L'informazione
Un sistema dell'informazione e della comunicazione libero e
pluralista è una condizione essenziale per la democrazia.
Per questo sono necessarie nuove regole, che evitino il riformarsi
nel prossimo futuro di situazioni di assenza di regole che hanno
negativamente segnato questi anni; regole, soprattutto, che
siano adeguate ai nuovi sviluppi tecnologici e all'avvento delle
strategie multimediali che caratterizzano la "società
dell'informazione".
Società dell'informazione significa innanzitutto nuove
possibilità per gli individui di formarsi, divertirsi,
comunicare tra loro in un ambito sempre più aperto al
mondo. A questo fine è necessario il pluralismo sia delle
fonti di informazione, sia dei sistemi di comunicazione e distribuzione,
liberando tutte le risorse finanziarie che sono oggi vincolate
all'esistenza dei monopoli.
Il settore radiotelevisivo italiano opera in una situazione
di sostanziale duopolio (Rai-Fininvest), che rende estremamente
difficile l'ingresso di nuovi operatori. Un mercato, per altro,
troppo piccolo per permettere la crescita di statura sul mercato
globale.
E' pertanto necessario, da una parte, aprire il mercato interno
ad una maggiore concorrenza e dall'altra operare verso una sua
integrazione nel mercato unico europeo ed in quello globale.
Qualsiasi intervento sul settore radiotelevisivo deve essere
improntato chiaramente al principio che, dato il rapidissimo
mutare dello scenario tecnologico, non può essere inserita
alcuna forma di cristallizzazione delle tecnologie.
Gli obiettivi di intervento sono:
- Promuovere il superamento del duopolio di fatto anche
dando al paese accesso alla più ampia offerta di servizi
da tutto il mondo. Obiettivo finale é consentire ad ogni
editore di avere un solo canale generalista via etere terrestre
e di cedere quelli in più. Su mezzi diversi dall'etere
potrà invece avere un numero illimitato di canali tematici.
La situazione potrà poi essere cambiata all'avvento della
TV digitale. Occorre comunque un controllo - sia sulle concentrazioni
proprietarie sia sulle quote di mercato - che garantisca una
situazione di effettiva concorrenza.
L'obiettivo intermedio consiste nella contestuale cessione
di una delle reti generaliste da parte sia della RAI che di
Fininvest e nell'apertura ad altre forme di offerta televisiva.
- Ridefinire i compiti del servizio pubblico in termini
di promozione del pluralismo, della sperimentazione della valorizzazione
delle nostre identità. Una precisa motivazione del servizio
pubblico va trovata nel sostenere i diritti e il pluralismo
culturale e quello politico.
Il servizio pubblico può e deve operare a livelli
competitivi e di qualità elevatissima, deve dare spazio
alla formazione, al paesaggio, all'arte, al dibattito politico,
alla partecipazione di ciò che è locale, al commento
dei fatti nostri e del mondo, deve qualificarsi per la attenzione
che deve prestare alla valorizzazione dei talenti, dei giovani,
del nuovo.
Il canone annuo coprirà i costi del servizio pubblico.
In questo contesto a regime la rete generalista della RAI potrà
competere sul libero mercato della pubblicità solo per
una parte del proprio tempo nell'ambito di limitazioni specifiche
sulla quantità e sul tipo di ricavo pubblicitario.
- Per il superamento del duopolio è anche necessario
uno sforzo di promozione della concorrenza nel settore allargato
TV-telefonia. E' necessaria una Autorità che specializzi
in due direzioni: una è rappresentata dall'insieme delle
infrastrutture di teleradiodiffusione e di telecomunicazione,
l'altra dagli aspetti editoriali.
- Stimolare l'internazionalizzazione: tutto il sistema radiotelevisivo
deve essere spinto ad operare sul mercato globale ed in particolare
la RAI. L'internazionalizzazione della RAI deve avvenire prima
di tutto sul fronte della distribuzione offrendo nuovi sbocchi
sui grandi mercati, partendo da quello europeo, ai nostri programmi,
anche con grandi accordi con operatori stranieri, in produzioni
che valorizzino le nostre risorse e diversità culturali.
Le due principali linee da seguire sono l'impostazione
di canali tematici da distribuire via satellite ed orientati
all'esportazione e l'apertura delle possibilità di cambiare
e di creare teleporti anche ai grandi operatori televisivi e
telefonici internazionali sulla base di condizioni di reciprocità.
- Il rapporto con il sistema politico non può essere
definito in termini di subordinazione e condizionamento ma unicamente
in termini di indirizzo e controllo.
Perché ciò sia possibile è necessario
un nuovo statuto che recepisca le linee strategiche del servizio
pubblico, e le fonti di nomina degli organi di governo della
RAI.
Il sistema di nomina che si sta delineando in questi giorni,
adatto ai periodi di transizione che stiamo vivendo, dovrà
molto probabilmente essere rivisto nel nuovo scenario qui delineato.
A regime, quando sarà superato il duopolio, il governo
della nuova RAI dovrà probabilmente passare all'Autorità
indipendente, cui spetterà nominare una commissione di
garanti che sceglierà il presidente e i consiglieri della
azienda che, nell'ambito degli obiettivi e delle risorse loro
assegnate, dovranno poter operare in piena autonomia.