Il programma de L'Ulivo
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Tesi n° 49
Liberare il mercato: una nuova politica per i servizi pubblici e la tutela della concorrenza


I servizi pubblici

I servizi devono essere efficienti, disponibili a tutti e caratterizzati da un adeguato rapporto prezzo/qualità.

Per ottenere questo obiettivo è necessario definire un quadro di regole volte a:

- promuovere la concorrenza fra le imprese di fornitura o gestione ovunque ciò sia possibile;

- garantire l'accessibilità al servizio a tutte le fasce di utenza;

- promuovere la qualità del servizio stesso;

- tutelare il consumatore/utente attraverso una adeguata informazione.

A questo riguardo i soggetti coinvolti nelle attività di regolazione devono essere i Ministeri competenti, limitatamente all'indirizzo politico, e le Autorità settoriali, con compiti "tecnici" di monitoraggio sulla osservanza delle regole da parte delle imprese e di tutela nei confronti dei consumatori/utenti.

E' di grande rilevanza che le Autorità settoriali siano caratterizzate da grande indipendenza ed autonomia, nonché da elevate competenze tecniche in modo da essere in grado di sottrarsi a pressioni politiche o lobbistiche.

Politiche di tutela della concorrenza

Con 100 anni di ritardo rispetto agli Stati Uniti e quasi quaranta con riferimento agli altri grandi paesi europei anche l'Italia si é dotata di una propria legge antitrust.

L'importanza di una legislazione antitrust sta nella sua capacità di tutelare i consumatori e le stesse imprese contro un esercizio del potere di mercato (economico) che attraverso il rafforzamento di posizioni monopolistiche riduce la possibilità di una più efficiente ed equa allocazione delle risorse.

I poteri e l'azione della Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) vanno dunque rafforzati e resi più incisivi.

Questo risultato può essere ottenuto:

- rafforzando la specializzazione della AGCM ed assegnandole tutte le competenze antitrust (quelle sui media e il credito, ora assegnate, rispettivamente, al Garante per l'Editoria e alla Banca d'Italia) ed estendendo la sua sfera di azione anche ai settori soggetti a regolazione;

- migliorando il grado di trasparenza. Data la rilevanza ed i poteri di cui gode l'Autorità è necessario che vengano formulati principi interpretativi chiari che consentano di ridurre le aree di incertezza per le imprese e gli altri soggetti coinvolti circa i criteri di riferimento utilizzati dalla Autorità nelle sue decisioni.

L'intervento deve prevalentemente configurarsi come severo e tempestivo, ma allo stesso tempo trasparente ed incisivo.

La concorrenza può essere minacciata non solo da espliciti comportamenti delle imprese, ma anche dalle politiche pubbliche di sostegno alle imprese sia nella forma di aiuti diretti, per altro già proibiti dalla normativa comunitaria, sia nella forma di sgravi fiscali od incentivi.

Tali politiche hanno una chiara ripercussione sulle condizioni di entrata e sopravvivenza delle imprese sul mercato e possono pertanto costituire una modalità attraverso la quale si falsa o si influenza il funzionamento del mercato.

L'art. 90 del Trattato istitutivo della Comunità Economica Europea già rende possibile intervenire per quanto riguarda le distorsioni che gli aiuti inducono nel mercato unico. E' pertanto necessario introdurre una previsione analoga per quanto riguarda il mercato italiano, che tenga comunque conto dei diversi contesti in cui tali aiuti vengono erogati.

Appropriate politiche di sostegno allo sviluppo delle piccole e medie imprese non distorcono, infatti, il funzionamento del mercato; ne consentono, anzi, un miglior funzionamento nel momento in cui lo rendono accessibile anche ai soggetti strutturalmente più deboli.