Tesi n° 47
Aprire il
mercato dei capitali
 Il compito di mantenere competitivo il nostro sistema
economico è affidato in misura rilevante a un rinnovamento profondo del sistema
finanziario, del mercato mobiliare e del governo societario, in una parola, del mercato
dei capitali inteso in senso lato.
C'è oggi nel paese una domanda crescente
dei risparmiatori di potere investire, direttamente o attraverso istituzioni
specializzate, in titoli azionari a condizioni che offrano tutela dagli errori e dai
comportamenti devianti degli imprenditori. E c'è una domanda crescente degli imprenditori
di raccogliere capitali per lo sviluppo delle imprese.
Particolarmente forte è la domanda di
accesso alle opportunità imprenditoriali che viene da vaste fasce di ceto medio come da
fasce sempre meno ristrette di classe operaia, specie quella dei distretti industriali del
Nord-Est. A questa domanda occorre dare risposta. Deve consistere, questa risposta, nel
disegno di un nuovo assetto istituzionale che, senza rinunciare allo zoccolo duro della
famiglia e del mutualismo, metta in campo altri strumenti: un ampio mercato dei capitali e
forti e diffuse istituzioni finanziarie.
E' questa la risposta da dare alla domanda
delle piccole e medie imprese, come di quelle medie e grandi, che sono consapevoli
dell'angustia delle scelte finanziarie con cui affrontano oggi la competizione con i
concorrenti di tutti i paesi.
La tutela degli interessi del pubblico
risparmio può articolarsi, secondo il nostro pensiero, su tre diversi fronti, e questo
programma propone di agire su di essi contemporaneamente:
- il monitoraggio interno, da garantire
attraverso nuove regole per il governo degli organi societari, per il voto in assemblea,
per la trasparenza dell'informazione a tutti gli azionisti;
- il monitoraggio esterno di mercato,
fondato su una revisione delle regole per il trasferimento di pacchetti di controllo delle
società quotate, su una più completa informazione sui loro risultati e sui loro
programmi, sulla appropriata considerazione delle relazioni di gruppo;
- il monitoraggio esterno giudiziario,
fondato su una chiara definizione dei doveri di responsabilità degli amministratori e
sull'effettiva possibilità di accesso degli azionisti al giudizio dei tribunali
sull'effettivo rispetto di questi doveri.
Per molte delle misure riconducibili a
queste tre linee di azione, le difficoltà di adattare la normativa alla continua
evoluzione del mercato, consigliano di seguire, ogni volta che sia possibile, la strade
dell'autoregolamentazione.
A nulla serviranno le nuove regole se non
vi saranno investitori istituzionali incentivati ad usarle. Le istituzioni finanziarie cui
è affidato primariamente il compito di dare consulenza, orientare o gestire direttamente
il pubblico risparmio vanno incentivate ad esplorare le nuove opportunità. E' quindi
indispensabili assicurare l'indipendenza e il pluralismo delle istituzioni finanziarie e
la loro rispondenza a una trasparente logica di profitto.
In prospettiva un contributo sempre più
rilevante dovrà venire da fondi di investimento e da fondi pensione, da realizzare
rapidamente procedendo secondo le direttive indicate dalla legislazione recentemente
approvata.
Vanno altresì sviluppate le forme di
partecipazione dei lavoratori al capitale delle imprese, attraverso l'azionariato e i
fondi pensione. |