Tesi n° 53
Modernizzare
l'agricoltura

L'agricoltura italiana sta vivendo uno dei suoi momenti più difficili. Il ricambio
generazionale nelle imprese agricole è ridotto; l'occupazione passa da forme stabili (di
tipo professionale annuale o stagionale) a forme occasionali (sia con imprenditori -
part-time, sia per i lavoratori autonomi o dipendenti). E' mutato lo scenario
internazionale per il sistema agro-alimentare: le protezioni crollano, in modo
irreversibile, date le pressioni finanziarie esercitate sui vari governi europei per
ridurre le spese a sostegno dell'agricoltura (riforma PAC) e come conseguenza degli
accordi internazionali sul commercio (GATT).
Il rapporto tra agricoltura e altri
settori si é radicalmente trasformato: chi controlla il rapporto con il mercato -
grossisti, industrie di trasformazione, grande distribuzione - acquisisce un ruolo
predominante. Gli agricoltori, quindi, devono ampliarsi ed associarsi per trovare forme di
coordinamento innovative con l'industria di trasformazione e con la grande distribuzione,
con un'evoluzione tanto profonda quale quella realizzata in altri paesi europei.
Rendere moderno il nostro sistema
agro-alimentare richiede quindi di:
- Aumentare la competitività attraverso
una riorganizzazione dell'offerta agricola e con servizi pubblici più efficienti.
Le associazioni dei produttori e le
cooperative sono gli strumenti per integrare le imprese agricole con il mercato: va data
loro piena funzione imprenditoriale, attraverso la definizione di criteri più selettivi
per il loro riconoscimento, innalzando i limiti quantitativi e qualitativi per la
concentrazione dell'offerta, favorendo la loro concentrazione in poche e robuste realtà
nazionali per ciascuna filiera.
Stimolare la cooperazione ad agire non
solo come strumento di difesa dei suoi soci, ma anche come organismo economico presente
sul mercato in competizione con altre imprese concorrenti, senza tradire i principi di
solidarietà che la animano. Il problema della cronica sotto capitalizzazione va
affrontato ripensando i rapporti tra socio e cooperativa, rendendo più efficienti i
criteri di selezione del management, pensando ad adattamenti che rendano le cooperative di
secondo grado capaci di competere con le società per azioni sul piano dell'operatività
(valutazione dei marchi, delle reti distributive, ecc.).
- Sostenere le esportazioni e difendere il
"made in Italy", con la creazione, sull'esempio di Francia e Germania, di
un'agenzia, a capitale misto pubblico-privato, rivolta a sostenere i prodotti delle
piccole e medie imprese che non hanno la dimensione economica per organizzarsi con una
struttura commerciale all'estero.
- Favorire la crescita delle dimensioni
delle imprese: il numero delle aziende agricole deve diminuire e la dimensione media deve
aumentare. La frammentazione comporta limitate capacità di accesso all'innovazione e ai
capitali, difficoltà di ingresso nei canali della moderna distribuzione e soprattutto
difficoltà nel perseguire politiche di marketing efficaci sia nel mercato interno che in
quelli esteri. Gli strumenti sono una vera politica fondiaria basata sull'affitto e la
proprietà.
- Modernizzare l'agricoltura attraverso la
leva fiscale, con il passaggio lento e graduale dall'imposizione basata sulle tariffe
catastali alla tassazione a bilancio, mantenendo eventualmente l'attuale sistema per le
piccole aziende.
- Ritoccare il "salario medio
convenzionale" sul quale si calcolano i contributi agricoli, ogni ulteriore
incremento della pressione previdenziale, infatti, avrebbe l'unico effetto di ridurre
l'occupazione e di favorire il disimpegno delle imprese, con lo spostamento dell'attività
verso coltivazioni estensive.
- Garantire una maggiore e più
qualificata presenza italiana in sede Europea per tutelare le produzioni mediterranee
(ortofrutta, vino, olio, ovicaprini, ecc.) tradizionalmente meno sostenute di quelle
continentali e che oggi, in un quadro di riduzione complessiva degli aiuti, sono ancor
più penalizzate.
- Incrementare la nostra capacità di
innovare i prodotti, collegando la ricerca pubblica con le imprese, anche al fine di
trovare soluzioni adeguate alle cento agricolture italiane, che hanno più capacità di
successo e più specializzazioni.
Innovare i prodotti significa anche
favorire e sostenere l'agricoltura biologica, a partire dalle aree protette, riducendo
così l'impatto chimico e rafforzando la qualità e la tipicità dei prodotti.
- Guardare l'agricoltura come il
principale strumento di tutela del territorio: una agricoltura moderna può esercitare un
ruolo sempre più centrale per la salvaguardia del territorio e per la tutela
dell'ambientale. A difesa dei valori paesaggistici, per uno sviluppo equilibrato del
territorio, per il miglioramento della qualità delle produzioni alimentari. La mancata
difesa delle aree rurali svantaggiate o montane provoca degrado economico e sociale. Lo
spazio agricolo non utilizzato dalle imprese può risultare carente di azioni di
manutenzione diretta e diffusa. E in questa parte di territorio possono più facilmente
verificarsi fenomeni di dissesto idrogeologico (frane, erosione superficiale, ecc.). |