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IL FUTURO DELLA DEMOCRAZIA E' SCRITTO NELLE SUE ORIGINI
Guido De Simone
Mercoledi`, 01 Settembre 1999 ore 01:46

  IL FUTURO DELLA DEMOCRAZIA E' NELLE SUE ORIGINI
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a cura di Guido De Simone


PROLOGO
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Sto scrivendo un libro sull'auspicabile se non inderogabile passaggio, a
cavallo tra il
secondo ed il terzo millennio, dalla "Fase 1" alla "Fase 2" della Democrazia
Moderna.

Per DEMOCRAZIA di "Fase 1" intendo quella caratterizzata da una DELEGA PIENA
da parte degli elettori ad un gruppo ristretto di persone che scelgono la
politica come "professione".

Per DEMOCRAZIA di "Fase 2" intendo riferirmi ad una DELEGA CONTROLLATA da
parte degli elettori, i quali cosi' esercitino pienamente il proprio POTERE
e la SOVRANITA' POLITICA che le costituzioni democratiche attribuiscono
loro.

Tale passaggio presuppone due passi in avanti:
1) una maggiore consapevolezza da parte degli elettori dei loro poteri e di
come esercitarli.
2) uno strumento che consenta nei fatti di controllare la vita politica e di
intervenire concretamente sui suoi attori qualora non siano all'altezza del
ruolo.

Il secondo passo ha un nome ben preciso: PRIMARIE; e per la precisione (cosa
di cui difettano molti dei nostri politici), mi riferisco a PRIMARIE a
PARTECIPAZIONE DI VOTO APERTA (a tutti gli elettori), a COMPETIZIONE APERTA
(chiunque si puo' candidare, senza veti), a SESSIONE GENERALE (partecipano
tutte le liste elettorali in competizione e percio' limita tentazioni di
inquinare qualitativamente il risultato di liste altrui) e PUBBLICA (gestita
dalle pubbliche autorita', percio' pubblicamente controllabili, e finanziata
come una normale tornata elettorale, onde evitare sperequazioni ai danni dei
meno abienti e disincentivazioni alla partecipazione), con SCHEDA ELETTORALE
UNICA (che tutela la segretezza del voto e quantomeno limita brogli ed
inquinamenti poiche' consente un solo voto ad un solo
"aspirante-candidato"). Ma sull'argomento vi sono fin troppi approfondimenti
e straqtegie disponibili (vedi, p.e.:
http://www.perlulivo.it/multispazio/msg00040 e
http://www.perlulivo.it/multispazio/msg00039 ,
nonche' (per il finanziamento) http://www.perlulivo.it/multispazio/msg00053
.

Il primo passo, una maggiore CONSAPEVOLEZZA da parte degli elettori
italiani, deriva dalla CONOSCENZA corretta e sufficiente di INFORMAZIONI
CHIAVE e dei termini che le descrivono. Poiche' almeno due decenni fa
qualche "bontempone" (sempre di "Politici" parliamo) ha avuto la bella
pensata di eliminare quell'unica sparuta ora di EDUCAZIONE CIVICA dalle
materie scolastiche, non c'e' da meravigliarsi se gli elettori italiani ben
poco possono discernere i veri significati persino delle parole "chiave"
rispetto alle versioni che vengono loro propinate da molti politici,
facendole passare come a favore del popolo e del suo potere sovrano.

Uno dei principali disturbi alla Comunicazione tra esseri umani e'
costituito, infatti, da eventuali interpretazioni e dagli usi diversi dello
stesso termine o parola.
Sia che cio' avvenga in perfetta buonafede, sia che sia fatto ad arte con
scopi ben poco apprezzabili e democratici.

La confusione che ne puo' derivare e' a volte cosi' pazzesca e paradossale
da indurre gli autori di tutte le epoche a costruirvi ed intesservi sopra
molti dei loro racconti romanzi, prosa, opera e, in tempi piu' recenti, film
e sceneggiati) che riportano l'abilita' dell'essere umano nel complicarsi la
vita, fino a sconfinare nel massimo della comicita' o del dramma e finanche
nella tragedia.

