La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

I consigli dell'Ocse.

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

I consigli dell'Ocse.

Messaggioda ranvit il 03/03/2009, 12:40

Da repubblica.it :

ECONOMIA Il rapporto "Obiettivo crescita" dell'Organizzazione parigina
Prioritari interventi su fisco, lavoro, contrattazione, istruzione
Ocse all'Italia, aumenta il divario
per colmarlo riforme strutturali

MILANO - "Il divario tra l'Italia e i paesi più performanti continua ad ampliarsi in particolare a causa della bassa produttività". Questo il giudizio formulato dall'Ocse nel rapporto "Obiettivo crescita" diffuso oggi. Il nostro Paese è 19esimo su 29, ultimo tra i big, europei e non, per la differenza del pil pro capite rispetto agli Usa, con un divario superiore al 30% nel 2007. E per colmare questo divario l'Organizzazione raccomanda riforme strutturali in numerosi settori, dal lavoro all'istruzione, dai servizi locali alle professioni, dal cuneo fiscale alle contrattazioni salariali e alla ricerca.

Oltre alla minore produttività, a essere chiamato in causa è il basso utilizzo del lavoro, soprattutto tra giovani, anziani, donne e nel Sud. L'Ocse raccomanda all'Italia di abbassare le tasse sui redditi da lavoro e decentrare i rinnovi dei salari, ma anche di ridurre la proprietà pubblica, liberalizzare le professioni, migliorare le università.

L'Organizzazione, pur riconoscendo le "significative riforme" fatte negli ultimi anni sui mercati dei prodotti, sottolinea che molte altre devono essere messe in cantiere. Tra le priorità indicate dagli economisti Ocse, le principali sono la riduzione della proprietà pubblica e delle barriere normative alla concorrenza, il miglioramento del sistema di istruzione, soprattutto universitario, la riduzione del cuneo fiscale sui redditi da lavoro, il decentramento della contrattazione salariale, a cominciare dalla differenziazione dei salari nella pubblica amministrazione e la concessione di incentivi per l'innovazione.

Lo studio sottolinea che "l'elevato livello di proprietà pubblica e i vincoli normativi nei servizi professionali e nei trasporti ostacolano la crescita della produttività". Vanno quindi "eliminate le barriere all'ingresso nei servizi professionali, aboliti i tetti sui prezzi di tali servizi fissati dagli organismi di categoria, ridotte la proprietà e il coinvolgimento dello stato nei business dell'elettricità, del gas, delle poste e dei trasporti e va anche limitato il coinvolgimento degli enti locali nelle aziende di servizi".

In materia di tassazione sul reddito da lavoro, l'Ocse sottolinea che "resta alta" soprattutto per i redditi più bassi e va quindi ridotta, finanziandola con tagli alla spesa pubblica e con il rafforzamento della lotta all'evasione. Nelle statistiche dell'Organizzazione l'Italia, va ricordato, è al sesto posto tra i Paesi industrializzati per il peso del 'cuneo fiscale', cioè la differenza tra salario lordo e netto.

Un altro punto debole resta la bassa percentuale di laureati, che non arriva al 20% nella fascia d'età tra 25 e 34 anni contro l'oltre 30% della media Ocse. L'Organizzazione raccomanda di aumentare gli investimenti privati nell'istruzione post-secondaria tramite un incremento delle rette e finanziamenti privati, di "aumentare qualità e quantità delle sedi universitarie", di ridurre il tasso di abbandoni, di introdurre i prestiti per gli studenti.

Quanto alla contrattazione salariale, il focus, secondo l'Ocse, va posto nella riduzione delle disparità regionali nell'utilizzo del lavoro, sulla promozione della decentralizzazione della contrattazione, a cominciare dal settore pubblico, per "tenere in considerazione le differenze regionali di produttività e costo della vita".

