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questa sezione vengono periodicamente messi in evidenza alcuni dei
messaggi piu' interessanti estratti dalle nostre mailing list.
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13
Febbraio 2002
Oggetto:
Bologna: laboratorio ulivista
Data:Wed, 13 Feb 2002 20:57:17 +0100
Avrete certamente
letto delle notizie provenienti da Bologna circa nuovi
e incoraggianti aspetti che l'Ulivo sta manifestando.
E' vero, col finire del vecchio anno già si era avuta una manifestazione
silenziosa davanti al Palazzo di Giustizia, nonché una lettera
aperta
pubblicata sulla stampa locale per protestare contro i provvedimenti che
il ministro della "Giustizia" voleva intraprendere contro il
giudice
Libero Mancuso (reo di aver esposto delle perplessità sulla possibilità
di accertamento della verità circa i fatti di genova).
Ma i partiti del centrosinistra, più che il silenzio, sembravano
voler
praticare ancora una volta anche il gioco dei ballon d'essai e dei veti
incrociati sui candidati per le elezioni comunali per Bologna (per la
primavera 2004). Perciò un gruppo di cittadini ha voluto dare la
sveglia: con un manifesto intitolato "6:30", di cui avrete certamente
letto nelle pagine nazionali dei quotidiani.
Ve lo trascrivo integralmente:
--------------------------------------------
6:30 LETTERA APERTA
Vogliamo che l'esito delle elezioni amministrative di Bologna nel 2004
sia diverso da quello del 1999.
Vogliamo che vinca una coalizione capace, dopo molti, troppi anni di
torpore politico e culturale, di rilanciare Bologna, non soltanto a
livello nazionale, ma anche a livello europeo e internazionale.
Vogliamo una coalizione che sappia "pensare il passato per realizzare
il
futuro".
Ci rivolgiamo, in particolare, ai sonnacchiosi partiti oggi
all'opposizione e ai loro gruppi dirigenti.
SVEGLIA !!!
Per vincere si deve in primo luogo definire, in tempi brevi, il metodo
per la scelta del candidato che dovrà rappresentare la coalizione.
Più precisamente auspichiamo che: al più tardi antro la
fine di aprile
di quest'anno i partiti, i circoli riformisti della società civile
e gli
eventuali gruppi di pressione auto-organizzati, insofferenti dello
status quo, concordino tra di loro e con la cittadinanza in modo
trasparente le modalità democratiche e tempi certi per la scelta
del
candidato.
Si stabilisca, una volta per tutte, che il candidato:
a. è anche il leader della coalizione e dunque parla sempre a nome
di
quest'ultima
b. deve impegnarsi a non abbandonare il ruolo di leader anche in caso
di
opposizione
c. deve esplicitare i criteri per la raccolta di fondi e obbligarsi a
renderne conto al termine della competizione elettorale
Si indichi ciò che il candidato non deve essere e ciò che
deve avere.
Non deve essere sordo verso le ragioni degli altri, deve avere la voglia
e la capacità di comprendere le severe ragioni della sconfitta
passata
come premessa per vincere la competizione futura, deve avere le capacità
di cogliere il nuovo.
Alcuni di noi hanno in mente un candidato o un suo identikit, altri no;
certo è che, oggi, non tutti abbiamo in mente lo stesso candidato.
Ma
tutti appoggeremo lealmente il candidato prescelto che diventerà
"il
nostro candidato".
Nessuno deve porre pregiudizialmente veti, ipoteche di schieramento e
necessità di alternanze.
Il nostro candidato può provenire dalla politica oppure no, può
essere
bolognese oppure no, in ogni caso deve conoscere i problemi della città.
Soprattutto deve essere un buon camminatore: alla candidatura per
Palazzo d'Accursio deve arrivarci a piedi, attraversando tutti i
quartieri, non in paracadute.
Vorremmo che tutti coloro che desiderano candidarsi lo affermassero
esplicitamente in pubblico: chi non ha il coraggio di esporsi
pubblicamente non può essere un candidato.
Siamo riusciti a perdere le elezioni del 1999.
Sarà difficile vincere quelle del 2004.
Temiamo che, senza scelte tempestive, chiare, coraggiose, capaci di
coinvolgere l'elettorato, si perda di nuovo, con gravi conseguenze non
solo per la città.
C'è poco tempo, è come se le elezioni fossero domani.
Bisogna alzarsi presto: per ciò la nostra lettera si intitola "6:30".
ATTENDIAMO UNA RISPOSTA
Bologna, 28 gennaio 2002.
