Due commenti del Sole24Ore
1)
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti ... 0219.shtmlUn buon segnale da rafforzare
di Fabrizio Forquet 16 giugno 2012
Era quasi un anno fa quando il Sole 24 Ore lanciò il suo manifesto per la crescita. Si era nei giorni successivi alla manovra di Giulio Tremonti (la prima di una lunga stagione estiva) e questo giornale sostenne da subito che quegli interventi non sarebbero bastati ad evitare un nuovo attacco dei mercati, perché le misure di risanamento non erano strutturali, ma soprattutto perché mancava completamente la parte della crescita. Da quel momento cominciò un lungo calvario. Che ha portato ad altre manovre, ad oscillazioni dello spread da brivido, un cambio di governo, una serie di riforme (qualcuna buona, le pensioni, altre decisamente meno riuscite, come quella del lavoro), ma sulla crescita poco o nulla.
I decreti di ieri sono il segnale di una svolta? Sarebbe ingenuo pensarlo. La bomba del rilancio non c'è, ed è d'altra parte difficile immaginare che in natura oggi ne esista una. C'è però un ampio e organico complesso di interventi messo a punto, in particolare dal ministro Passera, con caparbietà e serietà.
Bene, sopra ogni cosa, l'estensione degli sgravi per le ristrutturazioni degli appartamenti. Ci sono probabilmente capitoli del decreto che attireranno di più l'attenzione dei commentatori, ma sono misure come questa a interessare una platea ampia di persone e di piccole imprese, dando dal basso quella spinta di cui oggi l'economia ha bisogno. C'è stato un lungo braccio di ferro tra lo Sviluppo e il Mef sulla copertura di questa norma, alla fine è fortunatamente prevalso il senso delle priorità e lo sconto fiscale a chi fa i lavori in casa è passato nella sua versione più robusta. Sarebbe miope se un malinteso senso del rigore ad ogni costo dovesse portare a modifiche in extremis sui tetti e sull'entità dello sgravio.
È proprio il capitolo infrastrutture quello più corposo. Il piano per le città era atteso da tempo. E anche i project bond, idea di tremontiana memoria, sono finalmente messi nelle condizioni di poter operare.
Ha subito purtroppo un sostanziale rinvio, invece, l'altro grande capitolo del progetto di decreto originario, quello del credito alla ricerca.
Se ne anticipa una piccola parte, sotto forma di bonus per le assunzioni, ma per gli sgravi sugli investimenti si dovrà aspettare la spending review. È un rinvio che non ci voleva, ma Passera ha assicurato che lo riproporrà in tempi brevissimi. È un impegno che non va disatteso.
È importante, intanto, che si sia scelto di anticipare, con un secondo decreto, proprio una parte dell'operazione di riduzione della spesa, partendo dal ministero dell'Economia e dalla presidenza del Consiglio. Il piano di dismissioni, che ha completato a sorpresa il pacchetto, andrà molto ampliato e sviluppato. Il Governo ha dato comunque il segnale di voler fare sul serio: sia per quanto riguarda gli immobili, e qui c'è davvero da sperare in una collaborazione responsabile da parte dei Comuni, sia sulle società e le aziende locali, il cui patrimonio comincia a convergere in Cassa depositi e prestiti.
Sull'implementazione di queste misure, in particolare, il Sole eserciterà una sorveglianza continua. Perché le risorse per ora coinvolte sono modeste. Le consideriamo un anticipo di un programma ben più ambizioso.
Il Governo, poi, si è impegnato a destinare parte di quelle risorse al pagamento dei debiti della pubblica amministrazione con le imprese. Bisognerà vigilare anche su questo. Perché le aziende non possono essere deluse ancora una volta.
Sul resto del provvedimento ci sarà modo di tornare. È negativo sicuramente che sia saltata l'estensione della possibilità di compensare l'Iva, così come ci si poteva aspettare di più sul fronte del sostegno all'export. Ma c'è in positivo la generalizzazione delle Srl semplificate, e anche la parte sulla giustizia civile è un passo nella giusta direzione.
Il Governo insomma ha battuto un colpo. Ha dimostrato, dopo un periodo di appannamento, di essere ancora vivo e in grado di adottare misure importanti. È il modo giusto di avvicinarsi ai vertici europei di fine mese, dai quali davvero dipenderanno le sorti dell'Italia. Tocca ora alle forze politiche dimostrare di saper fare la loro parte, migliorando e rafforzando queste misure in sede parlamentare.