L'Italia, rileva poi lo studio, è tra i Paesi meno generosi in materia di incentivi fiscali alla ricerca e allo sviluppo (è penultima) e per risollevare il basso livello l'Ocse consiglia, oltre a un attento utilizzo degli incentivi, anche la promozione di partnership tra l'industria e le università e di rendere più trasparenti le procedure di assunzione dei ricercatori.

(3 marzo 2009)
--------------------------------------------------------------

La situazione criticata dall'Ocse è responsabilità di tutta la classse dirigente del Paese : destra e sinistra, ma anche Chiesa e Magistratura, Imprenditori e Sindacati, Intellettuali e Giornalisti....etc.

Il Pd attualmente ai minimi storici potrebbe approfondire e lanciare una campagna-programma delle cose da fare sulla falsariga di cio' che già esiste ed è sperimentato in altri Paesi europei.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: I consigli dell'Ocse.

Messaggioda ranvit il 03/03/2009, 12:50

Dal corriere.it :

Pd L'ex ministro: patto sociale in cui ogni ceto faccia la sua parte
Bersani: pensioni? Prima di toccarle meglio intervenire sull'evasione
«Il punto non è se stiamo con la Cgil o con la Cisl ma che stiamo tornando ai nostri rapporti con le forze sociali»

ROMA — Dario Franceschini arriva alla guida del Pd e propone un sussidio di disoccupazione per tutti quelli che perdono il lavoro.
È cominciata la campagna elettorale per le Europee?
«No, è che la crisi è molto più seria di quanto il governo racconti — risponde Pier Luigi Bersani, sostenitore della svolta al vertice del partito, alla cui guida lui stesso si candida —. Sono mesi che giro nei luoghi della crisi. Se non c'è qualcuno a dar voce al disagio crescente, si rischia che la situazione vada fuori controllo. Per questo proponiamo di intervenire immediatamente, con un decreto, per dare un assegno a tutti i disoccupati, compresi i precari e i lavoratori della piccola impresa».
Il premier Silvio Berlusconi dice che la vostra proposta costa un punto di Pil: 16 miliardi.
«Non è vero. Ne basterebbero 5-6».
Da trovare come?
«Innanzitutto non capisco perché quando si è trattato di trovare i soldi per togliere l'Ici ai benestanti, per l'Alitalia e per eliminare la tracciabilità dei pagamenti non ci si è posti questo problema. Eppure si trattava di almeno 8-9 miliardi. Noi proponiamo di risparmiare sulla spesa corrente, ad esempio con la centrale acquisti, e di reintrodurre quelle misure di lotta all'evasione eliminate da Tremonti per strizzare l'occhio a qualche milione di contribuenti elettori del Pdl».
Enrico Letta, dirigente del suo partito, dice che bisognerebbe anche rimettere mano alla previdenza.
«Ci può essere un patto tra generazioni sulla previdenza solo dentro un grande patto sociale dove tutti i ceti siano chiamati a fare la propria parte. Perché non può più essere che la solidarietà sia cercata solo dentro i ceti medi e bassi mentre nel nostro Paese c'è il record dell'evasione fiscale e si è abolita l'unica tassa sui patrimoni».
Anche l'Unione Europea ci chiede di portare l'età pensionabile delle donne a 65 anni.
«A Bruxelles si può rispondere che si può fare su base volontaria».
Lei ha detto che la situazione sociale rischia di andare fuori controllo. Che significa?
«Che ci sono non solo fabbriche, ma interi territori dove il disagio si addensa: Torino, Prato, Pomigliano sono solo alcuni esempi. E il peggio deve venire. Nei prossimi mesi la crisi dell'occupazione peggiorerà. E allora potremmo trovarci non dico con la rivoluzione, ma col rischio di fughe populiste».
Sta facendo allarmismo?
«No. Dico che quando la gente misura il distacco tra la sua condizione e le risposte della politica, ripiega sull'amarezza, sulla disperazione, sullo scoramento. E magari non va a votare o dà sfogo a manifestazioni di ribellione. Si rischia insomma un indebolimento del tessuto democratico».
Teme per l'ordine pubblico?
«Voglio credere di no, però ripeto, se non si interviene subito, la situazione è destinata a peggiorare».
Nicola Rossi, anche lui del Pd, liquida la proposta Franceschini come una «trovata mediatica».
«Lo so che Rossi pensa che non si devono fare proposte che aumentino il disavanzo, ma il Pd ritiene che il sostegno ai disoccupati e alle piccole imprese e un limitato disavanzo temporaneo siano sostenibili. Non si può stare fermi. Il Pil va a rotoli, il sistema industriale si sta fermando e i Tremonti bond sono solo un palliativo».
Perché?
«Perché rappresentano un finanziamento oneroso per le banche e quindi pensare che poi queste diano credito a buon mercato alle imprese è pura fantasia. L'operazione che serve è diversa ».
Quale?
«Ci vuole che lo Stato fornisca parziale garanzia a una nuova generazione di prestiti selettivi e sostenga fiscalmente gli investimenti delle imprese in innovazione».
E per quelle che non li fanno?
«Per le imprese fuori mercato bisogna appunto rafforzare gli ammortizzatori sociali».
Lei ha già partecipato alla manifestazione Cgil del 13 febbraio e ora il Pd annuncia che sarà in piazza con i pensionati Cgil giovedì. È finita l'equidistanza dalle confederazioni tentata da Veltroni? Per Franceschini, che viene dalla Margherita, è più facile spostare il Pd a sinistra?
«No, questa è una lettura politicista. La questione non è se stiamo con la Cgil o con la Cisl, ma che stiamo tornando ai nostri tradizionali rapporti con le forze sociali, ma sulla base di una nostra piattaforma».


