Tesi n° 15
Far lavorare
meglio i magistrati

Le nostre priorità sono:
- potenziamento ed ampliamento delle forme
semplificate di giurisdizione, come quelle consentite dall'istituzione del giudice di
pace;
- modifica dei criteri di reclutamento e
di formazione di magistrati ed avvocati, per giungere ad una cultura della giurisdizione
comune ad entrambi;
- maggiore distinzione tra funzioni del
giudice e funzioni del pubblico ministero, con una restrizione delle possibilità di
passare dalle une alle altre, senza però arrivare alla separazione delle carriere;
- temporaneità degli incarichi direttivi.
Per quanto la possibilità di ricorrere al
giudice sia garantita dalla Costituzione, occorre che nei casi in cui è possibile si
possa ricorrere a forme semplificate di giurisdizione. Le soluzioni già istituite, come
quella del giudice di pace, portano a ritenere molto vantaggiosa la distinzione tra
magistratura ordinaria, per i casi giustificati e privi di alternative, e
"magistratura onoraria" negli altri casi. Bisogna allora potenziare le soluzioni
già adottate e insistere su questo percorso. Ciò concorrerà anche a contenere sia il
numero dei magistrati, sia i costi in termini di denaro e di personale che i procedimenti
giudiziari comportano.
Ai fini di creare una comune cultura della
giurisdizione tra magistrati ed avvocati, devono essere modificati anche i criteri di
reclutamento e di formazione alla professione. La revisione del reclutamento ordinario
prevede l'istituzione di una scuola per le attività giurisdizionali che formi i futuri
magistrati ed avvocati e che porti gli ammessi al concorso finale, per optare poi fra
magistratura e professione forense. Le altre forme di reclutamento della magistratura
comprenderanno i vincitori di concorsi riservati a chi abbia rilevanti esperienze
professionali nell'avvocatura, nella pubblica amministrazione e nella stessa
amministrazione giudiziaria. Potranno essere inclusi anche i docenti universitari.
Per quanto riguarda la professione
forense, afflitta da un affollamento, si regolerà l'accesso, innanzitutto mediante una
scuola forense obbligatoria, con un esame finale per l'ammissione al tirocinio;
quest'ultimo deve avere una durata di uno o al massimo due anni.
Alla formazione del magistrato, infine,
deve essere dedicata molta attenzione, prima e dopo l'assegnazione delle funzioni, con
valutazioni periodiche dell'idoneità e delle attitudini.
La professionalità dei magistrati deve
essere maggiormente specificata e valutata, anche con riferimento alle funzioni di essi,
rispetto ad oggi; in particolare bisogna distinguere maggiormente tra funzioni del giudice
e funzioni del pubblico ministero. Occorrerà pervenire ad una migliore definizione della
responsabilità disciplinare. La verifica effettiva delle attitudini e del tipo di
professionalità potrà poi limitare la possibilità di passare dall'una all'altra. Questa
distinzione non comporta però la separazione dei pubblici ministeri dalla magistratura
giudicante.
Gli incarichi direttivi dovranno essere in
futuro temporanei per evitare tutti i pericoli propri delle lunghe permanenze dei
magistrati nel medesimo incarico. |