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REGOLAMENTAZIONE DEMOCRATICA: Propaganda elettorale > Finanziamento della Politica > Moralizzazione > Primarie
Guido De Simone
Mercoledi`, 16 Giugno 1999 ore 15:50
PROPAGANDA ELETTORALE > FINANZIAMENTO DELLA POLITICA > MORALIZZAZIONE >
PRIMARIE.
Leggendo alcuni commenti sulle elezioni appena svoltesi (Europee ed
Ammninistrative '99) con riferimento alla PUBBLICITA' COMPARATIVA ed all'uso
delle TELEVISIONI in Politica, ho provato a focalizzare il problema nel suo
complesso ed a ipotizzare una SOLUZIONE.
La Pubblicita' Comparativa e' ormai permessa dalla normativa vigente.
Volendo, sarebbe possibile sconfessare gli esercizi di demagogia, punto per
punto, spot per spot, con fatti e dati, rispondendo all'effimero con la
concretezza.
Funziona pure se si contrappone ad un messaggio d'immagine (puro slogan
effimero o demagogico) altrettanto messaggio d'immagine, ma, se il vero
"messaggio" consiste nel contrapporre la "concretezza" alle "chimere", la
tecnica di Comunicazione piu' efficace e' quella sopra accennata. E di vera
e propria "Tecnica" si tratta, poiche' non e' facile sintetizzare
efficacemente in 30 secondi dati e fatti facendone a sua volta uno slogan
(concetto facilmente memorizzabile).
Uno dei commenti che leggevo (Bruno Suppo) diceva:<< Le difese immunitarie,
che funzionano nei confronti di batteri, parenti inopportuni, colleghi
invadenti, cadono miseramente quando a proporci qualcosa è la
pubblicità...>>.
Solo perche' si lascia il campo di Comunicazione suddetto al libero ed
incontrastato uso da parte di uno solo dei "concorrenti" sul mercato
politico.
E continuava dicendo: << A mio avviso sarà inutile un buongoverno, come sarà
inutile lavorare attivamente per le riforme, se non si avranno dei mezzi da
usare meschinamente e senza parsimonia per pubblicizzarli. Consiglio quindi
di non fare più dibattiti politici alla televisione, con ospiti qualificati
e argomentazioni valide e ponderate, non li segue nessuno, ma presentare
invece una signorina di bella presenza, sorridente, che dice "Voto
....................., perchè ... " Compilate voi i puntini, oppure ci
mettiamo "Voto ............. perchè... Non so perchè, ma fallo anche tu !"
>>
(n.d.r.: efficace riferimento alla campagna "Jaegermeister").
LE DUE
IPOTESI --------------------------------------------------------------------
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Sono due i casi:
1) Si accetta che le regole del gioco politico si assommino alle regole del
"gioco" della Comunicazione pubblicitaria (tipiche del "libero" mercato): in
tal caso sarebbe opportuno che si "impari" a giocare con tale regole, con
tutte le conseguenze dell'adeguare la spesa all'impresa. Ma attenzione:
negli anni '80 cio' fu una delle cause principali della lievitazione dei
costi della politica che motivo' molti esponenti di partito a chiedere non
piu' solo "voti di scambio" ma anche "tangenti di scambio", fenomeno poi
ribattezzato con l'inizio degli anni '90 "Tangentopoli".
2) Si regolamenta il sistema della Comunicazione Politica a quanto gia'
intelligentemente dettato dalla COSTITUZIONE, probabilmente applicando una
forma di controllo che consenta una "equa" possibilita' per tutte le parti
in campo di comunicare con gli elettori. Una specie di "par condicio" un bel
po' piu' evoluta dell'attuale, in quanto deve essere una risposta concreta
anche al piu' volte sollevato ed eluso, se non disatteso, problema dei costi
della politica (se tutte le parti, dovendo giocare a carte pari, tendessero
a livellare verso l'alto lo sforzo economico della propaganda, altro che 4
per mille!).
LA PROPOSTA (PROVOCATORIAMENTE
EFFICACE) ---------------------------------------------
In soldoni, sotto il profilo sia QUANTITATIVO che QUALITATIVO:
- TETTO MASSIMO con adeguato riferimento territoriale;
- TETTO MINIMO: una specie di garanzia di "spazio" di propaganda a tutte le
parti in competizione.
In effetti, dare spazi di propaganda (TV, Radio, Affissione, Incontri
Pubblici, ecc.), pagati da soldi pubblici, al posto di una grossa fetta dei
soldi del finanziamento pubblico direttamente ai partiti, risolverebbe buona
parte dei due problemi.
