Tesi n° 59
Portare
l'acqua da bere in tutte le case
L'acqua è apparentemente una delle sostanze più abbondanti nell'intero pianeta: eppure
numerosi sono gli organismi internazionali che annunciano una drammatica crisi mondiale
causata da uno spreco idrico indiscriminato, che ha impoverito la qualità e la quantità
disponibile di questa risorsa non rinnovabile. Vige anche per il nostro Paese l'impegno ad
allontanare - a partire da un terreno nazionale e locale - i rischi globali di una crisi
idrica di portata planetaria, impegno al quale per ben due volte ci ha richiamato la
Comunità Europea attraverso la Corte di giustizia. L'azione di salvaguardia di questo bene assume quindi un
valore prioritario.
Esistono leggi importanti, quali la legge
Merli o la legge Galli, che afferma il carattere pubblico di tutte le acque superficiali e
sotterranee e impone un loro uso responsabile e solidaristico. Leggi importanti, che,
tuttavia non vengono attuate, sia nelle scelte del governo centrale che in quelle delle
regioni.
Questo richiede un forte impegno del
futuro governo per la salvaguardia della qualità e della quantità dell'acqua
disponibile.
Ancora oggi, infatti, il 35% della
popolazione, soprattutto nel Meridione, soffre per il rifornimento idrico.
Il primo obiettivo è quindi portare
l'acqua da bere in tutte le case.
Ciò deve avvenire soprattutto mediante
una politica di riciclaggio e di redistribuzione.
La maggioranza dei corsi d'acqua,
superficiali e sotterranei, va riportata ad un alto livello qualitativo per lo svolgimento
delle principali funzioni, in primo luogo quella potabile; le acque costiere vanno
riportate ad un livello di qualità adeguato a permettere la vita degli ecosistemi marini
e a consentire gli usi umani di balneazione e ricreazione. A tal fine si provvederà:
- a preparare e realizzare un piano di
difesa delle acque nell'intero territorio nazionale, che assicuri la difesa dei fiumi e la
conservazione dei territori circostanti i corsi di acqua in condizioni di prevalente
naturalità;
- ad inserire l'intero territorio
nazionale in bacini nazionali di tutela idrogeologica, con un'organizzazione da tempo
efficacemente realizzata in altri paesi europei;
- a dare piena attuazione alle leggi
esistenti, quali la legge Galli, attraverso la definizione di un regime unitario delle
acque (captazione, distribuzione, depurazione); la legge Merli, con un piano di
risanamento e controllo degli effetti degli scarichi sui corpi idrici; la legge 37/94 che
vieta l'escavazione dei fiumi per fini di produzione industriale;
- ad assicurare il rispetto della
normativa che tutela le acque destinate al consumo umano, garantendo gli interventi di
miglioramento delle strutture di potabilizzazione da parte dei gestori di acquedotto,
incentivando il controllo interno di qualità dell'acqua distribuita agli utenti,
contenendo al minimo le deroghe ai requisiti di qualità, comunque entro i limiti previsti
dalla normativa comunitaria;
- a perseguire l'obiettivo di una
riduzione dei consumi, ma contestualmente anche di una loro redistribuzione, portando
entro breve tempo, in tutte le case e soprattutto al Sud, nuovi sistemi idrici e di
depurazione. In tal senso sarà necessario introdurre misure finanziarie che
razionalizzino l'uso dell'acqua, a partire dal bilancio tra la disponibilità immediata
del bene e i suoi usi. Vanno inoltre utilizzate in modo idoneo e tempestivo le rilevanti
risorse messe a disposizione dall'Unione Europea.
Per migliorare la qualità delle acque,
come di tutte le risorse e gli ecosistemi utilizzati dall'uomo, è anche decisivo
rafforzare il settore dei controlli ambientali, assicurando in particolare piena
operatività ed efficienza all'Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente. |