Non già ragioni pregiudiziali, ma la concreta considerazione
del clima politico che si è prodotto a seguito delle
sentenze a carico dell'On. Silvio Berlusconi e la connessione
da lui stesso stabilita tra tali sentenze e la proposta di istituire
una Commissione parlamentare d'inchiesta su Tangentopoli, acuiscono
le nostre riserve e le nostre preoccupazioni. Esse fanno perno
sulle seguenti ragioni:
- la vistosa contraddizione tra i propositi espressi dai leaders
del Polo nelle loro pubbliche dichiarazioni e le rassicurazioni
fornite dai loro rappresentanti in sede parlamentare e segnatamente
nella Commissione Affari Costituzionali della Camera che sta
esaminando il provvedimento;
- la prevedibile inefficacia pratica dei limiti (i cosiddetti
"paletti") che si dovessero porre ai poteri della Commissione
affinché essa non pretenda d'assurgere a giudice dell'azione
della magistratura;
- la facile previsione che tale Commissione degenererebbe nella
direzione di una "fabbrica di fango" o comunque nell'affermazione
del principio "tutti i colpevoli, nessun colpevole";
- la considerazione che il solo profilo persuasivo di pertinenza
parlamentare sarebbe, al più, quello oggetto di apposita
commissione già da tempo operante nella elaborazione
di strumenti normativi atti a prevenire la corruzione.
Ben sapendo quanto e legittimamente l'Ulivo "sia sensibile
alle ragioni della legalità e della democrazia e, di
conseguenza, a due principi non negoziabili che le sorreggono
(la separazione dei poteri e l'uguaglianza dei cittadini di
fronte alla legge, siano essi cittadini comuni o uomini potenti),
auspichiamo che la deliberazione finale -quale che sia- faccia
registrare la compattezza delle forze di maggioranza.
On. Gianclaudio Bressa
On. Fabio Ciani
On. Rocco Maggi
On. Franco Monaco
On. Sergio Rogna
On. Giovanni Saonara
On. Giannicola Sinisi
On. Maria Pia Valetto