Il Sito della Comunita' per L'Ulivo. Per tutto l'Ulivo.
Il Sito della Comunita' per L'Ulivo. Per tutto l'Ulivo.
Scrivici
Mail
Ricerca
Search

Segnala queste pagine
ad una amico
www.perlulivo.it

» Partecipa «
       
 
 
Dalle nostre mailing list.
"
Temi Caldi" le dicussioni chiave degli ultimi 15 giorni.
In questa sezione vengono periodicamente messi in evidenza alcuni dei messaggi piu' interessanti estratti dalle nostre mailing list.

I Temi ... precedenti.

17 Settembre 2001

leggi messaggio in archivio >>
archivio gargonza >>

In risposta ad questo precedente intervento:
>Allibisco, direbbe qualcuno. La politica e' armare qualcuno contro
>qualcun'altro, ritenuto in quel momento il minore dei mali: armare
>qualcuno per provocare centinaia di migliaia di morti. No, la politica non
>e' l'esercizio delle virtu', come ho sempre pensato: il bene comune,
>l'interesse generale non e' suo compito; ad essa spetta l'ingrata mansione
>di sporcarsi la mani in vista di interessi particolari, interessi di potenza.

Esattamente. La politica è risolvere i problemi che si hanno davanti, nella
direzione che è propria della propria impostazione e della propria linea,
con i mezzi che si hanno a disposizione. Come direbbe La Palisse, non con
quelli che a disposizione non si hanno. La politica è "sporcarsi le mani",
perché la vita è "sporcarsi le mani", e la politica non è altro che
l'aspetto pubblico e collettivo di quello che normalmente si chiama "vita".
Questo non significa difendere solo interessi "particolari", significa però
non trascurare gli interessi particolari perché è la loro composizione che
fa "l'interesse generale". E significa non avere l'ipocrisia di pensare che
quelli che tu pensi sono "interessi generali", mentre quelli degli altri
sono necessariamente "particolari".
Se uno detesta la guerra trovandola ripugnante, ma la pace è minacciata da
qualcuno in armi, la scelta politica consiste nel fargli la guerra cercando
di vincerla. La scelta *non politica* consiste nel farsela fare e perderla.
C'è tanta gente che nega la politica, che ritiene che si debba
"testimoniare" la propria verità, anziché agire per raggiungere un fine.
Tanto poi ci pensa la Provvidenza. Scelte rispettabili, che non condivido.
Ma quando questa attitudine viene trasferita in politica, quando la
politica diventa la ricerca "del bene", e non il perseguimento di obiettivi
possibili concordati all'interno di una miriade di compromessi (con i
propri alleati, con la storia, con la finitezza dei mezzi a disposizione,
con tanti "interessi particolari"), si casca a piedi pari nel
fondamentalismo. Parola che indica appunto l'assenza di mediazione tra "i
fondamenti" (morali, etici, religiosi, ecc.) e l'azione politica, per cui -
ad esempio - la legge morale espressa nel Corano diventa legge dello Stato.
Non è un sinonimo di "cattiveria". E proprio per questo (non sei tu, ma
qualcuno l'ha da poco scritto in questa ML), dire che il sionismo è
fondamentalismo è una sciocchezza.

>La politica e' cinica, pragmatica: per realizzare i suoi fini e'
>legittimata a servirsi dei peggiori criminali, anche dei fondamentalisti,
>ne deduco. Ne deduco anche che per te il massacro di lunedi' e' un atto
>politico: "il banale, quotidiano ed umano aspetto dell'agire in funzione
>di un fine, di un fine possibile, concretamente possibile, in questa
>terra, qui ed ora". Mah.... Cordiali saluti. Marino.

Lasciamo perdere il pragmatismo, dimenticata filosofia isolana. Ma certo la
politica *è* prassi (la vita *è* prassi). E certo che quello è stato un
atto politico. Domanda a chi l'ha ordito. Nonostante provenga da forze
fondamentaliste, si proponeva un fine molto concreto e attuabile (che poi i

