I beni culturali
La salvaguardia, il recupero, la valorizzazione e la divulgazione
del patrimonio paesaggistico, artistico e culturale italiano
costituisce un obiettivo irrinunciabile e prioritario. Vogliamo
infatti riaffermare, sia al nostro interno sia a livello internazionale,
l'idea dell'Italia come un paese di arte, cultura e bellezza,
meta di un turismo di esplorazione e di ricerca, un grande centro
di attrazione e d'istruzione per i giovani, gli studiosi, gli
appassionati d'arte, i letterati. Un'idea dell'Italia come custode
e fabbrica di beni immateriali, che racchiudono un formidabile
concentrato di esperienze e di conoscenze universali: proprio
per questo siamo impegnati a custodire per tutta l'umanità
tale immenso patrimonio di storia e di cultura.
Teoricamente in Italia esiste uno dei sistemi di tutela più
avanzati del mondo. Sono state sviluppate esperienze innovative
e capacità professionali specialistiche. Ma il settore
nella sua complessità e nella sua totalità è
stato a lungo trascurato: finanziamenti insignificanti rispetto
agli standard dei grandi Paesi europei, programmi improvvisati,
interventi episodici, assenza di sistemi di controllo dei risultati.
La gestione ordinaria è carente: molti progetti vengono
messi in cantiere, pochi vengono conclusi.
Le linee d'azione che proponiamo sono le seguenti:
- Realizzare un piano di opere di pubblica utilità
finalizzato alla custodia e alla divulgazione del patrimonio
artistico e culturale, teso a riciclare alcuni complessi edili
in disuso, di archeologia industriale per esempio, in una rete
diffusa di biblioteche, teatri, laboratori di ricerca artistica,
di musei. Un piano per la previdente gestione del patrimonio,
non fondato su caotiche strategie di interventi straordinari
che coinvolgono solo poche istituzioni e trascurano tutte quelle
minori, diffusissime e di grande valore, ma sullo sviluppo della
buona manutenzione dell'esistente.
- Rafforzare l'autonomia dei musei statali (quelli civici
sono già autonomi) consapevoli però che tale autonomia
vale poco se rimane un fatto isolato. Bisogna ragionare per
reti e sistemi museali, rafforzando quella galassia di musei
di ogni tipo diffusi in tutta Italia, promuovendoli, coordinandoli,
facendoli interagire per sistemi regionali e/o sub- regionali,
proponendoli per itinerari, per pacchetti organizzati ai tour-operators.
Occorrono poi servizi adeguati nei musei (dall'organizzazione
degli orari, alle librerie, caffetterie) per migliorare la fruibilità
del patrimonio culturale e una rete informativa che permetta
una conoscenza diffusa del patrimonio e quindi una maggiore
agibilità per tutti. In questa direzione vanno attivati
anche investimenti privati, coinvolgendo i privati stessi nelle
attività promozionali e gestionali dei musei, e va incoraggiato
e organizzato un ampio servizio di volontariato.
- Aumentare la difesa dalla spoliazione e dal furto delle
aree e dei siti con misure di custodia rigorose. Le azioni di
tutela e di governo delle amministrazioni devono inoltre essere
basate su strumenti conoscitivi adeguati quali, in primo luogo,
la classificazione del patrimonio.
- Irrobustire e ampliare i poteri delle soprintendenze,
in modo che possano rappresentare più efficacemente lo
Stato nel rapporto con le Regioni, gli enti locali, i privati.
- Vanno aumentate le risorse tecnico-scientifiche disponibili,
ed inserite nel sistema dei beni culturali anche competenze
economiche e gestionali. Il sistema formativo deve essere adeguato,
incentivando anche lauree brevi e corsi di formazione post-secondaria
che costruiscano nuove figure professionali, di tipo artigianale
o scientifico, atte al recupero, alla catalogazione, alla conoscenza
e alla divulgazione di tale patrimonio.
- Rafforzare la collaborazione con le autorità ecclesiastiche
per consentire una più ampia conservazione e fruizione
del patrimonio, detenuto in larga parte dalla Chiesa.