THEO WAIGEL, ministro delle finanze tedesco: ''nonostante
sia un paese fondatore della Comunita' europea l'Italia non
potra' aderire fin dall'inizio alla moneta unica''.
20 settembre 1995
JOSE' MARIA AZNAR, primo ministro spagnolo: ''Prodi
voleva che Spagna e Italia marciassero mano nella mano verso
Maastricht, io pero' non sono interessato a stare mano nella
mano e gli ho detto che noi saremo pronti alla partenza''.
30 settembre 1996
FINANCIAL TIMES: ''ingresso ritardato per l'Italia,
con un compromesso salvafaccia per far si' che gli italiani
siano abbastanza a loro agio per dire che sono piu' o meno dentro''.
5 febbraio 1997.
EL PAIS: ''e' il momento della congiura contro Italia
e Spagna, perche' sono falliti i tentativi di attacco frontale:
quello del ministro delle finanze olandese Zalm, che ha proposto
un'unione monetaria ridotta a pochi paesi; quello dei banchieri
tedeschi che a Davos hanno fatto a pezzi il 'Club Med'; quello
dell'ingresso ritardato di un anno proposto a Italia e Spagna
attraverso le pagine del Financial Times''.
7 aprile 1997
FINANCIAL TIMES: ''il governo italiano ha messo a segno
dall'inizio dell'anno una serie di incredibili e eccezionali
successi economici, spianando la strada all'entrata del paese
nella moneta unica fin dall'inizio''.
10 dicembre 1997
GERRIT ZALM, ministro delle Finanze olandese: ''mi dimetto
se l'Olanda da' il via libera all'ingresso dell'Italia nella
moneta unica fin dall'inizio''.
13 gennaio 1998
HANS TIETMEYER, presidente della Bundesbank: ''i paesi
che hanno un debito pubblico superiore al pil sono compromessi,
11 giocatori possono fare una buona squadra di calcio, ma in
altre discipline ci sono squadre di successo piu' piccole''.
17 gennaio 1998
JENS DALLMEYER, analista dell'Uficio studi della Deutsche
Bank: ''La nostra valutazione continua ad essere che l'Italia
ci sara'. Se si fosse voluto tenerla fuori le resistenze sarebbero
state formulate ben prima. Gli ultimi contraddittori messaggi
imbastititi dai media attorno all'Olanda e la Bundesbank non
rappresentano alcun tentativo di escludere l'Italia''.
22 gennaio 1998.
WAIGEL: ''la riduzione del deficit pubblico italiano
e' stata grandiosa, ma adesso tutti, sia la Germania che l'Italia,
devono dimostrarne la sostenibilita'''.
5 febbraio 1998.
DE SILGUY, commissario europeo: ''Gli italiani hanno
fatto sforzi considerevoli da qualche tempo a questa parte e
soprattutto nel '97. Ma non sono in grado di dire chi sara'
dentro o fuori dell'euro. Bisognera' vedere se gli sforzi compiuti
sono sostenibili e durevoli nel tempo''.
26 febbraio 1998.
RUDY DORNBUSCH, il guru del MIT: ''Con i suoi risultati
l'Italia e' la prima della classe... e questo ha certamente
sorpreso molti fra i critici del vostro paese''.
1 marzo 1998.
JOSE' ALZOLA, economista della Salomon Brothers: ''Il
calo dei tassi di interesse, anche grazie all'ancoraggio dell'Italia
ai livelli comuni dei paesi della prima tornata dell'Ume - ha
poi aggiunto Alzola - dovrebbe comunque avere, come effetto
di lungo termine, la riduzione del pagamento degli interessi
sul debito, che e' una grande componente della spesa totale''
3 marzo 1998.
RICHARD WOODWORTH, analista specializzato sulle economie
europee della Merrill Lynch: ''il livello del 2,7 per cento
e' un buon numero, meglio di quanto ci si aspettasse l'anno
scorso ed e' certamente un passo avanti significativo per la
causa dell'Italia nell'ingresso della moneta unica europea''
3 marzo 1998.