fini che ti proponi non vengano mai completamente raggiunti, è un altro
paio di maniche), non si limitava certo a proporre una testimonianza. O
almeno così certamente era nella testa dei mandanti. Che poi gli esecutori
fossero probabilmente convinti di battersi per un "fine ultimo" (cioè, non
politico), e quindi pensassero di "testimoniare" più che di agire, è
altrettanto probabile. Appunto per questo sono fondamentalisti (assai meno
i loro capi, che sono dei politici).
Ma come vedi, l'agire per testimoniare e perseguire il Bene, anziché
semplicemente perseguire quella parte di bene (e che tale è secondo le tue
vedute, non ce lo dimentichiamo) che è in quel momento possibile, porta
lutti e rovine. Osama Bin Laden, Saddam Hussein (e prima di loro,
Mussolini, Hitler, e in modo diverso anche Stalin) sono e erano
convintissimi di stare facendo il supremo bene dell'umanità. Sono convinti
che il mondo sarebbe pacificato, onesto, pulito, se non ci fosse qualcosa a
turbarlo. Siccome sono religiosi (e fondamentalisti), pensano che quello
che lo turba è il Maligno, il Peccato originale (concetti che non sono
monopolio del cristianesimo). E quando pensano a quale siano le
incarnazioni del Maligno nel mondo di oggi, pensano che astrattamente siano
il capitalismo, e concretamente gli Stati Uniti.
Guarda che sono cose vecchie come il cucco. Anche Hitler e Mussolini
sognavano un mondo pacificato, dove "il leone si corica con l'agnello". Se
non lo era, se questa buona "naturalezza" non la si riscontrava, era perché
c'era qualcosa che lo corrompeva. In linea astratta, il capitalismo (anche
per Hitler e Mussolini, come per i nostri fondamentalisti di oggi). In
linea concreta, per Hitler, il giudaismo internazionale, che ordiva le fila
del capitalismo finanziario e bancario, corrompendo l'altrimenti buono e
virtuoso mondo ariano.
Questi pensieri antisemiti non erano poi così assenti in Mussolini, salvo
il fatto che mentre in Germania (e nell'Europa continentale, specie in
Francia) esisteva un antisemitismo popolare - di per sé innocuo - su cui
far presa, in Italia non è mai esistito, e quindi il razzismo del fascismo
è saltato fuori solo quando lo ha imposto Hitler (a un Mussolini consenziente).
Ora, quando tu - per visione del mondo, perché sei matto, perché la storia
spinge in quel momento in quella direzione, ... - sei convinto che Dio (nel
caso dei fondamentalisti) o la Storia (nel caso di Hitler e Mussolini) ti
ha messo lì per compiere la tua missione di combattere il Male e far
trionfare il Bene, ecco che ti apparecchi a combattere la tua Armageddon.
Cosa vuoi che preoccupino, mille, diecimila, un milione, sei milioni o
cinquanta milioni di morti, quando devi combattere la battaglia finale per
il Bene e per il Male, per la salvezza dell'umanità? Non è nemmeno
strettamente necessario l'odio per ammazzare tutte queste persone.
Credi che gli attentatori-suicidi odiassero quelli che stavano portando con
loro alla morte? Se te li immagini come persone con la bava alla bocca,
sbagli di grosso. Hanno perfino permesso di fare l'ultima telefonata ai
propri cari, di tenersi in contatto con loro fino all'ultimo. Avranno anche

provato pena per questi poveri disgraziati spaventati, che essendo uomini
comuni e infedeli, avevano paura di morire. E avranno pensato, essendo
uomini pii, che si dovevano rispettare gli affetti familiari e l'umano
diritto di salutare per l'ultima volta i propri cari, e di avere da questi
conforto nel momento supremo.
Ma nonostante tutti questi buoni sentimenti, hanno fatto fuori diecimila
persone, in cifra tonda. Ma solo perché non sono riusciti a colpirne di
più, perché anche un milione sarebbe andato bene, forse anche meglio. E, se
ci riusciranno, ne ammazzeranno ancora altri. E queste sono solo le
conseguenze più apparenti - umane, non-politiche - del gesto che hanno
fatto. Altre di ben peggiori potrebbero esserci sul piano politico, e sono
certo che quest'ordine di conseguenze sta tra gli obiettivi che i capi, i
politici, si proponevano esplicitamente, che gli ammazzamenti siano un
mezzo, non un fine.
Ma non sono pazzi. Anche io e te faremmo lo stesso, se fossimo convinti che
questo è quello che serve alla suprema battaglia del Bene contro il Male.
La follia sta - semmai - in questo convincimento, non già nelle logiche
conseguenze che da questo derivano.
E allora stiamo attenti, stiamo attenti anche a noi stessi, perché ricadere
nel convincimento di essere dei puri, dei portatori del Bene, che hanno
come compito o dovere difendere il Bene e combattere il Male, è la cosa più
facile di questo mondo: è solo una catena di banalità che ti ci porta,
tant'è vero che è successo e continua a succedere,anche qui da noi. E' la
banalità dell'orrore che abbiamo già conosciuto più volte nella nostra
storia, anche recente.
E l'equazione tra male e capitalismo è sempre stata propria del pensiero
reazionario, non di quello di sinistra, men che meno di quello marxista e
rivoluzionario.

Cordialità
Lorenzo Seno



Le nostre mailing list
Temi Caldi ..
gargonza@perlulivo.it
effedi@perlulivo.it
riformando@perlulivo.it
innovazione@perlulivo.it

Supporto

ABC ...
Galateo Telematico
Uso della posta elettronica
 

Home |» Partecipa « |Le Radici dell'Ulivo| Scrivi | Ricerca