L'Italia e gli altri:
come rilanciare la politica economica all'estero
Ferma restando l'importanza della politica estera multilaterale,
alla quale spetta il compito di garantire un ambiente internazionale
gestito da regole e da comportamenti corretti, è di vitale
importanza per l'Italia ripensare radicalmente la propria politica
economica esterna.
In questo specifico settore oggi il paese attraversa un momento
di particolare debolezza. Sono insufficienti le strutture cui
compete il sostegno al processo di internazionalizzazione del
nostro sistema industriale e non funziona l'integrazione e il
coordinamento fra le istituzioni preposte.
Gli strumenti disponibili (SACE, SIMEST, ICE) operano in un
sostanziale vuoto di indirizzi, in mancanza di un centro di
raccordo della politica economica esterna. Inoltre le risorse
finanziarie disponibili sono minime.
Occorre dunque che:
- si anticipino le linee strategiche di sviluppo dell'attività
internazionale del Paese e si conduca quella necessaria opera
di coordinamento fra i diversi settori interessati ad essa;
- si individuino le aree geografiche prioritarie per l'impegno
bilaterale e vengano concentrate le risorse su queste aree;
- si privatizzino in larga parte gli strumenti finanziari
ed assicurativi, pur lasciando una responsabilità primaria
all'intervento pubblico.
In particolare è necessario:
- dare alla SACE una struttura ed una mentalità che
permetta l'assunzione corretta di responsabilità, con
l'inserimento di elementi professionali e con migliori capacità
di valutazione dei rischi politici e commerciali;
- coordinare la potenzialità degli interventi finanziari
di sostegno, oggi frammentata tra Medio Credito Centrale, SIMEST
e FINEST;
- unificare l'azione della "diplomazia commerciale" all'estero
superando i dualismi oggi esistenti tra sedi ICE all'estero
e servizi economici delle ambasciate.