Tassazione delle attività finanziarie
Una completa liberalizzazione valutaria in assenza di accordi
internazionali per armonizzare la tassazione dei redditi di
capitale tende a favorire movimenti di capitali verso le piazze
finanziarie a più bassa fiscalità. Tuttavia non
si può cedere al ricatto della competizione fiscale,
il cui ultimo risultato sarebbe la completa esenzione dei redditi
da capitale e la concentrazione della tassazione sui soli redditi
di lavoro. Al contrario, per evitare una crescente competizione
al ribasso delle aliquote, il nostro paese deve esercitare un
ruolo attivo affinché siano individuate soluzioni coordinate
a livello internazionale.
La crescente internazionalizzazione dei mercati e la piena
liberalizzazione valutaria e dei movimenti di capitale suggeriscono
di mantenere un sistema di imposizione con ritenute alla fonte
a titolo di imposta per le persone fisiche.
Ai fini di rendere agevole la tassazione dei redditi finanziari
e di semplificare gli adempimenti da parte del contribuente,
la nostra proposta concentra l'imposizione in capo agli intermediari.
La qualifica di intermediario va estesa a tutti gli operatori
che custodiscono e gestiscono le attività finanziarie
delle persone fisiche.
La nostra proposte prevede che la tassazione delle attività
finanziarie sia estesa non solo agli interessi, ma anche al
risultato netto delle gestioni finanziarie. Ciò consente,
con aliquote di dimensione modesta, di tassare le plusvalenze
maturate (al netto delle minusvalenze) e i proventi dei prodotti
innovativi, con effetti non distorsivi e non disincentivanti
il funzionamento dei mercati finanziari.
Le aliquote vanno tendenzialmente uniformate, così come
avviene in tutti gli altri paesi dell'Europa occidentale anche
per evitare arbitraggi di natura esclusivamente fiscale.