da repubblica.it 25/4/99
di GIOVANNI VALENTINI
ROMA - A una settimana dal fallimento del referendum =
antiproporzionale,=20
andiamo da Giuliano=20
Amato, ministro delle Riforme, per cercare di fare il punto sul =
futuro della=20
legge elettorale e sulle prospettive politiche. Ma lui, almeno =
all'inizio, vuol=20
parlare d'altro. Al "dottor Sottile", l'inventore di Eta Beta =
e della=20
Cosa 2, l'uomo che è entrato nel governo D'Alema per =
ristrutturare tutto=20
l'edificio istituzionale, in questo momento preme di più parlare =
della=20
Sinistra, di quella sinistra riformista e democratica a cui da militante =
socialista ha dedicato l' impegno di una vita.
Ministro Amato, qual è secondo lei la =
lezione che=20
viene dalle urne del 18 aprile?
"La legge elettorale e la forma di governo devono incardinare il =
bipolarismo nelle istituzioni, nonostante le "dure lezioni della=20
Storia", come diceva Lenin. Ma lo scarso entusiasmo intorno a =
questo=20
referendum dimostra una volta di più che il sistema elettorale =
è=20
visto dalla gente come una scatola, il cui significato deriva dal =
contenuto. Il=20
bipolarismo si nutre di identità collettive distinte e =
distintamente=20
percepite, non di marchingegni elettorali".
E questo, per la sinistra, che cosa vuol =
dire?
"Noi siamo in mezzo a un difficilissimo passaggio. Tra la guerra =
nei=20
Balcani da una parte e l' economia che va avanti a colpi di=20
"take-over" dall'altra, le vecchie bussole della sinistra, =
come il=20
pacifismo o la regolazione del mercato, non bastano più. E le =
nuove=20
bussole purtroppo non sono ancora affidabili".
Ma la sinistra riformista non aveva imboccato =
ormai la=20
"terza via" tra capitalismo e comunismo, non s'era incamminata =
su=20
questa strada?
"Il problema non è quello di rimettere in discussione la=20
"terza via" né tantomeno di cercarne una quarta, per=20
carità. Il fatto è che la realtà risulta diversa da =
come=20
l'avevamo immaginata, non c'è una preparazione psicologica a=20
fronteggiarla".
Mi può spiegare meglio?
"Avevamo lasciato il vecchio pacifismo perché =
l'imperialismo=20
è finito ed eravamo pronti all'intervento umanitario, di fronte =
alla=20
violenza dei regimi autoritari contro i diritti umani. Ma ci accorgiamo =
che=20
l'intervento umanitario impone durezze che vanno ben al di là =
delle buone=20
azioni in cui forse l'avevamo identificato. Avevamo accettato il mercato =
e le=20
privatizzazioni, pensando che attraverso le regole e con la presenza dei =
fondi=20
pensione in rappresentanza dei lavoratori tra i nuovi proprietari, i =
buoni=20
investimenti e le sane strategie industriali sarebbero venuti da soli. =
Ma=20
vicende come quelle di Telecom ci insegnano che non è così =
e non=20
sappiamo quali tasti usare. Insomma, intorno a noi c'è un grande=20
smarrimento...".
Soprattutto in Italia...
"Già, in Italia questo smarrimento è =
particolarmente=20
visibile. Avevamo visto insieme, come campioni della "terza =
via",=20
Clinton, Blair e Prodi. Ma che cosa pensano dei Balcani i Democratici=20
dell'Asinello? È Antonio Di Pietro, allora, l'interprete italiano =
dell'internazionalismo alla Blair?".
Non si può ridurre la questione a Di=20
Pietro.
"No, no, lo dico solo per paradosso. E =
perciò=20
l'interrogativo resta aperto".
A suo parere, dunque, la "terza via" =
è=20
un po' ostruita?
"Non direi ostruita. C'è bisogno comunque di ridare=20
un'identità all'opinione collettiva della sinistra. Ma come si fa =
a farlo=20
quando neppure si capiscono bene le ragioni dei due partiti, i Ds e i=20
Democratici? Che cosa sono l'uno rispetto all'altro? In che cosa si=20
differenziano? Come pensano di comportarsi di fronte a questi fatti=20
nuovi?".
Lei ha qualche proposta o qualche suggerimento =
da=20
dare?
"Non ho un ricettario né voglio snocciolare un altro =
manualetto=20
sui capisaldi della "terza via". Dobbiamo metterci davanti =
allo=20
specchio e chiedere a noi stessi: abbiamo fatto abbastanza per =
trasformare le=20
nuove bussole in cultura collettiva? Siamo sicuri che lo smarrimento =
attuale non=20
sia anche figlio di una visione edulcorata del futuro, che è =
servita a=20
facilitare il superamento del passato senza i tormenti e le nuove =
consapevolezze=20
che sarebbero state invece essenziali? E davanti - ripeto - alle dure =
lezioni=20
della realtà, possiamo alimentare le adesioni, le convinzioni, le =
identità comuni di cui la sinistra ha bisogno, se permangono =
equivoci=20
così grossi?".
Tutti insieme, però, avevate già =
fondato=20
una specie di partito trasversale che è riuscito a vincere le =
elezioni.=20
Che cosa manca ancora?
