Una Europa più unita:
la revisione del Trattato di Maastricht
L'obiettivo dell'Unione Europea, pur se largamente condiviso
sul piano astratto, tende nel concreto ad essere percepito dall'opinione
pubblica come un vincolo più che un'opportunità.
In gran parte questo sentimento è da fare risalire alle
stesse istituzioni comunitarie caratterizzate da:
- eccesso di burocratismo;
- scarsa partecipazione democratica e assenza di una politica
di immagine;
- procedure decisionali non sempre trasparenti;
- difficoltà a parlare con un'unica voce e ad agire
efficacemente sulla scena internazionale.
Dal prevalere di queste percezioni negative sui tangibili vantaggi
che la costruzione dell'Europa ha fino ad oggi portato, potrebbero
derivare forti tendenze al nazionalismo, che rischiano di indebolire
ulteriormente le prospettive di integrazione.
Occorre dunque non solo ripensare, ma soprattutto ripresentare
il significato politico dell'impresa europea, che malgrado tutto
mantiene intatto il suo significato profondamente rivoluzionario.
E' responsabilità di tutti gli europei riprendere lo
slancio ideale dei tempi della fondazione dell'Unione.
Riteniamo che la prossima riforma del Trattato di Maastricht
sia decisiva, poiché da essa emergerà l'alternativa
futura: diluizione o rafforzamento.
Il contributo italiano si presenta come particolarmente difficile
e impegnativo. Oggi viviamo infatti un preoccupante distacco
dall'Europa, che si sostanzia nella difficoltà al rispetto
dei criteri di convergenza di Maastricht, nell'uscita dal sistema
monetario europeo, nei ritardi per l'applicazione a Schengen,
nella limitata partecipazione alle iniziative comuni in materia
di difesa. E soprattutto una perdita di credibilità e
di immagine presso i nostri partner che solo parzialmente stiamo
oggi ricostruendo. Per un paese che ha contribuito con coraggio
e lungimiranza alla fondazione della Comunità questo
è un passo indietro di incredibile gravità.
In vista e in preparazione del negoziato per la revisione del
Trattato devono emergere chiaramente le priorità strategiche
dell'Italia nei confronti dell'Europa, ed in particolare:
- Spendere ogni energia per accompagnare l'integrazione
politica con quella economica.
Va avanzata la richiesta che l'Unione non si costruisca
solo nel campo economico, ma che si estenda rapidamente agli
aspetti politici e di sicurezza. E' questo un interesse vitale
per l'Italia collocata al centro dell'area di crisi Est-Sud.
- Il completamento dell'Uem.
L'impegno per l'Unione Economica e Monetaria va mantenuto
saldo, anche perché il raggiungimento della moneta unica
di fatto costituisce un elemento fondamentale di quel "governo
dell'economia" europeo che oggi ancora manca all'Unione.
- Le politiche comuni.
E' necessario sostenere l'idea, condivisa anche da altri partner
comunitari, che l'Europa economica non è solo la moneta
unica: occupazione, competitività, investimenti sono
gli aspetti di un'economia reale che ancora stenta ad emergere
nell'Unione. Al di là della disciplina fiscale ci interessa
un'Europa delle opportunità positive: l'occupazione deve
divenire il tema dei prossimi anni.
Sugli aspetti generali della Conferenza di revisione, l'Italia
deve appoggiare le soluzioni che:
- rafforzino la politica estera e di sicurezza collegandola
sempre più strettamente alle attività e alle procedure
comunitarie;
- accelerino il processo di avvicinamento dell'UEO (Unione
dell'Europa Occidentale) all'Unione;
- diano sostanza alla tutela della sicurezza dei cittadini
dell'Unione attuando le disposizioni relative agli affari interni
e della giustizia;
- riformino le istituzioni equilibrando la rappresentatività
con criteri di maggiore efficacia.
In particolare la Conferenza risponderà a queste richieste
se:
- verranno estesi il voto a maggioranza qualificata o procedure
analoghe a tutti e tre i "pilastri" (economico, di politica
estera, di sicurezza dei cittadini);
- il potere di codecisione del Parlamento europeo diverrà
la regola principe;
- la Corte di Giustizia estenderà il proprio ruolo
alla tutela della sicurezza interna dei cittadini;
- si toglierà il potere di veto all'articolo del
Trattato che prevede le future revisioni (art. N);
- si ridurranno e semplificheranno le procedure decisionali;
- le procedure decisionali dell'UEO saranno rese compatibili
con quelle dell'Unione;
- saranno rafforzati i poteri del Comitato delle Regioni,
rendendo il loro parere vincolante per le materie di loro competenza.