ROBERTO PINZA, sottosegretario al tesoro: ''L'inflazione
e' comunque molto bassa, inferiore al 2 per cento e quelli di
febbraio sono dati che solo un anno fa sarebbero sembrati impensabili.
Il Paese e' deinflazionato, ha un avanzo primario molto alto,
i tassi d'interesse potranno ulteriormente ridursi nel '98,
il costo delle materie prime non cresce e quindi non ho nessun
timore inflazionistico, anche perche' l'analisi dettagliata
dell'aumento dell'inflazione (l'1.8 % in febbraio) rivela un'alta
incidenza di generi e servizi particolari, ed e' solo questione
di decimali''
6 marzo 1998.
KLAUS-DIETER KUEHBACHER, membro del consiglio centrale
della Bundesbank ''Del primo gruppo fara' parte anche l'Italia.
Sara' quindi necessario che i tassi a breve attualmente praticati
in Italia, Spagna, Portogallo e Irlanda, tutti superiori a quel
livello, ''scendano drasticamente'' per evitare uno shock il
primo gennaio '99, quando dovranno armonizzarsi in tutta l'Europa.
Per l'Italia, in particolare, i tassi a tre mesi sono attualmente
piu' di 2 punti percentuali piu' elevati di quelli tedeschi.
Tassi al livello del 3% vengono attualmente praticati in Germania,
Francia e Olanda e ''non si vede come questi paesi possano accettare
di vederli salire''. Anzi, per quanto riguarda la Germania,
''esistono gia' ora le condizioni per una loro riduzione''.
''Il governo tedesco e' favorevole ad includere l'Italia sin
dall'inizio nell'euro. Gli scettici, semmai, erano i banchieri
che non si fidavano della capacita' di tenuta del governo. ''
9 marzo 1998.
GERRIT ZALM, ministro olandese delle Finanze, finora
irriducibile capofila degli ''italo-scettici'', rimasto isolato
quando anche la Germania ha lasciato cadere il veto sull'Italia
nella moneta unica:
''E' una giornata di soddisfazione; sulla base dei conti del
1997 si potevano avere molti dubbi sulla sostenibilita' del
risanamento italiano. Ma Ciampi ci ha esposto un piano fino
al 2001, che ha l'appoggio del Parlamento. Questo e' un punto
cruciale, perche' vuol dire che il risanamento sara' proseguito
anche nei prossimi anni. Da qui al 2001 ci sara' un ulteriore
abbattimento del deficit e un'accelerazione nella riduzione
del debito pubblico.
11 marzo 1998.
PHILIPPE MAYSTADT, ministro Belga, riferendosi alle
voci circolate negli ambienti piu' intransigenti dell'Istituto
monetario europeo (Ime), secondo cui i Paesi ad alto indebitamento
come Italia e Belgio devono impegnarsi a ricondurre nell'arco
di dieci anni il debito entro il valore di riferimento del 60%
del Pil indicato dal trattato di Maastricht:
''Nel trattato non c'e' alcun riferimento ad un orizzonte temporale
di dieci anni.''
13 marzo 1998.
DOMINIQUE STRAUSS-KAHN, ministro francese, sempre sui
tempi del rientro del debito pubblico: ''Non si puo' imporre
una scadenza temporale''
14 marzo 1998.
PADOA SCHIOPPA, presidente della Consob, ''La fase di
''indisciplina economica'' dell'italia e' sostanzialmente alle
spalle e anche dopo l'esame di ammissione all'Euro il nostro
paese continuera' ad essere ''uno studente diligente''.
''Non condivido l'idea che passata la data di esame passera'
per l'Italia anche la fase di diligenza. Sono stati i mercati
sostanzialmente ad imporre i criteri di Maastricht e senza la
globalizzazione credo che non ci sarebbe stata la convergenza
dell'Italia verso i parametri''.
''La follia macro-economica dell'Italia e' stata un episodio
che e' sostanzialmente coinciso con un ventennio di vita del
paese ma e' soltanto un episodio.''
