Riorganizzare le professioni, evitare le corporazioni
La motivazione più frequentemente addotta per giustificare
interventi di regolamentazione dei mercati dei servizi professionali
si basa sulla presenza di asimmetrie informative concernenti
il livello qualitativo dei servizi stessi. Quasi tutti i paesi
hanno introdotto schemi di controllo basati su una selezione
all'entrata in modo che i consumatori abbiano almeno un'informazione
di base relativa al fatto che chi è ammesso a fornire
i servizi è in grado di farlo ad un livello qualitativo
accettabile.
Ai potenziali vantaggi della delega alle organizzazioni professionali
si contrappone però l'obiezione di fondo secondo cui
gli appartenenti alle organizzazioni professionali possono avere
un interesse ad agire contro l'interesse collettivo e a tutelare
le rendite di posizione delle professioni stesse.
Le nostre proposte per riformare il sistema di auto-regolamentazione
dei mercati dei servizi professionali sono:
- Rivedere la regolamentazione dell'entrata nelle professioni
e i controlli ex ante, ossia:
- Far sì che gli esami di ammissione all'esercizio
delle professioni valgano a verificare la preparazione dei candidati
(non a limitare l'accesso alle professioni) e a garantire maggiori
caratteristiche di oggettività e di uniformità
nei giudizi.
- Ridurre il ruolo diretto delle organizzazioni professionali
(che spesso utilizzano le barriere all'entrata di tipo istituzionale
come strumenti di difesa dei livelli di reddito dei membri della
professione piuttosto che di controllo della qualità
dei candidati).
- Far dipendere la certificazione del livello qualitativo
prioritariamente dall'ottenimento di titoli di studio con curriculum
approvati dal legislatore nel rispetto del principio del mutuo
riconoscimento fra i paesi membri dell'Unione Europea. Quando
venisse abrogato il valore legale del titolo di studio universitario,
la certificazione della qualità avverrà mediante
un vero e proprio esame di Stato, le cui norme di funzionamento
dovranno essere opportunamente rivedute.
- Uniformare i curricula rispetto a quelli prevalenti nei
paesi dell'Unione Europea, in modo da ridurre gli ostacoli alla
mobilità dei professionisti.
- Con l'eccezione delle professioni di tipo medico, non
considerare i periodi di apprendistato come condizione necessaria
per poter svolgere gli esami di ammissione alla professione.
- Regolamentare le informazioni fornite al mercato: rimuovere
almeno alcuni dei vincoli relativi alla diffusione di pubblicità
e informazioni relative alle specializzazioni (rafforzando le
penalità per la diffusione di informazioni non veritiere);
favorire la competizione tra organizzazioni di professionisti
per la certificazione continua delle caratteristiche qualitative
dei loro associati; potenziare gli accorgimenti istituzionali
che permettono una riduzione dei costi di valutazione della
qualità dei servizi forniti dai singoli professionisti.
- Regolamentare i livelli qualitativi ex post, stimolando
l'adozione di codici di autodisciplina ed evitando la fissazione
di prezzi minimi che rischiano di diventare strumento per accordi
di cartello.
- Regolamentare le forme organizzative e la mobilità:
rimuovere i vincoli all'esercizio in forma associata delle professioni
e alla mobilità sia nazionale che internazionale.
- Operare per una riduzione dei casi in cui la delega di
funzioni pubbliche avviene in condizioni di monopolio, aumentando
il numero delle organizzazioni professionali abilitate; laddove
ciò non fosse possibile è opportuno evitare che
l'entrata nel mercato sia ristretta numericamente privilegiando
invece un sistema di valutazione oggettiva dei curricula e dei
titoli.