Enrico Marro
03 marzo 2009
---------------------------------------
Bene!
Ma come dicevo nel post precedente, il Pd deve fare una proposta che tocca tutti i punti evidenziati dall'Ocse.
Quindi Ok la lotta all'evasione "spicciola" che è quella che è stata cassata da alcuni "piccoli" interventi di questo governo, ma alzare anche l'età pensionabile.... in modo semplice (per favore) : per esempio un anno in piu' ogni due anni.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: I consigli dell'Ocse.

Messaggioda ranvit il 03/03/2009, 19:18

Minchia mi hanno sentito (e copiato)!!!

Dal corriere.it :

LA BOZZA INVIATA ALLA COMMISSIONE EUROPEA
Pensioni donne, aumento graduale al via
nel 2018 si arriverà alla quota di 65 anni
L'età pensionabile per le donne innalzata di un anno per ogni biennio per parificarla a quella degli uominiROMA - Un aumento graduale dell'età pensionabile delle donne a partire dal 2010, per arrivare a quota 65 anni nel 2018. È quanto prevede la bozza proposta del governo che è stata inviata alla Commissione europea per l'esame e che punta ad innalzare l'età pensionabile per le donne nella pubblica amministrazione di un anno per ogni biennio per parificarla così a quella degli uomini. Il testo, composto da un solo articolo di legge dal titolo «elevazione dell'età pensionabile per le dipendenti pubbliche», secondo le previsioni dovrebbe essere inserito via emendamento al disegno di legge comunitaria all'esame delle commissioni in Senato.

LA SPECIFICA - L'articolo sostituisce, dal 2010, quanto previsto dalla legge 335 dell'8 agosto 1995 (articolo 2, comma 21). Il testo prevede che «a decorrere dal primo gennaio 2010 per le lavoratrici iscritte alle forme esclusive dell'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti, il requisito di età per il conseguimento del trattamento pensionistico di vecchiaia (...) e il requisito anagrafico (...) sono incrementati di un anno». L'articolo prevede poi un ulteriore incremento. «Tale età - prosegue il testo - è ulteriormente incrementata di un anno, a decorrere dal primo gennaio 2012, nonchè di un ulteriore anno per ogni biennio successivo fino al raggiungimento dell'età di 65 anni». La norma prevede comunque che «restano ferme la disciplina vigente in materia di decorrenza del trattamento pensionistico e le disposizioni vigenti relative a specifici ordinamenti che prevedono requisiti anagrafici più elevati, nonchè le disposizioni di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 30 aprile 1997, n.165». «Le lavoratrici di cui al presente comma - prevede inoltre l'articolo - che abbiano maturato entro il 31 dicembre 2009 i requisiti di età e di anzianità contributiva previsti dalla normativa vigente prima della entrata in vigore della presente disposizione ai fini del diritto all'accesso al trattamento pensionistico di vecchiaia conseguono il diritto alla prestazione pensionistica secondo la predetta normativa e possono chiedere all'ente di appartenenza la certificazione di tale diritto».


