Tesi n° 36
Come combattere l'evasione fiscale
Evasione ed elusione costituiscono elementi distorsivi della concorrenza, contribuiscono
ad alimentare la permanenza di molti soggetti economici nel settore dell'economia
sommersa, sono fonte di iniquità, aumentano la disaffezione per la cosa pubblica, minano
la coesione sociale. Frenano dunque lo sviluppo di medio e lungo periodo dell'economia
italiana.La riduzione dell'evasione
e dell'elusione fiscale può essere seguita dalla riduzione delle aliquote al fine di
mantenere invariata la pressione tributaria macroeconomica. Eccezionalmente, una parte del
gettito così recuperato potrebbe essere temporaneamente utilizzata per la riduzione del
fabbisogno pubblico.
Sin qui le forze politiche, nella migliore
delle ipotesi, si sono limitate a mediare ambiguamente lo scontro tra le parti sociali
(minimum tax e concordato di massa lo dimostrano). All'eccessivo rafforzamento
dell'apparato formale di controllo, con insopportabili obblighi e gravose sanzioni, si
sono accompagnate politiche dirette ad evitare scontri con le categorie più a rischio,
concedendo condoni più o meno travestiti e ipotizzando, invece di controlli pregnanti,
grossolani meccanismi di determinazione catastale del reddito d'impresa e di lavoro
autonomo. Il fenomeno evasivo va invece affrontato subito e riportato, seppur
gradualmente, alla fisiologia.
Una riforma strutturale
dell'amministrazione finanziaria e dell'accertamento deve essere parte integrante e
prioritaria di ogni ipotesi di riforma, per evitarne il fallimento. Al punto in cui siamo,
infatti, o l'amministrazione finanziaria si modernizza e si mette al passo con qualunque
tipo di riforma tributaria o si cede il passo ai soliti condoni, concordati di massa e
periodiche stangate.
Proponiamo quindi:
- di riorganizzare l'amministrazione
finanziaria secondo criteri aziendalistici, con operatori opportunamente selezionati e
qualificati, pagati a prezzi di mercato, ma sottoposti a più rigidi controlli. E' infatti
necessaria un'amministrazione in grado di entrare in contraddittorio con il contribuente,
di revocare o annullare anche gli atti assunti; di saper utilizzare al massimo le grandi
possibilità che offre l'informatica; di fare convenienti concordati senza cadere nella
trappola della corruzione o della concussione o, in alternativa, in grado di compiere
accertamenti ragionati e di buona qualità, sostenibili con successo in sede contenziosa;
- di applicare metodi di valutazione
presuntiva meno rozzi di quelli finora adottati, attuando studi di settore, determinati
con la collaborazione delle categorie e di promuovere, nei casi singoli, forme apposite di
concordati definiti sulla base degli imponibili medi delle analoghe imprese fiscalmente
"corrette".
Quanto all'elusione fiscale - cioè
l'aggiramento fraudolento delle norme fiscali al fine di risparmio d'imposta - proponiamo:
- l'introduzione di una norma generale
antielusiva, alla stessa stregua di altri paesi europei, che consenta di colpire tutte le
operazioni in frode al fisco condotte con finalità extrafiscale. Una norma generale,
cioè, che qualifichi come fiscalmente illeciti quei comportamenti delle parti che, pur
non andando dal punto di vista formale oltre la lettera della legge, la contraddicono
tuttavia sostanzialmente nel senso, nello scopo e nella effettività degli interessi.
Con questa proposta non si intende
istituire un indiscriminato divieto di compiere ogni operazione avente di mira il
risparmio fiscale né dotare gli uffici di un potere discrezionale eccessivo. Essa non
andrà infatti applicata quando l'operazione è giustificata anche da un interesse
economico che dia un senso alla scelta negoziale compiuta: sono infatti da considerare
assolutamente lecite le operazioni che non hanno una mera giustificazione fiscale e
presuppongono finalità imprenditoriali. |