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20 Gennaio 2002

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archivio gargonza >>

Oggetto: [Gargonza] Divergenze a sinistra e convergenze solidariste.

Nel 1994 il berluscraxismo, facendo fronte comune, ha vinto le elezioni
politiche contro il fronte di (centro)sinistra, frammentato. I numeri
dicono che avrebbe vinto anche senza quella frammentazione.

Un anno dopo il (centro)sinistra si è insediato al governo, grazie
all'uscita della Lega dalla maggioranza berluscraxiana, ma senza la
legittimazione piena del voto.

Nel 1996 il (centro)sinistra unito, formalizzato come Ulivo, ha vinto le
elezioni contro il fronte berluscraxiano frammentato. I dati numerici
dicono che se già allora la Lega fosse rientrata nella Casa di
Berlusconi, anche nel '96 il risultato sarebbe stato lo stesso del 1994.

Nel 2001, nonostante cinque anni + uno di governo, il (centro)sinistra
compattato ha perso le elezioni contro la Casa di Berlusconi
compattata. Nel frattempo, si è registrato un cosistente flusso di voti
nella direzione da sinistra verso destra. In particolare, il salasso
più forte è stato per il Ds, i cui voti in gran parte si sono fermati
nel cosiddetto centro (la Margherita), ma una parte non trascurabile
è andata decisamente a destra.

Conclusioni galileiane (nel senso della verifica sperimentale già
eseguita più volte):
1) il contenitore politico nel quale la sinistra italiana si è
alloggiata durante gli anni '90, cioè il (centro)sinistra, è minoritario
nel corpo elettorale bipolarizzato;
2) gli elettori di sinistra deideologizzati si muovono sempre più verso
aree politiche non di sinistra.

Strategie induttive (da verificare), per portare la sinistra al governo
con metodo democratico:
A) la sinistra modifica la sua identità, attenuando le rigidità
tradizionali e le preclusioni verso destra, per potere dare
rappresentanza anche a nuove istanze sociali;
B) la sinistra si arrocca nella sua identità storica e rifiuta ogni
"contaminazione" nella concreta azione politica.

E' evidente che le due strategie sono fra loro alternative e che,
inoltre, ciascuna delle due deve trovare una motivazione
politico-sociale, oltre che numerica.
Nel primo caso, la motivazione è un riconoscimento di valore
(in termini di interessi economici e di valori ideali), al fatto
che gli elettori di sinistra si allontanano dalla sinistra storica.
Nel secondo caso, un tale riconoscimento viene rifiutato e anzi
disprezzato: quegli elettori sono traditori e figli di buona donna!
Tutto il resto, mi sembra che rischi di condurre a polemiche
sterili, quando non addirittura personali.

Aggiungo che, secondo me, si può perseguire una terza strategia:
C) la sinistra ribadisce la sua identità storica, ma si allea con aree
non di sinistra, in un contenitore di cui il (centro)sinistra è solo una
parte.
Questa strategia la stiamo perseguendo a Genova con il progetto
"Unità dei solidaristi". Le motivazioni socio-politiche su cui si
fonda il progetto le ho scritte più volte, come pure l'elemento
unficante che è il solidarismo (nel senso antitetico al privatismo).

Cordialità.
Genova, 20/1/2002. Umberto Candito (umberto.candito@llibero.it)



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