03 marzo 2009
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Cosa dice la casta sindacale

Messaggioda ranvit il 04/03/2009, 12:49

Da repubblica.it :

ECONOMIA Donne in pensione a 65 anni
La Cisl: "E' inammissibile"

ROMA - Dopo la Cgil anche la Cisl boccia la bozza del governo per portare a 65 anni l'età pensionabile delle donne che lavorano nella pubblica amministrazione. "Non siamo d'accordo né nel merito né nel metodo", ha detto Raffaele Bonanni. Un tema, quello delle pensioni, che alza la temperatura alla vigilia del vertice governo-parti sociali sulla crisi.
"Per la Cisl - dice Bonanni - è inammissibile che su un tema delicato come quello delle pensioni, il governo abbia deciso unilateralmente, senza aprire un confronto con il sindacato, come si è sempre fatto per tutti gli interventi sulla previdenza". Quanto al merito - prosegue Bonanni- "si tratta di una decisione sbagliata che ci riporta indietro negli anni, introducendo criteri di accesso differenziati alla pensione di vecchiaia per le lavoratrici pubbliche rispetto a quelle private".
Il governo - secondo il leader della Cisl "può contrastare la sentenza della Corte di Giustizia europea facendo presente che il regime pensionistico pubblico non è un regime professionale distinto da quello legale generale. Semmai, nel futuro, il problema potrebbe essere risolto reintroducendo meccanismi più flessibili di accesso al pensionamento, superando la distinzione fra pensione di anzianità e di vecchiaia, cosa che era già stata fatta con la legge Dini".

Per una larga parte delle donne - conclude il segretario generale - "il pensionamento precoce è imposto da condizioni familiari, dalla cura dei figli e degli anziani. Si intervenga prima su questo, attraverso una politica di intervento che aumenti l'offerta degli asili nido e che sostenga l'attività di assistenza e di cura domiciliare degli anziani".
(4 marzo 2009)

----------------------------------------------

La vera ragione dell'incazzatura della Cisl è la prima frase che ho evidenziato in grassetto.
Eh perbacco! Cosa fa il governo, non ci consulta?

Sul secondo punto da me evidenziato invece potrebbe (la Cisl) aver ragione : da approfondire. Semmai portando a 65 anni anche le lavoratirici del privato....

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

E le ragioni (?) della Cgil

Messaggioda ranvit il 04/03/2009, 14:12

Da repubblica.it :

Anche il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, torna oggi sul tema, bocciando l'ipotesi. "E' un momento di crisi - ha detto Epifani a margine dell'assemblea regionale quadri, delegati, pensionati della Cgil Lombardia, in corso questa mattina a Milano - innalzare l'età pensionabile in questa fase, proposta che per ora riguarda il settore pubblico, ma non è escluso possa essere estesa anche al privato, vuol dire caricare i costi della crisi due volte sul mondo del lavoro e tre volte sulle donne lavoratrici. Esprimo per questo un dissenso forte nel merito e nel metodo".

(4 marzo 2009)


Che c'entrano i costi della crisi con la necessità di uniformare l'età della pensione delle donne agli uomini?

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: I consigli dell'Ocse.