Ciascun vocabolo trova posto in un vocabolario proprio per fissarne il
significato e non generare o permettere di generare facilmente confusioni
interpretative. Cio' e' ancor piu' necessario per i termini che sono serviti
ai loro ideatori a "codificare" e sintetizzare un CONCETTO COMPLESSO,
perche' ancor piu' facile e' un'interpretrazione non corretta. Tanto piu'
se la sua "cattiva" interpretazione torna utile a qualcuno a danno dei piu'.

E' il caso di due parole che sono molto utilizzate nelle varie sedi di
discussione, fisiche (incontri pubblici, dialoghi e dibattiti privati) e
telematiche (Mailing List e Gruppi di Discussione su Internet), sulla "Cosa
Pubblica". Due vocaboli dal grande valore strategico e percio' ancor piu'
frequentemente abusati e "violentati" ad uso e consumo del furbo di turno:
"POLITICA" e "DEMOCRAZIA".

Onde evitare di continuare a cadere, anche solo potenzialmente, nella
trappola di chi si riempie la bocca di tali termini, ma in realta' ne
vorrebbe far passare ben altro significato e peraltro agisce in
contraddizione con essi... proviamo almeno ad esaminare fatti ed origini
incontestabili:


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POLITICA
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Politica e' una parola greca composta da due parole, ETICA e POLIS.
ETICA, oltre ad essere il nome di una delle principali branche della
Filosofia, significa sostanzilamente: L'INSIEME DELLE "REGOLE" DI VITA,
ovvero IL SAPER VIVERE INSIEME degli esseri umani nei loro consessi sociali.
POLIS significa CITTA' e, per estensione, I CITTADINI che la compongono.

Percio' Etica della Polis (POLITICA) vuol dire "LE REGOLE DI CONVIVENZA
DELLA CITTADINANZA, DELLA SOCIETA' NEL SUO INSIEME".

FARE POLITICA, dunque, e' qualcosa che riguarda tutti e non un gruppo
ristretto di membri di tale contesto sociale.
Anche solo il fatto stesso di essere un membro di un gruppo sociale, dal
piu' piccolo al piu' grande (sia esso una famiglia, o un condomino, o un
quartiere, o un'associazione, o un partito, o un comune, o una provincia, o
una regione, o una nazione, o ... ecc.), rende ciascuna persona un
"POLITICO" in senso lato. Ma si comporta addirittura da "POLITICO" "in senso
stretto" ogni qualvolta difenda i propri "interessi" o persegua le proprie
"aspirazioni"; tanto piu', poi, se esse coincidono con quelle di altri
membri della propria comunita'.


(nota del curatore: uno dei migliori libri scritti con linguaggio semplice e
concreto in tempi recenti sull'ETICA e sulla POLITICA, a partire dal
rapporto personale con la realta', e': ETICA PER UN FIGLIO, di Fernando
Savater, Edit. Laterza)


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DEMOCRAZIA
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Per cio' che riguarda il termine "DEMOCRAZIA", e' presto detto che esso e'
formato dalle due parole CRATOS e DEMOS, che rispettivamente significano
GOVERNO e POPOLO, da cui il significato della parola composta e' GOVERNO DEL
POPOLO ovvero POTERE DEL POPOLO.

In parallelo, il termine latino "REPUBBLICA" composto dalle parole RES e
PUBLICA significa LA COSA PUBBLICA, uno dei piu' significativi concetti
"democratici" di STATO o NAZIONE. esse pero' erano a loro volta traduzione
di un concetto gia' espresso ben prima ad Atene, in Grecia, dove i concetti
di "Democrazia" e "Repubblica" hanno visto la luce e sono stati
"codificati".

Percio', ritengo che sia estremamente utile oggi, proprio oggi, dare
un'occhiata al significato dato a tali parole in origine e scoprirete (udite
udite!) che il bandolo della matassa di moltissimi dei quesiti odierni e'
proprio li', tra quelle parole scritte qualche secolo prima della nascita di
Cristo. Concetti che lo stesso Cristo ha usato per rendere comprensibili ad
orecchi umani i principii che rendono l'uomo degno di essere "Uomo" (in
senso estensivo a tutto il genere umano, ovviamente, senza limiti di razza e
sesso) e percio' piu' vicino a Dio.


