Conservare la biodiversità
Conservare la biodiversità significa conservare la diversità
della specie e degli ecosistemi, la diversità genetica
all'interno di una specie a garanzia della capacità di
evoluzione e di adattamento. La salvaguardia degli habitat naturali,
delle specie animali e vegetali é stata assunta tra gli
obiettivi centrali di politica ambientale dalla Conferenza di
Rio e anche dalla Comunità europea (ad esempio con la
Direttiva "Habitat" che si faceva carico di istituire una serie
di spazi terrestri e acquatici protetti per salvaguardare dalla
minaccia di estinzione le diversità biologiche e dal
degrado i loro ambienti).
Il nostro Paese ha formalmente dato esecuzione a questi impegni
in modo particolare con la legge quadro sulle aree protette,
che mira a destinare il 10% del territorio nazionale a Parco.
La legge si pone infatti come scopi prioritari alcune priorità
che stanno al centro del presente programma ambientale:
- la conservazione di specie animali e vegetali, di associazioni
forestali, di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche,
di comunità biologiche, di biotipi, di valori scenici
e panoramici, di processi naturali, di equilibri idraulici e
idrogeologici, di equilibri ecologici;
- l'applicazione di metodi di gestione e di restauro ambientale
allo scopo di favorire l'integrazione fra esseri umani e ambiente
anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici,
storici e architettonici e dell'attività agro-silvo-pastorale
tradizionale;
- la sperimentazione di attività produttive compatibili;
- la promozione di attività educative, formative
e ricreative.
In conformità con questi principi é quindi necessario:
- Portare a piena attuazione l'obiettivo della legge sulle
"aree protette". Bisogna quindi procedere nel breve periodo
allo sblocco dei finanziamenti per i nuovi parchi nazionali
e per i parchi regionali del 1° Programma triennale, all'adeguamento
normativo e finanziario della legge quadro per i parchi storici,
al sostegno alle Regioni per i parchi regionali, all'accelerazione
dell'istituzione di nuovi parchi nazionali e delle riserve marine;
alla messa a punto della strumentazione prevista dalla legge
quadro (carte nazionali, coordinamenti, statuti, regolamenti,
direttori, etc.).
Un piano di interventi nella gestione delle aree protette
può avere anche significativi effetti occupazionali nei
settori dell'agricoltura, del turismo, del rimboschimento e
della vigilanza.
- Affrontare il tema del maltrattamento degli animali, pervenendo
alla applicazione concreta delle positive leggi esistenti sulla
prevenzione del randagismo, con una severa disciplina della
sperimentazione sugli animali; applicando le direttive europee.