Vivere di più, vivere meglio
La salute, "fondamentale diritto dell'individuo e interesse
della collettività" (art. 32 della Costituzione) intesa
non come assenza di malattia ma come stato esistenziale di benessere
personale (fisico e psichico) e sociale, non dipende esclusivamente
da un sistema sanitario curativo e riparatore. Sempre più
il raggiungimento di un soddisfacente livello di "vita sana"
dipende dalle risposte che si danno ad una serie di fattori
sociali (condizioni materiali di vita), culturali (conoscenza
e informazione) sanitari (accesso alle cure) e ambientali (rimozione
dei fattori di rischio per la salute).
Viviamo più a lungo, grazie ai mutamenti sociali ed
economici intervenuti, ai progressi delle scienze biomediche,
ma occorre aggiungere qualità di vita agli anni.
I nostri obiettivi di politica per la salute sono:
- avere un sistema sanitario nazionale che garantisca l'equità
sostanziale nei confronti dei cittadini, l'identica e concreta
possibilità di accesso ai servizi per tutti e l'efficacia
delle cure, in un quadro di stabilità (non di riduzione)
della spesa sanitaria rispetto alla ricchezza nazionale prodotta,
attestandoci ad un livello pari alla media dei paesi europei;
- erogare i servizi e le prestazioni in condizioni di massima
efficienza, economicità e tempestività d'accesso,
attraverso le aziende sanitarie (USL) e le aziende ospedaliere.
Per migliorare la qualità del servizio, si deve ricorrere
a tecniche di gestione manageriale, eliminare gli sprechi e
le sacche di privilegio, usare tecnologie informatizzate e telematizzate;
ristrutturare il patrimonio edilizio ed alberghiero dei presidi
e delle strutture sanitarie; improntare le modalità di
accoglienza e di lavoro al rispetto dei cittadini e alla umanizzazione
delle cure secondo la recente "carta dei servizi sanitari";
fare delle risorse umane e professionali il centro del processo
di rinnovamento, adeguando percorsi formativi, specialistici
e di ricerca, sviluppando la cultura della responsabilità
e dell'autonomia professionale;
- attuare forme di integrazione dei servizi e delle prestazioni,
con una pluralità di soggetti (pubblici, privati, privati
a finalità sociale), nell'ambito di una competizione
controllata e regolata dallo Stato: questa deve garantire regole
di comportamento trasparenti, controlli su idoneità,
qualità e risultati delle strutture fornitrici di servizi
sanitari. Una particolare rilevanza va attribuita alle azioni
di sostegno alla famiglia, chiamando in campo le associazioni
e il volontariato sociale;
- sviluppare comportamenti consapevoli dei cittadini, di
responsabilità personale per il mantenimento e la cura
della propria salute. Ciò richiede informazione ed educazione
sanitaria, lo sviluppo delle cure primarie e del ruolo di assistenza
del medico di base nell'ambito territoriale più vicino
al luogo in cui si esprime la domanda di cura, cioè il
distretto socio-sanitario;
- ampliare le esperienze di controllo sociale sulla qualità
e la rispondenza agli obiettivi di salute attraverso le commissioni
miste (operatori - utenti) di verifica della qualità
dei servizi e delle prestazioni erogate;
- puntare sulla prevenzione: in particolare sulla tutela
della salute e della qualità ambientale, con forme di
coordinamento legislativo e organizzativo che tengano insieme
il binomio salute-ambiente; con programmi di informazione e
ed educazione sanitaria; con forme di promozione della salute
nei luoghi di lavoro secondo le direttive europee; con strumenti
di monitoraggio sullo stato di salute della popolazione.
- sviluppare le professioni come parte integrante del rinnovamento
del sistema sanitario del nostro Paese: occorre dunque definire
i ruoli, i limiti della indipendenza, le regole etiche interne
alle professioni; le responsabilità che i professionisti
contraggono nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale e
dei cittadini; le modalità di organizzazione del lavoro
che responsabilizzano i sanitari nei processi decisionali e
gestionali.