat.ec.europa.eu/tgm/re ... anguage=en )
fatta 100 la spesa di ogni paese, indico la % italiana, poi tra () quella tedesca e tra [] quella UE 27.

Malattia e Salute 25.71% (32.8%) [29.58%]
Nota: lo sappiamo. il sistema tedesco (Bismark) è piu' caro ma in ogni caso spendiamo meno della media UE

Disabilità 6.11% (8.06%) [7.96%]
Nota: scandalosamente basso ma c'è di peggio (irlanda 5.1, cypro 3.6). In compenso i paesi nordici superano il 10%.

Vecchiaia 50.91% (33.11%) [38.97%]
Nota: lo sappiamo, siamo una popolazione con una elevata speranza di vita ma 2 anni piu' dei tedeschi giustificano quella differenza?

Supertiti 9.28% (7.17%) [6.01%]
Anche qui spendiamo troppo, relativamente agli altri, per vedove e figli superstiti.

Parametro combinato Vecchiaia+Superstiti 60.09% (40.27%) [44.98%]
Perché spendiamo il 20% in piu' della Germania e il 15% in + della UE? Risposta: pensioni di anzianità.

Famiglia e infanzia 4.93% (10.54%) [7.99%]
Nota. Come vedete la germania spende piu' del doppio. la nostra spesa è scandalosamente bassa.

Disoccupazione 2.81% (6.30%) [6.05%]
Nota: anche qui la germania e la UE in media spendono il doppio. Risultato di chi preferisce difendere il posto con l'art 18 e la CIG ordinaria e straordinaria invece che gestire la perdita di lavoro in modo europeo.

Casa 0.09% (2.15%) [2.01%]
Nota: qualcuno si chiedrà: <<casa?>>. Certo, anche se da noi praticamente non si spende nulla, altrove le politiche della casa (sussidi per affitti e per l'accesso alla prima casa) sono importati tasselli per fa ruscire dalla povertà. Scandaloso.

Esclusione sociale 0.26% (2.15%) [1.43%]
Nota: è la spesa per assistenza ai poveri. Ne abbiamo piu' della germania ma spendiamo un decimo. Scandaloso.

I dati sono tutti eurostat 2009 (in parte provvisori).

Per chi vuole vedere tuttti i dati e verificare i calcoli, ecco in omaggio il foglio excel

Nota: mi sa che per scrivere questo testo ho per sbaglio cancellato o ricoperto il mio precedente. Scusate.
Facevo notare che il rapporto tra spesa sociale italiane e tedesca e relativa produttività nazionale è costante.
Spendiamo il 17% in meno per spesa sociale procapite (sui tedeschi) ma siamo anche del 17% meno produttivi. Differenza netta solo dello 0.12%
Se vogliamo dare piu' fondi al welfare, dobbiamo tornare a crescere.



La maggiore spesa della Germania o della Francia o della Danimarca, non è determinata solo da una maggiore produttività ma anche dal fatto che decidono di spendere una quota maggiore delle risorse in spesa sociale. per ogni 100 euro di spesa pubblica l'Italia ne spende 29, la Germania 31, Francia e Danimarca 33 in spesa per la protezione sociale. A parità di produttività spenderebbero comunque più di noi.
non basta tornare a crescere per dare più risorse al welfare. le risorse in spesa sociale riflettono il modello di società che un paese (la sua classe dirigente, in primis) vuole realizzare.
alla base di quanto si spende in spesa sociale ci sono delle scelte politiche, che la crescita economica e le risorse che mette a disposizione devono supportare.
il rischio di pensare che le spesa sociale sia strettamente legata all'andamento dell'economia, vuol dire porla sempre in posizione subordinata rispetto alla stabilità dei conti e all'andamento del PIL, con al conseguenza di renderla sempre sacrificabile (tagliabile).

per quanto riguarda la disoccupazione, la gestione della perdita del posto di lavoro di tipo europeo richiede risorse economiche che non si ottengono con la riforma della cassa integrazione e ancora meno con l'abolizione dell'art.18.
quando Monti dice che vuole che gli italiani parlino danese e poi sento la Fornero dire che non ci sono risorse disponibili, mi viene da pensare che gli italiani più che danese rischino di parlare italiano con accento cinese.
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda franz il 02/03/2012, 14:30

chango ha scritto:La maggiore spesa della Germania o della Francia o della Danimarca, non è determinata solo da una maggiore produttività ma anche dal fatto che decidono di spendere una quota maggiore delle risorse in spesa sociale. per ogni 100 euro di spesa pubblica l'Italia ne spende 29, la Germania 31, Francia e Danimarca 33 in spesa per la protezione sociale. A parità di produttività spenderebbero comunque più di noi.

Dimentichi che noi, a causa della spesa per il debito pubblico (quindi per i presunti pasti gratis del passato) spendiamo forzatamente di meno per il sociale sul totale. 80 miliardi per interessi e 55 per pensioni di anzianità sono un macigno sulla spesa sociale di oggi che altri paesi (piu intelligenti o meno "furbi") non hanno.
chango ha scritto:il rischio di pensare che le spesa sociale sia strettamente legata all'andamento dell'economia, vuol dire porla sempre in posizione subordinata rispetto alla stabilità dei conti e all'andamento del PIL, con al conseguenza di renderla sempre sacrificabile (tagliabile).

Ma certo che è cosi'! ma l'unione sovietica non vi ha ancora insegnato nulla? pensate che i soldi per il welfare si trovino sugli alberi o si stampino la sera in cantina? Da dove cavolo possono vernir fuori se non dall'andamento dell'economia? :o
chango ha scritto:per quanto riguarda la disoccupazione, la gestione della perdita del posto di lavoro di tipo europeo richiede risorse economiche che non si ottengono con la riforma della cassa integrazione e ancora meno con l'abolizione dell'art.18.
quando Monti dice che vuole che gli italiani parlino danese e poi sento la Fornero dire che non ci sono risorse disponibili, mi viene da pensare che gli italiani più che danese rischino di parlare italiano con accento cinese.

le risorse, come appare anche dall'analisi comparata che ho indicato, emergono riducendo l'enorme spesa per pensioni e superstiti (60% della spesa sociele italiano contro il 40% in germania). Tuttavia anche la sistemazione dell'art.18, che ora comporta gradi spese per le aziende (in termini di contenzioso e avvocati di entrambe le parti) puo' portare risorse. Preferisco pagare direttamente il lavoratore, che i suoi ed i miei avvocati. ;)
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