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25 Marzo 2002

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Oggetto:[Gargonza] la societa' del circo massimo e il governo berlusca
Data:Mon, 25 Mar 2002 20:40:47 +0100

QUAL'E' IL RAPPORTO TRA POLITICA E SOCIETA'?

Se la politica esprimesse una rappresentanza perfetta della societa' non
ci sarebbe nessuna autonomia del sociale rispetto al politico. Cioe' non
ce ne sarebbe bisogno.
Ma i meccanismi di rappresentanza sono ben lungi dall'esser perfetti.
Nel solco tracciato da questa imperfezione si muove l'autonomia del
sociale rispetto al politico.
Non solo su base di fatto, ma anche di diritto. La politica e' sempre
stata ben consapevole di questa sua insufficienza e ha saputo
regolamentare i momenti - inevitabili - di autonomia: le manifestazioni
sono 'autorizzate'; gli scioperi sono 'regolamentati dalla legge'.
Che bisogno ci sarebbe di manifestazioni e di scioperi se i governi
legittimamente eletti rappresentasseroperfettamente la societa' che li
esprime?
E' vero c'e' una maggioranza e una opposizione. Ma, appunto,
l'opposizione dovrebbe rappresentare le istanze minoritarie della
societa' nell'arena politica. Perche' accompagnare questa battaglia
istituzionale con forme di lotta sociali?
Perche' i mezzi di espressione della rappresentanza producono uno
scarto. E questo scarto puo' essere maggiore o minore. Non solo, la
maggioranza, costituendosi come governo, passa dall'essere espressione
di una parte all'assunzione di uno statuto istituzionale che fa si' che
questa parte possa essere dirigente dell'insieme, ma, appunto,
dell'insieme, in modo tale che questo suo statuto deve necessariamente
implicare una sua trasformazione: da parte a parte trainante del tutto.
Qui le possibili divaricazioni dello scarto diventano flessibili,
elastiche, dipendenti dal comportamento politico soggettivo della parte
che diventa governo: quando la disponibilita' della maggioranza ad
interpretare i bisogni di sopravvivenza della minoranza si restringono,
l'autonomia della societa' aumenta e viceversa.
Il momento che stiamo vivendo e' indubbiamente assai rappresentativo del
primo caso. I tre milioni del circo massimo esprimono esattamente questa
situazione.
Sull'autobus del ritorno c'e' stanchezza e soddisfazione. Soddisfazione
per la riuscita al di sopra di ogni aspettativa. Anche un lieve sollievo
per il timore inconfessato di eventuali provocazioni non avvenute. Ma
c'e' anche una preoccupazione: una riuscita cosi' grande merita un
risultato. Che succede se alla manifestazione non fa seguito niente sul
piano politico?
L'intervento di Pezzotta non e' proprio incoraggiante, quello di
Angeletti leggermente sospensivo. Quello del governo assolutamente
sconsolante.
Il governo ha detto che fara' finta di niente: problemi interni alla
sinistra.
Che succede se il governo va avanti per la sua strada?
Noi tireremo avanti per la nostra. Non possiamo fare altro. Come andare
avanti?
Ci sono altre manifestazioni e lo sciopero generale.
Come leggere la situazione?
Se il governo decide di dirigere il paese mantenendosi governo di parte,
l'autonomia del socialediventa ampia, la battaglia da istituzionale
diventera' sempre piu' sociale. Il politico, la parte politica che
rappresenta l'opposizione, avra' meno spazio, non tanto per
insufficienze soggettive dei nostri rappresentanti politici, quanto
perche' la linea governitiva, oggettivamente, toglie spazio alla
possibile battaglia istituzionale, aggirandola, ignorandola,
schiacciandola. Il ricorso alla battaglia sociale e' quindi inevitabile.
Ma puo' servire una battaglia sociale se il governo e' sordo ad ogni
espressione?
Naturalmente si'.
Qual e' la differenza fra battaglia politica e battaglia sociale?
La battaglia politica si svolge all'interno del terreno della
rappresentanza, cioe' del simbolo di cio' che e' rappresentato, e
poiche' il politico esprime il sociale, la battaglia politica e' simbolo
della battaglia sociale.
Che differenza c'e' fra una battaglia fra simboli e una battaglia fra
cio' che e' simboleggiato?
L'incongruenza o la minor congruenza.
La scuola e' la simulazione delle situazioni reali. Proprio perche' le
situazioni reali sono simulate, la scuola e' il luogo dove l'errore e'
possibile. Sbagliare un calcolo geometrico nella realta' significa far
crollare un palazzo e pagarne le conseguenze, sbagliare un calcolo
geometrico a scuola vuol dire prendere un brutto voto, il simbolo del
giudizio d'errore.
Le sconfitte nel campo politico si traducono in giudizi sociali, in
dissenso , e le vittorie in consenso.
Ma nel campo sociale il simbolo non funziona piu', la battaglia sociale
intacca immediatamente il meccanismo sociale. Maggioranza e opposizione
rappresentano segmenti della societa' che, nella societa' sono uniti,
lavorano come un insieme. Se una parte di questo insieme vuol
preponderare sull'altra e lo vuol fare in modo insopportabile agendo sul
politico, la palla ritorna al sociale e la parte vittimizzata reagisce
direttamente a livello sociale, cessa di far funzionare l'insieme di cui
e' parte, intacca il meccanismo.
A questo livello le forze che si contrappongono sono diverse
qualitativamente da quelle che si contrappongono a livello politico e
l'esito dello scontro e' tutto da vedere.
A che serve uno scontro sociale se non c'e' un ricevimento al livello
del politico?
A cambiare la natura dello scontro e a misurare se la rappresentanza
politica ha la stessa forza nel campo dicio' che rappresenta, la
societa'.
La scommessa e' tutta qui. Ovviamente tre milioni di persone pensano che
la maggiornaza politica di questo governo non abbia una stessa forza
sociale. Lo vedremo nel tempo. E' la nostra scommessa.
Un saluto

claudio balducci




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