
IL
GIORNALE - VENERDI 7 MARZO
Il borgo rifatto in onore dell'Ulivo
Gargonza - (Arezzo) - Massimiliano Lussana
Più semplice
e diretta di quella delle pecore inglesi, la clonazione dei
programmi elettroali del Polo da parte dell'Ulivo fa passi da
gigante. A inaugurare i miracoli della genetica è stato Massimo
D'Alema che ha dottato, almeno a parole, il modello berlusconiano
di riforma dello Stato sociale. e ora tocca ai prodiani che,
non potendo competere con l'abilità dialettica delleader pidiessino,
provano a superarlo con i fatti.
Il modello,
stavolta, è la collezione elettorale azzurra della primavera
1994. nuovo grande miracolo italiano e milione di posti di lavoro.Berlusconi
l'ha detto, gli amministratori ulivisti di Monte San Savino
(il Comune in cui sorge il castello di Gargonza che ospiterà
domani e domenica il pensatoio dell'Ulivo), l'Anas, la Provincia
di Arezzo e un altro gruppetto di enti e aziende pubbliche lo
fanno: da un mesetto operai, muratori, giardinieri e imbianchini
lavorando senza sosta per rendere il paese in Provincia di Arezzo
ancor più bello di quanto la storia e la geografia l'abbiano
fatto. Concetto, per l'appunto classificabile nella categoria
"grande miracolo italiano".
Se non proprio
un milione i posti di lavoro creati per abbellire Monte San
Savino in occasione della visita di Prodi, sono comunque parecchi.
"Non si trova un imbianchino in tutta la provincia di Arezzo
e nemmeno in quella di Siena" è il tormentone che attraversa
corso Sangallo insieme ai furgoncini Ape del Comune che portano
avanti e indietro sacchi di terra, fiori, attrezzi e segnali
stradali nuovi di zecca: il divieto di svolta a destra è particolarmente
coccolato dai tecnici comunali. Ma gli imbianchini, che ieri
davano gli ultimi colpi di pennellessa nell'atrio del palazzo
municipale, aiutati persino dagli obiettori di coscienza, non
sono isolati: i giardinieri piantano centinaia di fiori trasformando
il retro del Comune in una specie di serra; i netturbini lavorano
senza sosta ed è impossibile trovare un mozzicone di sigaretta
all'interno delle mura di Monte San Savino e anche nel tragitto
stradale dal casello al castello, una metafora lunga dieci chilometri
che porta dall'autostrada del sole all'ombra di un governo.
In paese, il
tam tam è inevitabile. Si va da un indignato "E' offensivo
che facciano i lavori solo ora che viene l'Ulivo", aun
ironici "speriamo che a settembre facciano pure il vertice
del Polo, così mettono a posto anche tutte le strade che stavolta
sono state ignorate perchè c'è la certezza che Prodi non passerà
di lì". E c'è pure uno storico: "E' dai tempi del
duce che non succedevano cose simili". Frasi feticcio di
cittadini soddisfatti perchè ora vengono fatti i lavori, ma
che non riescono a spiegarsi perchè i lavori vengano fatti ora.
O forse riescono a spiegarselo fin troppo bene.
Mentre il divieto
di sorvolo della provincia di Arezzo arriva in Parlamento (Paolo
Armaroli, costituzionalista di An, ha presentato un'interrogazione
ai ministri dei Trasporti e dell'Interno chiedendo le motivazioni
del divieto), aspirazioni e ispirazioni in stretto toscano degli
abitanti di Monte San Savino trovano voce in un manifesto firmato
dai Socilisti italiani: "Non vogliamo credere alle voci
che parlano di interventi isolati in vista del raduno dell'Ulivo.
se così fosse, sarebbe una squallida operazione di regime meritevole
di una decisa contestazione popolare che non ci vedrebbe in
seconda fila". Qualcuno si prepara in anticipo dal lattaio
("Mi dia anche du' ovi, 'n si sa mmai"), l'assessore
ai Lavori pubblici, Antonio Marzullo, replica: "Sarebbe
ipocrita non riconoscere che abbiamo accelerato i lavori che
erano comunque previsti. Del rresto chi non l'avrebbe fatto?
Il convegno dell'Ulivo può essere un'ottima occasione di pubblicità
per la nostra città. Se le televisioni trasmetteranno belle
immagini, ci guadagneremo tutti". Così, con la tv, si chiude
il cerchio sul recupero dei valori berlusconiani. Le chiamano:
"Le ragioni dell'Ulivo".
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