Tesi n° 31
Un nuovo modello di difesa

Le recenti crisi internazionali hanno messo in evidenza, a livello governativo e
parlamentare italiano, l'incapacità di impostare una politica di sicurezza e di difesa
adeguata alle nuove minacce e alle diverse responsabilità del paese nel mondo.Anche in questo caso occorre riprendere una forte
iniziativa italiana volta ad evitare un duplice rischio:
- di divenire una pura e semplice
piattaforma militare per operazioni multilaterali;
- di assistere, su scala europea, ad una
progressiva rinazionalizzazione delle politiche di difesa, con conseguenze negative per
l'Italia.
Pertanto è necessario che sul piano della
difesa nazionale si riprenda il progetto del Nuovo Modello di difesa comprendente:
- una forte integrazione nella Nato e, in
futuro, nel pilastro europeo dell'UEO per la difesa del territorio nazionale dalle
potenziali minacce missilistiche provenienti da Est o da Sud;
- l'adeguamento a livello europeo della
qualità degli armamenti e della preparazione dell'esercito, dell'aeronautica e della
marina per la partecipazione a forze multinazionali nelle operazioni di mantenimento e
imposizione della pace;
- la tendenza ad aumentare gradualmente
l'esercito di tipo professionale pur mantenendo il servizio di leva. A nostro avviso un
mix equilibrato fra leva e volontari può essere la migliore strategia da adottare. Questa
proposta si collega strettamente al progetto di dare vita nel paese ad un servizio civile
che consenta ai giovani di optare tra leva e servizio civile (vedi "I giovani al
servizio della comunità");
- la fissazione, assieme alla forma da
dare al nuovo modello di difesa, di parametri finanziari e di una programmazione
pluriennale della spesa relativa alle trasformazioni da operare.
In genere, nell'affrontare tutte queste
esigenze, quello a cui devono puntare fermamente il governo e il parlamento è una
maggiore europeizzazione della difesa, nel quadro della revisione del Trattato di
Maastricht. |