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questa sezione vengono periodicamente messi in evidenza alcuni dei
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11
Novembre 2001
[Gargonza]
L'Ulivo e la politica internazionale
Cari amici,
non e' la prima volta, dal 1996, che l'Ulivo e' confrontato con una grave
spaccatura a sinistra sui temi della politica interanzionale. Si tratta
di una anomalia, non riscontrabile
negli altri paesi europei, sia che siano a guida socialista,
sia socialdemocratica o del new labour. Una anomalia tutta
italiana che di fatto indebolisce l'Ulivo e lo rende poco credibile
come coalizione unita e compatta di fronte al Paese e di fronte
al mondo intero.
Nei 5 anni
in cui l'Ulivo ha governato, questo fatto si e' manifestato
piu' volte e quando la maggiornaza parlamentare ha dovuto predere
delle decisioni, si e' dovuto ricorrere al sostegno della opposizione.
Sbaglia,
a mio modo di vedere, chi pensa che la divisione sia
attorno al tema della pace. Questo e' solo il vessillo usato per
nascondere ben altro. Il corno del contendere e' l'appartenza
italiana all'area Atlantica, l'alleanza strategica con l'Occidente e
quindi con gli Stati Uniti d'America. Questo perche' non tutta la
sinistra dimostra di avere compreso ed assimilato quel discorso
di Enrico Berlinguer sulla sua preferenza Nato e Patto di Varsavia
e non tutta la sinistra ha ancora pienamente realizzato tutte le
conseguenze della caduta del muro di Berlino.
Non penso,
ovviamente, solo a Rifondazione Comunista, le cui
idee sono note da tempo e la coerenza pure. Mal di pancia e
altri dolori scuotono anche i Comunisti Italiani, Verdi ed una parte
anche dei DS. A ben vedere pero' i problemi non riguardano
solo i temi della politica estera italiana nei confronti dei conflitti
in cui lItalia interviene a fianco degli alti paesi Europei e dell'America.
Su un altro tema fondamentale, come il welfare, ci sono nette
differenze di vedute nell'Ulivo. Si va dalla difesa ad oltranza delle
pensioni di anzianita' e del welfare cosi' com'e, alle proposte di
riforma di Onofri, tanto per fare un esempio. Il risultato di questo
confronto interno non produce tuttavia una sintesi, come avverrebbe
in un normale ambito dialettico. Produce una situazione di stallo.
Si procede
sulle cose su cui si trova un accordo totale e ci si
ferma dove tale accordo non c'e' (e non potrebbe esserci mai).
In sintesi ho l'impressione che su quei temi in cui quella parte
della sinistra non e' d'accordo, essa si metta di traverso in
tutti i modi.
Il risultato, 5 anni di governo dell'Ulivo, e' stato il
blocco della azione riformatrice (vedi Commissione Onofri),
la produzione di alcune riforme assai criticate (in primis scuola
e sanita') e la sconfitta elettorale alle Eupopee, alle Amministrative,
(Bologna) e poi alle Politiche.
Nel frattempo
osserviamo che questa sinistra "dolente" e' quella
che ha perso piu' voti di tutti (dal 20 al 40% del proprio elettorato)
e reclama che cio' e' avvenuto perche' non ha fatto (non e' stata fatta)
una politica sufficentemente di sinistra.
Anche ad
esaminare le discussioni di questa lista, ci si chiede
spesso, da entrambe le parti, cosa ci accomuni, a parte la
ostilita' al polo berlusconiano. Nasce quindi la necessita' di una
profonda riflessione sull'Ulivo, sulla sua credibilita' e sulle sue
componenti. Gia' in lista qualcuno ha ventilato ipotesi e fatto domande.
Possiamo avere, dentro una coalizione che vuole essere di governo,
una forza che e' antagonista e perennemente d'opposizione?
Sicuramente no ed e' per questo che RC e' fuori dall'Ulivo e non
ne ha mai fatto parte. Ma per altri partiti o settori di altri partiti,
i
cui mal di pancia avvengono su certi temi centrali, col rischio di
paralizzare l'azione di governo o di rendere non credibile quella
di opposizione, cosa dobbiamo fare? Per me i casi sono due:
1) o si trova
una regola per cui all'interno dell'Ulivo si decide a
maggioranza e la minoranza si adegua senza fare clamore e
senza mettersi di traverso sulle cose che non condivide ed
interferire con le decisioni del Governo, se e quando ci
torneremo;
2) osi arriva ad una separazione della coalizione sulla base di un
diverso concetto unificante della coalizione stessa. Chi non e'
d'accordo e' inutile che stia in una coalizione o in un partito
mugugnando, mettendosi di traverso e lamentandosi che perde
voti. Se c'e' un dilemma, bisogna scegliere (non fare i Nene')
una volta per tutte. Capisco il travaglio (ci sono passato anche
io, che vengo da quelle parti politiche) ma ogni parto alla fine
deve dare alla luce un bambino, perche' altrimenti sono a rischio
madre e nascituro.
Da Genova,
per esempio, avanza questa ottima idea della
"Unità dei solidaristi". Ritengo che possa funzionare
solo se chi
si siede al quel tavolo lo fa mettendo come punto cardine solo la
solidarieta' e non altri temi. Perche' se poi questa "Unità
dei solidaristi"
dovesse rompersi al primo vento attorno a temi atlantici oppure attorno
ad un tema come quello delle pensioni di anzianita', saremmo ancora
da capo, in mezzo alla strada. Mi chiedo comunque se possa bastare
il tema della solidarieta' ad unire. Puo' bastare, forse, a livello locale.
A livello politico nazionale ed oltre, la solidarieta' e' sempre un grande
valore ma non l'unico. Occorre avere anche altri leganti. Nella politica
di un governo quella internazionale diventa, soprattutto il tempi di
globalizzazione, importantissima. Quando si imposta una politica
nazionale dei trasporti la solidarieta' non e' la funzione determinante
per ogni scelta. Per alcune si' ma non per tutte. Viviamo in una societa'
comlessa in cui per scegliere si ricorre ad analisi "multivariate",
non "monovariata".
Comunque
da Genova viene un segnale per la costruzione di un
nuovo quadro di valori di riferimento attorno a cui costruire alleanze
di governo, locali come nazionali e propongo che invece di discutere
su tanti temi bellici - dove predicatori stile TV USA ci fanno la morale
spiegandoci cosa e' (grossomodo) di sinistra o di destra, cosa e'
giusto e cosa e' sbagliato, cosa e' mostruoso e cosa e' becero e
vomitevole - propongo, dicevo, di discutere molto piu' sul piano
programmatico e propositivo, pensando in proiezione a cio' che
puo' e deve essere un Ulivo di governo alternativo alla Casa delle
Liberta' e credibile per il Paese.
Saluti,
Francesco Forti
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