Il programma de L'Ulivo
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Tesi n° 63
Rifiuti: uscire dall'emergenza e dall'illegalità

Il problema dei rifiuti in Italia è, a tutt'oggi, ben lungi dall'essere risolto e assume i toni drammatici dell'emergenza: la capacità di smaltimento delle strutture autorizzate è assolutamente inadeguata e copre meno del 30% della necessità.

La grande quantità di rifiuti smaltita irregolarmente comporta conseguenze ambientali e sanitarie molto pericolose. E soprattutto comporta una situazione di illegalità, nella quale si è pesantemente inserita l'economia criminale che ha trovato un nuovo terreno di attività nello smaltimento irregolare o clandestino dei rifiuti, sia dei rifiuti urbani e tossico-nocivi, sia, addirittura, dei rifiuti radioattivi e nucleari, lucrando nell'immenso affare del trasporto (in genere dal Nord al Sud) e dello smaltimento irregolare e clandestino dei rifiuti, con un danno ambientale rilevantissimo.

Vanno attuati gli indirizzi europei, che puntano sulla prevenzione rispetto alla quantità e alla pericolosità dei rifiuti e sul loro smaltimento attraverso il riciclo e il riutilizzo. E' possibile passare dall'idea del rifiuto come cosa da "scaricare", da "gettare", al rifiuto come cosa da recuperare, riutilizzare, correggendo l'attuale sistema di smaltimento fondato sulla discarica a massa e sull'inceneritore del rifiuto.

Alcune linee d'azione sono:

- Ridurre all'origine la produzione di rifiuti, in particolare di rifiuti pericolosi, ad esempio incentivando i processi produttivi e i prodotti a bassa quantità e pericolosità dei rifiuti; regolamentando in modo più rigoroso le "materie prime secondarie"; rendendo obbligatorio l'uso di beni prodotti con materiali riciclati nella costruzione di opere pubbliche e nelle forniture alle Amministrazioni e agli Enti pubblici nazionali, regionali e locali; con imposte di fabbricazione sui beni non significativamente riciclabili, in relazione anche alla applicazione della normativa europea sulla etichettatura ecologica delle merci (Ecolabel).

- Attivare il massimo recupero di materie prime e di energia dai rifiuti attraverso: la raccolta differenziata di carta, vetro, plastica, metalli, materiali domestici pericolosi (siamo al 2,5%, occorre arrivare almeno al 15%) da estendere alle materie riutilizzabili dall'industria e ai rifiuti pericolosi e ingombranti; il recupero, riutilizzo e riciclaggio degli imballaggi, adeguando anche il recepimento della direttiva comunitaria; il recupero di sostanza organica da utilizzare in agricoltura e di materiali combustibili con cui alimentare processi di produzione energetica alternativi; l'ammodernamento delle tecnologie nella produzione di combustibile da rifiuti.

- Programmare la raccolta, il trasporto e il trattamento dei rifiuti alla scala territoriale adeguata, perseguendo il principio di autosufficienza regionale, dotando ciascun territorio di proprie strutture di smaltimento, provinciali per quanto riguarda i rifiuti urbani e assimilabili, regionali per quelli pericolosi. Ciò al fine di eliminare la "colonizzazione" dei territori più forti rispetto a quelli più deboli e assunti come universale discarica e per garantire la partecipazione delle popolazioni locali nelle scelte di localizzazione.

- Sottoporre a valutazione di impatto ambientale tutti gli impianti di smaltimento di rifiuti pericolosi, le discariche per i rifiuti urbani e assimilabili con una potenzialità complessiva superiore alle 25000 tonnellate, e gli inceneritori, ad esclusione dei soli piccoli impianti.