Tesi n° 24
Una Europa
più unita: la revisione del Trattato di Maastricht

L'obiettivo dell'Unione Europea, pur se
largamente condiviso sul piano astratto, tende nel concreto ad essere percepito
dall'opinione pubblica come un vincolo più che un'opportunità.
In gran parte questo sentimento è da fare
risalire alle stesse istituzioni comunitarie caratterizzate da:
- eccesso di burocratismo;
- scarsa partecipazione democratica e
assenza di una politica di immagine;
- procedure decisionali non sempre
trasparenti;
- difficoltà a parlare con un'unica voce
e ad agire efficacemente sulla scena internazionale.
Dal prevalere di queste percezioni
negative sui tangibili vantaggi che la costruzione dell'Europa ha fino ad oggi portato,
potrebbero derivare forti tendenze al nazionalismo, che rischiano di indebolire
ulteriormente le prospettive di integrazione.
Occorre dunque non solo ripensare, ma
soprattutto ripresentare il significato politico dell'impresa europea, che malgrado tutto
mantiene intatto il suo significato profondamente rivoluzionario. E' responsabilità di
tutti gli europei riprendere lo slancio ideale dei tempi della fondazione dell'Unione.
Riteniamo che la prossima riforma del
Trattato di Maastricht sia decisiva, poiché da essa emergerà l'alternativa futura:
diluizione o rafforzamento.
Il contributo italiano si presenta come
particolarmente difficile e impegnativo. Oggi viviamo infatti un preoccupante distacco
dall'Europa, che si sostanzia nella difficoltà al rispetto dei criteri di convergenza di
Maastricht, nell'uscita dal sistema monetario europeo, nei ritardi per l'applicazione a
Schengen, nella limitata partecipazione alle iniziative comuni in materia di difesa. E
soprattutto una perdita di credibilità e di immagine presso i nostri partner che solo
parzialmente stiamo oggi ricostruendo. Per un paese che ha contribuito con coraggio e
lungimiranza alla fondazione della Comunità questo è un passo indietro di incredibile
gravità.
In vista e in preparazione del negoziato
per la revisione del Trattato devono emergere chiaramente le priorità strategiche
dell'Italia nei confronti dell'Europa, ed in particolare:
- Spendere ogni energia per accompagnare
l'integrazione politica con quella economica.
Va avanzata la richiesta che l'Unione non
si costruisca solo nel campo economico, ma che si estenda rapidamente agli aspetti
politici e di sicurezza. E' questo un interesse vitale per l'Italia collocata al centro
dell'area di crisi Est-Sud.
- Il completamento dell'Uem.
L'impegno per l'Unione Economica e
Monetaria va mantenuto saldo, anche perché il raggiungimento della moneta unica di fatto
costituisce un elemento fondamentale di quel "governo dell'economia" europeo che
oggi ancora manca all'Unione.
- Le politiche comuni.
E' necessario sostenere l'idea, condivisa
anche da altri partner comunitari, che l'Europa economica non è solo la moneta unica:
occupazione, competitività, investimenti sono gli aspetti di un'economia reale che ancora
stenta ad emergere nell'Unione. Al di là della disciplina fiscale ci interessa un'Europa
delle opportunità positive: l'occupazione deve divenire il tema dei prossimi anni.
Sugli aspetti generali della Conferenza di
revisione, l'Italia deve appoggiare le soluzioni che:
- rafforzino la politica estera e di
sicurezza collegandola sempre più strettamente alle attività e alle procedure
comunitarie;
- accelerino il processo di avvicinamento
dell'UEO (Unione dell'Europa Occidentale) all'Unione;
- diano sostanza alla tutela della
sicurezza dei cittadini dell'Unione attuando le disposizioni relative agli affari interni
e della giustizia;
- riformino le istituzioni equilibrando la
rappresentatività con criteri di maggiore efficacia.
In particolare la Conferenza risponderà a
queste richieste se:
- verranno estesi il voto a maggioranza
qualificata o procedure analoghe a tutti e tre i "pilastri" (economico, di
politica estera, di sicurezza dei cittadini);
- il potere di codecisione del Parlamento
europeo diverrà la regola principe;
- la Corte di Giustizia estenderà il
proprio ruolo alla tutela della sicurezza interna dei cittadini;
- si toglierà il potere di veto
all'articolo del Trattato che prevede le future revisioni (art. N);
- si ridurranno e semplificheranno le
procedure decisionali;
- le procedure decisionali dell'UEO
saranno rese compatibili con quelle dell'Unione;
- saranno rafforzati i poteri del Comitato
delle Regioni, rendendo il loro parere vincolante per le materie di loro competenza. |