Se non ci fosse occorrerebbe inventarlo: questa
la frase che si sente talvolta pronunciare da chi comprende
appieno il ruolo e le finalità del Movimento per L'Ulivo.
Nei primi anni '90 la coincidenza temporale,
a mio avviso non casuale, tra rivolgimenti politici planetari
e una forte volontà di cambiamento largamente diffusasi
nel Paese, ha conferito particolare dignità storica alla
fase di transizione ancora in atto, alimentando nella società
italiana delle attese, sul piano politico ed istituzionale,
che certamente non possono trovare risposta in soluzioni di
corto respiro che mirino a conservare, sia pur sotto l'apparenza
di nuove forme, le logiche del passato.
Qualcuno nel '93 s'illuse che l'esito dei referendum
sulla legge elettorale fosse di per sé sufficiente a
garantire al Paese un nuovo corso della sua storia politica.
Oggi, dinanzi ad un consuntivo ormai definitivo, appare evidente
come quella esperienza, pur rilevante ed emblematica, sia servita
solo a determinare le condizioni di un cambiamento possibile,
tutto da costruire.
Di qui la necessità di sviluppare una
costante ed incisiva azione corale sul piano politico e culturale,
capace di traghettare gradualmente il Paese verso un bipolarismo
compiuto, che non sia soltanto garanzia del sistema dell'alternanza,
ma anche e soprattutto strumento atto a consolidare e rinnovare
la democrazia italiana. Questa, infatti, deve misurarsi con
le sfide della società contemporanea, che richiede con
forza nuove forme di partecipazione, più idonee ad affrontare
la sua complessità e l'originalità con cui si
esprimono e interagiscono le sue istanze culturali e politiche.
All'incrocio di queste coordinate ed in questa
presa di coscienza trova le sue ragioni il Movimento per L'Ulivo
che, radicandosi sempre più in tutto il territorio nazionale,
intende promuovere l'azione di cui poc'anzi scrivevo, facendo
appello a quanti, anche iscritti a partiti e movimenti, vogliono
sviluppare un impegno comune perché questo passaggio
epocale, pur senza forzare i ritmi della storia, si compia fino
in fondo, approdando a quelle nuove frontiere che già
si intravedono, ma solo con gli occhi della speranza.
Questa è dunque la ragione di fondo
per la quale aderire al Movimento. E' una motivazione che attiene
alla sfera delle scelte più profonde che un cittadino
possa fare nel rapporto con la propria terra ed il proprio tempo.
Si tratta certamente di un'istanza ideale molto forte, che deve
poi sapersi tradurre in azioni più contingenti e specifiche,
come dimostra il decalogo in questa stessa pagina riportato.
A chi, ancora tenacemente legato ad un visione
proporzionalistica, ci chiede chi siamo, con chiarezza rispondiamo
di essere quella parte de L'Ulivo che si riconosce nel "tutto"
de L'Ulivo e che intende farne un oggetto politico, sia pur
strutturato in coalizione o federazione. Ecco perché
il Movimento da un lato s'impegna a dare corpo e coesione alla
coalizione, dall'altro offre uno strumento di partecipazione
anche a quanti si riconoscono direttamente ne L'Ulivo, nel suo
progetto e nel suo programma, senza avvertire la necessità
di ulteriori e più specifiche opzioni di partito. Né
questo dovrebbe meravigliare più di tanto se si consideri
fino in fondo - e non è cosa da poco! - che non ci sono
più programmi di partito, ma solo di coalizione.
Senza il Movimento per L'Ulivo, del resto,
tante importanti risorse umane e ideali quasi certamente andrebbero
disperse e dunque sottratte alla democrazia del Paese! Non va
dimenticato infatti che tanti italiani hanno intrapreso o ripreso
l'impegno politico quando Romano Prodi ha dato la sua disponibilità
a guidare una fase nuova della politica del Paese, e l'hanno
fatto non mettendosi semplicemente al seguito di una pur prestigiosa
figura di professionista e di uomo politico - come sempre più
è di moda fare oggi! - ma scegliendo sulla scorta di
un progetto politico da lui proposto, che rimane per molti la
condizione fondamentale della propria militanza.
Viviamo dunque un tempo forte della storia,
una stagione colma di tensione verso nuovi orizzonti, e questo
rende l'impegno politico assai più alto, perché
animato da un progetto di grande respiro, fuori del quale la
politica inevitabilmente ripiegherebbe, nel migliore dei casi,
ad esclusiva ricerca del consenso per la propria parte: francamente
non mi sembra una prospettiva esaltante!
Aderire al Movimento per L'Ulivo significa
dunque stare dalla parte del futuro, costruendolo secondo le
più autentiche e profonde aspirazioni, senza ancorarlo,
per piccoli e opportunistici timori, a schemi datati e precostituiti,
ma liberandone ed accettandone fino in fondo le potenzialità.
Quel piccolo cartoncino con sopra scritto Movimento per L'Ulivo
non è dunque una tessera che evoca vecchie o nuove appartenenze.
Vuole semplicemente essere il segno di una comune, rinnovata
responsabilità.