La cosa sensazionale di quanto leggerete nelle righe che seguono e' che sono
estremamente attuali, cioe' utili proprio oggi a spiegare certi fenomeni che
abbiamo sopportato da decenni e di cui vediamo ancora chiaramente rispuntare
i segni, cosi' come ad indicarne le possibili soluzioni. Certo, con i
necessari adattamenti alla realta' odierna... ma, vorrei sottolineare che la
realta' non e' qualcosa avulso da noi, e' il frutto del nostro intervento o
del nostro "non-intervento". Percio', se la realta' odierna non ci piace,
sta solo a noi cambiarla. E poiche' non e' improbabile che non piaccia alla
stragrande maggioranza degli italiani, basterebbe farglielo sapere che e'
possibile un'altra realta'. Non e' facile? Certo, ma non e' certo
impossibile.

Cominciamo col metterci d'accordo sui concetti base di DEMOCRAZIA e
POLITICA. Tanto per avere una solida base in comune da cui partire con piu'
forza e convinzione.

Buona lettura.

Guido De Simone
Portavoce Nazionale (pro-tempore)

COMITATO PROMOTORE NAZIONALE PER LE PRIMARIE APERTE AL POPOLO SOVRANO
(Associazione temporanea, senza scopo di lucro ed apartitica, tra singoli
individui).

COORDINAMENTO NAZIONALE "VERSO L'ITALIA DELLE PRIMARIE" (Associazione tra
organismi collettivi favorevoli all'introduzione delle Primarie Aperte).

Sede e Segreteria Esecutiva: Via Savoia, 78 - 00198 Roma
Recapiti tel.:
Direzione Politica: 06.86.20.32.33 - 06.86.32.82.10
Fax: 06.86.38.20.91
Servizio Esecutivo: 06.854.32.41
Portavoce Nazion. (Guido De Simone) Tel. portatile: 0348-3318633
Responsabile Organ. (Umberto Calabrese) Tel. portatile: 0338-4928568
e-mail: guidodesimone@iol.it
Richiesta accesso alla Mailing List CONFERENZA PRIMARIE:
lega.primarie@agora.stm.it
WebMaster: Andrea Andreoli, a.andreoli@agora.stm.it
Sito WEB: in fase di costruzione

MAI PIU' CANDIDATI PIOVUTI DALL'ALTO!
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PRIMARIE APERTE AL POPOLO SOVRANO!



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LA DEMOCRAZIA, COM'ERA CONCEPITA ALLE SUE ORIGINI.


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ARISTOTELE (Politica - III, 6, 12)

... E' evidente, dunque, che tutti i regimi che hanno come obiettivo il
vantaggio generale, sono validi, basandosi su una trasparente giustizia,
mentre quelli che perseguono soltanto l'utile di chi ha il potere sono falsi
e non sono che deviazioni dal retto governo: perche' dispotici; mentre un
organismo statale e' e deve essere societa' di uomini liberi.


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ISOCRATE (Aerop. - 20-27)

... Coloro che in quel tempo reggevano la citta' non istituirono un governo
democratico e moderato solo nel nome, ma che di fatto non appariva tale a
chi non esso aveva a che fare: esso, infatti, non educava i cittadini a
considerare DEMOCRAZIA l'impunita' e LIBERTA' la possibilita' di infrangere
la legge, e a pensare che "uguaglianza" fosse la liberta' sfrenata di parola
e "benessere" la facolta' di fare tutto questo; questo governo odiava e
puniva chi si comportava cosi', e in questo modo rese tutti i cittadini
migliori e piu' moderati. Fu di grande aiuto, a tale scopo, non perdere mai
di vista questo fondamentale principio:
ci sono due tipi di uguaglianza: uno che da' a tutti in parti uguali,
l'altro che da' a ciascuno quanto gli e' dovuto in proprorzione alle sue
capacita'.
Bene. Gli Ateniesi di allora rifiutavano l'uguaglianza che mette tutti sullo
stesso piano, competenti ed incapaci, perche' non la ritenevano giusta, e
preferivano quella che premiava e puniva ciascuno in base a merito o
demerito.
Secondo questi parametri governavano; non distribuivano percio' le cariche
affidandosi al sorteggio, ma mettevano ciascun settore nelle mani di quelli
che giudicavano i migliori ed i piu' adatti.

