Meno leggi, fatte meglio
Riguardo al passato si deve procedere ad un forte accorpamento
e semplificazione delle leggi esistenti.
L'Italia é caratterizzata da una produzione legislativa
caotica, frammentaria e scoordinata. Il Parlamento interviene
su temi di interesse particolare o tecnico, invadendo anche
aree di competenza locale. Il Governo viene così impedito
nella propria azione, ed a sua volta invade il campo del Parlamento
con il ricorso a decreti legge che impediscono qualsiasi ordinata
programmazione legislativa.
La precarietà di questa normativa straordinaria danneggia
le certezze dei cittadini.
- Si deve ridurre drasticamente l'area coperta dalle leggi
del Parlamento.
- Si deve definire costituzionalmente una riserva di regolamento
in tutti i campi non riservati alla legge.
- Si devono vietare leggi che sostituiscano provvedimenti
amministrativi.
- Si devono definire con rigore i casi di necessità
e urgenza che giustifichino il ricorso del Governo al decreto
legge, vietandone la reiterazione, escludendone l'emendabilità
in sede di conversione; consentire a minoranze parlamentari
qualificate di impugnare i decreti legge davanti alla Corte
Costituzionale.
Si propone, prima ancora di avere introdotto queste riforme,
l'immediata abolizione della prassi della reiterazione dei decreti
legge, eventualmente consentendo l'approvazione in commissione
delle leggi di conversione.
Per garantire la legalità e non indebolire la fiducia
dei cittadini nella legge e nelle istituzioni va escluso radicalmente
il ricorso alle varie forme di condono che premiano l'illegalità
e parificano ingiustamente i trasgressori delle leggi e coloro
che le rispettano.