Tutelare lo sport agonistico, rilanciare lo sport
di base
I luoghi, i modelli organizzativi e i servizi oggi a disposizione
di chi pratica sport non sembrano adeguati a bisogni in rapida
evoluzione. Per modificare questo stato di cose è necessario
fare leva sulle enormi potenzialità dell'associazionismo
sportivo, sia nell'ambito delle federazioni sportive sia in
quello degli enti con finalità amatoriali e ricreative,
e sulla formazione di operatori sportivi.
Lo sport deve essere alla portata di tutti, migliorare la salute,
favorire lo sviluppo sociale, diffondere valori di solidarietà,
tolleranza, lealtà, rispetto delle regole e attenzione
all'ambiente.
Occorre che sia riconosciuta la molteplicità di soggetti
che si occupano, in maniera seria e responsabile, di promuovere
l'attività sportiva non agonistica. In questo modo è
possibile garantire che le scelte di governo dello sport siano
caratterizzate da un effettivo pluralismo, con più soggetti
autonomi, cui vengono demandati compiti diversi.
E' indispensabile distinguere tra sport di vertice, professionistico
e semiprofessionistico, e sport di base, caratterizzato da finalità
sociali più accentuate: il primo può continuare
ad attingere le sue risorse direttamente dal mercato, mentre
l'intervento pubblico deve servire ad aiutare il secondo.
Gli enti locali, travagliati da seri problemi di bilancio,
hanno sempre minori risorse da destinare alla costruzione e
gestione diretta degli impianti sportivi. Per gli impianti che
hanno un'utilizzazione di carattere più sociale, si potrebbe
prevedere il coinvolgimento nella gestione dell'associazionismo
sportivo; per quelli invece che ospitano attività sportive
remunerative è possibile l'affidamento in gestione ai
privati.
Per portare lo sport a esprimere, come è sua vocazione,
valori etici è necessario ripartire da una vera integrazione
tra scuola, federazioni sportive ed enti di promozione presenti
sul territorio.
Le principali aree di intervento sono le seguenti:
- Valorizzare le società sportive dilettantistiche
e l'associazionismo sportivo. Occorre effettuare un censimento
dell'associazionismo sportivo, per riconoscere le realtà
legittimate ad affiancare il Coni nella sua azione. E' quindi
necessaria una nuova legge sulle società sportive dilettantistiche
in modo che, se rispondono a specifici prerequisiti, possano
dotarsi di una propria personalità giuridica indispensabile
per accedere ai mutui agevolati del Credito Sportivo. Tali società
potranno avvalersi di regimi finanziari e tributari agevolati,
di profili contrattuali ad hoc, per la costituzione di centri
servizi comuni.
- Sostenere lo sport di base. Una quota delle entrate spettanti
all'erario per le lotterie e i concorsi-pronostici di tema sportivo
potrebbe essere destinata al sostegno dello sport di base; appare
anche giusto che parte delle risorse che lo sport produce per
lo Stato vengano restituite allo sport medesimo. Poiché
oggi lo sport ha un numero crescente di praticanti, servono
più operatori e più qualificati. E' fondamentale
riformare l'ISEF: trasformarlo in un corso universitario completo
di insegnamenti di management, comunicazione e marketing sportivo.
- Tutelare lo sport agonistico. E' necessaria una revisione
della legge 91 che renda il professionismo sportivo più
aderente all'estensione che questo fenomeno ha oggi raggiunto
in Italia.
- Sviluppare uno sport compatibile con l'ambiente. Va incoraggiato
il recupero di vecchi impianti sportivi, la costruzione di nuove
strutture rispettose dell'ambiente che riqualificano le città
e il territorio, lo sviluppo di aree attrezzate in spazi naturali.