Speravano, infatti, che anche tutti gli altri sarebbero stati indotti ad
agire e comportarsi secondo il modello di quelli che governavano.
Oltre a questo valido motivo pedagogico, c'e' anche un'altra considerazione
da fare: nel sorteggio gioca troppo il caso e puo' capitare che le cariche
vadano in mano a uomini bramosi di tenere il potere tutto per se' e per
pochi altri; quando invece ci si affida ad un giudizio attento, e' il popolo
che ha la facolta' di scegliere gli uomini che piu' manifestano spirito
democratico.
Al popolo piaceva questa impostazione, e non si verificava una sfrenata
corsa al potere: i cittadini avevano imparato a lavorare e risparmiare; non
trascuravano i propri averi per carpire quelli degli altri; non usavano i
soldi dello Stato per impinguare le casse proprie, anzi, se ce n'era
bisogno, erano pronti a pagare di tasca propria per la comunita'; ed erano
amministratori attenti delle entrate pubbliche cosi' come lo erano di quelle
derivanti dalle loro attivita' private. E non toccavano il denaro della
citta'.

Percio', a quei tempi era piu' difficile trovare chi volesse accedere alle
cariche pubbliche, mentre adesso si fa fatica a trovare chi non le chieda:
allora, infatti, consideravano l'amministrazione pubblica come un dovere,
non come un affare; e appena entrati in carica si preoccupavano di esaminare
se era rimasta in sospeso qualche questione che doveva essere sistemata, e
non pensavano solo a guardare se i magistrati (nota del curatore: per
"magistrati" si intendono, piu' in generale, i funzionari ed i titolari di
cariche e poteri pubblici, per lo piu' esecutivi, ma anche giudiziari, come
rimase poi nella tradizione) precedenti avevano lasciato qualcosa da
arraffare!

Insomma, si era capito che il popolo e' sovrano nel distribuire gli
incarichi e nel sorvegliare la legalita' dell'operato, punendo chi sbaglia e
giudicando sulle controversie, mentre chi ha mezzi sufficienti per vivere e
puo' quindi dedicarsi completamente alla amministrazione pubblica deve
mettersi al servizio del popolo: e devono comportarsi correttamente i
magistrati, perche' tutti gli occhi sono puntati su di loro; se
rispetteranno giustizia e legalita', oltre alla personale soddisfazione,
saranno fatti oggetto di particolare encomio, mentre se sbaglieranno, non
otterranno perdono e li colpira' una condanna severa.

Quale democrazia, dunque, si puo' trovare piu' solida e piu' giusta di
quella che mette al governo i piu' capaci, ma vuole il popolo arbitro di
questi e del loro operato?


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ARISTOTELE (Atheniensium Respublica - 7,1)

... (Solone) instauro' un regime democratico e formulo' altre leggi; e i
cittadini smisero di attenersi ai decreti di Dracone, eccezion fatta per
quelli inerenti ai crimini di sangue. E dopo aver scritto le nuove leggi
sulle steli, le collocarono nel Portico Regio e giurarono tutti di
osservarle.


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ARISTOTELE (Atheniensium Respublica - 22,1)

... ancor piu' democratica di quella di Solone divenne la costituzione. Era
accaduto infatti che la tirannide (di Pisistrato) avesse vanificato le leggi
soloniane, in quanto non venivano piu' applicate; Clistene allora ne fece di
nuove, che miravano al bene della intera cittadinanza...


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TUCIDIDE (II, 37)

... Noi abbiamo una costituzione che non ha nulla da invidiare alla
legislazione dei vicini; anzi, piu' che imitare gli altri, siamo noi modello
per alcuni. Questa costituzione si chiama DEMOCRAZIA, perche' realizza la
POLITICA a favore della maggioranza e non a vantaggio di un gruppo
ristretto, e per legge a tutti spetta uguaglianza di fronte a divergenze
private.
E nella valutazione, ciascuno, in base alla notorieta' che gode in qualche
campo, viene eletto alle pubbliche cariche per le sue capacita', non per
l'appartenenza a questo o a quel partito.
D'altra parte, nessuno, anche se e' povero, purche' abbia la possibilita' di
far del bene allo Stato, ne viene impedito a causa della modesta condizione
sociale da cui proviene.

Viviamo da cittadini liberi... pieni di comprensione nei rapporti privati,
ma con intransigente rispetto delle leggi in campo politico e sociale: diamo
ascolto a chi man mano e' al governo e rispettiamo le leggi, in particolare
quelle fatte per soccorrere i deboli che subiscono delle ingiustizie, e
quelle morali che, sebbene non scritte, comportano per chi le viola un
indiscutibile disonore.



