Tesi n° 60
Il riassetto
idrogeologico del territorio

L'Italia è un paese esposto ad alti rischi geologici, sia per cause naturali (terremoti
ed eruzioni vulcaniche), sia per cause storiche (l'abbandono continuo e costante delle
aree di alta collina e di montagna cominciato massicciamente nel dopo guerra, l'espansione
delle aree urbanizzate con relativo aumento della impermeabilizzazione dei terreni, lo
spopolamento della campagna), sia per l'intervento spesso dissennato dell'attività umana
sul territorio (disboscamenti, sconvolgimento del regime delle acque, sconsiderati
imbrigliamenti e sbarramenti degli alvei fluviali, abusivismo edilizio, coltivazioni
iperproduttive).
Tuttavia, le politiche seguite sono state
lungi dal rimuovere le cause del disastro e del dissesto; ci si è limitati a mere azioni
difensive e riparative.
Contro questa politica del
"rattoppo" occorre invece una politica di riassesto idrogeologico del
territorio, con un programma di rinaturazione e di riforestazione, che prevenga gli
eventuali rischi, renda compatibili le attività agricole e agro-forestali, con una
pianificazione urbanistica delle aree di pertinenza fluviale, da mantenere o riportare in
condizioni di naturalità.
Proponiamo quindi un grande piano
nazionale di opere di pubblica utilità a difesa del suolo e dei bacini idrogeografici,
per prevenire gli incendi, le frane, le erosioni, le alluvioni. Un piano di riassetto
idrogeologico che possa portare anche alla creazione di nuova occupazione e a rendere più
razionale ed efficace l'organizzazione dei servizi e delle risorse esistenti.
Alcune azioni da intraprendere sono:
- portare a piena attuazione le più
importanti leggi approvate negli ultimi 15 anni in materia di riassetto idrogeologico e di
difesa del suolo, di tutela paesaggistica di aree protette e parchi, di intervento nelle
aree ad elevato rischio di crisi ambientale; a partire dalla legge 183 del 1989;
- avviare e/o completare una mappatura
delle aree di rischio idrogeologico con una diffusa rete di prevenzione e una serie di
misure di pronto intervento. A ciò può contribuire il potenziamento dei Servizi Tecnici
Nazionali e l'Agenzia nazionale dell'ambiente;
- attivare in pieno le competenze delle
Autorità di bacino e progettare, in accordo con le Regioni, i Piani di bacino;
- recepire pienamente la direttiva europea
sulla valutazione di impatto ambientale, al fine di esercitare un controllo preventivo
sugli effetti degli interventi che possono avere forte incidenza ambientale sul
territorio. |