I giovani al servizio della comunità
Ognuno deve operare in favore della comunità civile.
La Costituzione, all'art. 52, lancia questo messaggio: i cittadini
sono chiamati ad adempiere ad alcuni doveri e fra questi quelli
di solidarietà e di difesa della Patria; le istituzioni
devono garantire la sicurezza del Paese e governare il suo sviluppo,
operando per il superamento delle condizioni di diseguaglianza
fra i cittadini. La proposta di un periodo di servizio civile
per tutti risponde a questa logica e vuole essere un contributo
efficace a rimotivare la partecipazione individuale, a offrire
alle istituzioni una risorsa per fare in modo nuovo politiche
sociali, ambientali, educative, di protezione civile, di valorizzazione
dei beni culturali, di promozione della pace e di volontariato
nei Paesi poveri. Essa si rivolge in particolare ai giovani
di entrambi i sessi.
La vastità numerica dei potenziali partecipanti, la
notevole complessità organizzativa, il costo impongono
che questo obiettivo venga perseguito con gradualità
e flessibilità, commisurandolo alla valutazione dei risultati,
del consenso e dell'impatto economico globale.
Si propone quindi, in parallelo con la prevista riforma delle
forze armate che porta ad un sistema di reclutamento misto (volontari
e di leva), la costituzione di un servizio civile:
- che preveda l'accesso ai giovani di leva che optano per
il servizio civile, agli obiettori di coscienza, alle ragazze
che volontariamente chiedano di partecipare;
- che sia radicato fortemente nel territorio, attraverso
l'attribuzione di dirette responsabilità alle regioni,
province e comuni, ma che sia anche collegato, in prospettiva,
ad un futuro servizio civile europeo, come previsto in una recente
risoluzione del Parlamento europeo.