Messaggioda ranvit il 04/03/2009, 17:05

Dal corriere.it :

Parole e numeri


di Dario Di Vico


Nei giorni scorsi con accenti e modalità differenti tra loro diversi esponenti delle opposizioni si sono pronunciati per una nuova riforma previdenziale. Lo ha sostenuto il segretario dell'Udc Pier Ferdinando Casini, lo hanno affermato due esponenti di spicco del Pd come Enrico Letta e Marco Follini ed è diventato un punto fermo delle proposte del Partito Radicale. La motivazione economica che i politici citati avanzano è quantomeno lineare: risparmiare risorse sul fronte della spesa pensionistica per poterle investire nella difesa dei redditi di lavoratori e precari a rischio- lavoro. Anche l'obiettivo politico dei Casini e dei Letta è trasparente. Rubare il tempo a un governo descritto come incerto e tentennante e cercare di fare un'operazione di agenda setting,
imporre — almeno a livello di opinione pubblica — alcune priorità di una rinnovata politica economica anti-crisi.

Tutto bene, dunque? No, un rischio c'è ed è quello di restare al di qua del Rubicone, di mettere in campo una pur legittima operazione di propaganda, magari anticipando i tempi della competizione elettorale europea. Non sarebbe neanche una novità. Il tema della riforma delle pensioni è un topos di certa cattiva politica italiana che quando si è trovata all'opposizione ha invocato drastici interventi per la sostenibilità dei conti previdenziali e quando, magari subito dopo, si è trovata a gestire la cosa pubblica si è clamorosamente tirata indietro accampando le scuse le più singolari. Per uscire dalle nebbie della propaganda i riformisti dovrebbero fare un passo altrettanto lineare, indicare come e dove il bisturi della politica dei risparmi deve intervenire per rendere il sistema più equo nei confronti delle nuove generazioni. Se questo passo, da Casini fino ai radicali, venisse fatto assieme, l'operazione ne guadagnerebbe in termini di efficacia e credibilità e rappresenterebbe uno stimolo all'azione del governo.

Non si tratta di partire dall'anno zero. Il dibattito sui miglioramenti da introdurre nella legge Dini è sufficientemente ricco per alimentare simulazioni e proposte che potrebbero essere condivise anche da qualificati esponenti del centrodestra. In parecchi, ad esempio, concordano sull'utilità di accelerare il passaggio di tutti i lavoratori dal vecchio sistema a ripartizione al nuovo centrato sul metodo contributivo. Così come c'è un consenso ampio sulla necessità di equiparare l'età di pensionamento delle donne ai 65 anni previsti per gli uomini per rendere omogeneo il sistema italiano con le norme europee. Sono disposti Letta e gli altri a uscire allo scoperto su entrambi questi punti che potrebbero liberare risorse stimate attorno a 1,5 miliardi l'anno?

Il governo in materia di pensioni è stato cauto e a più riprese ha sottolineato, con qualche ragione, il rischio di aumentare «lo stress sociale», di aggiungere al panico da recessione l'angoscia da pensioni. Andrebbero però valutate le opportunità. Presentarsi ai mercati avendo saputo tener ferma la barra della spesa ma anche avendo accresciuto la sostenibilità del welfare può rappresentare, in tempo di aste dei titoli pubblici, un vantaggio competitivo.


04 marzo 2009
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: I consigli dell'Ocse.

Messaggioda franz il 04/03/2009, 17:20

ranvit ha scritto:Parole e numeri ...
La motivazione economica che i politici citati avanzano è quantomeno lineare: risparmiare risorse sul fronte della spesa pensionistica per poterle investire nella difesa dei redditi di lavoratori e precari a rischio- lavoro.

Nulla di nuovo sotto il sole. Era già l'obiettivo chiaro delle risultanze della commissione Onofri (primo governo Prodi, 1997, 12 anni fa). Centinaia di pagine, tra numeri e parole.
L'articolo di Vico sembra dimenticare che la costante avversa che abbiamo visto in ogni caso, indipendententemente da chi fosse al governo è stata data dai sindacati.
Ma i sindacati non mancano di farsi subito sentire, anche se Vico non ne parla. "Inaccettabile"

Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58


Torna a Economia, Lavoro, Fiscalità, Previdenza

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti