http://www.repubblica.it/2008/08/sezion ... lloni.htmlIl dato fornito dal ministero della Funzione pubblica
"Equivale a 25 mila persone in più al lavoro"E gli statali non si ammalano più
Crollo del 37,1% delle assenzeIl ministro Brunetta: "Un dato straordinario. In tre anni azzerato
il divario tra i tassi di assentesimo nel pubblico e nel privato"
di CLAUDIA FUSANI
ROMA - Un crollo verticale del 37,1 per cento. Di malati e di relative assenze nell'unico settore del pubblico impiego. Diventiamo un paese più efficiente. E anche più sano, dove le persone, nella fattispecie i dipendenti pubblici, si ammalano meno.
E' il risultato del monitoraggio ordinato dal ministro per la Funzione Pubblica Renato Brunetta, "il miglior antidoto contro i fannulloni" come lo ha ribattezzato ieri il sottosegretario Gianni Letta, per misurare l'effetto reale del primo mese di vita del decreto anti-assenze.
"Risultati sorprendenti" roteava ieri gli occhi il ministro pregustando il dato diventato ufficiale oggi che fotografa le presenze negli uffici nel luglio 2008 rispetto al luglio 2007. Dati che secondo il dicastero si traducono in 25 mila persone in più al lavoro e, quindi, "più servizi e maggiore qualità delle prestazioni".
La crociata contro i fannulloni è cominciata il pomeriggio dell'8 maggio, al Quirinale. Quel giorno, nel salone degli Specchi, il governo Berlusconi giurò fedeltà alla Costituzione e alla Repubblica e un secondo dopo Brunetta, mentre lasciava il salone, consegnò ai microfoni il suo piano per rendere efficiente l'amministrazione pubblica. E mettere sotto scacco i fannulloni.
Già l'effetto annuncio è stato micidiale e nel periodo maggio-giugno è stato registrato un calo del 15 per cento delle assenze per malattia rispetto all'anno scorso nel periodo maggio-giugno. Maggio - in neppure venti giorni - ha registrato un calo di assenze dell'11 per cento. A giugno la misurazione era schizzata al -20 per cento. Percentuali che tradotte in giorni di lavoro significavano 13.700 persone in più al lavoro nei due mesi, 250 mila invece che 212 mila.
Il 25 giugno è entrato in vigore il decreto (appena convertito dal Parlamento) e il fatidico articolo 71, quello che regola il nuovo regime delle assenze per malattia in buona parte già anticipato da una ciroclare del ministro Brunetta. E quindi: taglio allo stipendio per ogni giorno di malattia, certificati obbligatori e non del medico curante "dopo il terzo evento di malattia nell'anno solare", obbligo della visita fiscale anche per un giorno solo di assenza e anche nei festivi. Titoloni sui giornali, servizi sui tg, del tipo "Potè più Brunetta della penicillina" e casi esemplari: Palazzo Vecchio ad esempio, sede del comune di Firenze, dove improvvisamente non ci sono state più assenze per malattia. Dimezzate, in un colpo solo. Per non parlare delle inchieste, denunce e pedinamenti alle uscite secondarie dei vari palazzi e uffici alla caccia di assenteisti e lavativi e pause caffè lunghe mattinata.
Nelle ultime settimane sono più di cento le denunce per truffa e peculato di impiegati pubblici assenti dal posto di lavoro mentre risultavano presenti grazie ai trucchi più banali come la duplicazione del badge di ingresso: 30 dipendenti del museo archeologico di Marsala, 27 della provincia di Agrigento, un intero reparto della Asl 1 di Napoli e poi assenteisti beccati in flagranza a Trani, Aosta, Messina, Caserta.
Le assenze per malattia sono le prime - anche perchè le più "facili" - a finire nel mirino del Torquemada-Brunetta. Quella presentata oggi è la prima misurazione reale ed effettiva: luglio 2008, a decreto in vigore, contro il luglio 2007 quando prendere un giorno di malattia per andare al mare era la norma, quasi la prassi.
Sono settanta le amministrazioni che hanno partecipato alla rilevazione fornendo i dati sulle presenze. Molti enti locali, comuni province e regioni ma anche enti previdenziali e di ricerca e ministeri.
Assenti giustificati dal monitoraggio ospedali, scuola e università. I risultati sono in effetti sorprendenti: se un anno fa erano circa venti le giornate non lavorate per motivi di malattia, quest'anno sono dieci. La metà esatta che significa 25 mila persone in più al lavoro.
Sarà solo l'effetto dei primi mesi? E poi gli assenteisti troveranno l'inganno una volta fatta la legge? Il ministro promette che "il monitoraggio sarà costante" e che "l'obiettivo è ridurre in tre anni il divario esistente tra i tassi di assenteismo del settore pubblico e quelli del settore privato". In fondo possiamo anche vederla così, che diventiamo un paese più sano, senza cedere al retropensiero maligno che l'amministrazione pubblica è zeppa di malati immaginari.
(7 agosto 2008)
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