L'Ulivo al Governo compie due anni. Due anni,
verrebbe da dire, "vissuti pericolosamente". La scommessa del
21 aprile non era affatto scontata e la vittoria elettorale,
per quanto esaltante, apriva in realtà una pagina nella
storia del Paese tutta da scrivere e piena di incognite. A questi
due anni possiamo ora guardare con orgoglio e senza false timidezze
e non solo perché il Governo guidato da Romano Prodi
ha dimostrato che è possibile rispettare gli impegni
assunti davanti agli elettori, ma soprattutto perché
il Movimento ha messo salde radici, si è rafforzato ed
è cresciuto sfidando l'indifferenza dei media e la diffidenza
di chi fa fatica a sganciarsi dai vecchi riti della politica.
Un risultato significativo che festeggiamo anche con questa
nuova iniziativa editoriale: un periodico del Movimento per
L'Ulivo che vuole raccogliere le voci di tutti e aprire così"
uno spazio di comunicazione non solo interna.
Autonomia e fedeltà: intorno a questi
due valori abbiamo costruito giorno dopo giorno "l'Ulivo possibile"
dando così" corpo a un nuovo soggetto politico.
Autonomia dal governo e dai partiti della coalizione, con i
quali abbiamo dialogato e collaborato senza chiusure e senza
inutili settarismi. Autonomia che non abbiamo mai vissuto come
forme di autosufficienza o peggio come infantile contrapposizione
ai partiti. Anzi, nasce proprio da questa autonomia la scelta
di muoverci, innanzitutto, alla costante ricerca delle compatibilità
possibili, compatibilità tra chi aveva, forse, aspettative
diverse e lamentava l'assenza tra i partner della coalizione
di una cultura politica omogenea o, all'opposto, voleva mantenere
ben distinte e visibili le diverse identità culturali;
tra chi gelosamente pretendeva di rappresentare da solo la cosiddetta
società civile e chi, al contrario, vedeva nell'Ulivo
un puro e semplice contenitore di 13 sigle diverse.
La ricerca delle compatibilità è
stata insomma il metodo con il quale abbiamo elaborato in questi
due anni un linguaggio comune, quello che potremmo definire
il "codice dell'Ulivo", la lingua che tutti possono riconoscere
e parlare. Esperienze, provenienze, identità diverse
possono, grazie a questa lingua comune, trovare un punto di
incontro, coesistere e integrarsi in un circuito virtuoso. Del
resto, è proprio grazie al Movimento se oggi è
chiaro a tutti che l'Ulivo non è solo la somma dei partiti
che formano la coalizione di governo né intende sostituirsi
a essi. Questo approccio vale per il PDS, i Popolari, i Verdi,
ma anche per il nuovo movimento guidato da Di Pietro. Questa
presenza non fa che rafforzare la nostra idea originaria. L'Ulivo
la casa comune di soggettività politiche diverse ma
non alternative.
Ma l'autonomia è forte quando sa essere
anche coerenza e fedeltà alle proprie idee. E per noi
la coerenza è stata la fedeltà a un progetto politico
di grande respiro, che è insieme l'idea di un nuovo modo
di fare politica e un'idea del futuro dell'Italia: un paese
autorevole in Europa e nel mondo, aperto al nuovo ma anche legato
ai valori fondamentali della propria storia, capace di assumere
nel bipolarismo e nella chiara distinzione dei ruoli una democrazia
dell'alternanza matura e partecipata. Un paese, insomma, che
alle soglie del nuovo millennio sa indicare percorsi politici
inediti a cui guardano con attenzione e rispetto anche leader
stranieri. La proposta di Tony Blair di un "centro-sinistra"
planetario non è certo una trovata propagandistica ma
piuttosto la conferma che di fronte alle grandi questioni sociali
e economiche aperte con la globalizzazione la politica deve
sapersi attrezzare fornendo risposte adeguate, capaci di prefigurare
anche sullo scacchiere internazionale stabilità, governo
dei conflitti, sviluppo e solidarietà.
E questa idea del futuro, questo progetto culturale
e politico, in cui possono riconoscersi in tanti, a cominciare
da chi oggi non riesce a ritrovarsi in una sola delle parti
che si riconoscono nell'Ulivo, può e deve crescere insieme
al Movimento. Anzi, ne rappresenta la linfa vitale, l'orientamento
di fondo irrinunciabile. Così è stato anche in
quest'ultimo anno, che ha visto rafforzato in tutte le sue articolazioni
regionali e provinciali il Movimento. Esso ormai è pronto
per un salto di qualità. Un primo importante passo in
questa direzione è stato fatto con la costituzione del
Comitato nazionale di coalizione in cui sono rappresentati non
solo i partiti della coalizione e il Movimento, ma anche i sindaci
delle grandi città e i presidenti delle Regioni e delle
province governate dall'Ulivo. La realizzazione del programma
di governo non è solo un impegno di Palazzo Chigi ma
diventa completa trasformazione e modernizzazione del paese
se si raccorda e si integra con le scelte dei governi locali,
e cambia così" la vita dei cittadini.
Allo snodo rappresentato dal Governo si accompagna
l'esigenza di dare vita a un più forte coordinamento
politico. La Carta organizzativa dell'Ulivo è lo strumento
che ci può sostenere in questo obiettivo.
Per il Movimento questa è la sfida più
alta e in questa sfida siamo pronti a spendere le energie e
la passione che già conosciamo. Anche questo periodico
è un passo in più, una tappa ulteriore del nostro
cammino. Uno strumento per mettere in rete le idee, le iniziative,
le esperienze che maturano in ogni città del Paese. Uno
spazio di collegamento e di dibattito sui contenuti e sul programma
del Movimento, ma anche aperto a quanti desiderano far sentire
la propria voce e confrontarsi più direttamente con noi
e il nostro progetto. Se sapremo dare a questo giornale la dimensione
di cantiere aperto e far circolare così" il nostro
"codice comune", il linguaggio dell'Ulivo potrà essere
il patrimonio di un crescente numero di donne e di uomini.