"Per quanto mi riguarda, ho fortemente condiviso il progetto di =
un=20
partito riformatore della sinistra. Ma del partito trasversale di cui =
lei parla,=20
non capisco più quale sia il Dna, quale la sua natura. Non so =
più=20
se si colloca nell'alveo della sinistra europea. Per dirne una: tra i=20
Democratici e i Democratici di sinistra, chi è più vicino =
a Tony=20
Blair? La lascio come domanda".
Il movimento dei Democratici ha un leader =
riconosciuto=20
che è Romano Prodi e tutti lo considerano molto vicino a=20
Blair.
"Non bisogna nascondersi dietro i tatticismi e le =
rivalità=20
personali. All'interno di uno schieramento, si può anche litigare =
quando=20
c'è una forte identità: la vecchia Dc, rappresentante del =
mondo=20
cattolico e depositaria dell'anticomunismo, poteva farlo. Ma la =
sinistra, in=20
questa fase, non può proprio permetterselo".
Quali sono, allora, i temi o le questioni =
principali da=20
affrontare?
"Sono molti i nodi che non abbiamo affrontato. E invece dobbiamo =
fare i=20
conti con la realtà così com'è. Probabilmente =
è=20
mancato anche il coraggio di cercare le soluzioni più adeguate, =
in modo=20
da alimentare una cultura politica collettiva".
Non era già tutto scritto nel programma=20
dell'Ulivo?
"In parte, è vero: c'era già molto, compresa la =
legge=20
elettorale a doppio turno. Ma ciò che era scritto non è =
stato=20
sufficiente a fornire nuove bussole per orientare i comportamenti. =
Questo=20
significa che i programmi sono pezzi di carta se non diventano cultura=20
collettiva".
E non potrebbe dipendere dal fatto che =
quell'esperienza=20
s'è interrotta prematuramente? Lei non pensa che l'Ulivo possa =
essere=20
rilanciato?
"Forse lei ha ragione. Ma l'Ulivo è stato anche un fatto =
emotivo,=20
ha aggregato consensi anche al di sopra dei partiti...".
Appunto, proprio per questo.
"Può darsi che, allo stato quiescente, l'Ulivo sia ancora =
in=20
piedi: quel bisogno di sentirsi insieme, di fare insieme un'Italia =
migliore, di=20
difendere i diritti umani...È un fatto però che davanti=20
all'intervento umanitario, non quello immaginato ma quello reale, la =
nostra=20
sinistra soffre e si divide".
E come si spiega, per esempio, che in =
Inghilterra i=20
laburisti non hanno tutti questi tormenti?
"Mah, per tradizione gli inglesi sono più abituati =
all'idea della=20
guerra. E noi, siamo meno disponibili alle durezze della vita".
Di fronte a un eventuale attacco di terra da =
parte della=20
Nato nei Balcani, lei crede che potrebbe nascere in Italia un =
"governo=20
bellico", magari con l'appoggio dell' opposizione?
"Sono cose che possono soltanto accadere. L'invio di truppe =
terrestri=20
nei Balcani è un'ipotesi: se questo avviene, il governo =
resterebbe=20
presumibilmente senza una parte della sua maggioranza, ma non potrebbe=20
dimettersi fino al termine dell'emergenza. E se altri lo sostenessero, =
sarebbe=20
un governo di unità nazionale, in stato di =
necessità".
Sarebbe una scelta...
"No, può accadere senza essere una scelta".
Lei lo ritiene probabile?
"Lo ritengo possibile. Sarebbe la conseguenza di una =
concatenazione di=20
fatti".
E l'ipotesi delle elezioni anticipate a=20
novembre?
"Sono un'altra cosa possibile. Anche queste scaturirebbero da =
due ordini=20
di fattori: un eventuale governo di unità nazionale e il =
risultato=20
elettorale del 13 giugno".
In che senso le europee possono condizionare =
questi=20
sviluppi?
"Se il risultato fosse favorevole al centrodestra, quello che =
vedo e ho=20
visto nelle ultime settimane m'induce a pensare che l' opposizione =
tenderebbe=20
lentamente a soffocare la maggioranza in Parlamento, a paralizzarla. E =
allora,=20
sarebbe interesse del governo sottrarsi per tempo a questo =
pericolo".
Prima, però, arriverà =
l'appuntamento con le=20
elezioni per il presidente della Repubblica.
"Già. Ma non mi sembra fondato il ragionamento secondo =
cui al=20
Quirinale sarà eletto chi promette o meno di sciogliere il =
Parlamento in=20
caso di crisi. Se la maggioranza è solida, lo scioglimento =
sarebbe un=20
atto eversivo. Se invece perde, allora diventa un obbligo. A volte, gli =
eventi=20
sono più forti dei governi".
A quanto si dice, anche lei è in corsa =
per il=20
Colle...
"No, non sono in corsa, proprio no. Credo di essere l'uomo =
politico=20
più candidato al numero maggiore di incarichi a cui non è=20
arrivato. Personalmente, mi gratifica sentire che qualcuno mi ritiene =
degno di=20
fare il presidente della Commissione europea, il segretario generale =
della Nato,=20
il presidente della Repubblica e non so che altro ancora. Ne prendo =
atto. Ma=20
queste sono, come dire, commende =
informali".