Il
Movimento per L'Ulivo: LA SCUOLA QUADRI
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Il nuovo Stato:
federalismo e decentramento dei poteri
Relatore:
Prof. Vincenzo Cerulli Irelli
Coordinatore: Dr. Mario Epifani
Riguardo
alle Riforme, piu’ che di federalismo e’ giusto parlare di
forti governi territoriali, che in parte trovano forza gia’
dalla costituzione vigente, in parte necessitano di ulteriori
passaggi riformatori. Guardiamo alla Spagna: per ragioni storiche
erano emerse delle forti spinte separatiste date sia dall’aspetto
linguistico che da quello storico culturale.
Da
noi, in Italia, nell’ultimo decennio sono emerse delle realta’
nuove nelle quali si e’ acquisita una diffusa consapevolezza
della presunta capacita’ di agire da soli; la regione Veneto
ha approvato una sorta di documento che, di fatto, chiede la
secessione attraverso un referendum che riveda quello votato
nel 1866 dai veneti riguardo all’annessione al Regno d’Italia;
si vogliono riconoscere capacita’ di governo differenziate alle
diverse regioni, in base alle diverse realta’ e alle diverse
ragioni storiche e politiche. Si e’ riscontrata l’esigenza di
dare Statuti differenziati in relazione alle varie richieste.
Infatti, la Spagna, cosi’ facendo, attraverso questi documenti
negoziati col governo centrale, ha fatto si che questi Statuti,
inizialmente molto differenziati l’uno dall’altro, oggi siano
piuttosto omogenei fra loro.
Si sta cercando
di fornire il massimo decentramento lavorando sull’amministrazione
(propria della regione e degli enti locali) e non sulla legislazione
che e’ riservata dalla Costituzione al
Parlamento e
solo in via subordinata alle Regioni.
Con la legge
59/97, detta legge "Bassanini 1", e’ stato introdotto
il principio di sussidiarieta’ (principio secondo il quale la
dislocazione delle funzioni deve essere collocata al livello
piu’ prossimo agli amministrati e quindi opposto all’accentramento
amministrativo) che e’ molto lontano dalla nostra tradizione.
Pertanto la
distribuzione dei ruoli e delle competenze viene dislocato in
maniera progressiva secondo il principio della differenziazione
(decreto attuativo 112/98).
Ridisegnare
in maniera razionale l’apparato dello stato richiede l’individuazione
di modelli organizzativi differenziati come le agenzie. Per
i comuni, il trasferimento delle funzioni e dei compiti sara’
effettuato secondo dimensioni ottimali (differenziazione) e
secondo la capacita’ di governo (anche rispetto alle dimensioni
della realta’ locale). A riguardo e’ auspicabile che i comuni
minori provvedano a raggiungere forme di unione che consentano
di amministrare collettivamente il maggior numero possibile
di risorse.