Liberare il mercato:
una nuova politica per i servizi pubblici
e la tutela della concorrenza
I servizi pubblici
I servizi devono essere efficienti, disponibili a tutti e caratterizzati
da un adeguato rapporto prezzo/qualità.
Per ottenere questo obiettivo è necessario definire
un quadro di regole volte a:
- promuovere la concorrenza fra le imprese di fornitura
o gestione ovunque ciò sia possibile;
- garantire l'accessibilità al servizio a tutte le
fasce di utenza;
- promuovere la qualità del servizio stesso;
- tutelare il consumatore/utente attraverso una adeguata
informazione.
A questo riguardo i soggetti coinvolti nelle attività
di regolazione devono essere i Ministeri competenti, limitatamente
all'indirizzo politico, e le Autorità settoriali, con
compiti "tecnici" di monitoraggio sulla osservanza delle regole
da parte delle imprese e di tutela nei confronti dei consumatori/utenti.
E' di grande rilevanza che le Autorità settoriali siano
caratterizzate da grande indipendenza ed autonomia, nonché
da elevate competenze tecniche in modo da essere in grado di
sottrarsi a pressioni politiche o lobbistiche.
Politiche di tutela della concorrenza
Con 100 anni di ritardo rispetto agli Stati Uniti e quasi quaranta
con riferimento agli altri grandi paesi europei anche l'Italia
si é dotata di una propria legge antitrust.
L'importanza di una legislazione antitrust sta nella sua capacità
di tutelare i consumatori e le stesse imprese contro un esercizio
del potere di mercato (economico) che attraverso il rafforzamento
di posizioni monopolistiche riduce la possibilità di
una più efficiente ed equa allocazione delle risorse.
I poteri e l'azione della Autorità Garante della Concorrenza
e del Mercato (AGCM) vanno dunque rafforzati e resi più
incisivi.
Questo risultato può essere ottenuto:
- rafforzando la specializzazione della AGCM ed assegnandole
tutte le competenze antitrust (quelle sui media e il credito,
ora assegnate, rispettivamente, al Garante per l'Editoria e
alla Banca d'Italia) ed estendendo la sua sfera di azione anche
ai settori soggetti a regolazione;
- migliorando il grado di trasparenza. Data la rilevanza
ed i poteri di cui gode l'Autorità è necessario
che vengano formulati principi interpretativi chiari che consentano
di ridurre le aree di incertezza per le imprese e gli altri
soggetti coinvolti circa i criteri di riferimento utilizzati
dalla Autorità nelle sue decisioni.
L'intervento deve prevalentemente configurarsi come severo
e tempestivo, ma allo stesso tempo trasparente ed incisivo.
La concorrenza può essere minacciata non solo da espliciti
comportamenti delle imprese, ma anche dalle politiche pubbliche
di sostegno alle imprese sia nella forma di aiuti diretti, per
altro già proibiti dalla normativa comunitaria, sia nella
forma di sgravi fiscali od incentivi.
Tali politiche hanno una chiara ripercussione sulle condizioni
di entrata e sopravvivenza delle imprese sul mercato e possono
pertanto costituire una modalità attraverso la quale
si falsa o si influenza il funzionamento del mercato.
L'art. 90 del Trattato istitutivo della Comunità Economica
Europea già rende possibile intervenire per quanto riguarda
le distorsioni che gli aiuti inducono nel mercato unico. E'
pertanto necessario introdurre una previsione analoga per quanto
riguarda il mercato italiano, che tenga comunque conto dei diversi
contesti in cui tali aiuti vengono erogati.
Appropriate politiche di sostegno allo sviluppo delle piccole
e medie imprese non distorcono, infatti, il funzionamento del
mercato; ne consentono, anzi, un miglior funzionamento nel momento
in cui lo rendono accessibile anche ai soggetti strutturalmente
più deboli.