| Tesi n° 61 L'aria che respiriamo
 
  
 
 Insieme all'acqua, l'aria costituisce l'altro elemento indispensabile alla vita. E, più
        dell'acqua, esso risulta compromesso da numerosi fattori che sono, per loro natura,
        difficili da tenere sotto controllo. Per questo, é necessario uno sforzo superiore a
        quello sino ad oggi profuso, non solo per ridurre il livello di degrado di questa
        essenziale componente dell'ambiente ma anche per contenere i rischi per la salute
        dell'uomo, ormai scientificamente documentati.
 Accanto a tradizionali fattori di inquinamento (industrie,
        veicoli ed impianti termici) occorre considerare fenomeni nuovi, ma non per questo meno
        allarmanti, quali l'inquinamento transfrontaliero, quello della ozonosfera e quello da
        rumore, solo di recente oggetto di attenzione da parte del legislatore. Per ciascuno di
        essi è necessaria una politica che cerchi di superare i limiti della legislazione vigente
        e le carenze della sua applicazione.  Si propone quindi di:  - attivare anche sul piano nazionale
        quelle misure di contenimento dell'effetto serra che sono al centro delle politiche
        ambientali mondiali, in particolare mirando ad eliminare nel più breve tempo possibile
        l'impiego dei clorofluorocarburi (CFC);  - controllare il livello delle emissioni
        di biossido di carbonio, dovute principalmente ai mezzi di trasporto. A tal fine potrebbe
        essere introdotta in un sistema di imposte comuni europeo e quindi non penalizzanti per la
        competitività delle imprese, una tassa combinata sugli ossidi di carbonio/energia (vedi
        "Chi inquina paga"); - controllare le emissioni di metano
        dovute principalmente al settore energetico (fughe di gas naturale) e al settore rifiuti; - attuare le normative vigenti (ad esempio
        il DPR 203/88) in tema di emissioni da impianti industriali. Su questo tipo di emissioni
        il controllo esercitato é stato sino ad ora rivolto ad aspetti meramente formali (il
        possesso dell'autorizzazione) senza poter verificare, invece, il dato più importante,
        quello dell'inquinamento atmosferico;  - attuare le leggi in materia di
        inquinamento da impianti termici, ad esempio la legge che, abbinando il concetto di
        risparmio energetico a quello di lotta all'inquinamento atmosferico, incentiva la
        trasformazione degli impianti funzionanti ad energia pulita. E' qui opportuno intervenire
        con il riconoscimento di incentivi o di benefici fiscali a chi modifichi gli impianti o
        esegua gli interventi di manutenzione indispensabili al buon funzionamento degli stessi; - attuare la recente legge quadro sul
        rumore (28/10/95, n. 447), sia attraverso la tempestiva emanazione della normativa
        (tecnica ed amministrativa) di esecuzione (in assenza della quale la legge non può
        funzionare), sia con l'adempimento degli obblighi di pianificazione della bonifica
        acustica e con la previsione della relativa copertura finanziaria; - dare attuazione alla normativa esistente
        sull'inquinamento transfrontaliero e di protezione dell'ozonosfera, promuovendo anche
        forme di collaborazione internazionale, senza le quali qualsiasi intervento nazionale
        rischia di rivelarsi insufficiente. |