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2)
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... 0636.shtmlConfindustria: misure utili, ok rapido
di Nicoletta Picchio 16 giugno 2012
ROMA - Il decreto approvato in consiglio dei ministri contiene «provvedimenti utili alla crescita». Dopo averlo aspettato e sollecitato, da Confindustria arriva un giudizio sostanzialmente positivo sulle decisioni del governo per reagire alla recessione. Ed auspica che l'iter di approvazione sia «rapido» e diventi occasione di confronto con le parti sociali «sulle priorità per la competitività del sistema economico». Bisogna comunque andare avanti, prendendo «a breve» altre misure «attese e fondamentali per la crescita», come il credito d'imposta per la ricerca e l'elevazione del tetto per le compensazioni fra crediti e debiti fiscali.
La Confederazione degli industriali ha messo nero su bianco ieri sera un comunicato, dopo aver analizzato il testo del provvedimento uscito dal consiglio dei ministri. A piacere agli imprenditori sono in particolare le misure in materia di infrastrutture, di project bonds, di efficienza energetica e riqualificazione degli edifici. Strumenti che dovrebbero avere l'effetto di rilanciare l'edilizia, un fattore su cui il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nei giorni scorsi si è spesso soffermato, sottolineando un calo del 30% del mercato. Sono «rilevanti», secondo la nota di Confindustria, anche le misure per un migliore sfruttamento delle risorse energetiche nazionali.
Novità che ieri sono state apprezzate anche dall'Ance, l'associazione dei costruttori edili: «Sono un percorso virtuoso, un segnale concreto di svolta per la crescita e il sostegno non solo del settore delle costruzioni ma di tutta l'economia», ha detto il presidente, Paolo Buzzetti, soffermandosi sul piano città. Nella nota di Confindustria si allarga il raggio anche all'apprezzamento delle misure in materia di finanza d'impresa, «soprattutto negli aspetti che riguardano la gestione delle crisi e le procedure di semplificazione, oltre che della srl semplificata». Va nella strada giusta anche l'istituzione dell'Agenzia per l'Italia Digitale, «un passaggio cruciale» per realizzare gli obiettivi Ue sullo sviluppo digitale e per la competitività di tutto il paese. «Importanti» anche gli interventi per ridurre i tempi della giustizia civile.
Ma Confindustria sollecita che «a breve» siano prese altre misure: il credito d'imposta per la ricerca, che «rappresenta uno strumento essenziale per lo sviluppo e la competitività delle imprese», l'elevazione del tetto per le compensazioni tra crediti e debiti fiscali. Non solo: secondo Confindustria è fondamentale che le misure per l'internazionalizzazione abbiano risorse certe, stabili nel tempo e accessibili da parte dei soggetti che operano sul territorio, a sostegno delle imprese. «A questo fine - continua la nota - va vista positivamente la decisione di valorizzare e dismettere il patrimonio pubblico». Anche da parte di Rete Imprese Italia (commercianti e artigiani) il decreto è «un primo passo nella direzione giusta», però servono «tempi e risorse certe» e anche «nuovi interventi per ridurre la pressione fiscale e sostenere gli investimenti, per dare un segnale di fiducia in questa fase di recessione e incertezze internazionali».
L'Italia si deve muovere, ma anche l'Europa deve fare la propria parte. Domenica, con le elezioni in Grecia, sarà una giornata determinante per il futuro dell'euro: «Mi auguro che arrivi il segnale che Atene voglia rimanere nella Ue e che dal summit del 28 giugno dai governanti europei arrivi un messaggio forte verso un'Europa più integrata, più coesa, contro la speculazione finanziaria», aveva detto in mattinata Squinzi, parlando all'Assobeton, l'associazione nazionale delle industrie e manufatti cementizi. «In questo momento - ha aggiunto il presidente di Confindustria - la speculazione finanziaria è incontenibile in mancanza di segnali politici forti. Dobbiamo fare un salto di qualità e diventare gli Stati Uniti d'Europa. L'unico modo per andare oltre». Tanto più che l'Italia rischia di essere l'obiettivo principale.
Sono anni «cruciali per la nostra sopravvivenza e il rilancio dell'economia», ha continuato Squinzi, convinto che avrà quattro anni, da presidente di Confindustria, più difficili di Emma Marcegaglia. Tra le questioni sul tavolo, il credito, ma no a conflitti con le banche: «C'è un ottimo rapporto quotidiano tra banche e imprese, hanno gli stessi obiettivi. Non sono d'accordo nel portare le banche in Confindustria, ma dobbiamo collaborare». Fine ultimo creare occupazione: «Difendere i livelli di occupazione non è semplice. È sotto gli occhi di tutti la drastica riduzione dei consumi interni».
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.