ROMA - E' 'allarme euro' tra le imprese italiane: nonostante
manchino ormai solo otto mesi all'avvio della moneta unica,
il livello di preparazione delle aziende italiane, soprattutto
di quelle di piccole e medie dimensioni, e' ancora ''largamente
insoddisfacente''. E la situazione appare particolamente critica
soprattutto nel Meridione.
L'ammonimento emerge da un'indagine della Comit condotta sulla
base di questionari cui hanno risposto circa 2000 imprese (per
il 18% multinazionali o grandi aziende e per la restante quota
piccole e medie imprese). Secondo la Comit, il risultato ''era
certamente scontato, ma la dimensione del fenomeno e' comunque
eclatante''.
Il 71,6% delle imprese intervistate giudica ''incerta'' o ''scarsa''
la propria preparazione all'euro: la percentuale scende al 62,5%
fra le grandi e al 46,3% fra le multinazionali.
Ancora piu' pesanti le difficolta' registrate nel Mezzogiorno
dove, sia per la maggiore presenza di Pmi sia per specificita'
locali, il 77,9% degli intervistati ha uno stato di preparazione
incerto o scarso; e nelle Isole la quota sale ancora, all'80,5%.
L'area piu' pronta risulta invece il Nordest. La diffusa impreparazione,
fa notare la Comit, e' forse il riflesso di una limitata conoscenza
dei problemi: l'informazione generale e' infatti giudicata incerta
o scarsa dal 61,9% del campione e da ben il 76,1% delle piccole
imprese.
Nel valutare l'informazione disponibile molto scarsa, le imprese
hanno per il momento preso un numero limitato di decisioni.
Cosi', a domande sui tempi previsti per la conversione della
contabilita' in euro, su come trattare i flussi monetari nel
periodo transitorio, su come gestire la tesoreria ed i rapporti
bancari, ha risposto con un ''non so'' o ''non abbiamo ancora
valutato il problema'' una percentuale oscillante tra il 42%
ed il 64%. Si distinguono invece leggermente in questo senso
le multinazionali, che appaiono piu' 'decisioniste'; al contrario,
le imprese del Meridione sono quelle piu' lontane dall'aver
interiorizzato l'importanza della fase che si sta aprendo.
Per quanto riguarda in particolare la contabilita', il 10,3%
adottera' l'euro come unita' di conto fin dal primo gennaio
'99, mentre la scelta prevalente e' quella di passare alla moneta
unica nel periodo transitorio (37,4%). Solo un 10% opta per
una transizione ''il piu' tardi possibile''. Per i conti bancari,
il 37,5% delle imprese chiedera' di aprirne in euro nel periodo
transitorio. L'indagine Comit conferma inoltre che l'euro portera'
una razionalizzazione della tesoreria e una netta tendenza alla
riduzione del numero di rapporti bancari. Nessuna variazione
significativa e' invece prevista nelle transazioni in cambi
con divise non-Ume.