Un Governo che governa
Nessun cambiamento della forma di governo può assicurare
davvero coerenza ed efficacia all'azione governativa, se non
si organizza adeguatamente la struttura stessa del governo,
oggi caratterizzata da segmentazione (i vari ministeri come
"repubbliche" autonome), e da debolezza della guida centrale.
Il nostro programma istituzionale si incentra sul rafforzamento
della figura del Primo ministro al quale devono essere riconosciuti
espressamente:
- il potere di scegliere i ministri e di proporne al Capo
dello Stato la revoca in caso di dissenso rispetto all'indirizzo
governativo;
- il potere di dirigere e coordinare effettivamente la politica
generale del governo, essendo pienamente informato dell'attività
dei singoli ministri, potendo sospendere i loro atti e devolvere
la decisione al consiglio dei ministri; guidando direttamente
l'azione delle rappresentanze italiane presso le istituzioni
europee; disponendo di un'unica struttura tecnica centrale deputata
all'elaborazione di tutti i progetti di legge governativi, degli
emendamenti governativi ai progetti di legge in discussione
al parlamento, dei regolamenti governativi;
- il potere di condizionare l'organizzazione dei lavori
delle camere per assicurare la tempestiva discussione delle
proposte governative;
- il potere di opporre un veto alle iniziative ed agli emendamenti
parlamentari tendenti ad accrescere la spesa, sia in sede di
discussione delle leggi di bilancio e finanziarie, sia in sede
di discussione delle leggi di spesa.
Deve essere ridotto il numero dei ministri che partecipano
al consiglio dei ministri senza escludere l'introduzione di
figure di ministri "juniores" con compiti delimitati, che non
partecipano al consiglio.
Va abolita la necessità di organizzare le funzioni governative
e amministrative centrali attraverso ministeri, rendendo possibile
la creazione di strutture di governo flessibili e di strutture
amministrative poste sotto la guida di dirigenti professionali
scelti dal governo e resi responsabili dell'impiego delle risorse
e dei risultati della loro azione.
L'attuazione del decentramento regionale e il passaggio di
quasi tutta l'amministrazione periferica in capo alle Regioni
ed agli enti locali comporterà a sua volta l'abolizione
o la forte riduzione delle strutture amministrative centrali.
Ministeri e strutture collegate
Intendiamo ridurre il numero dei ministeri e dei ministri articolando
la struttura del governo intorno ai seguenti gruppi:
1. i ministeri d'ordine, per svolgere le funzioni relative
alla politica estera, alla difesa, all'ordine pubblico e alla
giustizia;
2. i ministeri economici, per svolgere le funzioni relative
alle entrate e alle spese;
3. i ministeri delle attività produttive, per svolgere
le funzioni relative all'industria, all'agricoltura, al turismo,
alle telecomunicazioni, al commercio;
4. i ministeri dell'ambiente e del territorio, per svolgere
le funzioni relative ai trasporti, alle infrastrutture, ai lavori
pubblici, all'ambiente;
5. i ministeri sociali, per svolgere le funzioni relative
all'istruzione, alla sanità, alla previdenza, al lavoro,
alla cultura.
Per i Ministeri compresi nei gruppi 3, 4, 5, si prevede un
forte processo di trasferimento delle funzioni delle strutture
alle regioni ed agli enti locali e, di conseguenza, una riduzione
delle dimensioni e dei compiti.
All'interno di ciascun gruppo, le funzioni saranno accorpate
secondo criteri di omogeneità e di complementarietà,
in modo da ridurre le duplicazioni e da superare la frammentazione.