Tesi n° 82
I beni
culturali
 La salvaguardia, il recupero, la valorizzazione e la
divulgazione del patrimonio paesaggistico, artistico e culturale italiano costituisce un
obiettivo irrinunciabile e prioritario. Vogliamo infatti riaffermare, sia al nostro
interno sia a livello internazionale, l'idea dell'Italia come un paese di arte, cultura e
bellezza, meta di un turismo di esplorazione e di ricerca, un grande centro di attrazione
e d'istruzione per i giovani, gli studiosi, gli appassionati d'arte, i letterati. Un'idea
dell'Italia come custode e fabbrica di beni immateriali, che racchiudono un formidabile
concentrato di esperienze e di conoscenze universali: proprio per questo siamo impegnati a
custodire per tutta l'umanità tale immenso patrimonio di storia e di cultura.
Teoricamente in Italia esiste uno dei
sistemi di tutela più avanzati del mondo. Sono state sviluppate esperienze innovative e
capacità professionali specialistiche. Ma il settore nella sua complessità e nella sua
totalità è stato a lungo trascurato: finanziamenti insignificanti rispetto agli standard
dei grandi Paesi europei, programmi improvvisati, interventi episodici, assenza di sistemi
di controllo dei risultati. La gestione ordinaria è carente: molti progetti vengono messi
in cantiere, pochi vengono conclusi.
Le linee d'azione che proponiamo sono le
seguenti:
- Realizzare un piano di opere di pubblica
utilità finalizzato alla custodia e alla divulgazione del patrimonio artistico e
culturale, teso a riciclare alcuni complessi edili in disuso, di archeologia industriale
per esempio, in una rete diffusa di biblioteche, teatri, laboratori di ricerca artistica,
di musei. Un piano per la previdente gestione del patrimonio, non fondato su caotiche
strategie di interventi straordinari che coinvolgono solo poche istituzioni e trascurano
tutte quelle minori, diffusissime e di grande valore, ma sullo sviluppo della buona
manutenzione dell'esistente.
- Rafforzare l'autonomia dei musei statali
(quelli civici sono già autonomi) consapevoli però che tale autonomia vale poco se
rimane un fatto isolato. Bisogna ragionare per reti e sistemi museali, rafforzando quella
galassia di musei di ogni tipo diffusi in tutta Italia, promuovendoli, coordinandoli,
facendoli interagire per sistemi regionali e/o sub- regionali, proponendoli per itinerari,
per pacchetti organizzati ai tour-operators. Occorrono poi servizi adeguati nei musei
(dall'organizzazione degli orari, alle librerie, caffetterie) per migliorare la
fruibilità del patrimonio culturale e una rete informativa che permetta una conoscenza
diffusa del patrimonio e quindi una maggiore agibilità per tutti. In questa direzione
vanno attivati anche investimenti privati, coinvolgendo i privati stessi nelle attività
promozionali e gestionali dei musei, e va incoraggiato e organizzato un ampio servizio di
volontariato.
- Aumentare la difesa dalla spoliazione e
dal furto delle aree e dei siti con misure di custodia rigorose. Le azioni di tutela e di
governo delle amministrazioni devono inoltre essere basate su strumenti conoscitivi
adeguati quali, in primo luogo, la classificazione del patrimonio.
- Irrobustire e ampliare i poteri delle
soprintendenze, in modo che possano rappresentare più efficacemente lo Stato nel rapporto
con le Regioni, gli enti locali, i privati.
- Vanno aumentate le risorse
tecnico-scientifiche disponibili, ed inserite nel sistema dei beni culturali anche
competenze economiche e gestionali. Il sistema formativo deve essere adeguato,
incentivando anche lauree brevi e corsi di formazione post-secondaria che costruiscano
nuove figure professionali, di tipo artigianale o scientifico, atte al recupero, alla
catalogazione, alla conoscenza e alla divulgazione di tale patrimonio.
- Rafforzare la collaborazione con le
autorità ecclesiastiche per consentire una più ampia conservazione e fruizione del
patrimonio, detenuto in larga parte dalla Chiesa. |