Far lavorare meglio i magistrati
Le nostre priorità sono:
- potenziamento ed ampliamento delle forme semplificate
di giurisdizione, come quelle consentite dall'istituzione del
giudice di pace;
- modifica dei criteri di reclutamento e di formazione di
magistrati ed avvocati, per giungere ad una cultura della giurisdizione
comune ad entrambi;
- maggiore distinzione tra funzioni del giudice e funzioni
del pubblico ministero, con una restrizione delle possibilità
di passare dalle une alle altre, senza però arrivare
alla separazione delle carriere;
- temporaneità degli incarichi direttivi.
Per quanto la possibilità di ricorrere al giudice sia
garantita dalla Costituzione, occorre che nei casi in cui è
possibile si possa ricorrere a forme semplificate di giurisdizione.
Le soluzioni già istituite, come quella del giudice di
pace, portano a ritenere molto vantaggiosa la distinzione tra
magistratura ordinaria, per i casi giustificati e privi di alternative,
e "magistratura onoraria" negli altri casi. Bisogna allora potenziare
le soluzioni già adottate e insistere su questo percorso.
Ciò concorrerà anche a contenere sia il numero
dei magistrati, sia i costi in termini di denaro e di personale
che i procedimenti giudiziari comportano.
Ai fini di creare una comune cultura della giurisdizione tra
magistrati ed avvocati, devono essere modificati anche i criteri
di reclutamento e di formazione alla professione. La revisione
del reclutamento ordinario prevede l'istituzione di una scuola
per le attività giurisdizionali che formi i futuri magistrati
ed avvocati e che porti gli ammessi al concorso finale, per
optare poi fra magistratura e professione forense. Le altre
forme di reclutamento della magistratura comprenderanno i vincitori
di concorsi riservati a chi abbia rilevanti esperienze professionali
nell'avvocatura, nella pubblica amministrazione e nella stessa
amministrazione giudiziaria. Potranno essere inclusi anche i
docenti universitari.
Per quanto riguarda la professione forense, afflitta da un
affollamento, si regolerà l'accesso, innanzitutto mediante
una scuola forense obbligatoria, con un esame finale per l'ammissione
al tirocinio; quest'ultimo deve avere una durata di uno o al
massimo due anni.
Alla formazione del magistrato, infine, deve essere dedicata
molta attenzione, prima e dopo l'assegnazione delle funzioni,
con valutazioni periodiche dell'idoneità e delle attitudini.
La professionalità dei magistrati deve essere maggiormente
specificata e valutata, anche con riferimento alle funzioni
di essi, rispetto ad oggi; in particolare bisogna distinguere
maggiormente tra funzioni del giudice e funzioni del pubblico
ministero. Occorrerà pervenire ad una migliore definizione
della responsabilità disciplinare. La verifica effettiva
delle attitudini e del tipo di professionalità potrà
poi limitare la possibilità di passare dall'una all'altra.
Questa distinzione non comporta però la separazione dei
pubblici ministeri dalla magistratura giudicante.
Gli incarichi direttivi dovranno essere in futuro temporanei
per evitare tutti i pericoli propri delle lunghe permanenze
dei magistrati nel medesimo incarico.