L'Italia e i luoghi di crisi: come aiutare la
pace
L'Italia è al centro di una delle principali aree di
crisi del mondo: l'arco di paesi che va ad Est dai Balcani all'Asia
Centrale ex-sovietica e a Sud dall'Africa sub-sahariana al Mediterraneo
è afflitto da sottosviluppo economico, crisi dei sistemi
politici, frammentazione etnica, dispute territoriali e sulle
risorse.
Le conseguenze di queste crisi strutturali ricadono direttamente
sull'Europa e sull'Italia attraverso:
- proliferazione degli armamenti, conflitti militari, terrorismo,
traffico di droga e armi;
- emigrazione di massa alla ricerca di lavoro e rifugio
dai conflitti;
- diffusione di ideologie autoritarie (nazionalismo radicale,
estremismo religioso).
Il nostro paese deve puntare con forza alla realizzazione di
una strategia multilaterale di:
- soluzione delle cause politico-economico delle crisi;
- prevenzione e gestione dei conflitti;
- sviluppo di una cultura democratica fondata sul rispetto
della legalità, sulla solidarietà, sul dialogo
e sulla multietnicità.
L'Italia non deve accettare un ruolo passivo, di semplice "piattaforma"
per azioni altrui, ma sostenere presso i nostri partner una
strategia per l'inserimento di tutte le aree ai confini prossimi
dell'Europa nel 'ciclo virtuoso' dello sviluppo economico e
della stabilità politica, attraverso la realizzazione
da parte dell'Unione di un regionalismo Est-Sud, equilibrato
e compatibile con l'interdipendenza mondiale.
A livello comunitario l'Italia deve perciò stimolare
attivamente: una strategia coordinata di allargamento dell'Unione
verso Est e un forte sviluppo del partnerariato Euromediterraneo
verso Sud; l'ingresso nell'Unione di Malta, Cipro e Turchia;
l'elaborazione di una politica comunitaria dell'immigrazione,
che non si limiti ai soli aspetti di sicurezza.