Presidente
Pierre Carniti
Membri
Andrea Brandolini, Giuliano Cazzola, Elvio Damoli, Paolo
Garonna, Massimo Livi Bacci, Giovanni Moro, Armando Sanguini,
Chiara Saraceno, Ugo Trivellato
Segretaria
Antonella Buono
Collaborano
Guido Bolaffi, Giuliana Coccia, Donatella Grassi, Maurizio
Manente, Mario Marazziti, Mauro Masselli, Nicoletta Pannuzi,
Carlo Trevisan
INTRODUZIONE
POVERTA’ RELATIVA In Italia nel 1997
POVERTA’ ASSOLUTA Il paniere di beni e servizi, confronti 1995-1997
Introduzione
In seguito alle trasformazioni della struttura
produttiva e del sistema sociale che hanno caratterizzato i
primi anni novanta, la situazione della povertà in Italia,
e in Europa, presenta aspetti di crescente complessità.
Emerge una realtà del disagio individuale
e di gruppi a molte, e diverse, dimensioni: le disuguaglianze
dei redditi e dei consumi; l'articolazione delle situazioni
di emarginazione nel territorio, nelle grandi città e
nelle campagne; l'aggravarsi della mancata soddisfazione di
taluni bisogni fondamentali come la casa, la salute, l'occupazione,
l'istruzione, le disparità intergenerazionali; le nuove
povertà in rapporto alla cultura e all'accesso alle nuove
tecnologie. Questi aspetti, vecchi e nuovi, richiedono un adeguamento
dei quadri analitici e concettuali, ed un arricchimento della
gamma di indicatori disponibili per fare il punto sull'evoluzione
della povertà e dell'emarginazione.
Nel rapporto 1997, la Commissione Povertà
(che come per il passato si è avvalsa della decisiva
collaborazione dell'Istat) presenta due analisi distinte anche
se complementari della povertà in Italia. La prima fa
riferimento ad una misura di povertà relativa, che definisce
povera una famiglie di due componenti con una spesa per consumi
inferiore al consumo nazionale pro-capite. Tale misura fondata
su una metodologia ormai consolidata anche a livello internazionale,
è quella tradizionalmente presentata anche nei precedenti
rapporti della Commissione. La seconda fornisce una misura di
povertà assoluta, basata cioè su un paniere di
beni e servizi essenziali, e mira a dare un'indicazione dell'evoluzione
della povertà legata all'andamento dello standard di
vita.