Nuove strategie per la ricerca scientifico-tecnologica
Il deficit sistematico della 'bilancia tecnologica' italiana
può essere sinteticamente rappresentato dal fatto che
la partecipazione italiana al programma quadro comunitario per
la ricerca e lo sviluppo tecnologico è stata sistematicamente
per circa il 30% al di sotto del contributo italiano al bilancio
comunitario. Questa situazione è anche il risultato di
una insufficiente propensione del mondo imprenditoriale alla
ricerca.
Le direttrici di intervento sono quindi orientate a eliminare
le condizioni generali che ostacolano lo sviluppo della ricerca
e a intervenire in modo mirato sui principali attori della ricerca:
il sistema universitario, il sistema degli enti di ricerca e
il comparto delle imprese.
Le nostre proposte sono:
- Affiancare agli strumenti di tipo diretto per il finanziamento
della ricerca e sviluppo, strumenti indiretti e automatici tramite
l'utilizzo della leva fiscale (ad es. credito di imposta sulle
spese per ricerca e sviluppo; oppure l'IVA negativa, cioè
una detrazione di una percentuale della base imponibile per
gli acquisti di beni e servizi relativi alla ricerca e sviluppo)
a parità di oneri per l'erario.
- Modificare il rapporto tra università, istituti
di ricerca e imprese. A tale scopo si dovranno creare istituzioni
di reale interfaccia, riformando adeguatamente enti come il
CNR e l'ENEA. In ogni caso, il processo di formulazione degli
obiettivi prioritari non deve svolgersi solo nel mondo accademico,
ma risultare da scelte politiche nazionali che, sulla base di
una larga consultazione con i soggetti del sistema produttivo,
stimolino l'intervento privato e la domanda di innovazione.
- Introdurre adeguati meccanismi di valutazione dell'efficacia
degli investimenti, sia della valutazione ex-ante dei progetti
da sostenere, sia della valutazione ex-post dei progetti realizzati.
L'Anagrafe della ricerca prevista dalla L. 382/80 e mai realizzata
potrebbe servire a tale scopo.
- Realizzare una programmazione di medio e di lungo periodo
per la creazione graduale delle risorse umane necessarie. Definire
inoltre un progetto per la diffusione della cultura scientifica
e tecnologica tra tutta la popolazione, attraverso una rete
di laboratori e musei.
Per costruire l'asse programmazione-autonomia-valutazione occorrono
interventi coordinati che tocchino il sistema universitario
(nella sua attività di formazione di giovani ricercatori
e di produzione di conoscenze), il sistema degli enti di ricerca
e il comparto delle imprese.
Per quanto riguarda la ricerca pubblica, si pensa ad interventi
mirati quali:
- rivedere l'attuale non-sistema e una sua trasformazione
in una rete effettiva;
- intervenire su strutture, organizzazione e forme di vigilanza,
concertazione ed indirizzo, puntando al superamento della attuale
natura burocratica e procedurale verso una visione intelligente
di governo di sistemi autonomi;
- spostare l'attuale focalizzazione sulla fase di attuazione
a favore dei momenti di indirizzo (scelte) e di valutazione
(risultati), lasciando viceversa una forte discrezionalità
e responsabilizzazione al momento esecutivo;
- attrarre nuovi interessi e capitali (su un modello di
progressivo adeguamento internazionale) e inserire giovani ricercatori
da destinarsi in parte a settori produttivi 'esterni' alla ricerca,
anche attraverso un ripensamento del dottorato;
- introdurre il concetto di utenza nei meccanismi decisionali,
con un progressivo ridimensionamento della direzione universitaria
sugli enti di ricerca e con una partecipazione dell'utenza esterna
ai rischi e ai costi della ricerca svolta.
Per quanto attiene al sistema delle imprese, si tratta di:
- favorire l'internazionalizzazione del sistema (superando
le logiche meramente protezionistiche, se non temporanee);
- intervenire nei confronti delle imprese (o delle filiere
tecnologiche) con progetti/ contratti di programma e con interventi
generali di diffusione delle tecnologie;
- sostenere il processo di radicamento delle attività
scientifiche industriali mediante interventi fiscali e una politica
di mobilità del personale;
- superare la logica ministeriale 'accentrata' degli interventi
con un processo di decentramento delle scelte e delle iniziative
e con un'attenzione specifica al tema tecnologia/innovazione,
anche attraverso una rete di agenzie;
- coordinare l'azione dei vari ministeri sia nella fase
di progettazione degli interventi legati all'innovazione e alla
tecnologia sia in quella di attuazione.