Autogoverno locale e federalismo cooperativo
Le Regioni sono state istituite venticinque anni fa. Eppure,
di fatto l'impostazione centralista dello Stato e dell'amministrazione
non é mutata. Le amministrazioni locali non hanno piena
responsabilità nel governo del territorio e la legislazione
statale interviene o interferisce largamente anche nei settori
di competenza delle Regioni.
Anche per quanto riguarda la finanza, gli enti locali sono
vincolati dall'amministrazione centrale e la loro autonomia
é molto limitata.
L'organizzazione decentrata dei pubblici poteri ha invece proprio
l'obiettivo di realizzare i principi di sussidiarietà
e di autogoverno delle comunità territoriali, nel rispetto
dell'unità nazionale, della solidarietà tra le
aree più sviluppate del Paese e quelle meno sviluppate,
in coerenza con l'integrazione nel quadro dell'Unione Europea.
Il potenziamento delle autonomie territoriali dovrà
ampliare la funzione legislativa delle Regioni, rafforzare la
funzione amministrativa degli enti locali e accrescerne l'autonomia
organizzativa. La responsabilità di governo deve accompagnarsi
alla responsabilità nell'utilizzo delle risorse.
Le linee di intervento proposto sono le seguenti:
- Istituire la Camera delle Regioni (vedi "Una Camera delle
Regioni").
- Attribuire alle Regioni la funzione legislativa, ad eccezione
delle materie espressamente riservate allo Stato, in base a
normative approvate anche dalla Camera delle Regioni, salvo
interventi sostitutivi in carenza di legislazione regionale.
- Dare piena autonomia alle Regioni nella disciplina della
propria forma di governo e nella definizione degli Statuti regionali,
purché non in contrasto con la Costituzione.
- Attribuire alle Regioni la facoltà di disciplinare
l'ordinamento degli enti locali, compresi i governi delle aree
metropolitane, garantendo però costituzionalmente i comuni
dalle tentazioni del centralismo regionale e favorendo il massimo
decentramento delle funzioni amministrative agli enti locali.
- Dare alle regioni la possibilità di realizzare
accordi interregionali per scopi sovraregionali in ambiti non
riservati allo Stato.
- Sopprimere i controlli sugli atti amministrativi delle
Regioni e degli enti locali e attribuire i compiti ispettivi
alla Corte dei Conti, opportunamente rinnovata; sopprimere il
potere governativo di rinvio delle leggi regionali, salva l'impugnazione
davanti alla Corte Costituzionale.
- Dare agli enti locali ampia autonomia organizzativa, eliminando
i vincoli legislativi sugli organici e sulle assunzioni di personale
nell'ambito di una generale riforma della pubblica amministrazione;
dando responsabilità piena nelle nomine, nell'impiego
e nella mobilità dei dirigenti, incluso il segretario
comunale, scelto dal sindaco nell'ambito di un apposito albo
di idonei. Il solo vincolo che deve essere mantenuto e rafforzato
Ž quello del pareggio di bilancio, perché all'autonomia
piena si accompagni una piena responsabilizzazione. La sanzione
per la violazione del vincolo dovrà consistere nella
perdita temporanea, parziale o totale, dell'autonomia stessa,
fino allo scioglimento degli organi di governo o al commissariamento;
e gli eventuali deficit locali non dovranno essere dichiarati
dallo Stato, ma posti a carico della stessa collettività
locale.
- Dare agli enti locali ampia autonomia finanziaria, attraverso
l'ampliamento dell'autonomia impositiva e la compartecipazione
ai tributi erariali; con opportuni meccanismi di compensazione
per ovviare agli squilibri.
- Rafforzare la presenza delle Regioni nell'Unione Europea,
con forme autonome di rappresentanza nelle sedi comunitarie,
raccordate con la Presidenza del Consiglio. Occorre inoltre
incrementare l'effettiva capacità delle amministrazioni
italiane di usufruire tempestivamente delle misure incentivanti
previste dall'Unione Europea, a vantaggio delle diverse aree
e settori dell'economia nazionale.