
Gli
Interventi
Sintesi
dellintervento di Paolo Flores dArcais
Prodi
ci invita ad un confronto vero.
Non
fra categorie, però (politici vs intellettuali). E tuttavia
una differenza esiste: chi non ha potere politico deve essere
giudicato in base al suo dire, mentre per il politico
lunico "dire" interessante, e in base al quale
giudicarlo, è il suo fare (ed eventualmente lo scarto
fra il dire e il fare).
Oggi
la questione cruciale in tutto loccidente è londata
di antipolitica in nome della libertà. Se la sinistra non sa
dare una risposta, la destra ha già vinto, perché conquista
il valore "libertà" oggi strategico. E lunica
riposta possibile consiste nel reinventare la democrazia
rappresentativa come potere effettivamente condiviso, e non
più come monopolio dei politici di mestiere. Chi non
vede questo è completamente fuori da ogni realismo politico.
LUlivo
ha vinto perché su tre questioni la maggioranza dei cittadini
non poteva sopportare le posizioni della destra: tv, giustizia,
welfare. Questioni non contingenti: le prime due, infatti, non
dovrebbero dividere le forze politiche in una democrazia liberale
(tutti dovrebbero essere contro il monopolio e per la legalità).
Ma questo
rende le due questioni ancora più cruciali: se le destre italiane
sono oggi insensibili al tema legalità e antimonopolio, ciò
indica che sono ancora al di qua di una coerente scelta democratica
liberale, sono ancora "in mezzo al guado", non ancora
democratiche.
E la
sinistra dovrebbe su questi temi fare una politica ancora più
rigorosa e contrapposta a quella non democratica delle destre.
E invece:
la sinistra ha fatto solo passi indietro, attaccando "Mani
Pulite" e i magistrati che prendono sul serio la legge
"eguale per tutti", invece di voltare radicalmente
pagina proprio consentendo ai quei magistrati di lavorare meglio
(perché non accogliere subito la proposta di fare slittare i
termini della prescrizione, quando non vi è risposta alle rogatorie
internazionali? Dovrebbe essere una scelta ovvia ed elementare).
Quanto
alla tv, continuano i regali al monopolio di Berlusconi, e quanto
alle nomine Rai, con leccezione di quella di Freccero,
le destre non avrebbero fatto peggio, perché non avrebbero fatto
nulla di diverso. Mentre si tratta di scegliere la via dellimparzialità
e non della lottizzazione-equidistanza.
Infine:
lUlivo vuole davvero essere qualcosa di più che non la
somma dei partiti (e cespugli) che oggi compongono la coalizione?
Ma se non capisce che in questione è il monopolio della politica
di mestiere, non se ne farà nulla. E bisogna allora che intanto
alle parole seguano i fatti su quella "cultura dellascolto"
citata da Prodi.
Perché
tante volte è stato detto da tutti (DAlema e Veltroni
compresi), che le critiche erano auspicate. Ma quando
arrivano, spesso non vengono neppure tollerate, e vengono tacciate
di "non costruttive" o "offensive". E allora:
una cultura dellascolto deve essere, se non vuole essere
ipocrita, ascolto delle critiche.
Perché,
ad ascoltare gli elogi siamo buoni tutti.
Paolo
Flores dArcais
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