17 marzo 1998.
MASSIMO PONZELLIN, vicepresidente della Bei "La borsa
italiana ha oggi una capitalizzazione pari al 21% del Pil contro
il 130% di Londra. Occorrono incentivi alla quotazione e nuovi
strumenti finanziari che amplino il novero delle azioni appetibili
e liquide perche' i capitali stranieri vanno dove sono presenti
mercati azionari adeguati''.
17 marzo 1998.
GIULIANO AMATO, ex presidente dell'Antitrust ''l'Euro
e la partecipazione dell'Italia hanno in se un cospicuo dividendo
rappresentato dalla maggiore stabilita' finanziaria e monetaria.
Questo e' un fatto positivo che contribuira' ad attrarre capitali
stranieri, ma restano delle carenze sotto il profilo della ''leggibilita'
e trasparenza dei bilanci societari.
17 marzo 1998.
THEO WAIGEL - il responsabile delle Finanze di Bonn,
ha chiesto ai partner Ue un ultimo sforzo, palesemente inteso
a tranquillizzare l'elettorato tedesco, recalcitrante verso
l'euro (soprattutto verso l'euro a undici, cioe' con l'Italia
dentro) in vista del voto di settembre.
"Il 2 maggio, quando i Quindici decideranno chi entra e chi
no nella moneta unica, i Paesi della 'zona euro' dovrebbero
sottoscrivere una dichiarazione in cui si impegnano ad applicare
da subito il patto di stabilita' per il rafforzamento della
disciplina di bilancio (con tanto di sanzioni pecuniarie per
chi 'sgarra') dopo il varo dell'euro, patto che sarebbe dovuto
entrare in vigore dal 1999.
Tra maggio e dicembre, inoltre, dovra' esserci, secondo Waigel,
una vigilanza multilaterale rafforzata sull'attuazione delle
finanziarie per il 1998, mentre le bozze di finanziarie per
il 1999 dovrebbero diventare un elemento di valutazione per
l'ingresso nell'euro.
20 marzo 1998.
CARLO AZEGLIO CIAMPI, rispondendo a Waigel: ''Noi il
monitoraggio dei conti lo facciamo di continuo.
I vincoli ce li abbiamo gia' che Waigel si rilegga il patto
di stabilita. E' importante che tutti in Europa, Germania, Italia
e Francia, sappiano che la linea del risanamento non si chiude
il giorno in cui nasce l'euro, ma deve continuare anche dopo,
nel nostro stesso interesse, per liberare risorse, fare investimenti
e accrescere l'occupazione''.
21 marzo 1998.
JACQUES SANTER, presidente della Commissione europea.
''Non mi sembra che Waigel abbia chiesto condizioni supplementari.
Vuole solo assicurare la sostenibilita' della convergenza''.
Per l'Italia, secondo Santer, non dovrebbero insorgere nuovi
ostacoli. ''Prodi mi ha scritto una lettera due settimane fa,
indicando le misure che l'Italia intende adottare per assicurare
la sostenibilita'. Non ho motivo di dubitare della volonta'
espressami al massimo livello dalle autorita' italiane di mantenere
la sostenibilita' anche dopo il 97 e il 98''.
23 marzo 1998.
YVES DE SILGUY comissario europeo, "Quello del debito
pubblico non e' un criterio rigido per l'ammissione alla moneta
unica ma solo ''un valore di riferimento. Non si puo' quindi
sostenere che Italia e Belgio non rispettino i parametri di
Maastricht per far parte sin dall'inizio dell'euro. Da nessuna
parte nel Trattato di Maastricht sta scritto che il debito pubblico
debba essere del 60% del prodotto interno lordo'', ma ''e' invece
importante esser sicuri che esso diminuisca''. ''Sara' importante
vedere in che misura (Italia e Belgio) continueranno ad avere
degli avanzi nei bilanci correnti che permetteranno loro di
diminuire il debito pubblico e di vedere in che misura i programmi
di privatizzazione verranno attuati per accelerare tale diminuzione''.
24 marzo 1998.