Il programma de L'Ulivo
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Tesi n° 70
Riorganizzare le professioni, evitare le corporazioni


La motivazione più frequentemente addotta per giustificare interventi di regolamentazione dei mercati dei servizi professionali si basa sulla presenza di asimmetrie informative concernenti il livello qualitativo dei servizi stessi. Quasi tutti i paesi hanno introdotto schemi di controllo basati su una selezione all'entrata in modo che i consumatori abbiano almeno un'informazione di base relativa al fatto che chi è ammesso a fornire i servizi è in grado di farlo ad un livello qualitativo accettabile.

Ai potenziali vantaggi della delega alle organizzazioni professionali si contrappone però l'obiezione di fondo secondo cui gli appartenenti alle organizzazioni professionali possono avere un interesse ad agire contro l'interesse collettivo e a tutelare le rendite di posizione delle professioni stesse.

Le nostre proposte per riformare il sistema di auto-regolamentazione dei mercati dei servizi professionali sono:

- Rivedere la regolamentazione dell'entrata nelle professioni e i controlli ex ante, ossia:

- Far sì che gli esami di ammissione all'esercizio delle professioni valgano a verificare la preparazione dei candidati (non a limitare l'accesso alle professioni) e a garantire maggiori caratteristiche di oggettività e di uniformità nei giudizi.

- Ridurre il ruolo diretto delle organizzazioni professionali (che spesso utilizzano le barriere all'entrata di tipo istituzionale come strumenti di difesa dei livelli di reddito dei membri della professione piuttosto che di controllo della qualità dei candidati).

- Far dipendere la certificazione del livello qualitativo prioritariamente dall'ottenimento di titoli di studio con curriculum approvati dal legislatore nel rispetto del principio del mutuo riconoscimento fra i paesi membri dell'Unione Europea. Quando venisse abrogato il valore legale del titolo di studio universitario, la certificazione della qualità avverrà mediante un vero e proprio esame di Stato, le cui norme di funzionamento dovranno essere opportunamente rivedute.

- Uniformare i curricula rispetto a quelli prevalenti nei paesi dell'Unione Europea, in modo da ridurre gli ostacoli alla mobilità dei professionisti.

- Con l'eccezione delle professioni di tipo medico, non considerare i periodi di apprendistato come condizione necessaria per poter svolgere gli esami di ammissione alla professione.

- Regolamentare le informazioni fornite al mercato: rimuovere almeno alcuni dei vincoli relativi alla diffusione di pubblicità e informazioni relative alle specializzazioni (rafforzando le penalità per la diffusione di informazioni non veritiere); favorire la competizione tra organizzazioni di professionisti per la certificazione continua delle caratteristiche qualitative dei loro associati; potenziare gli accorgimenti istituzionali che permettono una riduzione dei costi di valutazione della qualità dei servizi forniti dai singoli professionisti.

- Regolamentare i livelli qualitativi ex post, stimolando l'adozione di codici di autodisciplina ed evitando la fissazione di prezzi minimi che rischiano di diventare strumento per accordi di cartello.

- Regolamentare le forme organizzative e la mobilità: rimuovere i vincoli all'esercizio in forma associata delle professioni e alla mobilità sia nazionale che internazionale.

- Operare per una riduzione dei casi in cui la delega di funzioni pubbliche avviene in condizioni di monopolio, aumentando il numero delle organizzazioni professionali abilitate; laddove ciò non fosse possibile è opportuno evitare che l'entrata nel mercato sia ristretta numericamente privilegiando invece un sistema di valutazione oggettiva dei curricula e dei titoli.