Una Europa più grande: l'integrazione
dei nuovi Stati
L'allargamento dell'Unione Europea ad altri paesi costituisce
un argomento importante per le future strategie di integrazione,
ma non ne è la sola ragione. In verità la questione
dell'assetto futuro dell'Unione si sarebbe posta in ogni caso.
L'allargamento non fa altro che accelerarne i tempi e sottolinearne
i caratteri di urgenza.
Da un punto di vista più generale, inoltre, la richiesta
di allargamento non può essere respinta o diluita troppo
a lungo nel tempo:
- politicamente essa rafforza il ruolo di stabilità
e di sicurezza che è connaturato al processo di integrazione
e serve quindi ad evitare il rischio del nazionalismo;
- economicamente prospetta un mercato sempre più
vasto e competitivo;
- dal punto di vista della sicurezza può rappresentare
il punto di partenza di un nuovo sistema paneuropeo di garanzie.
L'Italia deve quindi appoggiare l'allargamento sia verso il
Centro-Est Europa che verso i paesi europei del Sud.
Va però data una soluzione al problema di come mantenere
un carattere fortemente integrato a questa Europa più
larga e, allo stesso tempo, come permettere ai paesi che lo
vorranno e lo potranno, di procedere più rapidamente
degli altri.
Semplificando, le possibili opzioni sono: o la riedizione dei
progetti di cooperazione del tipo "Europe a la carte", per singoli
progetti e con strumenti istituzionali diversi di volta in volta,
o il mantenimento di una base istituzionale unica, ma con diversi
gradi di intensità di integrazione al proprio interno
(differenziazione).
Riteniamo che questa seconda soluzione sia da preferire, per
il semplice motivo che essa permette di mantenere intatto ed
unitario il patrimonio di integrazione costruito con fatica
in tutti questi anni.
Si possono prevedere cadenze e percorsi "differenziati" in
ambiti o materie specifiche. Essenziale è che sia mantenuta
l'unità del sistema istituzionale e che gli organi decisionali
siano gli stessi e con la stessa composizione, garantendo così
un elemento decisionale comune.
Il processo di revisione dovrà :
- consentire ad ogni paese membro dell'Unione Europea di
partecipare - sulla base dei criteri comunemente stabiliti -
ad ogni fase di integrazione;
- consentire, al tempo stesso, a quei paesi che lo ritenessero,
di non partecipare temporaneamente a singoli aspetti del processo
di integrazione, senza che questo impedisca agli altri di procedere;
- promuovere procedure e provvedimenti che facilitino la
progressiva armonizzazione e il graduale raggiungimento da parte
di tutti i paesi degli stadi desiderati di integrazione.