Sanità e federalismo:
un nuovo modello di servizio per la salute
Lo Stato è garante del diritto del cittadino alla tutela
della salute, ma rinuncia ad essere gestore esclusivo dei servizi
sanitari.
Il settore pubblico accredita, regola, correla le risorse pubbliche
ai livelli assistenziali uniformi da garantire a tutti i cittadini
ma, una volta fissato il principio della libertà del
cittadino nell'accesso ai servizi, crea le condizioni per la
pluralità e il pluralismo fra i soggetti erogatori che
possono essere pubblici, privati e privati sociali. Il pubblico
(Stato e Regioni) non "vende" i propri ospedali e le proprie
strutture, ma le "aziendalizza" (cioè le dota di autonomia
organizzativa, giuridica e gestionale) e le pone nel "mercato"
così stimolato e regolamentato, quali strumenti fra gli
altri, per garantire il diritto alla salute dei cittadini.
Anche se le Aziende Sanitarie e Ospedaliere sono state istituite
ed operano ormai su tutto il territorio nazionale questo sistema
non è ancora compiutamente costruito: occorre perseguire
i vantaggi positivi che questo sistema può dare.
Per evitare il rischio che la gestione diventi guidata da soli
criteri economici bisogna distinguere sempre di più i
ruoli di indirizzo e di gestione, comprendendo però che
l'Azienda, in sanità, produce non profitto ma salute,
e che efficacia e managerialità devono sposarsi con la
visione qualitativa di ciò che si produce per mantenere
in salute i cittadini, migliorando anche la capacità
di "lettura" dei problemi sanitari reali della popolazione.
Nell'ambito dell'organizzazione federalista, le Regioni devono
poter esercitare tutti i poteri in materia di assistenza sanitaria,
tranne i progetti nazionali salute, le relazioni internazionali,
le funzioni di riequilibrio solidaristico economico-finanziarie,
i piani poliennali di sviluppo e investimento sanitario che
rimangono allo Stato.
Per il sistema sanitario a livello regionale è prevista,
per le prestazioni essenziali alla tutela della salute, l'autonomia
impositiva della Regione e lo sviluppo di forme di mutualità
integrativa. Le Regioni potranno ampliare i servizi forniti
ai cittadini, garantendo comunque i servizi essenziali. Alle
Regioni deve essere data la possibilità di fissare livelli
di assistenza superiori a quelli essenziali previsti a livello
nazionale. I Sindaci e le Conferenze dei Sindaci, assumono un
valore fondamentale dal punto di vista di essere veri e propri
codecisori delle scelte di indirizzo sanitario, degli obiettivi
salute da raggiungere e di controllo sul territorio, della rispondenza
alla domanda dei cittadini.
Le Regioni e il sistema delle Autonomie locali devono ottenere,
all'interno della più generale riforma fiscale, la piena
responsabilità sull'acquisizione e la distribuzione delle
risorse per la sanità, sulla loro migliore allocazione
e distribuzione, nonché l'individuazione di strumenti
e criteri equi di compartecipazione alla spesa da parte dei
cittadini, anche attraverso nuove sperimentazioni gestionali.