Il programma de L'Ulivo
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Tesi n° 67
Formazione professionale, educazione continua e partecipazione

Il sistema di istruzione professionale dell'Italia è in ritardo ed è andato peggiorando, anche a seguito della mancata riforma della scuola superiore.

Bisogna passare da una concezione della formazione professionale come "addestramento al lavoro" all'idea di un progetto formativo a servizio della persona del lavoratore. Come in altri paesi, la formazione professionale dovrà essere destinata non solo ai giovani, ma anche agli adulti lavoratori e, per quanto riguarda i giovani, dovrà materializzare l'obiettivo del diritto/dovere a conseguire una qualificazione professionale entro il diciottesimo anno di età.

Il programma parte dall'assunto che la formazione professionale è 'strumento della politica attiva del lavoro' (non 'un'altra scuola') ed è ispirato dai seguenti elementi di novità da introdurre:

- articolare una pluralità di forme di formazione (a tempo pieno, a tempo parziale, contemporaneità di formazione e lavoro);

- costituire un sistema che consenta la formazione 'continua' per affrontare un mondo del lavoro che richiede sempre più flessibilità e competenze specifiche;

- decentrare il 'governo' e la 'gestione' della formazione, coinvolgendo i diversi soggetti interessati, ma mantenendo un controllo a livello nazionale per quanto riguarda la validazione e la certificazione delle qualifiche conseguibili, anche in rapporto a quelle europee.

Lo sviluppo del sistema di formazione professionale implica un forte intervento di incentivo e sostegno alle imprese, ai singoli lavoratori, ai disoccupati, agli immigrati e anche agli anziani intenzionati a reinserirsi in ruoli sociali attivi.

Le linee di intervento che ci proponiamo sono:

- L'assegnazione principalmente alle Regioni del 'governo' della formazione professionale per la costruzione di una rete di servizi (parchi tecnologici, agenzie, …) a supporto dei lavoratori, delle imprese, del territorio.

- L'affidamento, sotto il controllo delle Regioni, della 'gestione' ai diversi soggetti erogatori dei servizi: scuole, università, imprese, enti privati, organizzazioni non-profit.

- L'articolazione degli interventi tenendo conto del 'contesto locale': distretti 'tecnologici' e/o 'industriali', 'bacini di impiego'.

- L'introduzione di un moderno sistema di apprendistato (da costruirsi ex-novo rispetto all'attuale istituto) che dovrà avere alcune caratteristiche fondamentali: diplomi di sicura affidabilità, precisa definizione del metodo, congrua quota di tempo destinata, estensione anche ai livelli professionali medio alti. Sono da valorizzare inoltre i periodi di tirocinio sul lavoro, prevedendo anche forme di sostegno economico alle imprese.

- Il deciso recupero di efficienza e la progressiva eliminazione dei rami secchi (a questo scopo è necessario prevedere il coinvolgimento delle parti sociali nella destinazione delle risorse, nella definizione dei contenuti formativi, nella valutazione).

Va istituito un vero e proprio sistema di Istruzione Tecnica Superiore, cioè un canale post-secondario parallelo all'università, con le seguenti caratteristiche: massima flessibilità e piena possibilità di discontinuità nell'erogazione dei corsi; alta sensibilità nei confronti della domanda del mercato; ampio ricorso a docenti non istituzionali con esperienza lavorativa; sistema flessibile di certificazione dei titoli e di erogazione dei finanziamenti pubblici; coinvolgimento in forma di joint venture delle imprese.

Tale sistema scolastico deve vedere coinvolti nella gestione le autonomie locali, le imprese e le associazioni di imprenditori, i sindacati e il mondo della scuola e la famiglia