--------------------------------------------
D'altra parte un altro gruppo di cittadini ha promosso una assemblea
pubblica (il prossimo 19 febbraio); un altro gruppo, spronato anche dal
successo della manifestazione fiorentina del 24 gennaio, si è proposto
di organizzare una manifestazione di protesta contro il Governo per il
prossimo 20 febbraio, nonché di partecipare alla manifestazione
di
milano del 23 febbraio.
Nel turbine di queste proposte e iniziative, è arrivato un invito
a
tutti i vari gruppi auto-organizzati di dar vita ad un coordinamento,
indicendo un incontro per il 18 febbraio.
Sembra che la storia di questa città si sia rimessa in moto, perché
questa è una storia di questa città e non dei suoi protagonisti.
L'attacco al sistema dei partiti è così cominciato? (a partire
da quelli
del centrosinistra)
Difficile negarlo. Sono troppi quelli che per via della delega che i
partiti di sinistra si sono accaparrati, si sono visti le indecenti
performances dei vari capi e capetti, i veti, i tira e molla, e tutto
quello che si può rimirare a livello nazionale, si sono visti deprivati
di far sentire la loro voce a favore di sedicenti professionisti.
C'è bisogno di far ripartire la democrazia in italia, ed anche
nel
centrosinistra.
Io credo che si vinceranno le prossime elezioni a Bologna. Gran parte
degli elettori di sinistra che non andarono alle urne nel '99
difficilmente vorranno dare un'altra chance alla destra a Bologna: per
il pochissimo che ha fatto bene, per ciò che ha fatto male e per
il
molto che non ha fatto. Sia che candidino Guazzaloca o altri.
Ma la vera sfida è che la società civile (quella che vuol
far politica,
e cerca anche il confronto coi partiti) prenda piede, riesca ad imporre
regole di trasparenza, metodi e contenuti.
La lettera aperta di "6:30" è un buon inizio?
Alcuni segnali sono contraddittori.
Da una parte i segretari dei partiti (DS e Margherita) hanno dichiarato
di essere pronti al dialogo, anche se si sottolinea che se l'obiettivo
fossero le primarie sarebbe meglio pensare ad altro (cosa che
personamente condivido, visto che a Bologna le primarie sono state
fatte -e neanche male- ma poi non si è riusciti a far venir meno
il peso
dei partiti in lizza e si è stati ugulmente sconfitti), e dall'altra
Gianfranco Pasquino ha ritenuto di dover bacchettare, con un articolo
apparso sulla pagina locale di repubblica, le priorità indicate
nella
lettera aperta (che ha peraltro sottoscritto): è inutile stare
a
discettare di metodi, ci volgiono i nomi -innanzitutto-, ha sostenuto.
Se il documento delle 6:30 è stato un lanciare la palla nel campo
dei
partiti, la proposta di Pasquino cerca di farla ritornare in quello
della politica dei professionisti.
Sono forti le proposte di metodo della lettera apertà? A quali
condizioni sono realizzabili?
Per esser più precisi:
- se qualcuno è a capo di una coalizione, ci dovrà essere
anche un forte
legame nella coalizione perché il suo capo non debba esercitare
la sua
forza (e se nella coalizione coabitano sia i partiti che gli
auto-organizzati è possibile una forte coesione?)
- se la sveglia avesse per obiettivo la campagna elettorale, forse
potrebbe anche esser stata data con troppo anticipo. Infatti, se la
campagna elettorale dovesse protrarsi per così tanto tempo sarebbe
anche
difficile dare conto di *quali* sono i fondi spesi per tale campagna e
non solo come sono stati reperiti (basti pensare che per legge il
candidato sindaco deve dar conto solo delle spese che ha sostenuto -e
non dei fondi che ha utilizzato, né di come li ha reperiti- per
la sua
campagna e non anche per quelli delle liste che concorrono per il
consiglio, e non mi sembra che gli autori della lettera ritengano tale
sistema soddisfacente)
- se la sveglia fosse stata data invece soprattutto alla società
civile,
potrebbe anche essere il caso di assistere ad un primo rinnovamento del
fare politica (per rimanere al tema dei fondi, per farsi garanti anche
del come sono stati reperiti, di quali associazioni abbiano finanziato
non solo il candidato sindaco, ma anche i partiti e i candidati,
pubblicando magari un bollettino: tutto ciò sarbbe anche costoso,
va
ammesso, ma non più del fatto del mettere la trasparenza innanzi
ai
nomi)
Saluti,
Duilio Carli.
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