Intendendo come precariato i contratti di lavoro dipendente a termine (non a tempo indeterminato) la situazione italiana vede il 12.05% di precariato. (vedere dati ISTAT)
Noto che sulla base dei dati ieri annunciati sulla scuola (760'000 docenti, 170'000 precari) la percentuale risultante è del 22.37%. La scuola sembra avere quindi un'abbondanza di contratti a termine, frutto dell'elevato assenteismo nel mondo della scuola che si riassume in 18 giorni di assenza all'anno per malattia e altre assenze (ferie escluse dal computo).
Considerato che a scuola si lavora solo 9 mesi all'anno, quei 18 giorni sono equivalenti ad un mese di assenza ogni anno scolastico e quindi occorre un esercito di supplenti per garantire continuità didattica. Questo soprattutto perché le assenze non sono distribuite in modo uniforme ma sono concentrate in alcuni periodi dell'anno, strananamente coincidenti con le vacanza natalizie e pasquali o in geerale con il periodo invernale (anche per ovvi motivi legati ad inflenze e malattie staginali).
Lasciando perdere per ora la scuola, è Interessante il confronto generale con altri paesi europei. Noi on siamo distanti dalla media europea ma ci distiguamo per l'uso ripetuto di contratti a termine sulla stessa persona. Mentre da noi osservando le modifiche dei rapporti di lavoro in 4 anni, l'82.7% è sempre stabile (sempre contratti a tempo indenterminato), questa % sale al 90.3% nel regno unito, definto come l'economia piu' free e liberale. Grecia (71) e Spagna (67.5%) ci indicano che esiste come spesso osserviamo un gradiente nord sud, rafforzato dal fatto che Francia, Germania sono attorno all'88%. Facendo il complemento a 100 di quelle percentuali troviamo la mole di lavoro a termine nei vari paesi in un periodo di osservazione di 4 anni consecutivi:
18% in Italia, 10% un UK, 12% in Francia e Germania, quasi il 30% in Grecia, quasi il 33% in Spagna.
Come facciamo a fare in modo che l'Italia sia piu' vicina a Germania, Francia e UK?
Franz