Fermo restando che il valore della GARANZIA DELL'INFORMAZIONE AMPIA E
DIFFUSA e' alla base della stessa DEMOCRAZIA, il TETTO MINIMO garantirebbe
una PARI OPPORTUNITA' per tutti i concorrenti. In tal senso, tale MINIMO
deve essere adeguato e non solo un quantitativo striminzito troppo distante
dal valore MASSIMO. Quest'ultimo viene a fissare un parametro non
superabile, consistente nell'eventuale ulteriore sforzo di comunicazione che
ciascun concorrente della competizione elettorale volesse "spendere" oltre
quanto gli e' garantito dagli spazi pubblici. Onde evitare che i
"ricchi" abbiano sperequativamente piu' possibilita' dei "poveri", ma
sicuramente anche piu' delle persone "normali" (il che e'
anticostituzionale: vedi art. 1, 2 e 3), il margine di manovra dovrebbe
essere molto limitato. A maggior ragione, il quantitativo MINIMO di spazi
garantiti non puo' essere troppo limitato. Non e' ne' nell'interesse di chi
ha il sacrosanto diritto e dovere di ottenere il consenso spiegandone
adeguatamente i motivi, ne' degli elettori che rischiano di non essere
adeguatamente informati o di essere facilmente vittime di chi e' ben piu'
bravo a produrre facili e sintetici slogan demagogici (poco spazio = sintesi
obbligata) invece di dover fornire fondati e dimostrabili argomenti di
merito.
UNA NOTA: Meglio ancora sarebbe se il contributo in spazi di propaganda
andasse ai candidati e non direttamente ai partiti: si odono ancora gli echi
del pomposo inneggiare negli ultimi dieci anni alla "centralita'
dell'individuo" in politica. Pero' poi, nei fatti, il singolo individuo e'
fagocitato dal partito, una macchina ipocritamente astratta (e percio',
apparentemente, idealmente superiore alle basse beghe di noi rudi e
materialisti esseri "umani"), ma che in realta' e' una piramide gerarchica
"gestita" dai soliti vertici (una persona o poco piu'), non necessariamente
cosi' idealisti, altruisti e salomonici.
Il fatto che il bambinello, il partito, abbia difetti "comportamentali" che
gli hanno valso una sempre piu' profonda e difficilmente recuperabile
diffidenza da parte degli elettori, non significa che per "ripulirne" i modi
si debba rischiare di gettarlo con "l'acqua sporca". Nello scarico con
l'acqua sporca e' bene che finiscano coloro che hanno teso ed chi ancora
oggi tende a muovere i fili del bambinello/partito facendogli fare cio' che
vogliono loro e solo loro (o, eventualmente, chi e' "dietro" loro)
spacciando tali comportamenti, scelte e strategie come il "volere"
DEMOCRATiCO di tutto il partito. A partire dalle candidature.
E CHI
SGARRA? --------------------------------------------------------------------
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Fermo restando che il principio e le sanzioni a chi vi contravviene siano
pedissequamente applicati (problema principale dell'Italia, patria delle
Leggi piu' ammirate nel mondo, mondo attonito nel rilevare che esse non vi
sono applicate), sarebbe bene prevedere una "punizione" adeguata per chi
superi il tetto MASSIMO fissato... NO, non con una banale pena pecuniaria
(scusate, ma chi supera "facilmente" il tetto massimo vuol dire che soldi ne
ha e non e' certo una "multarella" che gli fa paura), sempre passibile di
favorire solo un'ulteriore sperequazione tra ricchi e non, fatto non
propriamente "democratico".
Qual'e' la peggiore punizione, il piu' temibile dei contrappassi, per chi
pensa di "comprare" la Politica ed i voti? Semplice: togliergli il giochino
ed i suoi frutti dalle mani!
Si puo' ragionare sulle modalita', secondo la gravita' e la reiterazione del
"reato" (che ha valenza costituzionale, dato che andrebbe a violare i
diritti fondamentali sanciti negli articoli 1, 2, 3 e 49 della Carta, tutti,
direttamente o indirettamente, a tutela dell'egualianza di tutti i cittadini
nell'esercizio dei propri diritti politici). Si potrebbe partire
dal minimo della pena, consistente nel penalizzare "elettoralmente" il
candidato "abusante", per esempio annullando il numero delle preferenze
conseguite nella stessa proporzione in cui tale abuso ha superato il livello
consentito. E' possibile, peraltro (interpretazione estensiva), penalizzare
anche la lista per cui si presenta il candidato che abusa, cosi' costretta a
sorvegliare certe intemperanze, annullando nella stessa proporzione i voti
di lista o quanto meno quelli annullati allo stesso candidato reo.
Ovviamente, se la propaganda abusiva fosse direttamente della lista, la
sanzione andrebbe a danno solo della stessa.
