
Gli
Interventi
Introduzione
- Omar Calabrese
I lavori
del Seminario sono stati introdotti da Omar Calabrese.
Nel
suo intervento Calabrese ha inizialmente sottolineato lesigenza
di definire LUlivo.
Secondo
Calabrese occorre tornare alle ragioni della vittoria dellUlivo,
LUlivo ha vinto le elezione perché tra i cittadini è cresciuta,
lentamente ma inesorabilmente, la sensazione che questo centro.-sinistra
non sia il banale frutto di un negoziato elettorale, ma sia
invece una prospettiva strategica a medio lungo termine. LUlivo
ha vinto e governa perché, sotto una forte alleanza di partiti,
sta una forte alleanza di cittadini e questo è il maggior punto
di distinzione dal Polo delle Libertà che si qualifica come
mera addizione di sigle.
LUlivo,
ha ricordato Calabrese, è allo stesso tempo coalizione ed alleanza.
LUlivo non è e non può essere un partito nuovo, un utopico
ma no verosimile Partito Democratico. LUlivo funziona
solo se le differenze restano intatte e se le singole tradizioni
rimangono vive.
Calabrese
ha rammentato la differenza tra coalizione, unirsi insieme dal
latino coalescere, e alleanza, dal latino alligare la seconda.
Nella
seconda parte del suo intervento Calabrese ha sottolineato come
la principale ragioni della due giorni di Gargonza sia quella
di favorire una forte tasso di innovazione ed innovazione e
che questa sia la prima di una serie di occasioni dincontro
in cui emergano con forza e chiarezza sia le differenze sia
i punti dintesa.
Tuttavia,
Calabrese ha messo laccento che a Gargonza, oltre a proporre,
occorra anche ascoltare i suggerimenti e le critiche riferendosi
in particolare agli intellettuali presenti.
Proprio
sul rapporto tra gli intellettuali e la politica Calabrese ha
dedicato un significativo passaggio. Tramontate sia le nozioni
di intellettuale organico di gramsciana memoria, sia quella
di testimone della fede secondo il modello cattolico sturziano,
sia quello dellintellettuale come tecnico puro distaccato
da ogni compromissione con le organizzazioni collettive, cè
bisogno sia per la politica che per la cultura di una profonda
ridefinizione, non di distinzione, dei ruoli.
La politica
deve proporre nuove strade, nuovi indirizzi nella relazione
con gli intellettuali e confrontarsi con il loro pensiero.
Qui
Calabrese ha fatto riferimento alle parole chiave oggetto delle
comunicazioni della due giorni da sottoporre a una discussione
serrata e finalizzate a divenire un futuro Manifesto ideale
su cui costruire una nuova partecipazione degli, e un nuovo
patto, con gli intellettuali.
Infine,
Calabrese ha passato in rassegna le tre grandi aree su cui si
incentra la discussione. La prima è quella della ridefinizione
del rapporto tra gli intellettuali e la politica: libertà e
regole, individuo e massa, laicità e fedi.
La seconda
area riguarda le risposte che la politica intende dare al sorgere
di nuovi valori e di nuovi comportamenti in una società complessa
e frammentato come il nostro.
La terza
area riguarda il rapporto tra la politica e la cultura che dovrebbe
avere il compito di disegnare scenari e progetti ideali ma anche
di misurarsi con la quotidianità e con gli scenari reali.
Lo scioglimenti
di nodi complessi per ciascuna di queste tre aree ha conseguenze
assai concrete.
Come
si può dare risposta se non si scioglie il nodo del giusto rapporto
tra libertà e regole a cose precise come la legge antitrust
o lassetto delle telecomunicazioni?
Oppure
come si fa a far vedere ai cittadini che si rispettano gli ideali
e le promesse e lì si traducono in realtà?
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