Tesi n° 85
Sanità e
federalismo: un nuovo modello di servizio per la salute
Lo Stato è garante del diritto del cittadino alla tutela della salute, ma rinuncia ad
essere gestore esclusivo dei servizi sanitari.Il settore pubblico accredita, regola, correla le risorse
pubbliche ai livelli assistenziali uniformi da garantire a tutti i cittadini ma, una volta
fissato il principio della libertà del cittadino nell'accesso ai servizi, crea le
condizioni per la pluralità e il pluralismo fra i soggetti erogatori che possono essere
pubblici, privati e privati sociali. Il pubblico (Stato e Regioni) non "vende" i
propri ospedali e le proprie strutture, ma le "aziendalizza" (cioè le dota di
autonomia organizzativa, giuridica e gestionale) e le pone nel "mercato" così
stimolato e regolamentato, quali strumenti fra gli altri, per garantire il diritto alla
salute dei cittadini.
Anche se le Aziende Sanitarie e
Ospedaliere sono state istituite ed operano ormai su tutto il territorio nazionale questo
sistema non è ancora compiutamente costruito: occorre perseguire i vantaggi positivi che
questo sistema può dare.
Per evitare il rischio che la gestione
diventi guidata da soli criteri economici bisogna distinguere sempre di più i ruoli di
indirizzo e di gestione, comprendendo però che l'Azienda, in sanità, produce non
profitto ma salute, e che efficacia e managerialità devono sposarsi con la visione
qualitativa di ciò che si produce per mantenere in salute i cittadini, migliorando anche
la capacità di "lettura" dei problemi sanitari reali della popolazione.
Nell'ambito dell'organizzazione
federalista, le Regioni devono poter esercitare tutti i poteri in materia di assistenza
sanitaria, tranne i progetti nazionali salute, le relazioni internazionali, le funzioni di
riequilibrio solidaristico economico-finanziarie, i piani poliennali di sviluppo e
investimento sanitario che rimangono allo Stato.
Per il sistema sanitario a livello
regionale è prevista, per le prestazioni essenziali alla tutela della salute, l'autonomia
impositiva della Regione e lo sviluppo di forme di mutualità integrativa. Le Regioni
potranno ampliare i servizi forniti ai cittadini, garantendo comunque i servizi
essenziali. Alle Regioni deve essere data la possibilità di fissare livelli di assistenza
superiori a quelli essenziali previsti a livello nazionale. I Sindaci e le Conferenze dei
Sindaci, assumono un valore fondamentale dal punto di vista di essere veri e propri
codecisori delle scelte di indirizzo sanitario, degli obiettivi salute da raggiungere e di
controllo sul territorio, della rispondenza alla domanda dei cittadini.
Le Regioni e il sistema delle Autonomie
locali devono ottenere, all'interno della più generale riforma fiscale, la piena
responsabilità sull'acquisizione e la distribuzione delle risorse per la sanità, sulla
loro migliore allocazione e distribuzione, nonché l'individuazione di strumenti e criteri
equi di compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini, anche attraverso nuove
sperimentazioni gestionali. |