Accelerare la giustizia civile
Le nostre priorità sono:
- estensione delle competenze del giudice di pace;
- limitazione delle possibilità di ricorso in Appello
e in Cassazione;
- potenziamento delle sezioni-stralcio per smaltire l'arretrato;
- unificazione tra pretura e tribunale.
La crisi della giustizia civile, dovuta soprattutto alla durata
dei processi (in media dai 6 ai 10 anni), ha portato ad una
situazione di "giustizia denegata" e ad un'assenza del diritto
che in certe zone favorisce la ricerca di tutela all'esterno
delle istituzioni, talvolta anche tramite l'intervento della
criminalità organizzata.
Gli interventi da attuare riguardano per prima cosa le competenze
del giudice di pace, che devono essere aumentate nelle cause
in campo automobilistico, dei danni alle persone, dei rapporti
contrattuali, delle utenze pubbliche, delle assicurazioni ecc.
Poi si limiterà la possibilità dell'appello per
le cause relative a rapporti patrimoniali di modesto importo,
fatto salvo il ricorso in Cassazione.
Vi è anche un problema che riguarda i ricorsi alla Corte
Suprema di Cassazione, che devono essere ridotti; oltre ad alcuni
aggiustamenti procedimentali, si propone di ammettere i ricorsi
solo in caso di effettivo difetto assoluto di motivazione.
Per quanto riguarda la questione del procedimento per dare
esecuzione alle sentenze del giudice, è inevitabile constatare
delle carenze non compensate dalla riforma recente. Data la
tecnicità della questione, tuttavia, si prevede per ora
solo uno studio di fattibilità per rendere più
celere la procedura esecutiva e per tutelare le ragioni del
debitore, spesso oggetto di pregiudizi dannosi.
Infine è necessario potenziare le sezioni-stralcio,
per definire l'ingente arretrato pendente in sede civile.
Occorre porre particolare attenzione ai problemi della famiglia
e del minore anche attraverso l'istituzione di un "tribunale
per la famiglia".