Il futuro delle telecomunicazioni
Il settore delle telecomunicazioni già oggi si sta rapidamente
integrando con quello dell'informatica e rappresenta uno dei
principali pilastri del progetto di forte ripresa del paese.
Su questo processo di integrazione l'offerta in Italia è
già di buon livello, vista nel contesto europeo, ma deve
avvicinarsi rapidamente a quello Statunitense.
Le linee di crescita debbono riguardare sia l'innovazione tecnologica
sia l'evoluzione del mercato, a partire da quello delle aziende
(dove sistemi informatici e di telecomunicazione tendono ad
essere gestiti in modo sempre più integrato) per arrivare
ai servizi al cittadino (con cui contribuire al rinnovamento
del rapporto tra comunità e burocrazia, e al decentramento
amministrativo e fiscale) e alle opportunità offerte
dal telelavoro.
Elemento fondamentale per il futuro saranno lo sviluppo delle
tecnologie e delle infrastrutture per la multimedialità
e l'internazionalizzazione di tutto il sistema dei servizi.
Un secondo processo di integrazione non così vicino
nel tempo ma comunque prossimo è quello tra telecomunicazioni
e televisione.
In questo contesto, il pluralismo sia delle fonti di informazione
che dei sistemi di comunicazione e distribuzione è indispensabile
a far convergere sul sistema le risorse finanziarie ed umane
che certamente non mancano, ma che ora sono in gran parte incatenate
dai vincoli del monopolio.
La creazione di una situazione di concorrenza tra vari operatori,
anche provenienti da settori diversi e ai quali in prospettiva
non potranno essere imposti confini settoriali, è pertanto
- allo stesso tempo - strumento da utilizzare per superare la
situazione attuale e obiettivo da perseguire e mantenere.
Occorre anche garantire che il meccanismo del libero mercato
non si lasci alle spalle sacche di arretratezza per categorie
economiche e diverse zone del paese. Ciò tuttavia dovrà
essere perseguito senza mai intaccare il principio che la libertà
di concorrenza è motore insostituibile per la crescita
di tutto il sistema.
Deve essere ben chiaro peraltro che la libera concorrenza,
anche tra infrastrutture, non si sviluppa semplicemente liberalizzando
il mercato quando lo stesso è stato a lungo in condizione
di monopolio; occorre trovare delle modalità per superare
l'asimmetria delle condizioni di partenza, ad esempio limitando,
per un periodo di transizione, la libertà di azione dell'attuale
monopolista nel settore della televisione diffusa.
Per tutto ciò servono regole nuove, in primo luogo perché
le regole generali poste a protezione della concorrenza non
sono sufficienti (si deve perseguire non solo l'abuso della
posizione dominante ma la nascita stessa della posizione dominante);
secondo, perché va garantita comunque l'equità
dell'accesso a tutti, indipendentemente da geografia e condizioni
socioeconomiche.
Le regole principali devono riferirsi a :
- disposizioni a favore della concorrenza nella realizzazione
e nell'esercizio di reti TLC e TV-cavo;
- limiti ed obblighi del gestore oggi monopolista nella
realizzazione e nella gestione di reti TLC e TV-cavo;
- procedure di rilascio delle licenze;
- eventuali limiti al ruolo del misure a favore del servizio
universale.
Va infine definita un'unica Autorità di settore per
TV e telefonia, un'Autorità che operi con due unità
ben definite, l'una dedicata alle infrastrutture e l'altra ai
contenuti editoriali.