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TUCIDIDE (VI, 39)

... Qualcuno dira' che la democrazia non realizza ne' l'intelligenza ne'
l'uguaglianza, e che i ricchi sono i migliori per governare nel modo piu'
opportuno. Io invece sostengo innanzi tutto che "popolo" significa
totalita', e "oligarchia" parte; aggiungo poi che i ricchi, certo, sono
ottimi amministratori delle finanze, ma per poter dare i consigli migliori
ci vogliono intelligenze pronte; tutti gli altri, poi, dopo aver ascoltato,
sono in grado di valutare al meglio: e queste componenti, tanto
singolarmente quanto tutte insieme, nella democrazia hanno una
partecipazione di ugual peso.


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ISOCRATE (Paneg. 105)

... (gli Ateniesi consideravano) inaccettabile che la maggioranza fosse alle
dipendenze di pochi, che quelli finanziariamente piu' deboli, ma non certo
inferiori per tutte le altre capacita', fossero esclusi dalla vita politica
attiva; (non volevano) infine che, pur membri di una patria comune, alcuni
si comportassero da tiranni e gli altri si trovassero nella condizione di
"meteci", di ospiti estranei, potremmo dire, e che, pur essendo per natura
cittadini, venissero per legge privati dei loro diritti di cittadinanza.


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PLATONE (Resp. - I, 347, C)

... Non Certo per denaro sono disposti gli onesti ad assumere cariche
pubbliche, ne' per ambizione; non vogliono infatti essere chiamati
stipendiati, se per il loro incarico si fanno dare un compenso alla luce del
sole, e non vogliono esser detti ladri se se lo prendono sottobanco.
Quanto al prestigio, non sono tanto ambiziosi da cercarlo come scopo primo.
Anzi, deve presentarsi una vera necessita' o deve esserci la minaccia di una
sanzione, perche' accettino un incarico.

E' quasi considerata una vergogna proporsi spontaneamente per governare,
senza aspettare che ce ne sia la necessita'.

Quanto alla sanzione, la piu' grave e' lasciarsi governare da uomini
peggiori, se non si accetta di farlo di persona: evidentemente e' proprio
per timore di questa situazione che gli onesti accettano il governo, se e
quando lo accettano; solo allora si presentano disponibili a governare: e
non si fanno avanti pensando di poter sfruttare questo privilegio, ma
considerano l'incarico come una necessita', non essendoci uomini migliori
ne' simili a loro, cui affidarlo.

Se esistesse uno stato di soli uomini onesti e competenti, la competizione
sarebbe per non assumere le redini del governo, e non, come ora, per
governare a tutti i costi.


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DEMOSTENE (Contra Timoch. - 4-6)

... Voi sapete perfettamente, Ateniesi, che in una democrazia sono le leggi
che proteggono le persone e la costituzione... (e la minaccia piu' grave
viene da) chi parla o agisce illegalmente. Di conseguenza, sarete forti
quando avrete buone leggi e non vi lascerete sopraffare da chi le calpesta.
Bisogna, dunque, a mio parere, che quando formuliamo delle leggi stiamo bene
attenti a formularle buone e utili alla compagine civile; poi, una volta
emanate, dobbiamo rispettare le leggi vigenti e punire chi non le rispetta:
solo cosi' sara' sana e valida la struttura statale.


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PLATONE (Menex. - 235, c-d)

... C'era allora e c'e' ora la medesima forma di governo, una
"aristocrazia", intesa come "governo dei migliori"... Chi la chiama
"DEMOCRAZIA" e chi le da' altri nomi a suo piacimento: sta di fatto che, per
la verita', e' il "governo dei piu' validi", basato sul giudizio favorevole
del popolo... Arbitro dello Stato e' quasi in tutto il popolo: distribuisce
le cariche e il potere a quelli che volta per volta appaiono i piu'
affidabili: e nessuno e' mai stato trascurato per la condizione modesta o
per la sua poverta' o perche' non viene da una famiglia in vista, ne' per i
motivi opposti e' stato preferito...: uno solo, infatti, e' l'elemento
discriminatorio: prevale ed assume il potere chi e' giudicato competente ed
onesto.