In caso di reiterazione del reato, andrebbe prevista la nullita' della
candidatura e, dopo il terzo caso, la non presentabilita' ulteriore della
candidatura per un certo periodo di tempo o di competizioni elettorali nello
stesso contesto territoriale in cui l'abuso e' avvenuto.
Se la reiterazione fosse da parte della Lista, la sua partecipazione
verrebbe cassata dalla competizione in corso ed al terzo episodio
consecutivo la lista verrebbe sospesa per un determinato periodo o per un
determinato numero delle successive competizioni elettorali nello stesso
contesto territoriale.
E CHI LA PROPONE UNA SIMILE
"PROVOCAZIONE"? ------------------------------------------
Sia ben inteso: questa proposta la si potrebbe classificare anche come una
"provocazione", ma non crediate che sia poi cosi' tanto lontana da quanto
sarebbe necessario per moralizzare in maniera "credibile" il sistema
politico italiano. A parole i "politici di mestiere" sono molto bravi a
parlare di "moralizzazione", quasi come parlassero solo e sempre di
qualcun'altro, non di se stessi. La stessa parola d'ordine che aleggia gia'
dai tardi anni '70 (ve la ricordate "la Questione Morale"?) ed e' stata
pompata per tutti gli anni '80. E, nonostante le batoste prese con gli inizi
degli anni '90
(TANGENTOPOLI), siamo ancora qui, a pochi mesi dal 2000, a parlare di
"moralizzazione". Credete che una soluzione "alla buona", "all'italiana",
sia accettabile, credibile? Presentabile da parte di chi? Di chi si gira la
frittata come vuole e, se la maggioranza degli elettori dicono che una cosa
e' e deve essere gialla, gira che ti rigira, riusce abilmente a dimostrare
che "in REALTA' gli italiani volevano dire"... che a loro piace blu?
Sapete cos'e' che rende tutto poco credibile? Che si parli di "Finanziamento
dei Partiti" e non di "Finanziamento della Politica". Il che NON E' poco.
Dire che la politica si ferma ai partiti significa dare ragione a chi accusa
il Sistema di "PARTITOCRAZIA". Affermare il principio, sancito dalla
Costituzione, che DEMOcrazia vuol dire "una Politica di tutti e per tutti"
porta a regole che quantomeno "favoriscano", prima o poi, la crescita
"politica" della popolazione tutta.
Questo dovrebbe essere il RUOLO DEMOCRATICO DEI PARTITI: non di certo quello
di gestire il potere e spartirselo al proprio interno o tra "gang" rivali,
bensi' di AUMENTARE E FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE POLITICA DELLA POPOLAZIONE.
Percio', quanto piu' questa proposta sara' concordata con il Popolo e non
fatta per l'ennesima volta nel chiuso di una stanza di partito o solo al di
dentro dei "Padroni dei Bottoni", tanto piu' essa sara' credibile.
Rischierebbe persino di rendere piu' credibile la volonta' dei politici di
cambiare in meglio.
APPROFITTANDO DELL'INTRODUZIONE DELLE
PRIMARIE -----------------------------------
Il testo legislativo di "introduzione di principio" delle PRIMARIE non e'
una "riforma", poiche' tratta una materia inesistente nel nostro quadro
legislativo ordinario (ma risponde e da concretezza ai principi fondamentali
della Costituzione Italiana) e si attesta "a monte" del sistema elettorale,
per tutte le figure elettorali popolari, individuali e collettive, a tutti i
livelli territoriali. Ma lo stesso testo puo' prevedere un "innesto"
nell'attuale quadro normativo inserendo un preciso riferimento al
finanziamento pubblico "in natura" della campagna per le PRIMARIE (destinato
agli "Aspiranti" Candidati) ed estendendo lo stesso principio, con i
relativi vincoli "massimali" e le pene relative ai trasgressori.
Vogliamo parlarne?
Guido De Simone
COMITATO PROMOTORE NAZIONALE PER LE PRIMARIE APERTE AL POPOLO SOVRANO
(Associazione temporanea, senza scopo di lucro ed apartitica, tra singoli
individui).
COORDINAMENTO NAZIONALE "VERSO L'ITALIA DELLE PRIMARIE" (Associazione tra
organismi collettivi favorevoli all'introduzione delle Primarie Aperte).
Sede e Segreteria Esecutiva: Via Savoia, 78 - 00198 Roma
Recapiti tel.:
Direzione Politica: 06.86.20.32.33 - 06.86.32.82.10
Fax: 06.86.38.20.91
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MAI PIU' CANDIDATI PIOVUTI DALL'ALTO!
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PRIMARIE APERTE AL POPOLO SOVRANO!
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