Per tutto L'Ulivo


Il Governo de L'Ulivo: IL DPEF

Lavoro; tre tipi di "nero", in tutto 5 milioni
Azione ad ampio spettro per fare emergere il lavoro illegale

 

Sono circa cinque milioni i lavoratori ''in nero'' in Italia, un esercito di irregolari che tra occupati non dichiarati, doppiolavoristi e stranieri non residenti ha raggiunto il 22% dell'occupazione complessiva. La conferma arriva dal Dpef approvato dal governo che punta ad un'azione ad ampio spettro per far ''emergere'' il lavoro nero. Tra le ipotesi anche quello di ''un programma di riduzione dei costi non salariali'' che fa pensare a quella sanatoria fiscale e contributivi che l'esecutivo aveva annunciato ai sindacati. Nel Dpef i tecnici del Tesoro, quasi sostituendosi ai ricercatori sociali, forniscono anche i profili del lavoro sommerso. Individuandone tre principali: quello ''informale'', quello della ''sopravvivenza o della doppia occupazione'', quello, infine, del lavoratore straniero, extracomunitario.

''L'INFORMALE''. E' forse il piu' diffuso ma anche il piu' difficile da sconfiggere. Il caso piu' classico e' quello di una attivita' svolta all'interno di una piccola azienda familiare.

In un negozio, per esempio. ''Questa tipologia- si legge - rappresenta un'area di attivita' propria di ogni economia di mercato''. Facile constatare che questa tipologia di lavoro sommerso ''non richiede un intervento di politica economica''.

''IL SOMMERSO DELLA SOPRAVVIVENZA O DOPPIA OCCUPAZIONE''. Il

sommerso quasi come scelta obbligata per sopravvire nel mercato. Ma anche del doppio lavoro: uno regolare e l'altro in nero. Forse anche in questo caso per sopravvivere. Un sommerso, questo, che dunque trova origine- sostiene il Dpef- ''nell'impossibilita', nella difficolta' o nella non convenienza di fare sopravvivere l'attivita' emersa nel corrente contesto delle regole fiscali, contributivi o del mercato del lavoro''. Ed e' questa categoria di sommerso ''a costituire un potenziale inespresso di crescita e a richiedere l'intervento della politica economica; si tratta in ogni caso di un compito difficile soprattutto nel caso della doppia occupazione''.

Proprio per questo sommerso il governo ritiene che si debba insistere con i cosiddetti ''contratti di gradualita'''. Con i quali l'azienda che intende uscire dal nero, paghera' i suoi dipendenti con retribuzioni piu' basse che gradualmente, appunto, si arriveranno al livello del minimo contrattuale.

''L'EXTRACOMUNITARIO IN NERO''. E' il sommerso che deriva ''dallo stato di necessita' della forza lavoro''. ''Il cui potere contrattuale- si legge- e' molto basso: accanto agli immigrati, partecipano a questa forma di somerso anche molti lavoratori meridionali, soprattutto nei settori dell'agricoltura e dell'edilizia''. Un sommerso che va combattuto con decisione: il Dpef parla della necessita' di un intervento ''preventivo e repressivo''.


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